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IL PRESIDENTE GIACINTO FACCHETTI CI HA LASCIATO

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Era già Sua la storia. Ora siede sul trono dell’Eternità.

Giacinto Facchetti ci ha lasciato troppo velocemente per non confondere, in questi attimi, il dolore e la rabbia, il senso d’ingiustizia e la preghiera. Ci ha lasciato dopo aver giocato, con determinazione e stile, l’ultima partita. Spinto nel campo del dolore da un destino nascosto, improvviso, ba*****o.

L’atleta, nella testa e non solo nel fisico, nella morale e nei riti di una vita quotidiana all’insegna della lealtà e dello sport, ha lasciato il posto all’uomo di 64 anni sorpreso, colpito, ferito, ma non vinto. Ha stretto i denti, ha combattuto sorretto dall’affetto dei suoi cari, di Massimo Moratti, di tutta l’Inter e di tutti gli interisti, mai abbandonato dal campionato infinito di amici che aveva, che ha, che lascia attoniti, storditi, in Italia e nel mondo.

Oggi ci ha lasciati il diciannovesimo presidente della storia dell’Inter, il campione nerazzurro e azzurro indimenticato e indimenticabile, il dirigente italiano stimatissimo in Fifa e Uefa, il marito, il padre, il nonno, l’amico.

Oggi ci ha lasciato Giacinto Facchetti, una persona per bene.

F.C. Internazionale

La carriera

Giacinto Facchetti nasce a Treviglio, in provincia di Bergamo, il 18 luglio 1942. Inizia a giocare a calcio nella squadra del suo paese, ma è portato per lo sport in generale, infatti ottiene buoni risultati anche nei campionati giovanili di atletica leggera. Già a sedici anni è un promesso campione del pallone, conteso dall’Atalanta, la società di Bergamo, e dall’Inter che, alla fine, si aggiudica il ragazzo dal fisico poderoso e che, in maglia nerazzurra, diventerà una leggenda.

Facchetti esordisce nel massimo campionato italiano di calcio il 21 maggio 1961 allo stadio “Olimpico” di Roma: l’Inter vince 2-0. La domenica dopo, a Milano contro il Napoli, Facchetti segna il primo dei 59 gol realizzati con la maglia nerazzurra. E’ Helenio Herrera, l’allenatore dell’Inter più forte di sempre, dell’Inter che ha saputo vincere scudetti, Coppe Campioni e Coppe Intercontinentali, che esalta al massimo le qualità di Facchetti: terzino sinistro, sa difendere e attaccare, è talmente bravo in fase offensiva che, alcune volte, viene schierato persino nel ruolo di attaccante.

Facchetti, da calciatore, nell’Inter vince 4 campionati italiani, 2 coppe dei Campioni, 2 coppe Intercontinentali, 1 Coppa Italia. In totale, con la maglia nerazzurra, disputa 476 partite di campionato. Straordinaria anche la sua carriera nella Nazionale italiana: 94 partite, per 70 volte capitano della squadra azzurra, campione d’Europa nel 1968 e vice-campione del Mondo nel 1970 in Messico.

Conclusa la carriera da calciatore, Facchetti intraprende quella da dirigente. Sempre e comunque al fianco dell’Inter, società per la quale ricopre diverse cariche: da vice-presidente a “ambasciatore” nel mondo, da membro del Consiglio d’Amministrazione a direttore tecnico. Il 30 gennaio 2004 Massimo Moratti gli lascia la massima carica: Facchetti è il primo calciatore della storia nerazzurra a essere nominato Presidente. Sotto la sua gestione l’Inter vince uno scudetto, due edizioni della Coppa Italia e due della Supercoppa Italiana.

Da sempre considerato un calciatore simbolo del calcio mondiale, ricopre divese cariche istituzionali anche in Fifa e Uefa insieme con i grandi campioni che hanno scritto la storia dello sport.

Di Susanna Wermelinger:

È successo tutto in un maledettissimo giorno uguale a tanti altri. Un giorno senza segnali, senza avvertimenti, un giorno col cielo al suo posto, e non c’era modo di capire che un attimo dopo, si sarebbe capovolto. Quanto ci mettono a dirti che il tempo ti si è ristretto e non hai più garanzie? Pochissimo.

Per Giacinto Facchetti, quel giorno era stato fino a quel momento normale. Poi è seguito il silenzio. Lo chiedeva lui, anzi lo chiedeva quella famiglia così incredibilmente bella e unita che aveva intorno, con lui faceva un tutt’uno, erano qualcosa di raro, i Facchetti, tutti avremmo voluto una piccola parte in una famiglia così. Adesso, anche a loro, resta questo.

Le immagini di un ragazzo diventato uomo correndo dietro a un pallone, e rimane una grande lezione di vita, perché era un uomo pacato capace di grandi slanci, corretto fino all’inverosimile, per cui nemico acerrimo di tutte le slealtà, fortissimo, integro, figlio della provincia ma abituato a sedersi a qualsiasi tavola.

Era un uomo da re e da operai. Era un amico leggendario. Era un eroe da romanzo, Arpino lo sapeva bene. Un romanzo di vita, di classe, di essenzialità.

La prima cosa che faceva dopo le partite, era chiamare casa, i suoi figli, e Massimo Moratti. Troppe volte, quando qualcuno scompare, di lui si cercano le solo cose buone.Il fatto è che di Giacinto Facchetti puoi dire solo quelle, che di cose cattive non ne trovi. Le malattie sono bastarde. Colpiscono a caso, non interessa se uno è stato buono, cattivo, perfido. Se lascia molto amore o poco. Giacinto lascia senz’altro molto amore, e quindi un infinito dolore, dietro di sé. Ma forse è sempre così. Una cosa è la conseguenza dell’altra.

Vengono in mente tante cose. Quando raccontava di suo nonno che aveva l’Unità in tasca, e quando invece parlava del suo oratorio, dove giocava da piccolo. L’attenzione affettuosa, mai abbandonata, con cui si riferiva a Helenio Herrera. I diari del Mago li aveva tenuti lui.

L’amicizia profonda, nata che erano due ragazzi, che lo ha legato a Massimo Moratti. Fino all’ultimo, uno c’è stato per l’altro, e l’altro c’era. Credendo in un miracolo, perchè tutti ci abiamo creduto. Se c’era un uomo che se lo meritava, quello era Giacinto Facchetti. Ed era talmente forte, talmente integro, che a volte il miracolo sembrava arrivare.

La rabbia che lo prendeva quando capiva che ci stavano fregando, e lo facevano da tanto, troppo tempo.

La fretta con cui si alzava da tavola, negli alberghi, se c’era una partita in televisione.

La chiarezza con cui inquadrava caratterialmente un giocatore.

Il suo odio per il fumo, su questo era intransigente.

La gentilezza con cui parlava. La lettera che scrisse alla sorella di George Best, lo scorso anno, in ricordo di un campione diversissimo da lui, ma che aveva sempre stimato.

E la dignità con cui passò oltre la scomparsa della propria sorella, cancro, anche lei, e invece la felicità del suo primo giorno da nonno.

La fermezza che aveva. I suoi occhi, così chiari. L’amicizia che dava e che ci si trovava a dargli. Lunghe ore a parlare, a valutare, a raccontarsi. Storie di calcio e di vita, giorni buoni e cattivi, una tale infinità di giorni insieme da pensare che non sarebbero finiti mai. E poi, mai così. Fino a quel giorno in cui ci ha chiesto silenzio e tutti abbiamo obbedito, stando ad aspettare un miracolo.

Quando le cose finiscono, ti chiedi dove vada a finire tutto questo, se in cielo, in un’altra dimensione o in niente. Certo, ti resta nel cuore. Ma in questo momento, per tanti di noi è un cuore spezzato. È andato a pezzi in un giorno maledettamente uguale a tanti altri. Senza segnali, senza avvertimenti, col cielo che se ne stava come sempre al suo posto.

Si è capovolto all’improvviso.

Fonte: Inter.it

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IL PRESIDENTE GIACINTO FACCHETTI CI HA LASCIATO

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Era già Sua la storia. Ora siede sul trono dell’Eternità.

Giacinto Facchetti ci ha lasciato troppo velocemente per non confondere, in questi attimi, il dolore e la rabbia, il senso d’ingiustizia e la preghiera. Ci ha lasciato dopo aver giocato, con determinazione e stile, l’ultima partita. Spinto nel campo del dolore da un destino nascosto, improvviso, ba*****o.

L’atleta, nella testa e non solo nel fisico, nella morale e nei riti di una vita quotidiana all’insegna della lealtà e dello sport, ha lasciato il posto all’uomo di 64 anni sorpreso, colpito, ferito, ma non vinto. Ha stretto i denti, ha combattuto sorretto dall’affetto dei suoi cari, di Massimo Moratti, di tutta l’Inter e di tutti gli interisti, mai abbandonato dal campionato infinito di amici che aveva, che ha, che lascia attoniti, storditi, in Italia e nel mondo.

Oggi ci ha lasciati il diciannovesimo presidente della storia dell’Inter, il campione nerazzurro e azzurro indimenticato e indimenticabile, il dirigente italiano stimatissimo in Fifa e Uefa, il marito, il padre, il nonno, l’amico.

