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NELLA lunga battaglia che vede impegnati da diversi anni l'industria discografica e gli "scaricatori", i downloaders che usano le reti "peer to peer", c'è una grande novità: la Riia, la potente associazione dei discografici americani, ha deciso di cambiare strategia e di non perseguire più i singoli "pirati" come aveva fatto fino ad oggi, puntando invece a cercare accordi con gli Internet provider per colpire in maniera diversa chi scarica musica illegalmente. La strategia dell'attacco legale ai singoli, lanciata qualche anno fa con grandissima enfasi, e tesa a mettere paura ai downloaders, oltre che a colpirne parecchi, si è dimostrata del tutto inefficace, i numeri del peer to peer sono cresciuti, i download illegali sono ancora moltissimi, l'industria discografica continua ad essere in crisi. Secondo il Wall Street Journal, alcuni Isp non ancora identificati sembra abbiano accettato di "ridurre il servizio" a chi pratica il file sharing in forme eccessive. Né il Wall Street Journal né Cnet, o altre fonti giornalistiche sono riuscite a sapere cosa significhi esattamente "ridurre il servizio". L'unica "formula" nota (anche se criticatissima, anche dall'Unione Europea) è quella francese, ed è proprio quella che vorrebbero applicare anche negli Usa, formula che funziona in questo modo: i discografici avvertono l'Isp di aver individuato un possibile "scaricatore", il fornitore d'accesso manda all'utente un primo messaggio di allerta, quindi, se il comportamento non cambia, ne manda un secondo, poi un altro, e quindi, se l'utente ignora i messaggi e non smette, viene disconnesso dal sistema. Ma, hanno fatto notare i legislatori europei, se tutto questo avviene senza alcuna forma di processo, è impossibile negare l'accesso ad internet a un qualsiasi cittadino. Il che rende, almeno in Europa, difficile che la regola venga messa realmente in atto. Negli Usa il piano è sostenuto da Andrew Cuomo, procuratore generale dello stato di New York, che sottolinea che l'industria discografica non verrebbe a conoscere l'identità del trasgressore. Ma i responsabili della Eff, la Electronic Frontier Foundation, l'associazione che difende i diritti civili nel cyberspazio, ha immediatamente sollevato molti dubbi sull'applicabilità di questo piano, che renderebbe gli internet provider responsabili del controllo della rete stessa. Cindy Cohn, avvocato della Eff, ha detto: "E' un bene che la Riia abbia deciso di non perseguire più i singoli individui, non avrebbe dovuto nemmeno cominciare a farlo. Ma è molto preoccupante che oggi si vogliano creare delle "liste nere" di persone a cui viene negato l'accesso alla rete sulla base di una accusa ma senza alcun processo". (Fonte)
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Sogni d'oro....Morfeo mi aspetta!
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Perizoma... Gonna o pantaloni?
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Partirà subito dopo la Befana il primo real show online. Che si svolgerà - non c'è molto da stupirsi - sul social network facebook. L'ideatrice è una fiorentina, Janet Pitarresi, e ha già selezionato i primi venti concorrenti (ma presto ne verranno scelti altri 10 'supplenti) di questo Grande fratello virtuale: sono tutti italiani - ma c'è chi vive all'estero, in Spagna, Cina e California - hanno dai 22 ai 40 anni e fanno i mestieri più vari: c'è pallavolista, il giornalista, il disegnatore, il medico. Per partecipare tutti i concorrenti - erano oltre duemila gli aderenti al gruppo virtuale ''Primo real show on line'' - hanno preparato e messo online un video di presentazione. Ogni settimana ci saranno nuovi video e interventi dei concorrenti, sulla base dei temi di discussione proposti dagli opinionisti, dall'attualita' alle questioni sociali. Gli opinionisti 'spaziano' dal presentatore Jocelyn, ai politici - rigorosamente bipartisan - come l'assessore regionale della Toscana Agostino Fragai (Pd) e il senatore di An Achille Totaro. Per partecipare al gioco bisogna essere registrati su Facebook e andare alle pagine del gruppo. Non male il premio finale: al vincitore andra' un viaggio in una capitale europea offerto dallo sponsor, la Incentive Spa. (Fonte)
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Grazie a tutti della calda accoglienza e dell'incoraggiamento...
