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[ARTE]Klimt Proibito

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Disegni

Klimt proibito

Nudi femminili, in pose erotiche. Al Castello Visconteo di Pavia, una mostra raccoglie 50 disegni proibiti di Gustav Klimt, tutti dedicati alla donna, provenienti dalla collezione Sabarsky di New York

Pavia - Pura voluttà. Spregiudicato voyeurismo. Eppure, sofisticata eleganza. E' quello che esprimono a tinte forti i cinquanta disegni sul tema del nudo e dell'erotismo che scorrono, non senza elargire piccole scosse di adrenalina nello spettatore, nella Sala del Rivellino del Castello Visconteo, che fa da sfondo alla mostra "Gustav Klimt. Disegni proibiti", in scena dal 24 settembre al 4 dicembre. Cinquanta opere grafiche del grande maestro della Secessione viennese, appositamente selezionate da Annette Vogel dalla collezione di Serge Sabarsky, il prestigioso mercante d'arte e collezionista di New York che li acquistò direttamente dal nipote di Klimt a Vienna. Una rassegna, già applaudita a Parigi al Museo Maillol, dedita ai due elementi che caratterizzano l'operazione artistica di Gustav Klimt, in una miscela di estetismo ed erotismo: il disegno e la donna. Non solo il profeta della Secessione viennese - il movimento di artisti destinato ad apportare un determinante contributo all'art nouveau austriaca - ha prodotto oltre tremila disegni, ignorati per decenni e finalmente riconsiderati all'alba degli anni Ottanta come prezioso complemento della sua produzione pittorica, grazie anche alla pubblicazione dei quattro volumi dedicati al corpus grafico klimtiano curata da Alice Strobl, tra il 1980 e l'89.

Ma la donna ne è il soggetto esclusivo, ritratta in tutte le posizioni, anche le più intime e indiscrete, nuda o platealmente agghindata, in movimento o seduta, sdraiata o in piedi, sola o in un narcisistico incontro lesbico, ma anche nella sua nudità di donna grassa, vecchia o gravida. Nei nudi femminili, come per i giapponesi, la tensione erotica nasce dal rapporto tra ciò che si vede e ciò che resta celato, solo intuito. Quella che Klimt racconta è un'intimità sgargiante con le modelle, a tal punto che osservando i disegni si ha quasi la sensazione di essere indiscreti. Con Rodin, Klimt condivideva la passione per la rappresentazione della donna in tutti i suoi aspetti, di abbandono e rilassamento, ma anche di estasi in attesa dell'amplesso, con le parti erogene in evidenza. Per questo l'artista, in un'aura anche di leggenda dell'epoca, amava essere attorniato da due o tre modelle nude nel suo atelier, anche quando non deve effettivamente dipingere.

Per Klimt il disegno era un ausilio, il terreno di genesi delle sue opere, il progetto in embrione della composizione, il registro delle variazioni da apportare, ma anche un esercizio fisico, un allenamento della mano a cogliere la realtà, con rapidità e immediatezza, estemporaneità e profonda verità, giocando con il mondo che più lo attraeva, quello femminile. Ecco perché molti fogli recano la sua firma, li considerava già opere concluse. La sua produzione, che inizialmente prediligeva grandi spazi e una dimensione pubblica (la grande sala dell'Università di Vienna), troverà nel disegno un momento di più intimo confronto. Le sue opere su carta non sono realizzate per essere mostrate in pubblico, anche se i critici suoi contemporanei li consideravano le sue creazioni migliori. Come sottolinea la curatrice Vogel, di particolare rilievo appaiono il vuoto che circonda il nudo e le conseguenti intensità e atemporalità della figura femminile rappresentata, elementi che producono un effetto di estetica erotica quasi impercettibilmente in evoluzione: "Benché le composizioni degli studi di nudo possano sembrare casuali, celano invece un progetto estetico ben ponderato dal punto di vista formale, che pervade il carattere individuale e privato del disegno e grazie al quale l'artista introduce una stilizzazione che si renderà evidente solo nei dipinti realizzati sulla base di tali studi".

Certo, sul quel mondo concentrato di femminilità allo stato puro che era l'atelier di Klimt, non potevano non essere fomentate leggende assai intriganti. La critica d'arte Berta Zuckerhandl, contemporanea di Klimt e testimone oculare, così descriveva retrospettivamente il metodo di lavoro dell'artista: "Klimt disegnava molte ore al giorno, come un virtuoso fa al pianoforte con le scale. Ma affinché il virtuosismo non prevaricasse l'intima e spontanea comprensione dell'essenziale, il pittore incominciò a disegnare alternativamente con la mano destra e con la mano sinistra. Nella sua anticamera attendevano sempre numerose modelle che dovevano essere costantemente e vicendevolmente a sua disposizione per permettergli di disegnare i suoi studi destinati alle infinite variazioni sul tema Donna". Klimt è il "grande voyeur della vita" e i suoi disegni la quintessenza della voluttà. Manca loro la disperazione di Schiele, la decadenza di Toulouse-Lautrec, il cinismo di Picasso. E sono inesorabilmente più audaci e provocanti dei disegni di In gres e Matisse.

Ma attenzione. Come avverte Caroline Messensee, Klimt non è uno stupratore, un approfittatore, un pornografo. Questi disegni sono un'ode alla voluttà, alla sessualità e all'eterno mistero del femminino. Il "mistero della donna" in quanto metafora dell'eterno segreto dell'origine del mondo. In fondo, Klimt rimane un "cavaliere alla ricerca del Graal". Ma è anche nota la grande generosità di Klimt nel sostegno finanziario alle sue modelle e alle loro famiglie. Basta citare l'aneddoto di Herma, la splendida modella dai lunghi capelli rossi, che rimasta incinta non osava più presentarsi in atelier dal maestro per pudore verso quella pancia gravida che cresceva, ma lui la richiamò e la immortalò nella famosa "Speranza".

Diceva l'artista: "Chiunque voglia conoscermi, come artista, perché non c'è altro che sia meritevole d'interesse, deve guardare con attenzione le mie opere e cercare di scoprire quello che sono e quello che voglio". Nei suoi disegni, Klimt rende un omaggio alla bellezza femminile. Tale rappresentazione del corpo femminile gli permetteva di esprimere e di raggiungere, con il più alto grado di verità, l'essenza delle idee. Come ha scritto il critico Werner Hofmann, "Klimt era capace di dipingere la donna nella sua distante dignità e di disegnarla nella sua totale disponibilità sessuale".

LAURA LARCAN

Notizie utili - "Gustav Klimt. Disegni proibiti". Dal 24 settembre al 4 dicembre 2005. Castello Visconteo (Sala del Rivellino), Pavia. La mostra, prodotta da Alef in collaborazione con il Comune di Pavia, è curata da Annette Vogel.

Orario: martedì-venerdì 10-19; sabato e domenica 10 - 20; lunedì chiuso.

Ingresso: € 7 intero; € 5 ridotto.

Informazioni: tel/fax: +39 0382 24376.

Catalogo: Skira.

(21 settembre 2005)

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