jetblack

Foto Su Facebook

13 messaggi in questa discussione

... molti miei amici si ostinano a pubblicare innumerevoli foto su facebook taggando milioni di gente e sempre piu facilmente trovo miei primi piani. Questo e una fatto che in alcun modo mi puo rendere felice, non mi piace l'idea che chiunque possa mettere online, esporre al mondo intero, foto mie senza che io possa farci niente.

se non sbaglio e una violazione della privacy rendere pubbliche delle foto senza il consenso di chi e ripreso a meno che non si tratti di foto di gruppo dove allora non si e piu il soggetto principale della foto.

sbaglio o questi diritti non vengono salvaguardati da facebook??

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:) Quando si sceglie di far parte di un social network qualsiasi o di una social community che dir si voglia, si accetta un regolamento, come quando si fa una iscrizione in un forum. Il tema della privacy è molto dibattuto in questo caso. Per farti capire l'entità di questo tipo di community c'è un software aggiuntivo che permette di dare una "sbirciatina" alle foto degli iscritti che è anche oggetto di un thread su wininizio...pur non facendo parte dello stesso gruppo..

Mi pare che nelle impostazioni si possa dire cosa pubblicare nel profilo, rifiutare le richieste di amicizia e filtrare anche altri link del proprio account, anche se il fine stesso di questo sito è quello di ravvicinare persone che hanno interessi comuni. :P

:P

edit:http://www.mondo-seo.com/blog-seo/tag/photo-stalker/

Modificato da Luna75

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ok regolamento ... mettiao che qualcuno di non iscritto trovi per caso le sue foto ( primi piani, soggetto principale) nemmeno in questo caso pur non avendo accettato nessun regolamento si puo fare qualcosa ???

piu che altro mi stupisce il fatto che la maggior parte degli utenti prenda con leggerezza questo aspetto della rete, del pubblicare in rete.

chissa magari in futuro regolamenteranno bene questi problemi con norme specifiche.

mi scuso per la mancanza degli accenti ma non su una tastiera americana e per farle gli accenti dovrei usare i codici che non so... :)

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ok regolamento ... mettiao che qualcuno di non iscritto trovi per caso le sue foto ( primi piani, soggetto principale) nemmeno in questo caso pur non avendo accettato nessun regolamento si può fare qualcosa ???

Come no! A meno che tu non sia una persona nota, ripresa in un luogo pubblico nessuno può mettere foto di altri su internet indipendentemente se in primo piano o no.

La discriminante è se la persona sia riconoscibile o meno. Sicuramente puoi scrivere al soggetto che l'ha messa online che potrebbe anche essere chiamato a risponderne.

più che altro mi stupisce il fatto che la maggior parte degli utenti prenda con leggerezza questo aspetto della rete, del pubblicare in rete.

Sfondi una porta aperta! E' allucinante la leggerezza. Un domani queste foto (o i testi) potrebbero essere pregiudiziali per un posto di lavoro oppure ti potrebbero associare con qualcuno a cui in futuro non vorresti mai essere associato.

Il ragazzo di una mia amica, ad es. lo scorso anno non ha ottenuto un posto di dirigente presso una società manifatturiera di tabacco proprio perché in un social network (non faccio nomi) aveva scritto che è fortemente contrario al fumo.

chissà magari in futuro regolamenteranno bene questi problemi con norme specifiche.

Le norme ci sono è la materia grigia che manca :P

mi scuso per la mancanza degli accenti ma non su una tastiera americana e per farle gli accenti dovrei usare i codici che non so... :)

Scaricati ed installa la Google bar ed attiva il correttore delle parole, ci penserà lui a farlo :P

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molto illuminante ... gia che ci siamo mi potresti indicare ( se la mole di informazioni da acquisire non e eccessiva es.: 8M di pag) dove andare a cercare le normative che regolanon proprio questo genere di diritti??

fa sempre comodo sapere cosa si va in contro anche perche al momento del caricamento di un'immagine si sottoscrive il fatto che si hanno i diritti per pubblicare l'immagine quindi quando si caricano foto controvoglia delgli interessati o senza i diritti si possono rischiare anche sanzioni se non sbalgio ...