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IL PERICOLO montato nelle scorse ore, per gli utenti di Internet Explorer, era così grande da spingere Microsoft a una mossa insolita: sviluppare una toppa a tempo di record alla vulnerabilità che ha messo in allarme milioni di navigatori. Sarà disponibile alle 19 di oggi. Arriverà in forma di aggiornamento automatico, agli utenti che hanno attiva questa funzione (tutti dovrebbero farlo, si veda su Windows sotto le voci Pannello di Controllo/Aggiornamenti automatici). Ci abbiamo messo otto giorni per sviluppare la patch (la toppa, ndr.) per quella falla di sicurezza. A un utente medio potrebbe sembrare tanto tempo, ma è un record. In media Microsoft sviluppa patch ogni 24 giorni. La seconda azienda più veloce, dopo di noi, ci mette 72 giorni", dice Feliciano Intini, chief security advisor di Microsoft Italia. Intini ha un blog molto seguito sulla sicurezza informatica, dove parla anche di questo problema (http://blogs. technet. com/feliciano_intini/archive/2008/12/17/stasera-rilascio-straordinario-del-bollettino-relativo-ad-internet-explorer. aspx). Quest'urgenza la dice lunga su quanto grave fosse il pericolo: gli utenti rischiavano il furto delle proprie password (o altro) navigando con Internet Explorer su un sito contagiato dai pirati per sfruttare questa vulnerabilità. I siti colpiti erano già circa 10 mila, in rapida crescita: un contagio che si stava diffondendo a macchia d'olio, quindi. "Non ci risulta nessun sito italiano tra quelli colpiti", aggiunge comunque Intini. "Beninteso- continua- questa vulnerabilità del browser di per sé era come le altre, già scoperte in passato. A renderla un problema urgente è stato il modo con cui i pirati sono riusciti subito a sfruttarla, contagiando in pochi giorni migliaia di siti. È questa la novità, che segna una nuova fase della battaglia tra noi e loro". Il punto è proprio questo: che il browser siano vulnerabili non è una novità; gli altri browser sono fallati tanto quanto Internet Explorer (secondo Microsoft e alcuni test http://www. utest. com/news_bug_battle_browsers_Q408. htm recenti, lo sono anche di più). A fare la differenza è come e quanto queste falle sono sfruttate dai pirati. "Gioca a nostro sfavore, in questo caso, la grande popolarità del nostro browser. Il che spinge i pirati a concentrarsi per sfruttare in particolare le falle del nostro browser, per colpire così il più grande numero possibile di utenti". È lo stesso motivo per cui i sistemi Windows sono considerati più a rischio virus e pirati rispetto a quelli Mac o Linux, a prescindere dal numero di falle che ognuno di loro abbia. Di conseguenza, non dovrebbe passare molto tempo prima che i pirati decidano di sfruttare un'altra falla di Internet Explorer. "Un'altra novità è che hanno preso l'abitudine di aspettare la nostra pubblicazione periodica delle patch. Subito dopo, pubblicano l'exploit (il modo con cui è possibile sfruttare falle ancora non tappate), così da fare il massimo danno possibile". I pirati confidano nel fatto che fino al prossimo aggiornamento periodico la falla resterà aperta e sfruttabile. Microsoft risponde pubblicando patch straordinarie, che arrivano prima dell'aggiornamento periodico. Una promessa e una speranza: la futura versione di Internet Explorer, la ottava, che arriverà nei primi mesi del 2009, sarà più sicura delle precedenti. Per due motivi, dice Microsoft. Primo, perché sarà il primo dei loro browser a essere sottoposto a un ciclo completo di controlli sulla sicurezza del codice. Sono test fatti simulando attacchi. "La complessità del software porta inevitabilmente, però, a qualche vulnerabilità residua. Così, da una parte miriamo a ridurne il numero. Dall'altra, a smorzare l'impatto dei loro effetti". Ed ecco il secondo motivo: Internet Explorer avrà sistemi di protezione che ridurranno le possibilità di sfruttare le vulnerabilità e che mitigheranno i danni che ne conseguono. Per esempio, un filtro contro gli attacchi che travasano i dati personali degli utenti da siti affidabili a siti pirata. (Fonte)
