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Diablo

[ARTE]A Dresda La Mostra Dell'eros

2 messaggi in questa discussione

Oggetti di riferimento erotico dall'antichità alle prime foto

Si possono ammirare da ieri nel Palazzo Giapponese

Centomila anni di sesso

A Dresda la mostra dell'eros

BERLINO - Dai graffiti erotici alle statuette. Dai mosaici alle prime fotografie. Se il primo amplesso dell'umanità non ha lasciato traccia, dall'arrivo dell'Homo Sapiens in Europa si sono accumulati nei millenni moltissimi documenti sulla vita sessuale dell'uomo. Da ieri raccolti in piccola parte in una mostra apertasi al Palazzo Giapponese di Dresda, in Germania orientale, dove resterà fino al gennaio prossimo.

I graffiti delle caverne paleolitiche francesi a Le Portel (vecchi di 12.500 anni), le statuette dell'età del bronzo con gli attributi in evidenza, gli espliciti mosaici ed affreschi di Pompei testimoniano l'interesse intramontabile dell'umanità per il sesso, inteso ovviamente non come semplice atto di riproduzione.

"Il sesso è vecchio quanto l'umanità, e noi siamo la sua prova vivente", ha detto l'archeologo tedesco Christian Gliwitzi oggi a Dresda, dove si è inaugurata la mostra, dal titolo inequivocabile: 'Centomila anni di sesso'.

Cronologicamente si va dal Paleolitico alla fine del XIX secolo, l'ambito di diffusione dei reperti è limitato all'Europa per arginare in qualche modo lo sterminato materiale disponibile. I 250 reperti in mostra, proveniente da 60 musei di numerosi paesi europei (compreso quello di Archeologia Sudtirolese di Bolzano), tracciano con dovizia di particolari una vera e propria storia erotica del Continente.

Si parte con i triangoli rappresentanti la vulva femminile, incisi sulle pareti di caverne abitate tra 30 mila e 12 mila anni prima di Cristo. C'è un grosso ditale con la punta aperta (trovato nella 'Tomba del Pene d'Orò a Varna, in Bulgaria e risalente al 4300 a.C.), a conferma che l'abbigliamento sexy non è una scoperta recente. C'è anche un gonnellino di treccine di spago, unite tra loro solo alla cinta ed all'attaccatura della coscia, che nel movimento lasciavano trasparire le forme femminili, trovato in una tomba del 1.400 a.C. a Egved, in Danimarca.

Una vera orgia di immagini a carattere sessuale è arrivata fino a noi da manufatti e statue del periodo greco, quando l'erotismo interessava di più dell'appena inventata filosofia. Le raffigurazioni spaziano dai gesti di culto verso il fallo (Phallos, la parola viene dal greco) simbolo della fecondità, alle scene di amplessi alla maniera classica o a quella 'greca'.

Più pragmatici i romani, che hanno lasciato non solo grazie a Pompei un segno indelebile del loro interesse per l'argomento. Verso la seconda metà del XIX secolo vicino ad Arnheim in Olanda furono trovati alcuni oggetti di epoca romana, tra i quali il più interessante era un fallo con le ali, realizzato in bronzo, una testimonianza vecchia di millenni della sinonimia in molte lingue (compreso l'italiano) tra la parola 'uccello' e pene.

Uno schizzo di Leonardo da Vinci, realizzato nel XV secolo per illustrare l'atto sessuale tra un uomo ed una donna attraverso una sezione longitudinale del loro corpi, corredato con l'obbligatoria scrittura speculare (Leonardo era mancino), conclude il periodo dedicato al Medioevo, con statuine di uomini dalla testa d'oro ed una piena erezione del V secolo d.C (provenienti da Lunda, Svezia). Riforma e controriforma, il Secolo dei Lumi e anche il bigotto Ottocento hanno lasciato anche loro le tracce sul tema, che la mostra usa per completare l'arco della ricerca.

La mostra si conclude con alcune delle prime fotografie di nudi femminili in pose erotiche, scattate tra il 1852 ed il 1880. Rappresentano le antesignane della enorme mole di immagini e scene pornografiche del nostro tempo che ora sono un tema principale, per esempio, di internet.

(6 ottobre 2005)

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Uhm, Dresda è un tantino fuori mano....peccato :)

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