Magari riesco a trasmettere un po' piu di cultura la normale utente, da sensibilizzarli un attimo...

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se non erro si tratta sempre del famoso d.lgs 196/2003 :)

comunque sì, è una questione di mentalità. la gente non è assolutamente consapevole del fatto che le foto non si possono pubblicare senza esplicito consenso. e questo non vale solo per i social network ma per qualsiasi supporto.

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wow ... mi sento molto sollevato a sapere che tutto sommato non faccio niente di male facendo togliere qualche foto spiagevole dal web anche se ricevo molti insulti dai protagonisti dell'eliminazione.

grazie per la diritta ... leggero qualcosa a riguardo

ps.: devo ancora scaricare il google tool bar =P

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Non dimentichiamo che Facebook, anche se tradotto, ha sede negli USA: uno dei problemi, proprio per quanto riguarda Facebook, è che il loro regolamento, nonché l'informativa sulla privacy, è basato sul codice privacy statunitense, meno restrittivo del nostro.

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La questione è piuttosto intricata.

Effettivamente Facebook non applica alcuna normativa nazionale in materia di privacy ma adotta un proprio regolamento, basato in maniera MOLTO larga sulle normative statunitensi in materia di privacy (che, tra le altre cose, variano da Stato a Stato) e non fornisce un riferimento legislativo preciso cui appellarsi, ma solo e semplicemente la garanzia di aderire al programma EU Safe Harbor. Questo è un programma di tutela della privacy realizzato per le aziende USA che si ritrovano a trattare dati personali di utenti nell'Unione Europea e, pertanto, devono sottostare alla direttiva europea 95/46/EC in materia di protezione dei dati sensibili.

Il programma Safe Harbor prevede il rispetto di 7 principi che - guarda caso - somigliano parecchio ai principi di base della normativa italiana sulla privacy (apprezzata presso gli Stati Membri dell'UE e "copiata" a livello europeo):

  1. Informativa - l'utente deve essere informato della raccolta e delle modalità di trattamento dei dati personali;
  2. Scelta - l'utente deve essere libero di chiedere la rimozione dei dati e/o il trasferimento ad altri soggetti;
  3. Trasferimento sicuro - il trasferimento dei dati deve avvenire solo presso soggetti che rispettino questi medesimi principi;
  4. Sicurezza - l'ente che raccoglie i dati deve fornire garanzie sufficienti affinché siano prevenuti lo smarrimento e/p il furto dei dati raccolti;
  5. Integrità dei dati - i dati raccolti devono essere rilevanti e affidabili per lo scopo per il quale avviene la raccolta (es.: se mi registro in un forum, il gestore non deve chiedermi quanto guadagno mensilmente);
  6. Accesso ai dati - l'utente deve avere accesso ai propri dati e ha la facoltà di cancellarli o modificarli ove questi siano inesatti;
  7. Applicazione dei principi - applicazione effettiva di tutti questi principi.

Ogni 12 mesi Facebook (e tutte le altre aziende aderenti al Safe Harbor) devono applicarsi per il rinnovo della certificazione, per la quale è previsto persino uno specifico addestramento per il personale impiegato, che successivamente verrà sottoposto a valutazione.

Responsabile della certificazione è la Federal Trade Commision del governo USA ma ad oggi nessuna azienda partecipante si è vista rifiutare o ritirare la certificazione: questo non è propriamente un dato positivo poiché induce a pensare che 1) le aziende USA sono perfette sotto il profilo della privacy oppure 2) che il meccanismo non funziona come dovrebbe.

Lasciando da parte i tecnicismi, Facebook ha un vistoso problema di privacy: è un servizio con sede negli USA che permette di far comunicare persone in tutto il mondo, Unione Europea compresa. Ma se Caio pubblica una foto con Tizio ubriaco che canta in mutande sul divano del salotto di una privata abitazione, Tizio a quale normativa dovrà fare riferimento fra il Safe Harbor e il Codice della Privacy italiano per tutelarsi nei confronti di Caio?