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Google Earth, il sistema satellitare che fornisce immagini in alta definizione dell'intero globo, è sotto accusa in un tribunale indiano per aver favorito, seppur involontariamente, l'organizzazione degli attacchi terroristici di Mumbai del 26 novembre scorso, che sono costati la vita a più di 170 persone. Sembra infatti che proprio grazie alle fotografie visualizzate grazie al sistema, i terroristi siano riusciti ad individuare con maggiore facilità e precisione gli obiettivi da colpire. A riportare la notizia è il quotidiano britannico Times, secondo il quale all'Alta Corte di Mumbay è stata sottoposta la richiesta di oscurare le immagini delle zone sensibili del Paese finché l'organizzazione degli attentati non verrà chiarita. L'accusa contesta al colosso californiano dell'informatica l'assoluta impossibilità di individuare e bloccare i casi di utilizzo illegittimo delle immagini fornite e la loro conseguente pericolosità. La causa giunge a poche settimane dall'annuncio dell'Organizzazione per le Ricerche Spaziali indiana di voler lanciare una propria versione di Google Earth, soprannominata Bhuvan, in grado di visualizzare in alta definizione zone del Paese finora scarsamente coperte da Google Earth. Il sistema satellitare di immagini, comunque, non sarebbe l'unico mezzo tecnologico utilizzato per organizzare gli attacchi di Mumbay. I terroristi, oltre all'impiego di armi sofisticate, si sono anche avvalsi di un avanzato sistema Gps per gli spostamenti, di telefoni satellitari e sistemi di telefonia online, come Skype o Vonage, molto difficili da intercettare). Già nel 2005 Google aveva dovuto rispondere di un'accusa simile, quando gli operatori del reattore nucleare australiano della cittadina di Lucas Heights avevano espresso la preoccupazione circa la possibilità di diventare un bersaglio più facile da colpire perchè mappati da Google e avevano chiesto di essere oscurati dalla mappa. (Fonte)
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Lavoro
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ANNI di "beta", cioè di test sono stati necessari perché la posta di Gmail si guadagnasse lo status di prodotto finito. E ora, dopo solo 100 giorni dal lancio della sua ruvida e incompleta creaturina, Google dichiara che la sperimentazione del browser Chrome è finita. E l'azienda sostiene di aver corretto, con l'aiuto della "saggezza delle masse", vale a dire degli utenti, che hanno contribuito con migliaia di suggerimenti e critiche, i problemi principali che si erano presentati, soprattutto sotto l'aspetto della stabilità, sicurezza, velocità del browser. E l'elenco dei problemi non si ferma certo qui. Sviluppato in Europa, non si "congela" più. Gran segreto fino alle 19 di oggi su un annuncio che in realtà era stato fatto alcuni giorni fa a Parigi, a LeWeb da Marissa Mayer (in inglese). Oggi, in una "conference call" dalla Danimarca, dove ha sede uno dei centri di sviluppo europei di Google, Anders Sandholm ha illustrato le caratteristiche principali del lavoro che è stato fatto per arrivare a questo obiettivo: particolarmente orgogliosa è la società per il fatto che una parte dello sviluppo, quella sul motore Java V8, si faccia qui nel vecchio continente. Privacy, virus e bookmark. E' sempre Sandholm che afferma che questa versione ufficiale del browser è più veloce, è più stabile, è più sicura: "I problemi che portavano al congelamento dello schermo e che erano stati segnalati li abbiamo corretti. Abbiamo anche aggiunto altri strati di sicurezza, contro malware, phishing e virus. Naturalmente il lavoro di miglioramento continua". Per quanto riguarda la privacy, uno dei punti sui quali Chrome aveva ricevuto le critiche più forti, Google sostiene che a disposizione dell'utente ci sarà una finestra di configurazione molto facile, meno "geek", nella quali gli utenti potranno spuntare semplicemente le opzioni di riservatezza che vengono scelte. Per quanto riguarda i bookmark vengono semplificate le operazioni per la gestione degli indirizzi anche se in grande numero e quelle per l'importazione ed esportazione da e verso altri browser. E' annunciata, nei prossimi mesi, una versione per MacOs. Plugin. Sulla nuova versione, dice Google, i plugin saranno assolutamente fluidi e gestibili (e soprattutto ci saranno). In particolare è stata migliorata la resa dei file video. Fin qui la società. La nuova versione sarà disponibile nelle prossime ore. A quel punto la proveremo e potremo riferire qualcosa di più rispetto a ciò che stamattina ha detto la società. O forse non ci sarà bisogno di farlo, perché a parlarne sarà tutta la rete e a noi qui non rimarrà che renderne conto. (Fonte)
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Spiaggia
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Per fortuna adesso no, anche se ho spesso le mani fredde... L'UDM odia uscire con la pioggia?
