Accedi per seguire   
Seguaci 0
nonnoriccardo

Manzoni Secondo Guardì

1 messaggio in questa discussione

Manzoni secondo Guardì

di Simona Caleo

Da 'Affari tuoi' ai Promessi sposi: Michele Guardì firma un'imponente "opera moderna" che guarda alle produzione in musical del passato. Con Lola Ponce nei panni della monaca di Monza. E un debutto a San Siro il prossimo 18 giugno

Lola Ponce è la monaca di Monza Scene imponenti, che girano in tondo sui binari per andare a svettare su un proscenio di 40 metri, dove entrano ed escono quaranta ballerini e coristi, recitano e cantano dieci protagonisti e altrettanti comprimari, sul pregiato fondo musicale confezionato da un'orchestra sinfonica: a volte i sogni si realizzano senza arretrare di un passo dalla loro fantasiosa grandezza.

E' quello che è successo a Michele Guardì, che ha cominciato a sognare i suoi Promessi sposi dodici anni fa insieme all'amico e musicista Pippo Flora e, da un'estate agrigentina all'altra, ha messo insieme tutto quello che serviva per fare del romanzo manzoniano un'"opera moderna" da spiegare su una ribalta oversize, per la gioia di un foltissimo pubblico.

"La rivolta del pane fatta con sedici o diciotto ballerini è uno sciopero di quartiere: ne volevo almeno quaranta, e me li sono concessi" spiega Guardì che ha curato la riduzione teatrale del romanzo, scandito in 39 quadri essenziali.

Un lavoro al quale si era già dedicato in tempi non sospetti, quando aveva 10 anni appena e una folgorazione precoce per l'opera manzoniana, presa in prestito dallo zio Rosolino e riassunta alacremente su un quaderno che oggi è leggendaria reliquia. Non è una commedia musicale, "che è un testo con belle canzoni", e se ha qualcosa del musical è semmai delle grandi produzioni dei tempi d'oro: "questa è un'opera moderna" che s'accosta più volentieri alla lirica che al pop, tiene a precisare il regista. E dalla lettura del testo alla scelta delle voci, l'opera di Guardì si fonda proprio sull'intreccio di classicità e modernità: partendo dall'attualità del testo originale, cercandone i riflessi nella storia d'oggi, miscelando interpreti di formazione operistica con timbri meno accademici ma sempre di salda formazione. Anche i ballerini hanno preso lezioni di canto. <script language="JavaScript">

L'armonia regna sovrana. Graziano Galatone e Noemi Smorra, ovvero Renzo e Lucia, non sono nuovi ad opere musicali di questa portata: lui ha già vestito i panni di Cavaradossi nella Tosca di Dalla e lei di Pia de' Tolomei nella Divina Commedia in musical.

Il cast prevede poi la partecipazione straordinaria di Lola Ponce e Giò di Tonno - rispettivamente la Monaca di Monza e Don Rodrigo – ex protagonisti di Notre Dame de Paris e ben noti al grande pubblico della canzone.

"Teatralmente, in così grande stile, questa è la mia prima esperienza" racconta Guardì, che firma da anni programmi televisivi di successo ma tiene a ricordare di aver mosso i primi passi proprio in teatro, ancora bambino. Per lui la storia di quest'opera "ha qualcosa di magico" e magica è stata anche l'offerta di Giovanni Terzi, assessore agli Eventi del comune di Milano, che per I promessi sposi di Guardì ha aperto le porte dello stadio di San Siro, dove debutteranno il 18 giugno. Un'unica grande data, alla quale faranno poi seguito tre settimane di rappresentazioni, il prossimo inverno, al Teatro degli Arcimboldi alla Bicocca, che tra gli spazi tradizionali vanta il palco più grande d'Italia.

La scommessa è alta - tra i cinque milioni di euro che la produzione è costata ci sono anche i risparmi del regista – e l'eccitazione è forte. Guardì si muove tra le quinte, aggiusta uno per uno fino all'ultimo corista, tuona dalla sedia correzioni e indicazioni per tirare bene le redini di una scena grande e affollata, chiede un'altra parrucca per il cardinale Borromeo, bacchetta un paio di ragazzi per poi tornare a lodarli alla fine, quando la prova scorre esattamente come la voleva. Perché il 18 giugno è ancora abbastanza lontano, ma il 29 aprile è dietro l'angolo e il primo appuntamento pubblico della "Compagnia del teatro musicale italiano" di Michele Guardì è con una serata manzoniana che avrà luogo quel giorno nel Duomo di Milano, alla presenza del Cardinale Tettamanzi. Un'anteprima ridotta ma solenne, che vedrà alternarsi le letture di Albertazzi dal romanzo e le arie dell'opera proprio nel luogo sacro dei Promessi Sposi, la "grande macchina del Duomo".

"Un'emozione – conclude con un filo di turbamento il regista, prima di riprendere le prove – che non riesco neanche a raccontare".(26 aprile 2010)

Fonte

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per partecipare

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!


Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.


Accedi Ora
Accedi per seguire   
Seguaci 0