Oggi ci ha lasciato Giacinto Facchetti, una persona per bene.

F.C. Internazionale

La carriera

Giacinto Facchetti nasce a Treviglio, in provincia di Bergamo, il 18 luglio 1942. Inizia a giocare a calcio nella squadra del suo paese, ma è portato per lo sport in generale, infatti ottiene buoni risultati anche nei campionati giovanili di atletica leggera. Già a sedici anni è un promesso campione del pallone, conteso dall’Atalanta, la società di Bergamo, e dall’Inter che, alla fine, si aggiudica il ragazzo dal fisico poderoso e che, in maglia nerazzurra, diventerà una leggenda.

Facchetti esordisce nel massimo campionato italiano di calcio il 21 maggio 1961 allo stadio “Olimpico” di Roma: l’Inter vince 2-0. La domenica dopo, a Milano contro il Napoli, Facchetti segna il primo dei 59 gol realizzati con la maglia nerazzurra. E’ Helenio Herrera, l’allenatore dell’Inter più forte di sempre, dell’Inter che ha saputo vincere scudetti, Coppe Campioni e Coppe Intercontinentali, che esalta al massimo le qualità di Facchetti: terzino sinistro, sa difendere e attaccare, è talmente bravo in fase offensiva che, alcune volte, viene schierato persino nel ruolo di attaccante.

Facchetti, da calciatore, nell’Inter vince 4 campionati italiani, 2 coppe dei Campioni, 2 coppe Intercontinentali, 1 Coppa Italia. In totale, con la maglia nerazzurra, disputa 476 partite di campionato. Straordinaria anche la sua carriera nella Nazionale italiana: 94 partite, per 70 volte capitano della squadra azzurra, campione d’Europa nel 1968 e vice-campione del Mondo nel 1970 in Messico.

Conclusa la carriera da calciatore, Facchetti intraprende quella da dirigente. Sempre e comunque al fianco dell’Inter, società per la quale ricopre diverse cariche: da vice-presidente a “ambasciatore” nel mondo, da membro del Consiglio d’Amministrazione a direttore tecnico. Il 30 gennaio 2004 Massimo Moratti gli lascia la massima carica: Facchetti è il primo calciatore della storia nerazzurra a essere nominato Presidente. Sotto la sua gestione l’Inter vince uno scudetto, due edizioni della Coppa Italia e due della Supercoppa Italiana.

Da sempre considerato un calciatore simbolo del calcio mondiale, ricopre divese cariche istituzionali anche in Fifa e Uefa insieme con i grandi campioni che hanno scritto la storia dello sport.

Di Susanna Wermelinger:

È successo tutto in un maledettissimo giorno uguale a tanti altri. Un giorno senza segnali, senza avvertimenti, un giorno col cielo al suo posto, e non c’era modo di capire che un attimo dopo, si sarebbe capovolto. Quanto ci mettono a dirti che il tempo ti si è ristretto e non hai più garanzie? Pochissimo.

Per Giacinto Facchetti, quel giorno era stato fino a quel momento normale. Poi è seguito il silenzio. Lo chiedeva lui, anzi lo chiedeva quella famiglia così incredibilmente bella e unita che aveva intorno, con lui faceva un tutt’uno, erano qualcosa di raro, i Facchetti, tutti avremmo voluto una piccola parte in una famiglia così. Adesso, anche a loro, resta questo.

Le immagini di un ragazzo diventato uomo correndo dietro a un pallone, e rimane una grande lezione di vita, perché era un uomo pacato capace di grandi slanci, corretto fino all’inverosimile, per cui nemico acerrimo di tutte le slealtà, fortissimo, integro, figlio della provincia ma abituato a sedersi a qualsiasi tavola.

Era un uomo da re e da operai. Era un amico leggendario. Era un eroe da romanzo, Arpino lo sapeva bene. Un romanzo di vita, di classe, di essenzialità.

La prima cosa che faceva dopo le partite, era chiamare casa, i suoi figli, e Massimo Moratti. Troppe volte, quando qualcuno scompare, di lui si cercano le solo cose buone.Il fatto è che di Giacinto Facchetti puoi dire solo quelle, che di cose cattive non ne trovi. Le malattie sono bastarde. Colpiscono a caso, non interessa se uno è stato buono, cattivo, perfido. Se lascia molto amore o poco. Giacinto lascia senz’altro molto amore, e quindi un infinito dolore, dietro di sé. Ma forse è sempre così. Una cosa è la conseguenza dell’altra.

Vengono in mente tante cose. Quando raccontava di suo nonno che aveva l’Unità in tasca, e quando invece parlava del suo oratorio, dove giocava da piccolo. L’attenzione affettuosa, mai abbandonata, con cui si riferiva a Helenio Herrera. I diari del Mago li aveva tenuti lui.

L’amicizia profonda, nata che erano due ragazzi, che lo ha legato a Massimo Moratti. Fino all’ultimo, uno c’è stato per l’altro, e l’altro c’era. Credendo in un miracolo, perchè tutti ci abiamo creduto. Se c’era un uomo che se lo meritava, quello era Giacinto Facchetti. Ed era talmente forte, talmente integro, che a volte il miracolo sembrava arrivare.

La rabbia che lo prendeva quando capiva che ci stavano fregando, e lo facevano da tanto, troppo tempo.

La fretta con cui si alzava da tavola, negli alberghi, se c’era una partita in televisione.

La chiarezza con cui inquadrava caratterialmente un giocatore.

Il suo odio per il fumo, su questo era intransigente.

La gentilezza con cui parlava. La lettera che scrisse alla sorella di George Best, lo scorso anno, in ricordo di un campione diversissimo da lui, ma che aveva sempre stimato.

E la dignità con cui passò oltre la scomparsa della propria sorella, cancro, anche lei, e invece la felicità del suo primo giorno da nonno.

La fermezza che aveva. I suoi occhi, così chiari. L’amicizia che dava e che ci si trovava a dargli. Lunghe ore a parlare, a valutare, a raccontarsi. Storie di calcio e di vita, giorni buoni e cattivi, una tale infinità di giorni insieme da pensare che non sarebbero finiti mai. E poi, mai così. Fino a quel giorno in cui ci ha chiesto silenzio e tutti abbiamo obbedito, stando ad aspettare un miracolo.

Quando le cose finiscono, ti chiedi dove vada a finire tutto questo, se in cielo, in un’altra dimensione o in niente. Certo, ti resta nel cuore. Ma in questo momento, per tanti di noi è un cuore spezzato. È andato a pezzi in un giorno maledettamente uguale a tanti altri. Senza segnali, senza avvertimenti, col cielo che se ne stava come sempre al suo posto.

Si è capovolto all’improvviso.

Fonte: Inter.it

:P:)

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:) ....Addio ad un GRANDE!!!!!!image-facchetti.jpgimagen4.jpg:):P:P:wub::P;):(;);)

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IL RICORDO DI MASSIMO MORATTI

moratti-lettera-facchetti.jpg

Caro Cipe,

non sono riuscito a dirti quello che volevo, per paura di farti capire che il tempo era inesorabile e la malattia terribile.

Scusami, ma credo che ti debba ringraziare soprattutto per la pazienza che hai sempre avuto con me.

Per i tuoi occhi che sorridevano, fino alla fine, ai miei entusiasmi o all’ironia con cui cercavo di superare insieme a te momenti difficili.

Pochi giorni fa, pochissimi, mi parlavi con un filo di voce - e con l’espressione di chi ti vuole bene - dell’Inter, proiettando il tuo pensiero in un futuro che andava oltre le nostre povere, ignoranti, possibilità umane.

Qualche mese fa ti chiedevo un po’ scherzando un po’ sul serio come mai non riuscivamo ad avere un arbitro amico, tanto da sentirci almeno una volta protetti, e tu, con uno sguardo fra il dolce e il severo, mi rispondesti che questa cosa non potevo chiedertela, non ne eri capace.

Fantastico. Non ne era capace la tua grande dignità, non ne era capace la tua naturale onestà, la sportività intatta dal primo giorno che entrasti nell’Inter, con Herrera che ti chiamò Cipelletti, sbagliandosi, e da allora, tutti noi ti chiamiamo Cipe. Dolce, intelligente, coraggioso, riservato, lontano da ogni reazione volgare.

Grazie ancora di aver onorato l’Inter, e con lei tutti noi.

Massimo Moratti

Fonte: Inter.it

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che tifosi!

Nessuno scrive al presidente!

Resterai sempre nei nostri cuore presidente!

E senpre forza Inter!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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:):P :P :wub:

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IN RICORDO DI GIACINTO FACCHETTI

NAPOLITANO: "UN SIMBOLO DELLO SPORT ITALIANO"

ROMA (ANSA) - "Partecipo commosso al profondo dolore della famiglia per la morte di Giacinto Facchetti, uno dei maggiori protagonisti della storia dello sport italiano. Resta di esempio per le nuove generazioni l'attaccamento ai valori di lealtà e di agonismo che hanno fatto di lui un grande campione e manager". Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio alla famiglia Facchetti. "Simbolo dello sport italiano - aggiunge il capo dello Stato - ha saputo dimostrare nel corso della sua lunga carriera non soltanto le doti tecniche di calciatore ma anche la correttezza, la compostezza e la professionalità come dirigente. La morte di Facchetti - si conclude il messaggio di Naolitano - rappresenta una grave perdita per il calcio e per lo sport italiano".