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Che bel tocco di creatività natalizia! C'è bisogno ogni tanto di rinnovarsi....Bravo frman!
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Dai tempi di Molière poco è cambiato, con la differenza che chi soffre di ipocondria oggi ha disposizione anche i potenti mezzi della Rete per arrivare a diagnosi apocalittiche. Sono in crescita, secondo una ricerca pubblicata da Microsoft, le persone che si alzano al mattino con un leggero mal di stomaco e - dopo aver controllato su Google - arrivano alla conclusione di avere un'ulcera all'ultimo stadio. Lo studio è stato effettuato all'interno di un progetto che aveva come obiettivo quello di migliorare il grado di accuratezza delle risposte del motore di ricerca di Microsoft. Secondo Eric Horvitz, direttore del gruppo che si è occupato di questo progetto, molte persone credono che Google o Yahoo! possano tranquillamente sostituire qualunque specialista. "Chi effettua una ricerca si ferma spesso ai primi risultati. Se tra questi si trovano 'tumore al cervello' o 'Sla' – ha spiegato Horvitz al New York Times – scatta l'idea di essere malati gravemente". I ricercatori di Microsoft hanno scoperto che digitando "dolore alla pancia" i navigatori tendono a spulciare con più frequenza pagine in cui vengono descritte malattie gravi o rare. Questo comportamento è dettato anche dalla struttura della Rete: il numero di link che collegano "mal di testa" a "tumore al cervello" è lo stesso di quelli che mettono in relazione una semplice emicrania a alla mancanza di caffeina. Su tutte le ricerche effettuate sul Web, il 2% riguarda temi legati alla salute. Sul milione di persone che facevano parte del campione selezionato da Horovitz, quasi un quarto ha cercato sul motore di ricerca almeno una parola collegata alla medicina. Di questi, quasi un terzo si è poi inoltrata nel Web, esplorando pagine in cui si descrivevano gravi malattie. Dal 1673, anno in cui il commediografo francese scrisse "Il malato immaginario", sono passati più di trecento anni, ma il desiderio di credersi in fin di vita non è di certo venuto a meno. (Fonte)
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Un guanto di sfida bello e buono nei confronti di Microsoft, quello che Ibm ha lanciato ieri presentando una nuova famiglia di applicazioni desktop virtuali, basate su Linux, in grado di funzionare su una macchina server senza l'ausilio di un vero e proprio computer da scrivania fisico e, soprattutto, di software marchiato Windows. La notizia è stata data in anteprima dell'edizione on line del "Wall Street Journal" e ha tutti i connotati per creare molto rumore fra i responsabili It aziendali, visto e considerato che il pacchetto di cui sopra, che Big Blue conferma essere accessibile tramite comuni terminali "thin client", è destinata per l'appunto al mercato delle imprese. In poche parole Ibm mette sul tavolo una soluzione attraverso la quale vuole indurre i clienti della fascia "corporate" a tagliare il cordone ombelicale che le lega a Microsoft. E per farlo punta decisamente anche sul fattore prezzo. La licenza di Virtual Linux Desktop costa infatti da un minimo di 59 a un massimo di 289 dollari per utente, in relazione al livello di applicazioni e di servizi desiderati. Il risparmio che le aziende potrebbero generare raffrontando gli oneri del nuovo package open source di Ibm a quelli necessari per mantenere pc basati su Windows Vista e dotati di Microsoft Office è di circa 800 dollari (si presume all'anno). Di questi tempi una cifra non da poco considerando il fatto di moltiplicarla per centinaia, se non migliaia, di utenti. Jeff Smith, vice president per le attività open source e Linux del gigante di Armonk, è stato molto esplicito nell'inviare un messaggio ai Chief information officer alle prese con imprevisti ma necessari ulteriori tagli di budget: "questo modello può permettere di ridurre i costi di gestione per le risorse It nell'ordine del 50% e nel dover affrontare le sfide imposte da una situazione economica difficile ogni azienda guarda con molta attenzione a qualsiasi cosa che rappresenta una spesa da iscrivere a bilancio". Una dichiarazione di intenti molto esplicita, ma convincere le grandi organizzazioni a sposare in tempi rapidi un modello che prevede un ambiente operativo in cui i dati sono centralizzati e non residenti su più postazioni locali non sembra però un'impresa scontata. (Fonte)
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Buonanotte a tutti !!!
