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luigi1986

Microsoft Ora Sa Che L'it è Dinamico

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Reduce dal recentissimo PDC di Los Angeles Microsoft continua il suo tour, questa volta europeo, per raccontare a sviluppatori e clienti tutto quello che sta facendo: è a Barcellona, alla sua conferenza TechEd IT Professional 2008 che Microsoft approfondisce la sua versione di concetti come virtualizzazione, cloud computing e business intelligence.

Il big di Redmond ha ammesso che quello in corso è un momento economico difficile, e che ora più che mai il principale compito dell'IT, del suo IT, dev'essere quello di ridurre i costi: i clienti devono comprendere, in altre parole, che spendere può significare oggi risparmiare recuperando efficienza. Al centro di questa strategia c'è la virtualizzazione, tecnologia che consente alle aziende di "sfruttare più a fondo i propri server", per dirla con Microsoft, ambienti a cui BigM ha unito funzionalità di business continuity e di gestione dinamica dei workload e delle applicazioni.

Al centro delle soluzioni Microsoft una tecnologia che i lettori di Punto Informatico già conoscono bene: Hyper-V. Con lui sul tavolo anche il sistema operativo Windows Server 2008 e la suite di strumenti di gestione System Center: questa permette di configurare, rendere operativi, impiegare e creare backup per server fisici e virtuali, dal data center al desktop, tutti da un unico pannello di controllo. Questo beneficio si unirebbe secondo la softwarehouse a quello della "familiarità" della piattaforma Windows, che secondo Microsoft può significativamente contribuire a diffondere le tecnologie di virtualizzazione tra le aziende che già utilizzano Windows Server.

Live Migration

Al TechEd, Microsoft ha condotto una dimostrazione del futuro Windows Server 2008 R2, considerato la variante server di Windows 7, e della sua nuova funzionalità Live Migration, che permette di spostare una macchina virtuale "al volo" su di un altro host senza alcun downtime. Perché ciò sia possibile, su entrambi gli host deve però girare R2.

Microsoft ha spiegato che sfruttando le funzionalità di Windows Server e quelle di System Center, che consente di spostare in modo dinamico i workload tra più host fisici, sarà possibile eseguire (anche in modo automatizzato) il deployment di una nuova applicazione o di un nuovo servizio server (posta, database ecc.) all'interno della propria infrastruttura. E tutto ciò senza dover riconfigurare le nuove applicazioni o i nuovi server. Ciò avviene grazie alla tecnologia Application Virtualization, che oggi è riferibile alle applicazioni client e in futuro lo sarà anche a quelle server.

"In questo modo sarà possibile, ad esempio, eseguire il deployment al volo di SQL Server all'interno di una VM creata a partire da una macchina base, e caricata all'interno dell'infrastruttura Hyper-V, sfruttando le funzionalità di Intelligent Placement di System Center Virtual Machine Manager", spiega Renato Francesco Giorgini, evangelist di Microsoft, in questo post relativo al TechEd. "Sfruttando inoltre un linguaggio di modellazione (Oslo) le applicazioni e i servizi server potranno comunicare efficacemente con i sistemi di gestione, indicando quali sono le loro capabilities e le loro necessità, e consentendo quindi all'infrastruttura di essere sempre più dinamica e meglio gestita".

System Center e le piattaforme non-Microsoft

Microsoft ha dato molta enfasi alla capacità del proprio System Center di gestire infrastrutture IT basate su piattaforme differenti da Windows, come Linux e Unix. Come riporta Giorgini, il lavoro di BigM in questo settore viene svolto insieme alla comunità, anche open source, e a progetti o aziende come Open Pegasus, Quest, Zen e Novell. Un primo importante passo verso questo tipo di interoperabilità sarà rappresentato dalle Cross Platform Extensions di System Center Operations Manager 2007, annunciate lo scorso aprile ed attualmente disponibili in versione beta.

A fine novembre sarà disponibile una nuova beta di Operations Manager 2007 R2 e delle Cross Platform Extensions che consentiranno la gestione dei sistemi Linux e nuove funzionalità di reportistica.

"Durante la demo - prosegue il post di Giorgini - è stata mostrata la gestione di una infrastruttura mista Microsoft/Linux, con database SQL Server, MySQL e Oracle, e con le funzionalità di Operations Manager di vista unificata dell'infrastruttura e del suo stato: hardware fisico, piattaforma di virtualizzazione, sistemi operativi virtualizzati, servizi in esecuzione sui sistemi operativi virtualizzati, applicazioni in esecuzione e loro dipendenze dai servizi in esecuzione sull'infrastruttura fisica e su quella virtualizzata".

Le novità di Windows Server 2008 R2

Al TechEd Microsoft ha dato ampio risalto alle novità di Windows Server 2008 R2. Oltre alla già citata Live Migration, R2 porterà con sé la PowerShell 2.0; nuovi profili di power management per ridurre il consumo di elettricità dei server; le Best Practices Analyzer, una serie di guide e di informazioni su come configurare al meglio i sistemi aziendali; il supporto di ASP.NET in modalità Server Core; e una stretta integrazione con Windows 7, con cui condividerà le funzionalità Direct Access (che consentirà agli utenti che sono connessi al di fuori della propria rete aziendale di accedere alle risorse presenti sulla LAN senza attivare una connessione VPN) e Branch Cache (permetterà di avere nelle sedi remote dei file server che funzioneranno anche come cache server). BitLocker, infine, guadagnerà la capacità di cifrare anche il contenuto di dispositivi di storage esterni, come i drive USB.

SQL Server Kilimanjaro e cloud services

Microsoft ha anche mostrato all'opera la prossima versione di SQL Server, nota con il nome in codice Kilimanjaro, che dovrebbe apportare migliorie in diverse aree, quali le performance, l'analisi e la reportistica. Nel corso di una dimostrazione, il colosso ha caricato su di un client 100 milioni di righe di dati e li ha combinati in tempo reale con i dati provenienti da un foglio di calcolo.

Microsoft è tornata infine ad illustrare la propria strategia per i cloud services, ed il suo modello ibrido, dove i servizi online convivono con le applicazioni tradizionali e con quelle ospitate sui server locali delle aziende. Con il futuro Exchange Online sarà possibile, ad esempio, spostare le mailbox di alcuni utenti nella "cloud", sincronizzare Exchange Online con la sua Active Directory locale, e crearne una nuova copia nella cloud, che da quel momento sarà sincronizzata in modo automatico con quella locale.

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