J.ZANETTI: "GIACINTO CI MANCHERA' TANTISSIMO"

"C'è un immenso dolore da parte di tutti noi e da parte di tutta la famiglia nerazzurra. Giacinto ci mancherà moltissimo perché era una persona straordinaria, un essere umano molto molto buono, in tutti i sensi. Ha fatto parte e farà sempre parte della storia dell'Inter. Oggi è un giorno molto triste anche perché lui è sempre stato vicino a noi, vicino a tutti. Ripeto: Giacinto ci mancherà tantissimo".

PETRUCCI: "LO SPORT PERDE UN GRANDE CAPITANO"

ROMA (ANSA) - "Il mondo dello sport piange oggi uno dei suoi 'Grandi Capitani', che per lunghi e gloriosi anni è stato l'emblema della nostra nazionale di calcio". Così il presidente del Coni, Gianni Petrucci, ricorda il campione nerazzurro morto oggi a 64 anni. "Con Facchetti si ammaina un'autentica bandiera dell'Italia calcistica risorta - continua ancora Petrucci -, quella che trionfò ai Campionati Europei del 1968 in Italia e quella che ci emozionò, nella memorabile avventura dei Campionati Mondiali del 1970 in Messico con il secondo posto. Facchetti è stato un campione in campo e fuori. Esemplare da giocatore come in seguito lo è stato da dirigente sportivo, ha impersonificato i più puri valori dello sport ispirati ad una rigida condotta morale. Tutto il mondo dello sport, che da oggi si sente più povero, si stringe intorno alla sua famiglia e all'Inter, nel ricordo delle sue imprese e di quegli autentici valori etici e di umanità che ha sempre trasmesso, con il suo esempio, a milioni di giovani italiani".

GUIDO ROSSI: "UOMO DI DIRITTURA MORALE ESEMPLARE"

ROMA (ANSA) - Un uomo "di dirittura morale esemplare". Così la Federcalcio attraverso le parole del commissario straordinario, Guido Rossi, insieme ai vice commissari, ha voluto ricordare "con tristezza Giacinto Facchetti, indimenticabile campione della Nazionale e dell'Inter, uomo di dirittura morale esemplare universalmente apprezzato".

MATARRESE: "PER LO SPORT È UNA PERDITA IMMENSA"

ROMA (ANSA) - "Un dolore straziante, una perdita immensa sotto l'aspetto umano quanto sportivo. Ci impegneremo ancora di più per ricostruire tutti insieme un calcio così come piaceva a lui". Antonio Matarrese, presidente della Lega calcio, ha voluto ricordare così Giacinto Facchetti, campione e presidente dell'Inter scomparso oggi.

BURGNICH: "GIACINTO RESTERA' IMMORTALE NELLA GALLERIA DEL CALCIO"

FIRENZE (ANSA) - "Oggi se ne è andato, ma Giacinto resterà immortale nella galleria del calcio, accanto ai più grandi di questo sport, perché lui lo ha innovato, lui è stato il precursore dei terzini d'attacco. Con il suo modo di giocare non si preoccupava di controllare gli avversari, erano loro che dovevano marcarlo". Tarcisio Burgnich ricorda così Giacinto Facchetti, morto oggi a Milano all'età di 64 anni. Per dodici anni erano stati compagni di squadra in quella che fu l'Inter di Helenio Herrera. Il compagno di reparto dell' Inter Mondiale ricorda un episodio del rapporto con Facchetti che sottolinea l' umanità dell'ex presidente dell' Inter."Sapeva che conducevo senza impegni la mia vita da pensionato. Così un anno fa mi ha chiamato chiedendomi di tornare a collaborare per l'Inter, in qualità di osservatore dalla Toscana. D'altronde è sempre stato un ragazzo eccezionale, di una umanità immensa". "Assieme a Boninsegna, Guarneri e tutti gli altri eravamo stati a trovarlo a luglio. Mostrava segnali di ripresa, invece... Oggi sono colpito da un grande dolore, tra noi c'é sempre stato un legame profondo - conclude l'ex interista - È stato un uomo da imitare e un calciatore esemplare che in poco tempo era riuscito a raggiungere i vertici dell'Inter e della nazionale italiana. Di lui ricorderò il carattere forte e i suoi gol, quanti ne ha segnati! E faceva il terzino...".

MAZZOLA: "SONO COMMOSSO"

ROMA (ANSA)- "L'ho saputo stamattina. Sapevo che stava male, ma non si pensa mai che possa veramente arrivare la morte". Sandro Mazzola non riesce a trattenere la commozione parlando della scomparsa di Giacinto Facchetti, un compagno di gioventù con cui ha condiviso lunghi anni nella storica Inter di Herrera. "In questo momento mi vengono in mente ricordi legati più alla persona - ha detto Mazzola intervenendo all'emittente Radio-Radio - ad esempio gli scherzi sul fatto che portava il 43 di scarpe mentre si diceva che i grandi giocatori non dovessero avere più del 42". Facchetti era soprannominato 'il gigante buono' per i suoi atteggiamenti dentro e fuori il campo: "Un nomignolo giusto - ha aggiunto - perché nonostante la sua forza fisica era un uomo molto corretto in tutti i sensi". Mazzola ricorda bene anche le qualità tecniche dell'ex compagno: "È stato il primo grande terzino fluidificante - ha sottolineato - ha fatto una cinquantina di gol da terzino, partiva dalla fascia ed aveva dei tempi di inserimento molto buoni. Oltre alla forza fisica sapeva giocare anche a pallone".

CASTAGNER: "ERA TROPPO FACILE VOLERGLI BENE"

PERUGIA (ANSA) - "Se ne va un uomo al quale era sin troppo facile voler bene, simbolo di un calcio lontano dalle polemiche": così Ilario Castagner ricorda Giacinto Facchetti. "Uno - dice Castagner - che non penso potesse avere nemici, cosa che nel mondo del calcio è quanto mai difficile. Nei due anni che ho trascorso all'Inter ho avuto la prova che fosse un uomo e un dirigente che non andava mai oltre le righe. Al quale era normale affezionarsi. Tutto ciò rende ancor più dolorosa, per tutti noi che lo conoscevamo, la sua scomparsa". Castagner, ex tecnico nerazzurro ed oggi responsabile tecnico del Perugia e commentatore televisivo, ha aggiunto: "Il buon senso e la pacatezza di Facchetti mancheranno non solo all' Inter, ma a tutto il mondo del calcio".

BERGOMI: "ERA IL MIO PUNTO DI RIFERIMENTO"

LONDRA (ANSA) - "Un giorno più triste non potevo immaginarlo". Giuseppe Bergomi, una delle bandiere nerazzurre, commenta così da Londra la morte del presidente dell'Inter. "Era il mio punto di riferimento in società, una persona squisita, un esempio per tutti. Giacinto era considerato il top non solo nell'Inter ma anche nel calcio internazionale come ho avuto modo di constatare seguendo le partite nel mondo come commentatore. Un uomo buono, gentile e onesto stimato e apprezzato da tutti. Come calciatore - conclude Bergomi - non ho avuto il piacere di vederlo giocare ma posso dire, da collega difensore, che uno che fa 59 gol da terzino non può che essere un calciatore straordinario".

IL MILAN: "BANDIERA DI COMPORTAMENTO E STILE, ERA E RESTERA' SEMPRE UNO DEI SIMBOLI PIU' VERI DI MILANO"

MILANO (ANSA) - "Era e resterà per sempre uno dei simboli più veri e autentici del patrimonio di una Milano calcistica irripetibile e indimenticabile": così sul sito rossonero, il Milan ha rivolto "vere e sentite condoglianze ai congiunti di Giacinto Facchetti ed a tutti i suoi amici, i suoi collaboratori che hanno lavorato e condiviso emozioni con lui in tanti anni dedicati all'Inter". "Sportivo vero - si legge sul sito del Milan - appassionato di calcio nel senso più partecipe del termine, ha fatto del comportamento e dello stile una bandiera sia in campo che fuori. Tutti gli sportivi milanesi e gli sportivi di tutta Italia erano in ansia per lui ormai da mesi. Oggi, la notizia. Tutti i tifosi del Milan, e tutte le persone che vivono e lavorano nel Milan, l'hanno accolta costernati".

LA JUVENTUS: "SCOMPARE BANDIERA DEL CALCIO MONDIALE"

TORINO (ANSA) - Con la scomparsa di Facchetti si perde "un simbolo e una bandiera del calcio mondiale". Con queste parole , pubblicate sul suo sito internet, la Juventus partecipa al lutto per la morte del presidente dell'Inter. "La Juventus - si legge sul sito - apprende con infinita tristezza la notizia della scomparsa di Giacinto Facchetti si unisce al dolore della sua famiglia, dell'Inter e dei suoi tifosi e di tutti gli sportivi italiani per la perdita di un simbolo e di una bandiera del calcio mondiale".

