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Diablo

[LIBRI] Deneuve E Depardieu

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I diari e i ricordi della musa di Truffaut e Bunuel

La biografia di un Cyrano esagerato in tutto, anche nel vivere

Libri: Deneuve e Depardieu

vite parallele da bella e da bestia

Tra le novità anche l'ultimo atteso romanzo di Houellebecq

un noir ambientato negli studios. E una guida per hacker di console

di DARIO OLIVERO

Gerard Depardieu

In libreria i ricordi di Catherine Deneuve si intrecciano con quelli di Gérard Depardieu in un dialogo immaginario tra due monumenti del cinema che si raccontano. Ancora Francia con l'ultimo libro del discusso Michel Houellebecq e ancora cinema con un noir scritto da un maestro di Hollywood.

"BELLE DE JOUR"

Rileva giustamente un'inchiesta del New York Times che Catherine Deneuve è considerata dai francesi parte del patrimonio nazionale. Probabilmente se si allargasse l'inchiesta sarebbe considerata parte del patrimonio dell'umanità. Non solo perché è una delle donne più belle che abbiamo avuto la fortuna di ammirare, ma perché verrebbe da chiedersi se non ci fosse stata questa musa meravigliosa chissà se Truffaut o Bunuel avrebbero fatto quello che hanno fatto. In una raccolta di diari, appunti, riflessioni che abbracciano un arco di tempo purtroppo limitato dal 1968, anno di Sento che mi sta succedendo qualcosa di Alain Cavalier fino a Dancer in the dark di Lars von Trier del '99, "Belle de jour" racconta quasi senza volere giornate, ansie da ripresa e da intervista, emicranie, appunti sul suo mestiere e sul cinema, ricordi dolorosi, impressioni sulla faccia razzista dell'America.

Quello che esce è il ritratto di una donna follemente innamorata del suo lavoro, innamorata di Parigi e di quanto il cinema stava dando a lei e al mondo in quel periodo, consapevole di occupare un posto difficile e non solo sulla scena. "Sto per compiere venticinque anni, non sono migliorata molto, devo lavorare meno e vivere di più", dice in un passo del libro. Si intitola All'ombra di me stessa (tr. it. E. Vesco, Sperling & Kupfer, 16 euro).

VITA SPERICOLATA

Restiamo a Catherine e a come la descrive un altro patrimonio nazionale francese: "Con le attrici che sono finite tra le mie braccia sono sempre stato più imbarazzato che amante. Per fortuna Catherine mi ha facilitato le cose. Credo che quel film (L'ultimo metrò ndr) abbia cambiato la mia vita. Mi ha aiutato a scoprire che potevo recitare personaggi positivi, responsabili, animati da buoni sentimenti. Che potevo anche piacere alle donne". Sono parole di Gérard Depardieu nella sua autobiografia Amo la vita che non rende l'originale titolo Vivant! (tr. it. E. Vesco, Sperling & Kupfer, 16). Uomo dai grandi eccessi, quasi 30 anni di analisi, quattro by-pass, un divorzio, decine di relazioni, rapporti devastanti con uno dei figli tossicodipendente, grande fumatore, amante della tavola e del vino, figlio povero di contadini poveri, un incidente in moto che lo ha quasi ucciso, il più grande Danton della storia del cinema, un Cyrano che quasi non ha avuto bisogno di trucco di scena. Sono solo alcune delle coordinate per rintracciare la figura ingombrante di questo attore che fuori dal set frequentava i caffé dei travestiti e tinteggiava la casa di Marguerite Duras per arrotondare. In mezzo a tutto questo si trovano un'infinità di cadute, paure, rabbia e una domanda infinita di redenzione che passa da Sant'Agostino e dall'Islam ma che non si ferma mai. "Non vado a messa, non mi confesso... io pratico la vita! Vivere! Prima di ogni altra cosa, vivere! Continuare ad amare la vita malgrado tutto. In sé è una forma di conversione, no?"