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Risposta esatta.... Solo che la ragazzina diceva "cavallo goloso"....era il delfino, nell'altra versione dello spot, che era curioso Comunque insopportabili tutti e due, è per questo che mi sono rimasti impressi! Classifica: Kokekokko: 78 Raskolnikov: 77 mirkomig: 59 FollowtheNemesis: 58 Cold Deep: 46 Bebe: 27 eagleman: 26 Ryo Saeba: 15 MΩЯGANA: 8 maite85: 11 lenor_x: 3 Ti con Zero: 2 ZipGenius : 2 ed elenco Elenco 1254(telecom Italia), 1288, 4 salti in padella findus A Acquarius, Acqua Lete, Acqua Uliveto e Rocchetta, Adidas, Air Action Vigorsol, Alice adsl, Alpenliebe, Amaro Montenegro,Amaro Ramazzotti,Amica Chips, Aperol Spriz, Axe, B Bacardi Mojito, Barilla, Bauli: pandoro, Benagol, Better lottomatica, Birra Moretti, Bistefani: panettone, Breil, Brioschi, Bud Light, C Calzedonia, Cameo Muu Muu, Candeggina Ace, Ceres, Chiquita, Chupa Chups, Coca Cola Light, Coca Cola Zero, Colla Bison, Conto Arancio, Control, Cornetto Algida, Crescina ricrescita, Crystal Ball, Cynar, D Dado Knorr, Danette, Dash, Daygum, Del Monte, Deumidificatore Tasciugo De'Longhi, Divella, Dolce e Gabbana: profumo light blue, Dreher, Dufour Big Fruit, Durex vibrations E Eminflex, Enel F Ferrarelle, Ferrero Rocher, Fiat 500, Fiat Punto, Fiat Stilo, Findus: bastoncini, Findus: That's amore, Findus: sofficini, Ford Fiesta, Fruit Joy, Fruttolo, G Gourmet Friskies, Gran Soleil H Happy Hippo,Heineken I Infostrada, Intimissimi K Kia Picanto, Kinder: Bueno- bueno white- fetta a latte - Pinguì - sorpresa, Kodak, L Lasolin Gel, Latte Granarolo, Lavazza: Qualità oro, Levis,Levis(Bombastic), Levissima, Lines seta ultra, Lisomucil, Loaker M Malaguti Madison, Mars delight, Martini, Mazda 2, Mentos,Milka: Luflèe, Miracle Blade, mon cheri, Motorola Razor, Motta: Tartufone, Motta: Maxibon, Mulino Bianco: fette biscottate Pan di stelle - Soldini- , N Nesquik Plus,New Lancia Delta, Nike, Nintendo Wii O Omnitel P Pampero, Parmigiano Reggiano , Pennelli Cinghiale, PERUGINA: NERO TERAPIA CIOCCOLATINO, Philadelphia, Polident, Poket coffee, Premium Gallery, , Pronto - Multi Superficie Delicato, Proraso, Pubblicità Progresso:chi ti droga ti spegne Q Q8 R Radio Kiss Kiss, Raid Night&Day, Red Bull, Rubinetti Zucchetti, S San Crispino, San Pellegrino,SIP, Seven, Sky,Sky(2005) Smart ForTwo, Suonerie Wlady: Risata Contagiosa, Swatch T Tabu, Tartufone Motta, Tim Tribù,Tonno Nostromo,Tronky U Unieuro, Urrà Saiwa V Vigorsol Virgola, Vitasnella bevande, Vivident Blast, Vodafone: Summer Card W WC Net, Wind estate 2008 X Xbox Y Yomo Ora aspettiamo il tuo spot....
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Ecco un nuovo spot da indovinare....
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Questa mi sembra la nonnina del vecchio spot dell'Ace candeggina...
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Buonanotte!
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NEve
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Ciao a tutti!
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76- quando appena c'è un argomento o una parola che non conosco, li cerco su google in automatico....ormai il vocabolario non lo uso più!
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Io avevo dei problemi col mio pc, e un'amica mi ha detto dell'esistenza di alcuni forum che ti aiutano a risolverli....una piccola ricerca su google inserendo alcune parole chiave, ed eccomi qui....mi sono trovata subito a mio agio, è il sito perfetto per chi, come me, non si muove ancora con troppa dimestichezza nel mondo dei computer.