IL CHIEVO: "CIAO CARO E AMATO GIACINTO"

Verona (ANSA) - "Ciao Giacinto!" È questo il saluto, a carattere cubitali e in maiuscolo, che, attraverso il proprio sito internet, ha voluto porgere il Chievo Verona in riferimento alla scomparsa del presidente dell'Inter, avvenuta nel primo pomeriggio di oggi. "L'A.C. ChievoVerona - si legge nel sito della società veneta - si stringe attorno alla famiglia Facchetti e alla società Internazionale F.C. per la prematura e dolorosa scomparsa del caro e amato Giacinto".

FIORENTINA: "PIANGIAMO PERSONA PER BENE"

FIRENZE (ANSA)- "La Fiorentina piange la scomparsa di Giacinto Facchetti. Piange il Campione, lo sportivo, il presidente dell'Inter, l'uomo la cui correttezza e onestà hanno rappresentato il calcio italiano a livello agonistico e dirigenziale in tutto il mondo". Inizia così il messaggio di condoglianze della società viola in ricordo e in omaggio a Facchetti. Facchetti viene definito dalla Fiorentina "il simbolo di un'era calcistica, quello di un'indimenticabile Italia-Germania 4-3, quello che ha sollevato al cielo la Coppa Europa del 1968, il capitano che ha legato il suo nome all'immagine dell' Inter vincente con scudetti e coppe Campioni. Il suo sorriso e la sua personalità lo hanno portato a ricoprire il ruolo di presidente con grande dignità e senso di responsabilità". "Tutti - sottolinea ancora la società viola a pochi giorni dalla sfida proprio con l'Inter che aprirà il Campionato - lo ricorderanno, al di là del tifo e delle bandiere, per quello che è sempre stato: una persona per bene".

RIVERA: "CAMPIONE FUORI PRIMA CHE IN CAMPO"

ROMA (ANSA) - "Abbiamo perso una persona eccezionale. Lo è sempre stato, prima da giocatore, poi da dirigente. Nonostante fosse un campione in campo, sul piano umano valeva anche di più che su quello sportivo. È un pezzo della mia vita che se ne va". Gianni Rivera, che con Giacinto Facchetti ha vissuto da avversario tanti derby milanesi e da compagno quasi altrettante avventure in azzurro, così ricorda il presidente dell'Inter scomparso oggi. Ma nonostante tanti anni passati insieme in nazionale e le numerose sfide di San Siro "ora che se n'é andato mi riesce difficile tirare fuori dalla memoria un ricordo, un aneddoto particolare - prosegue Rivera - perché Giacinto era uno che non andava mai sopra le righe, talmente equilibrato... E poi forse anche perché sul prato del Meazza ci vedevamo da lontano. Lui difensore sulla fascia sinistra, io spesso schierato dalla parte opposta".

CAMPANA: "UN AMICO PULITO IN CAMPO E FUORI"

VICENZA (ANSA) - "La scomparsa di Facchetti è una grave perdita soprattutto per il nostro calcio, che in questo momento ha bisogno di esempi di valore. E Giacinto lo era sicuramente". È questo il commento di Sergio Campana, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori, sulla scomparsa del presidente dell'Inter. "Sono sinceramente addolorato per la perdita di un amico - ha aggiunto Campana - ci sentivamo frequentemente e in maniera sempre cordiale. L'ultima volta è stato circa venti giorni fa: al telefono l'avevo trovato fiducioso e ottimista, mi aveva raccontato che stava utilizzando dei farmaci americani e che si sentiva bene". "La sua scomparsa - ha aggiunto il presidente dell' Assocalciatori - rappresenta un grande dolore per i suoi familiari, gli amici, l'Inter, ma anche per tutto il calcio italiano. Lui era l'immagine del calcio pulito, personaggio esemplare sia come calciatore che come dirigente. Non dico queste cose perché è venuto a mancare, ma perché queste doti gli competevano davvero". L'avvocato Campana rammenta le occasioni in cui ha incontrato Facchetti in campo, negli scontri di Campionato tra il Vicenza e l'Inter. "L'ho affrontato diverse volte da avversario e di lui ricordo una correttezza esemplare, ma anche una classe immensa e una potenza straripante. Era un uomo senza vizi, incredibile che un male possa averlo portato via così in poco tempo". C'é altro episodio curioso, legato ai campi da calcio, raccontato da Campana. "Ricordo un giorno di aver incontrato, in un raduno a Schio, il tecnico Helenio Herrera che mi confidò che quando l'Inter giocava contro di noi, diceva sempre a Facchetti di marcarmi sui calci d'angolo in quanto temeva la mia elevazione e il mio stacco di testa. Un particolare, che mi sta a cuore, confermatomi più avanti dallo stesso Giacinto". Campana conosce bene anche la famiglia di Facchetti, alla quale ha inviato le proprie condoglianze, anche a nome di tutta l'Aic. "Con Giacinto ci sentivamo spesso - conclude - anche per vicende non calcistiche: lui era stato anche assicuratore, in passato avevamo avuto contatti per le polizze dei giocatori. Dei due figli maschi, Luca gioca in serie C, mentre l'altro, Gianfelice, che è stato portiere, ora lavora nel mondo del teatro e qualche settimana fa mi ha spedito "Bundesliga 44", una specie di commedia-tragedia ispirata ai lager tedeschi. Un saggio che sto leggendo proprio in questi giorni".

GATTUSO: "GRAN DOLORE LO AMAVANO TUTTI"

FIRENZE, 4 set - "La scomparsa di Facchetti è un gran dolore, perché era un vero uomo di sport, un atleta mai odiato, anzi amato anche dai tifosi avversari". Così Rino Gattuso, dal raduno della Nazionale, esprime il suo cordoglio per la morte del presidente dell' Inter, ex campione azzurro degli anni Settanta. Gattuso ha poi ricordato un episodio di alcuni anni fa quando si espresse a favore di Zambrotta, da tutti criticato per una simulazione non ammessa in una partita di Campionato . "Mentre tutti attaccavano me, Facchetti mi telefonò e mi fece i complimenti: non è da tutti, disse, dire quello che pensi davvero".

BENIGNI (PRESIDENTE ASCOLI): "UN BRUTTO GIORNO PER TUTTI"

ANCONA (ANSA) - Il presidente dell'Ascoli ha appreso con grande commozione della morte di Giacinto Facchetti. "Non solo l'Inter perde un grande uomo e un dirigente di alto livello, ma è un brutto giorno per tutto il calcio italiano che sentirà la mancanza di Facchetti". Un uomo che "in un periodo delicato come quello che attraversa questo sport avrebbe potuto certamente dare un forte contributo per superarlo". Benigni ricorda Facchetti come uomo e come giocatore. "Un grande atleta e una persona squisita. Con Facchetti - conclude Benigni rivolgendo un pensiero affettuoso ai familiari e all'Inter - ho sempre avuto un buon rapporto sia a livello di società che in Lega. La sua scomparsa mi addolora molto".

RUGGIERI (PRESIDENTE SPEZIA): "UN GRANDE VUOTO PER TUTTI NOI"

LA SPEZIA (ANSA) - "Il calcio italiano perde un grande uomo ed un grande personaggio. L'ultima volta ci siamo sentiti la scorsa primavera per cercare di organizzare l'amichevole di Forte dei Marmi, tra Inter e Spezia, partita che poi non abbiamo disputato. Rimane un grande vuoto per il calcio italiano". Lo ha detto il presidente dello Spezia, Giuseppe Ruggieri, oggi a Messina per lavoro, manifestando il suo cordoglio per la scomparsa di Giacinto Facchetti. "Ho saputo - ha aggiunto - della sua tragica scomparsa telefonicamente. Ho subito inviato due telegrammi per manifestare il mio profondo dolore e quello dello Spezia Calcio: uno all'Inter ed uno personale al patron nerazzurro Massimo Moratti". Al lutto del suo massimo dirigente si è unito tutto lo Spezia, società 'sorella' dell'Inter. Il club milanese detiene infatti il 40 per cento delle quote azionarie della società spezzina.

PANIZ: "HA RAPPRESENTATO EPOCA DI SUCCESSI"

ROMA (ANSA) - "Esprimo vivo cordoglio alla famiglia e all'Inter per la scomparsa di un campione dentro e fuori il terreno di gioco. Giacinto Facchetti ha rappresentato un'epoca di successi sportivi ed umani, esempio vivissimo di lucida dedizione alla propria squadra ed alla propria società ma anche di un comportamento educato e collaborativo nei confronti dei compagni di squadra, degli avversari e di tutto il mondo del calcio e dello sport. L'Inter e l'Italia perdono un grande punto di riferimento". Lo afferma, in una nota, l'on. Maurizio Paniz, presidente dello Juve Club Montecitorio.

LANDOLFI: "TRISTI TUTTI SPORTIVI ITALIANI"

ROMA (ANSA) - "La morte di Giacinto Facchetti rattrista non solo i tifosi interisti ma tutti gli sportivi italiani. Con lui se ne va non solo un campione dalla classe purissima ma un esempio di correttezza, di sportività e di onestà di cui ha dato prova dentro e fuori il rettangolo di gioco. Da oggi il calcio italiano è sicuramente più povero". Lo afferma Mario Landolfi, deputato di An.