OMICIDIO NEGLI STUDIOS

Restiamo al cinema. Lui si chiama Stuart M. Kaminsky, è uno dei re del noir e del poliziesco. C'è un po' di lui nel personaggio dell'ispettore Callaghan di Clint Eastwood che ha contribuito a inventare e c'è un po' di lui anche in certi dialoghi stupendi di C'era una volta in America di Sergio Leone. Quella che esce per Einaudi è un'avventura di uno dei suoi personaggi più irresitibili, il detective privato Toby Peters che lavora nella Hollywood degli anni Quaranta tra studios, divi e scandali del mondo del cinema. Il film, perché poco ci manca per traformarlo in un film senza fatica, si apre con il cadavere di un nano vestito da marameo sul set in disuso del Mago di Oz. Louis B. Mayer, l'ultima M della Metro-Goldwyn-Mayer ha bisogno di qualcuno che indaghi senza sollevare un polverone che potrebbe offuscare l'immagine della major. Così tra Judy Garland, Clark Gable e Raymond Chandler, il povero Toby si addentra in un mondo a metà strada tra Los Angeles e Cartoonia per scopire chi voleva quel marameo morto. Si intitola Assassinio sul sentiero dorato (tr. it. M. Bosonetto, 10,50).

L'ULTIMA ISOLA

L'ultimo libro di Michel Houellebecq, La possibilità di un'isola (Bompiani, 18) rischia di essere travolto più per l'interesse quasi morboso sulle vicende biografiche dell'autore (tra biografie non autorizzate e un infinito numero di articoli) che per ciò che è. Un romanzo che ha comunque un pregio: lavorare con il materiale che c'è. In questo libro si parla di un'umanità arrivata infinitamente lontano oltre i confini della clonazione e che si ritrova a leggere le gesta dei lontani progenitori ancora umani, ancora con la loro infanzia, adolescenza, amori, confusioni. Questo legge Daniel 25 quando legge i diari di Daniel 1, la sua lontana matrice, un uomo irregolare, un comico cinico che mena fendenti a israeliani e palestinesi, che non si cura di passare i limiti né di risultare sgradevole al buonismo imperante, che attenua il passare degli anni sul suo corpo leggendo Balzac. Che guarda perplesso il lavoro duro e senza senso degli uomini che si passano la staffetta da una generazione all'altra "senza nessuna ricompensa", ma con qualche consolazione che spenga ogni tanto il disperato bisogno d'amore che accompagna il viaggio. Forse qualcuno potrà leggere la tentazione di fuggire nel passato in vista di un futuro disumanizzato. Probabilmente invece è il contrario, un atto di coraggio per trovare anche nel futuro ciò di cui abbiamo bisogno.

VIDEOGIOCHI E PIRATI

Raramente capita di trovare tante avvertenze all'inizio di un libro. In una la casa editrice tiene a specificare che non si offre nessuna garanzia sui risultati ottenuti servendosi del libro, che in nessun caso i realizzatori saranno ritenuti responsabili di eventuali danni derivanti dal libro stesso. Poi uno degli autori fa presente en passant che alcune tecniche contenute nel libro potrebbero dare vita a pratiche illegali e invita i lettori a verificare la legislazione del proprio paese. Poi si parte. Il libro è Truccare la console (tr. it. S. Gubian, Apogeo, 19), una guida completa passo per passo, immagine per immagine, strumento per strumento, per modificare Xbox, Playstation, GameBoy e qualche macchina più retrò. Lo hanno scritto tre maestri dell'hacking, Joe Grand, Frank Thornton e Albert Yarusso. Le pagine più ricche e fitte riguardano la console di Microsoft per l'evidente motivo che gira su un sistema operativo familiare come Windows, ma anche i patiti di Ps2 possono toglieersi qualche soddisfazione. Ovviamente non c'è solo il trucco più semplice, cioè craccare la console per farle leggere i giochi pirata, ma una serie di modifiche che la rendono unica: nuovi led luminosi, nuovi controller wireless, nuove porte seriali e addirittura sviluppo di giochi in proprio. Mancano pagine sul Gamecube Nintendo e sulle nuove console palmari come Nintendo Ds e Psp, ma probabilmente gli aggiornamenti non tarderanno ad arrivare.

(22 settembre 2005)

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