Al Centro Studi di Informatica Giuridica (CSIG) di Reggio Calabria ce lo stiamo chiedendo e stiamo provando a tirare fuori una soluzione che possa rappresentare una valida tutela per l'utente del social network più famoso del web.

In realtà la violazione della privacy non la sta commettendo Facebook in quanto azienda, ma è Caio in quanto soggetto privato che decide di pubblicare quella fotografia. Si tratta quindi di un cittadino italiano che sfrutta un servizio USA per pubblicare senza consenso l'immagine di un altro cittadino italiano. A ben vedere, difficilmente può essere attribuita a Facebook la responsabilità per la violazione della privacy dal momento che questo costituisce solo un medium per l'azione finale, ossia per la pubblicazione della foto, nè tantomeno può auspicarsi che Facebook controlli tutto il materiale che quotidianamente viene pubblicato, sia per motivi giuridici sia per motivi tecnici - la mole spropositata di materiale che si dovrebbe sottoporre a controllo.

Caio, quindi, pubblicando l'immagine di Tizio ubriaco senza il suo esplicito consenso, sta violando le normative italiane civili e penali, non solo in tema di privacy, ma già sul piano dei semplici diritti personali: si profilano, infatti un danno extracontrattuale (art. 2043 c.c.) e non patrimoniale (art. 2059 c.c.), così come si potrebbe persino profilare un reato di diffamazione (art. 595 c.p.).

All'azienda Facebook potrebbe solo attribuirsi una culpa in vigilando per non aver sufficientemente controllato che la pubblicazione fosse autorizzata e non contraria alle normative vigenti, ma - come anticipato - sarebbe un'operazione tecnicamente difficoltosa e, comunque, si dovrebbe ricorrere ad una probatio diabolica tendente a responsabilizzare oggettivamente Facebook per l'operato di Caio, anche (e soprattutto) perché le foto, sebbene si riduca l'accesso ai propri amici, possono essere condivise anche all'esterno di questo limite con la diffusione di un URL specifico che lo stesso Facebook fornisce ("condividi questa foto con chi vuoi inviando questo link pubblico..."). Anche in quest'ultimo caso, però, sono indotto a ritenere che il principale responsabile sia l'individuo che pone in essere l'azione della pubblicazione o della condivisione dell'immagine e non Facebook che, invece, agisce unicamente da mezzo per l'espletamento dell'azione. Se uccido una persona con una pistola, il responsabile sono io e non l'azienda che ha fabbricato l'arma.

In conclusione, Facebook ha grossi problemi di privacy ma non sembra essere la causa del proprio male; al contrario, Facebook andrebbe inteso come uno strumento di comunicazione planetario, con tutte le conseguenze che ne potrebbe derivare e, dunque, grava sul capo degli utenti la responsabilità delle azioni prodotte sfruttando il sito di Facebook. Questo dovrebbe essere responsabilizzato solo nel caso in cui i dati personali raccolti diventino improvvisamente di dominio pubblico (es.: quando un hacker malintenzionato ruba gli account di un sito e/o i suoi contenuti).

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nemmeno a farlo apposta... ho trovato questo link ad una notizia del maggio 2009: http://iltempo.ilsole24ore.com/interni_est..._facebook.shtml

Secondo me far causa a Facebook è del tutto inutile (allo stato attuale), proprio perché Facebook è il mezzo e non l'agente. Per motivi deontologici non commento ulteriormente :)

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In ogni caso non fai male a richiedere la rimozione delle foto ove sei presente, una mia collega s'è permessa di pubblicarne una e l'ho costretta a rimuoverla; un'altra collega, amica dell'altra incriminata su Facebook, mi ha confermato la rimozione della stessa.

Non m'importa d'essere insultato, la mia faccia non ci deve stare, e chi si permette di insistere e non procedere alla rimozione da parte mia si becca una sonora denuncia, punto!