LA RUSSA: "NESSUNO HA POTUTO PARLARNE MALE "

MILANO (ANSA) - "Quando uno muore tutti ne parlano bene, ma la sua grandezza è che nessuno è mai riuscito a parlane male in vita". È questo il commento a caldo alla notizia della morte di Giacinto Facchetti di Ignazio La Russa, a Milano per un vertice con il sindaco Letizia Moratti. Il capogruppo di An alla Camera, tifoso nerazzurro, ha poi raccontato di aver ricevuto una telefonata dal presidente dell'Inter a fine luglio. "Mi ha detto - ha spiegato La Russa - che sarebbe andato qualche giorno in vacanza prima di tornare in ospedale. L'ho incoraggiato, ma purtroppo sapevamo che la sua era una battaglia impossibile".

COSSUTTA: "SE NE VA IL SIMBOLO DEL CALCIO ONESTO"

ROMA (ANSA) - "Se ne va un uomo esemplare e scrupoloso. Con lui se ne va un simbolo del calcio onesto". Così Armando Cossutta, senatore del Pdci e interista doc, ricorda "l'amico" Giacinto Facchetti, scomparso oggi a 64 anni. "Da interista provo un dolore immenso e un'amarezza profonda: abbiamo perso un campione del calcio italiano. Se ne va - aggiunge Cossutta - una persona gentile e cortese, dedita da sempre al suo lavoro, prima come calciatore e poi come dirigente. È il momento di stringerci attorno a Moratti e a tutta la squadra".

FOLENA: "UMANAMENTE FANTASTICO"

ROMA (ANSA) - "Una persona straordinaria, completamente atipica nel mondo del calcio". Così Pietro Folena, deputato del Prc e interista, ricorda Giacinto Facchetti, presidente dell'Inter. "L'ho conosciuto - prosegue Facchetti - e umanamente era fantastico, oltre che essere stato un giocatore indimenticabile. Una delle ragioni per cui l'Inter è rimasta fuori dalle vicende di 'calciopoli' è legata proprio alla personalità del suo presidente Facchetti".

COSMI: "SE NE VA UN ESEMPIO"

PERUGIA (ANSA) - "Con Giacinto Facchetti se ne va un esempio di quello che significhi essere un dirigente sportivo, all' insegna della lealtà, della signorilità e della competenza ed in un momento come questo, per il calcio è una grande perdita". Serse Cosmi ha reagito così alla morte del presidente dell' Inter. "Non è facile vedere uno che dal campo passa alla scrivania - ha detto il tecnico perugino - riuscendo a portare avanti gli stessi valori che lo avevano sempre contraddistinto da calciatore, non tradendo mai il rispetto dell' educazione e dei giusti comportamenti, come ha sempre fatto Facchetti". Per Cosmi "la perdita più grande è senz' altro per l' Inter e per i suoi tifosi". "Ma in questo momento - ha concluso - tutti ci sentiamo privati di qualcuno verso il quale la stima era unanime".

MELANDRI: "RAPPRESENTANTE DELLO SPORT PULITO"

ROMA (ANSA) - "Apprendo con dolore la notizia della morte di Giacinto Facchetti, un grande uomo e un protagonista indimenticabile della storia dello sport italiano". Così il ministro dello sport e delle politiche giovanili, Giovanna Melandri, ha voluto ricordare il campione nerazzurro scomparso oggi. "Bandiera della nazionale e dell'Inter, ha saputo, una volta ritiratosi dal calcio giocato - prosegue il ministro -, dimostrare grandi doti manageriali restando, negli anni, degno rappresentante di un calcio pulito e esempio per i giovani di quei valori di lealtà sportiva e rispetto dell'avversario che hanno fatto di lui un grande campione, sia in campo che fuori. La morte di Facchetti rappresenta una grave perdita per lo sport italiano. Esprimo la mia vicinanza alla moglie Giovanna e ai figli".

LANDINI: "UN ESEMPIO DI STILE PER TUTTI"

LUCCA, (ANSA) - "La scomparsa di Giacinto Facchetti lascia un vuoto difficilmente colmabile nel mondo del calcio e dello sport italiano in generale. Personalmente ho perso un grande amico. Abbiamo condiviso per anni la camera quando eravamo compagni di squadra all'Inter e con lui ho ricordi bellissimi anche in maglia azzurra. Un amico vero, un signore dentro e fuori dal campo, un esempio di stile per i giovani: per lui la serietà e l'onestà venivano prima di tutto". Così Spartaco Landini, attuale ds della Lucchese, ricorda Giacinto Facchetti.

RIVA: "ERA IL CAPITANO DELLA MIA GENERAZIONE"

FIRENZE (ANSA) - Il capitano di una intera generazione, quella di Gigi Riva. Così Rombo di tuono, capocannoniere di tutti i tempi in azzurro e ora capo delegazione della Nazionale campione del mondo, ricorda Giacinto Facchetti. "Lui era il capitano di una generazione - ha detto Riva - una persona splendida, un dirigente onesto, una faccia pulita". Riva ha confessato che durante la malattia "non ho avuto il coraggio di chiamarlo". "Con Facchetti sono diventato campione d'Europa e vice campione del mondo. Lui era un atleta perfetto, non aveva vizi di alcun genere. Ricordo che in Nazionale stavamo tutti e due sulla fascia sinistra e quando avevo qualche difficoltà lui mi incitava e incoraggiava, da vero capitano. Da calciatore, come poi nella vita, mai un problema. E la Nazionale per lui era il massimo".

CASINI: "UNO DEI SIMBOLI DEL NOSTRO PALLONE"

ROMA (ANSA) - "Mi unisco ai tifosi dell'Inter e a tutti gli italiani ricordando le straordinarie imprese sportive e umane di uno dei simboli del nostro calcio. Giacinto Facchetti rimarrà sempre nei nostri cuori di appassionati di calcio e in quelli di tutti gli sportivi italiani". Lo afferma in una nota l'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini.

BORDON: "COME UN FRATELLO MAGGIORE"

FIRENZE (ANSA) - "Per me era come un fratello maggiore...". Il dolore per la morte di Giacinto Facchetti piomba su Coverciano ed ha il volto di Ivano Bordon, portiere dell' Inter per tutti gli anni Settanta e ora nello staff tecnico azzurro. L' ex numero uno nerazzurro non riesce a trattenere la sua emozione e scoppia in lacrime interrompendo il suo ricordo dopo pochi minuti. "Quando dalle giovanili dell' Inter arrivai in prima squadra - aveva detto Bordon prima di andar via coprendosi gli occhi con gli occhiali - fui messo in stanza con Facchetti, era il 1969 e allora si usava così. Lui era un esempio per tutti, cercava di aiutare tutti. È un peccato che i giovani di oggi non l' abbiamo potuto conoscere come calciatore". Bordon aveva ricordato anche, con affetto, quando nel '78, dopo un infortunio alla spalla, Facchetti era andato al Mondiale dell' Italia come capitano non giocatore. "L' avevo sentito al telefono 15 giorni fa - ha aggiunto Bordon - Gli dissi: Quando torno dalla Nazionale ti vengo a trovare...'".

SEN.BURANI: "UN UOMO PARTICOLARMENTE SENSIBILE"

MILANO (ANSA) - "Giacinto Facchetti chiamò più volte in Commissione, quando noi sollecitammo la Lega per alcuni progetti in favore dell'infanzia: era un uomo particolarmente sensibile e perbene e voglio ricordarlo così". Lo afferma la sen. Maria Burani Procaccini, presidente uscente della Commissione Parlamentare Infanzia. "È stato un giocatore straordinario - dice Burani - e le 94 presenze in nazionale e di titoli conquistati lo dimostrano, ma era anche un manager attento ed onesto, così come la sua società calcistica a cui è stato sempre molto legato. Ma voglio che la gente sappia - conclude Burani - che, fuori dai riflettori, Giacinto Facchetti si adoperava per le iniziative in favore dell'infanzia".

CONCIA: "UOMO DEGNO DI GRANDE RISPETTO E STIMA"

ROMA (ANSA) - "La morte di Giacinto Facchetti rattrista tutti gli sportivi italiani". Lo afferma Paola Concia, responsabile nazionale dei Ds per lo Sport. "Se ne è andato non solo un grande campione - aggiunge - ma anche una persona degna di grande rispetto e stima per il suo comportamento sempre esemplare. Un dirigente che avrebbe potuto dare ancora tanto al calcio con il suo impegno e i suoi valori".

VELTRONI: "SE NE È ANDATO IN SILENZIO,CON LO STILE TIPICO DELLA SUA VITA"

ROMA (ANSA) - "Se ne va una persona mite, dolce per bene, una delle figure più belle del calcio italiano". Così il sindaco di Roma Walter Veltroni, a margine della conferenza stampa di presentazione del Basket Party, ha ricordato il presidente dell'Inter Giacinto Facchetti, scomparso oggi a 64 anni. "Aveva inventato un modo di giocare al calcio, se ne è andato in silenzio - ha aggiunto Veltroni - con lo stile e la sobrietà che l'hanno caratterizzato per tutta la vita. Esprimo il dolore, la solidarietà e l'affetto della città di Roma alla famiglia, a Massimo Moratti, alla società e alla squadra dell'Inter".

