eagleman

Kongoni: Un’altra Distribuzione Africana

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Dall’Africa arriva un’altra distribuzione che tenterà di bissare il successo di Ubuntu nel settore desktop. E’ basata su Slackware ed eredita alcune caratteristiche dei sistemi BSD.

L’obiettivo degli sviluppatori di Kongoni, questo il nome della distribuzione, è quello di mantenerla sempre ben lontana da software proprietari. Alla base della nuova distro africana troviamo Slackware, affiancata dai ports in pieno stile BSD-Unix per la gestione dei pacchetti.

Kongoni is the Shona word for a Gnu (also known as a Wildebeest) the animal which inspired the name of the GNU operating system. The name represents the spirit and history of Kongoni, a GNU/Linux operating system of African origin.

E’ stata rilasciata da poco una “baseline release” che dovrebbe servire unicamente a tracciare la strada per i lavori futuri. L’obiettivo, ovviamente, è quello di creare un altro sistema GNU/Linux orientato all’utenza desktop.

Il sistema di base prevede l’utilizzo di KDE 4.2 come ambiente desktop predefinito anche se, come precisano gli sviluppatori, grazie ai ports e alla semplicità d’uso della distribuzione gli utenti potranno scegliere quale ambiente utilizzare con estrema facilità.

Chiunque fosse interessato può scaricare la baseline release di Kongoni da questa pagina. Chissà se ci ritroviamo difronte ad una nuova Ubuntu o all’ennesima distribuzione destinata a scomparire nelle classifiche di Distrowatch in pochi mesi.

Tuxjournal

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kongoni: la compagna africana di Ubuntu

kongoni_logo.jpgÈ di questi giorni l’annuncio di una nuova distribuzione made in Africa, che vorrebbe replicare il successo ottenuto da Ubuntu. Si chiama Kongoni, è basata su slackware e utilizza i ports per la gestione dei pacchetti.

Kongoni prevede come desktop environment predefinito KDE 4.2, ma a detta degli sviluppatori, grazie ai ports e alla semplicità d’uso non vi saranno problemi per l’utente nella personalizzazione della propria installazione. La distro focalizza la propria base software esclusivamente su software opensource, e l’utilizzo dei ports consentirebbe una elevata configurabilità dell’installazione e l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse hardware, venendo essa stessa compilata sulla macchina su cui poi verrà utilizzata.

Le immagini per l’installazione e le guide per l’utilizzo sono reperibili sul sito ufficiale.

FONTE

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