Modificato da dj GCE

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che facebook è un mezzo questo forse non è scontato per tutti, ma per me lo era già. Più si va a fondo in questa questione e maggiori sono le violazioni GRAVI che quotidianamente vedo su facebook.

è scontato che facebook in qualche modo riesca a scaricare la resposabiltà sugli utenti inqualto quando il regolamento dice proprio che la resposabilta di ciò che gli utenti mettono in rete è degli utenti. e quindi per dirla in modo grezzo "si para il c**o in questo modo!!"

Ovvio non è che adeso comincio a mandare denuncie a destra e a sinistra ... però promuovere un po' di informazione non fa mai male anzi.

Non vorrei mai che in un futuro qualche mio amico si trovi una denuncia per qualche pubblicazione che lede un'altra persona .

Probabilmente tra qualche anno vederemo le pubblicità di sensibilizzazione in tv.

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che facebook è un mezzo questo forse non è scontato per tutti, ma per me lo era già. Più si va a fondo in questa questione e maggiori sono le violazioni GRAVI che quotidianamente vedo su facebook.

è scontato che facebook in qualche modo riesca a scaricare la resposabiltà sugli utenti inqualto quando il regolamento dice proprio che la resposabilta di ciò che gli utenti mettono in rete è degli utenti. e quindi per dirla in modo grezzo "si para il c**o in questo modo!!"

Ovvio non è che adeso comincio a mandare denuncie a destra e a sinistra ... però promuovere un po' di informazione non fa mai male anzi.

Non vorrei mai che in un futuro qualche mio amico si trovi una denuncia per qualche pubblicazione che lede un'altra persona .

Probabilmente tra qualche anno vederemo le pubblicità di sensibilizzazione in tv.

Il problema non è tanto che Facebook scarica la responsabilità sugli utenti: questi all'atto della registrazione accettano un regolamento e lo devono rispettare, compresa la clausola in cui si attribuisce loro la responsabilità per ciò che pubblicano. Pensa a quando devi caricare un'immagine nella tua bacheca: ti chiede se detieni i diritti per la pubblicazione di quell'immagine; qualora non li avessi e il reale titolare facesse causa a Facebook, l'azienda chiamerebbe l'utente a garanzia e chiederebbe l'estromissione dal procedimento, esibendo l'accettazione del regolamento e la falsa dichiarazione di titolarità del diritto. Il giudice, a quel punto, al 90%, accoglierebbe la tesi difensiva di Facebook e procederebbe solo contro l'utente chiamato in causa e lo condarebbe al risarcimento del danno in favore del reale titolare dei diritti dell'immagine pubblicata.

Qual è la differenza fra far causa a Facebook e far causa direttamente all'utente? Dai 6 ai 10 mesi di causa civile in più nel primo caso per ottenere il risultato che si avrebbe agendo per la seconda via.

Ancora nel 2009, quasi 2010, mi stupisco come ci sia tanta gente che creda che Internet sia un porto franco in cui agire liberamente, senza il rispetto delle regole giuridiche e del buon senso. Internet è tanto radicata nel nostro quotidiano che per forza di cose dobbiamo considerarla un'estensione della realtà, pertanto, così come nella realtà abbiamo regole da rispettare per il quieto vivere, anche in Internet dovremmo comportarci allo stesso modo.

La causa di tutti i mali, in realtà, è proprio l'agire dietro un monitor che diminuisce la percezione della realtà, del buon senso e della "pericolosità delle azioni". Pensa che nel corso degli ultimi 5 anni i crimini informatici sono pressoché triplicati, proprio perché si è indotti a ritenere che l'invisibilità fisica riduca le possibilità di essere individuati quali responsabili.

Qualcuno ha provato a scrivere un manuale d'uso a Facebook (soprattutto quel manualetto con la prefazione di Walter Veltroni), ma si tratta di poco più che una mera operazione di autopromozione per l'autore. Il vero manuale d'istruzioni lo dovrebbero scrivere gli utenti con il buon senso e il corretto agire.

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