FORMIGONI: "ATLETA ESEMPLARE, PERSONA LEALE"

MILANO (ANSA)- "Piango la morte di un uomo che ha dato molto allo sport del nostro Paese e della nostra Regione. Mi rammarico per la sua precoce scomparsa". Lo ha scritto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, in una lettera inviata alla famiglia di Giacinto Facchetti per esprimere il suo cordoglio. Formigoni, ricordando il presidente dell'Inter morto in seguito ad una malattia, ha sottolineato il carattere di Giacinto Facchetti: "Un uomo che è stato atleta esemplare, dirigente sportivo di grande livello, persona aperta e leale".

CIOCCHETTI: "MAI SOPRA LE RIGHE, GRANDE CALCIATORE, OTTIMO DIRIGENTE"

ROMA (ANSA) - "Il mondo del calcio piange la scomparsa di un grande calciatore e di un ottimo dirigente. Prima in campo e poi dietro ad una scrivania, Facchetti si è sempre contraddistinto per bravura ma anche per sobrietà, lealtà e compostezza". Così Luciano Ciocchetti, responsabile nazionale dell'Udc per lo sport, ricorda Giacinto Facchetti. "Un uomo di sport - continua Ciocchetti - che non è mai andato sopra le righe né ha mai pronunciato una parola fuori luogo. Facchetti resta per il calcio italiano un esempio e un modello da seguire".

DALLA CHIESA: "SIMBOLO DI UNO SPORT PULITO"

MILANO (ANSA) - "Con Giacinto Facchetti scompare un simbolo della grande Inter, ma soprattutto un campione e un simbolo di un altro calcio, pulito, giocato con lealtà e correttezza. Del calcio che fa innamorare i bambini e che dà un senso alla passione sportiva di milioni di spettatori". Lo ha detto Nando Dalla Chiesa, sottosegretario all'Università e alla Ricerca. "In un calcio incerto se recuperare credibilità o riaffondare nella palude c'é solo da sperare che la carriera di Facchetti venga vissuta e indicata come un esempio - ha concluso Dalla Chiesa -. All'Inter l'orgoglio di averlo avuto come calciatore e come presidente".

PANATTA: "SCOMPARE AMICO E GRANDE ATLETA"

ROMA (ANSA) - "Con la morte di Giacinto scompare un grande amico, ma anche un atleta unico, che ha saputo coniugare grandi doti sportive, con una non comune umanità ed un amore vero per il calcio al quale ha dedicato tutta la sua vita". Lo afferma l'ex campione di tennis Adriano Panatta, assessore allo Sport della Provincia di Roma, commentando la scomparsa di Giacinto Facchetti.

RUSCONI: "UN SIMBOLO DI CREDIBILITA' NEL MONDO"

ROMA (ANSA) - L'on. Antonio Rusconi, componente per la Margherita della Commissione Sport della Camera, così commenta la morte del Presidente dell'Inter Giacinto Facchetti: "È una scomparsa gravissima, per l'Inter e per il calcio italiano, per la credibilità della figura a livello nazionale e internazionale. Un campione esempio di correttezza e lealtà. In questi mesi drammatici per il calcio nazionale è comunque rimasto un simbolo di credibilità nel mondo".

LETIZIA MORATTI: "UNA GRANDE PERDITA PER MILANO"

MILANO (ANSA) - "Ho avuto modo di conoscerlo e di apprezzarlo per la grande umanità, la generosità, la professionalità e la bontà: è una grande perdita per il mondo del calcio e per la città di Milano". È questo il commento del sindaco di Milano, Letizia Moratti, alla notizia della morte di Giacinto Facchetti.

FIORELLO: "È STATO GRANDE IN TUTTO"

ROMA (ANSA) - "È uno di quei rari casi in cui tutto quel che si dice quando viene a mancare una persona è vero": elegante ma non privo di ironia il commento di Fiorello, di provata fede interista, appena appresa la notizia della scomparsa di Giacinto Facchetti. "Grande persona e grande uomo; poi anche grande calciatore, grande sportivo, grande interista, insomma grande tutto - dice Fiorello - :la morte di Giacinto Facchetti è uno di quei rari casi in cui tutto quel che si dice quando viene a mancare una persona è vero. Oltre ai ricordi di quando lo vidi correre sul campo nel 1970 nella partita Catania-Inter, decisiva per la mia fede calcistica, ho in mente una bella immagine recente di questa estate a Taormina: ci siamo incontrati in albergo, io ero lì con 'Volevo fare il ballerino'. L ho invitato al mio show, lo ha visto seduto in prima fila e ci siamo divertiti insieme. Io e tutta la mia famiglia - conclude Fiorello - siamo vicini alla moglie e ai suoi figli".

DILIBERTO: "HA RAPPRESENTATO SPORT ONESTO"

ROMA (ANSA) - "Esprimo il mio cordoglio per la scomparsa di Giacinto Facchetti. Egli ha rappresentato davvero il calcio onesto e leale, ha sempre fatto prevalere le ragioni dello sport, della gara pulita e del confronto aperto agli interessi di parte". È quanto afferma il segretario del Pdci Oliviero Diliberto. "Il mondo sportivo - sottolinea Diliberto - perde una figura di grande spessore che, tuttavia, lascia un insegnamento di cui il calcio ha particolarmente bisogno in questi giorni difficili".

VEDOVA HERRERA: "SI CHIUDE UN'EPOCA"

VENEZIA (ANSA) - "Con la morte di Facchetti si chiude un'epoca: lui rappresentava un calcio pulito che, oggi, sembra essere l'eccezione alla regola". Così ricorda Giacinto Facchetti Fiora Gandolfi, vedova di Helenio Herrera, l'allenatore della "grande Inter" che aveva avuto nel presidente nerazzurro il capitano. "Quel calcio - prosegue - in cui credeva anche Helenio, che non a caso, dopo aver scoperto l'esistenza del totonero, è rimasto tanto sconvolto da avere un infarto: pensare ad uno sport senza correttezza era per loro come immaginare un'associazione per bambini gestita da pedofili". "Proprio per testimoniare la vicinanza con mio marito - ricorda la signora Gandolfi - al suo funerale, davanti alla chiesa di San Giovanni e Paolo a Venezia, avevo voluto consegnargli pubblicamente, dalle mani di nostro figlio, il diario più importante scritto da Helenio". Di Facchetti la signora Gandolfi ha un'immagine splendida: "Pur essendo lui profondamente religioso - ricorda - da tutti noi era visto come un dio pagano. Nel campo svettava sugli altri, e quando correva la sua falcata sembrava quella di Mercurio. Quello che però più colpiva era la sua correttezza estrema, quasi mistica: non a caso, sono rimasta molto stupita del fatto che non mi avesse richiamato, due mesi fa, quando alle mie ricerche al telefonino. Ma evidentemente, il colpo per aver saputo della malattia era stato troppo forte".

SGARBI: "HA ACCESO EMOZIONI POETICHE"

MILANO (ANSA) - Giacinto Facchetti rimarrà nella memoria "per le emozioni poetiche che ha acceso nei cuori" ha detto l'on.Vittorio Sgarbi. Secondo l'Assessore alla Cultura del Comune di Milano, "il contributo di Facchetti all'immagine di Milano, e di una grande squadra come l'Inter, non appartiene soltanto alla sfera sportiva, ma alla memoria dei giovani che lo videro giocare, che lo hanno poi ritrovato allenatore, in una mitologia che, come nello sport agonistico è sempre accaduto, diventa letteratura. Facchetti resterà nella memoria per le emozioni poetiche che ha acceso nel cuore di tanti sportivi".

CENTO: "CON LA SUA ONESTA' HA SAPUTO TENERE L'INTER FUORI DA SCANDALO"

ROMA (ANSA) - "Ci lascia un grande uomo e un grande calciatore, il presidente che con la sua onestà sportiva e intellettuale, ha saputo tenere l'Inter al di fuori dello scandalo di calciopoli. Un grave lutto per tutto il mondo dello sport". È l'attestazione di "profonda stima" per Giacinto Facchetti che viene dal sottosegretario all'Economia e presidente del Roma club Montecitorio, Paolo Cento.

LIGABUE: "SE NE È ANDATO UN GIGANTE"

ROMA (ANSA) - "Un gigante": così Luciano Ligabue, il cantautore di fede interista che al calcio ha dedicato la celebre 'Una vita da mediano', ha definito Giacinto Facchetti, scomparso oggi. "Se ne è andato un gigante, davvero il più grande esempio per chiunque faccia parte di quello che chiamano il gioco più bello del mondo", ha detto il rocker di Correggio.

DOMENICI: "HO AVUTO MODO DI AMMIRARLO COME GRANDE CAMPIONE"

FIRENZE (ANSA) - Al cordoglio della Fiorentina si è unito anche quello del sindaco di Firenze, Leonardo Domenici. "Con Facchetti scompare un personaggio che ha scritto pagine indelebili nella storia del calcio italiano", scrive il primo cittadino ai familiari e dirigenti dell' Inter. "Ho avuto modo di ammirare Facchetti - prosegue Domenici - come grande campione, sia in nerazzurro che in nazionale, amato dai tifosi interisti e apprezzato dagli avversari per la sua sportività, correttezza e lealtà. Lo scorso Campionato l'ho conosciuto personalmente nell'intervallo della partita Fiorentina-Inter e da quel breve incontro ho avuto la conferma di trovarmi di fronte a una persona per bene che amava il calcio e che ancora tanto avrebbe potuto dare a questo sport. Sono certo che sabato in occasione della prima di Campionato fra Fiorentina e Inter, il pubblico dello stadio Franchi saprà commemorarlo come merita".

Fonte: Inter.it

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IL CALCIO RICORDA GIACINTO FACCHETTI

FIRENZE (ANSA) - La Figc, che ha disposto il lutto sulle maglie degli azzurri a Parigi in occasione di Francia-Italia, secondo indicazioni del commissario straordinario Guido Rossi, ha anche deciso che un minuto di silenzio venga osservato su tutti i campi di gara in Italia, dalle giovanili alla Serie A, nelle partite che si disputeranno da oggi fino a lunedì prossimo. (ANSA).

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Manca solo poco tempo dall'inizio del campionato spero sia fantastico.

W inter.

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Penso di parlare a nome di tutti gli utenti milanisti nel fare le nostre più sentite condoglianze alla famiglia, all'inter e a tutti gli amici di GIacinto Facchetti...

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Al di là della diversità dei colori e della rivalità sportiva, è con sentito dolore che saluto Giacinto Facchetti, orgoglio dell'Italia nel mondo e rappresentante illustre di valori come la compostezza e la lealtà.

In questo momento tutto lo sport è in lutto.

:):P:P

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Penso di parlare a nome di tutti gli utenti milanisti nel fare le nostre più sentite condoglianze alla famiglia, all'inter e a tutti gli amici di GIacinto Facchetti...

:):P:P:wub::P;):(;)

Al di là della diversità dei colori e della rivalità sportiva, è con sentito dolore che saluto Giacinto Facchetti, orgoglio dell'Italia nel mondo e rappresentante illustre di valori come la compostezza e la lealtà.

In questo momento tutto lo sport è in lutto

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;):):angry::angry::angry::whip::whip:

Grazie a nome di tutti gli Sportivi...quelli con la "S" maiuscola!! :up1:

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L'ULTIMO SALUTO A GIACINTO FACCHETTI

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MILANO - (ANSA) Sin dalle prime ore di questa mattina, sono state migliaia le persone in fila per rendere omaggio a Giacinto Facchetti, la cui camera ardente è stata allestita presso la cappella di San Sigismondo, attigua alla basilica di Sant'Ambrogio. Un serpentone di gente molto lungo, tifosi ma anche gente comune, tutti ordinati in una fila composta e silenziosa. Tra i primi ad arrivare, Cesare Maldini, capitano del Milan degli anni '60 ed ex commissario tecnico della Nazionale. A montare il picchetto d'onore alcuni ragazzi del Settore Giovanile nerazzurro. Davanti alla basilica di Sant'Ambrogio è stato posto uno striscione "Grazie Facchetti per aver onorato l'Inter e tutti noi", che ripropone le parole scritte dal patron Massimo Moratti nell'addio al capitano-presidente. Sulla bara due maglie: quella nerazzurra e quella della Nazionale italiana. Le sue, quelle degli anni Sessanta. Nella cappella di San Sigismondo i familiari di Giacinto Facchetti hanno voluto allestire così la camera ardente, nel modo più semplice (e toccante) possibile. Due foto di Giacinto, una da giocatore e l'altra da presidente; il gonfalone dell'Inter in un angolo listato a lutto; i fiori bianchi. La gente, di suo, ci ha messo il silenzio, la sincerità di un sentimento collettivo. Davanti a quella bara è sfilato, compostissimo, un fiume di persone: anziani e giovani, signore di mezza età e bambini, pensionati e lavoratori. In molti con un fazzoletto dell'Inter, quasi il segno di un mutuo riconoscimento, l'espressione di un' identità precisa che ai loro occhi era, è impersonata da Giacinto Facchetti. Davanti all'entrata della basilica di Sant'Ambrogio sono passati anche Franco Baresi, Armando Cossutta, la signora Renata Fraizzoli e tanta, tanta altra gente. Alle 12:40 è arrivato Massimo Moratti. Tra gli ex grandi campioni, Karl Heinz Rummenigge, Giancarlo Antognoni, José Altafini, Dino Zoff e poi Tarcisio Burgnich. A rendere omaggio al feretro di Facchetti anche Massimo Capuano, numero uno di Borsa Italiana. Visibilmente commosso Candido Cannavò, ex direttore della 'Gazzetta dello Sport'. "Attorno a Facchetti - ha detto Cannavò - si è scatenato un impulso d'amore nel mondo. Ci sentiamo come ce l'avessero rubato". Alle 13,15 alla cappella adiacente la Basilica di Sant'Ambrogio è arrivato anche l'ex presidente della Federcalcio e membro della Commissione Esecutiva dell'Uefa, Franco Carraro, accompagnato dall'avvocato Giangiorgio Spiess (membro dell'Esecutivo Uefa), da Andy Roxburgh (direttore della divisione Football Development) e da Giorgio Marchetti. Oltre a loro, per la Fifa, sono arrivati Michael Platini e Walter Gagg (direttore della divisione stadi e sicurezza e amico da anni di Facchetti). Alle 14:05 è arrivata alla cappella San Sigismondo la squadra dell'Inter per rendere l'ultimo omaggio al presidente Giacinto Facchetti. A guidarla c'erano Marco Branca, Lele Oriali e l'allenatore Roberto Mancini. Quindi sono arrivati tanti ex compagni di squadra del presidente Facchetti, tra questi, Mario Corso, Roberto Boninsegna, Beppe Baresi e Giuseppe Bergomi. I funerali sono iniziati alle 14.45, alla presenza di moltissime autorità pubbliche e del mondo del calcio. Tra questi il commissario straordinario della Federcalcio Guido Rossi, il presidente della Lega Antonio Matarrese, l'amministratore delegato del Milan Adriano Galliani, il presidente della Fiorentina Andrea Della Valle, l'amministratore delegato della Roma Rossella Sensi, e i presidenti delle società di Serie B riuniti oggi in assemblea. Inoltre è intervenuto anche l'ex presidente interista Ernesto Pellegrini, seduto affianco a Karl Heinz Rummenigge. Decine le corone. Tra le altre quella della Fifa, della Federazione Francese, dell'Ajax. Il feretro è stato accompagnato dai quattro figli, Vera, Barbara, Gianfelice e Luca all'interno della basilica dove il vescovo di Lodi, mons. Giuseppe Merisi - che fra l'altro è nativo di Treviglio, come lo scomparso presidente dell'Inter - ha celebrato la funzione. Fortissimo l'applauso che ha salutato l'arrivo del feretro a Sant'Ambrogio. Sono state migliaia le persone che fuori alla basilica di Sant'Ambrogio hanno atteso la fine della cerimonia funebre per Giacinto Facchetti. Poco prima delle 16 il feretro è stato portato nel piazzale antistante la basilica e ripetuti lunghi applausi ne hanno salutato il percorso.

Una maglia autografata da Giacinto Facchetti all'asta per sostenere la lotta contro il cancro. 'Sos Italia Villaggi dei bambini', la onlus internazionale di assistenza all'infanzia in difficoltà, partecipa così alla scomparsa del presidente dell'Inter: donando all'associazione per la ricerca sul cancro (Airc) la casacca '6 villaggi per il 2006' che Facchetti aveva firmato il 9 maggio scorso in occasione del lancio della campagna umanitaria dei mondiali di calcio 2006. La t-shirt sarà messa all'asta online su e-bay a partire dal 15 settembre e tutti i proventi saranno devoluti all'Airc. "Giacinto Facchetti è stato un grande amico dei bambini", scrive l'associazione, e in veste di delegato Fifa, aveva partecipato al lancio della campagna umanitaria lanciata prima del Mondiale 2006.

Fonte: Inter.it

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La famiglia Facchetti, Massimo Moratti e l'Inter ringraziano tutti quelli che, con sincero e profondo affetto, hanno reso omaggio e voluto salutare Giacinto Facchetti.

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“Ognuno deve lasciarsi qualche cosa dietro quando muore, diceva sempre mio nonno: un bimbo o un quadro o una casa o un muro eretto con le proprie mani o un paio di scarpe cucite da noi. O un giardino piantato col nostro sudore. Qualche cosa insomma che la nostra mano abbia toccato, in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo, e quando la gente guarderà l’albero, o il fiore che abbiamo piantato, noi saremo là. Non ha importanza quello che si fa, diceva mio nonno, purché si cambi qualche cosa da ciò che era prima in qualcos’altro che porti poi la nostra impronta. La differenza tra l’uomo che si limita a tosare un prato e un vero giardiniere, sta nel tocco, diceva. Quello che sega il fieno poteva anche non esserci stato, sul quel prato; ma il vero giardiniere vi resterà per tutta una vita”.

Da ‘Fahrenheit 451’ di Ray Bradbury.

Fonte: Inter.it

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LEGA E UEFA: RITIRATA MAGLIA N° 3

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MILANO – Dopo l'autorizzazione della Lega Calcio è arrivata anche quella dell'Uefa per la Champions League 2006-2007. Come richiesto da F.C. Internazionale, la maglia numero 3, quella indossata per 634 volte da Giacinto Facchetti, è stata ritirata.

Nicolas Burdisso, a partire da oggi, avrà la maglia numero 16.

"Per me è un orgoglio essere stato l'ultimo calciatore dell'Inter ad aver indossato la maglia numero 3 - dichiara il difensore argentino -. Per me è un onore cambiare oggi il numero in rispetto e in ricordo di Giacinto Facchetti, un uomo, e non solo un presidente, che mi è stato molto vicino quando, anch'io come uomo, insieme con la mia famiglia, ha attraversato un periodo difficile".

Fonte: Inter.it

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OGGI IL VIA AL CAMPIONATO CON FIORENTINA-INTER: I CONVOCATI

APPIANO GENTILE - Roberto Mancini ha convocato 21 nerazzurri per Fiorentina-Inter.

Portieri : 1 Francesco Toldo, 22 Paolo Orlandoni, 79 Fabian Carini;

Difensori : 2 Ivan Ramiro Cordoba, 4 Javier Zanetti, 11 Fabio Grosso, 13 Maicon, 23 Marco Materazzi, 25 Walter Samuel, 77 Marco Andreolli;

Centrocampisti : 5 Dejan Stankovic, 7 Luis Figo, 14 Patrick Vieira, 15 Olivier Dacourt, 19 Esteban Cambiasso, 21 Santiago Solari, 91 Mariano Gonzalez;

Attaccanti : 8 Zlatan Ibrahimovic, 9 Julio Ricardo Cruz, 10 Adriano, 18 Hernan Crespo.

Fonte: Inter.it

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L'INTER ESPUGNA IL "FRANCHI"

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FIRENZE - Fiorentina-Inter 2-3. La partita ha inizio dopo un minuto di silenzio osservato in memoria di Giacinto Facchetti. Ritmo sostenuto fin dalle battute iniziali. L'Inter passa in vantaggio all'11' con Cambiasso. Dacourt apre per Crespo, assist per Ibrahimovic, tocco delizioso per Cambiasso che dalla sinistra batte Frey con un preciso diagonale a fil di palo. La Fiorentina prova a reagire ma i nerazzurri controllano senza difficoltà. Gli unici pericoli arrivano su conclusioni dalla distanza di Mutu. Poco prima del riposo l'Inter passa ancora. Azione da manuale dei nerazzurri che si sviluppa sull'asse Crespo- Ibrahimovic- Figo, perfetto l'assist del portoghese per Cambiasso che di testa batte ancora Frey. La prima frazione di gioco si chiude senza neanche un minuto di recupero con i nerazzurri in vantaggio per due reti a zero.

L'Inter passa ancora al 17' della ripresa. Cambiasso smarca Ibrahimovic con un lancio millimetrico. Il destro potente dello svedese è imparabile, Frey capitola ancora. La Fiorentina non si perde d'animo e al 23' accorcia le distanze con Toni che raccoglie di testa un cross dal fondo di Mutu. La Fiorentina passa ancora al 34'. Cross di Reginaldo dalla destra, Toni anticipa Cordoba e di testa supera l'incolpevole Toldo. L'incontro si chiude senza ulteriori emozioni dopo tre minuti di recupero, Inter batte la Fiorntina 3-2 e raggiunge la Roma in vetta alla classifica.

FIORENTINA-INTER 2-3

Marcatori: 11' p.t. e 41'p.t. Cambiasso, 17's.t. Ibrahimovic, 23's.t. e 34's.t. Toni.

FIORENTINA : 1 Frey; 21 Ujfalusi (25's.t. Potenza), 3 Dainelli, 5 Gamberini, 23 Pasqual; 4 Donadel, 11 Liverani (8's.t. Rginaldo), 17 Blasi; 19 Gobbi (8's.t. Montolivo), 10 Mutu, 30 Toni.

A disposizione : 14 Lobont, 6 Potenza, 2 Kroldrup, 18 Montolivo, 20 Jorgensen, 15 Paolucci, 83 Reginaldo.

All.: Cesare Prandelli.

INTER : 1 Toldo; 13 Maicon, 2 Cordoba, 23 Materazzi (14's.t. Samuel), 4 Zanetti; 14 Vieira (31's.t. Stankovic), 19 Cambiasso (38's.t. Grosso), 15 Dacourt; 7 Figo, 8 Ibrahimovic, 18 Crespo.

A disposizione : 79 Carini, 11 Grosso, 25 Samuel, 5 Stankovic, 91 Choutos, 9 Cruz, 10 Adriano.

All.: Roberto Mancini.

Arbitro: Rosetti.

Ammoniti: Toni, Pasqual, Ibrahimovic.

Fonte: Inter.it

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BUON COMPLEANNO A STANKOVIC

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MILANO - Tanti auguri di buon compleanno a Dejan Stankovic, che oggi compie 28 anni essendo nato l'11 settembre 1978 a Belgrado.

Fonte: Inter.it

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BUON COMPLEANNO A STANKOVIC

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MILANO - Tanti auguri di buon compleanno a Dejan Stankovic, che oggi compie 28 anni essendo nato l'11 settembre 1978 a Belgrado.

Fonte: Inter.it

quotato!!! :):P:P:wub:

E con la Fiorentina è finita come era giusto finisse!!!! :P

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AL VIA ANCHE LA CHAMPIONS LEAGUE: PER SPORTING LISBONA-INTER 20 CONVOCATI

APPIANO GENTILE - Roberto Mancini ha convocato 20 nerazzurri per Sporting Lisbona-Inter.

Portieri: 1 Francesco Toldo, 12 Julio Cesar Soares, 22 Paolo Orlandoni;

Difensori : 2 Ivan Ramiro Cordoba, 4 Javier Zanetti, 11 Fabio Grosso, 13 Maicon, 23 Marco Materazzi, 25 Walter Samuel, 77 Marco Andreolli;

Centrocampisti : 5 Dejan Stankovic, 6 Maxwell, 7 Luis Figo, 14 Patrick Vieira, 15 Olivier Dacourt, 21 Santiago Solari, 91 Mariano Gonzalez;

Attaccanti: 8 Zlatan Ibrahimovic, 10 Adriano, 18 Hernan Crespo.

Purtroppo abbiamo già i primi infortunati: Cambiasso, Cruz e Recoba.

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L'INTER PERDE 1-0 CONTRO LO SPORTING

LISBONA - L'Inter perde 1-0 contro lo Sporting Lisbona nel MatchDay 1 del gruppo B di Champions League. Grande atmosfera all'"Estadio de Alvalade". Ritmo alto con entrambe le squadre che cercano il gol del vantaggio, ma che sono anche molto attente a non subire. Non ci sono grandi emozioni nella prima frazione di gioco. Da segnalare una bella azione dei nerazzurri al 41': Figo dà un bel pallone ad Adriano sulla destra; il brasiliano entra in area, rientra sul sinistro e tira, Ricardo blocca a terra.

Nella ripresa arriva la rete dello Sporting dopo alcune buone iniziative nerazzurre (19'): Caneira anticipa Maicon sulla sinistra e fa partire un tiro che Toldo sfiora ma non trattiene. La palla sbatte sulla traversa ed entra in rete. Dopo soli quattro minuti (23') l'Inter resta anche in dieci uomini a causa dell'espulsione di Patrick Vieira per doppia ammonizione. Ibrahimovic sfiora il pareggio a due minuti dal termine del tempo regolamentare (43') con un gra tiro da fuori area che esce di un soffio alla destra di Ricardo.

Il prossimo impegno dei nerazzurri sarà sabato 16 settembre contro la Sampdoria nell'anticipo della 2^ giornata della Serie A Tim 2006-2007 in programma allo stadio "Giuseppe Meazza" (ore 20.45).

SPORTING LISBONA-INTER 1-0

Marcatori: 19' st Caneira

SPORTING LISBONA: 1 Ricardo; 78 Abel, 13 Tonel, 4 Polga, 12 Caneira; 18 Nani (38' st 11 Tello), 24 Veloso, 28 Joao Moutinho; 30 Romagnoli (21' st 19 Alecsandro); 20 Yannick, 31 Liedson

A disposizione: 16 Tiago, 8 Ronny, 15 Miguel Garcia, 34 Joao Alves, 80 Carlos Bueno

All.: Paulo Bento

INTER: 1 Toldo; 13 Maicon, 2 Cordoba, 25 Samuel, 11 Grosso (35' st 4 Zanetti); 7 Figo (21' st 91 Gonzalez), 14 Vieira, 15 Dacourt, 5 Stankovic; 8 Ibrahimovic, 10 Adriano (26' st 18 Crespo)

A disposizione: 12 Julio Cesar, 23 Materazzi, 6 Maxwell, 21 Solari

All.: Roberto Mancini

Arbitro: Alain Hamer (Lussemburgo)

Ammoniti: Liedson, Moutinho, Cordoba, Toldo, Vieira

Espulsi: Vieira

Fonte: Inter.it

...troppi giocatori giù di forma, Toldo che prende un gol da fesso, Vieira che si fa cacciare per due ammonizioni una più stupida dell'altra, Mancini che non ci capisce una mazza (formazione iniziale, modulo, cambi, tattica)...insomma tutte cose già viste.

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E' inizio stagione, a settembre le squadre italiane non danno mai il massimo <_<

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