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[ARTE]Avanguardie Sotto Zero

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ARTE E OLIMPIADI

Avanguardie sotto zero

Pitture su ghiaccio, architetture di neve, installazioni sonore ad alta quota. Ma anche faraoni, Canaletto, Leonardo e Michelangelo. A Torino, per i Giochi Olimpici invernali, l'arte fa la sua parte con un ricco calendario di eventi. Si inizia con la Pinacoteca Agnelli

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Torino - Le vedute romantiche di Poussin e quelle da cartolina del Canaletto, parate di antichi faraoni griffate dallo scenografo premio Oscar Dante Ferretti, pitture su ghiaccio sensibili ai cambiamenti climatici del pianeta, luci d'artista che trasfigurano piazze e strade della città, maestose installazioni architettoniche di neve e ghiaccio, sculture sotto zero accanto a opere sonore ad alta quota. E ancora, Leonardo, Michelangelo, Carlo Magno e magari l'esperienza unica di provare sport invernali al buio. Tra classico e contemporaneo, anche le arti visive si prendono la loro bella fetta di palcoscenico nell'ambito della ventesima edizione dei Giochi Olimpici invernali, ospitati a Torino dal 10 al 26 febbraio. Ed è con un omaggio alla montagna, con una voglia di sfidare ghiaccio, neve e acqua in trasformazione, di giocare con le suggestioni del freddo, ma anche di sfoderare tesori egizi, greci e romani, di offrire raffinatezze pittoriche e statuarie, che si apre il ricco cartellone di eventi espositivi che, nell'ambito di Italyart, il programma culturale di Torino 2006, animerà per cinque mesi il capoluogo piemontese e le valli olimpiche.

Ad aprire ufficialmente le danze dell'arte, venerdì 13 gennaio, è la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli che ospita la mostra "Paesaggio e veduta da Poussin a Canaletto", fino al 14 maggio, una rassegna pregiata che sfodera un repertorio di 65 opere tra il XVII e XVIII secolo provenienti dalla collezione di Palazzo Barberini a Roma. Protagonista, la storia della pittura di paesaggio, nata come genere alternativo a Roma alla fine del Cinquecento ed evoluta per un secolo e mezzo secondo gusti, stili e tendenze del mercato dell'epoca, attraversando l'ideale classico e l'euforia romantica, le velleità realistiche da "camera ottica", il gioco del pittoresco, la moda delle rovine immortalate con una allure tutto fantastica. Non mancano i capricci architettonici e i dipinti di genere come le famose "bambocciate". Una panoramica preziosa dei maggiori artisti italiani e stranieri che tra '600 e '700 si spartivano la scena tra Roma e Venezia, come l'elegante Bellotto, lo strepitoso Canaletto, gli accattivanti Cerquozzi e Dughet, i malinconici Guardi e Guercino, il sapiente Panini, il seducente Poussin, lo scenografico Van Wittel. E ancora, Paul Bril con le sue suggestioni paesaggistiche in miniatura, Salvator Rosa magniloquente nei dettagli.

Per chi ha le montagne nel cuore, il Forte di Bard (Aosta), da sabato 14 gennaio al 17 settembre accoglie "Alpi di Sogno. Dal mito all'ascensione", viaggio nella storia della rappresentazione pittorica dell'arco alpino occidentale dal 1800 al 1930, anni in cui la montagna passa dal limbo, in cui era relegata da una percezione confusa, ad una affezione più umana, segnata soprattutto dall'interesse artistico a registrarne l'imponenza e la grandiosità. Sempre in tema di alta quota, dal 26 gennaio al 23 aprile la GAM di Torino celebra "Vittorio Sella, alpinista e fotografo", cui si deve una vastissima opera di documentazione sulla montagna, costituita da migliaia di lastre, oggi conservate presso la Fondazione Sella di Biella. Dai suoi reportage d'altura, tra il 1887 e il 1908, condotti soprattutto nel Caucaso, in Africa e in Alaska, in compagnia del Duca degli Abruzzi ne derivano le circa duecento fotografie di diversi formati e tecniche, tra cui alcune straordinarie vedute panoramiche composte da quattro o cinque immagini affiancate. Ancora vette in mostra fino al 26 marzo al Museo Nazionale della Montagna di Torino, nella rassegna "Viaggio alle Alpi, alle origini del turismo alpino", insieme ai "Viaggi dell'Oro", ricordi fotografici all'avventura dei cercatori d'oro del Klondike, al tramonto dell'800 tra le terre del Grande Nord del Canada e dell'Alaska. Mentre fino al 30 aprile il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino racconta gli "Inuit. Popoli del Ghiaccio" con reperti e opere d'arte di raro pregio provenienti da Siberia, Alaska, Canada, Groenlandia e Nord Europa.

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Per i palati dediti all'antico, il Museo delle Antichità Egizie di Torino, dal 20 gennaio al 30 giugno ospita in grande stile "Riflessi di Pietra", l'imponente collezione di monumentali statue di faraoni, divinità e dignitari, chicche della collezione egizia torinese, nel riallestimento scenografico curato dal Premio Oscar Dante Ferretti, dove spicca da protagonista principale la statua del faraone Ramesse II, ultimo grande sovrano di un Egitto potente, ricco e sapiente, immagine destinata a perdurare fino ai nostri giorni. Uno spettacolo, nel vero senso della parola, di colori e luci in cinemascope per esaltare la bellezza epidermica delle pietre scolpite e lavorate per definire i volti e i corpi di re, dèi e nobili, proiettati dalla mano e dal pensiero dell'uomo nella dimensione eterna dell'arte. Accanto, una mostra su "La vita quotidiana dell'antico Egitto", tema riproposto attraverso opere d'arte e oggetti di nuova e precedente esposizione. Ruolo chiave è giocato dalle pitture della tomba di Iti, il cui programma decorativo è una descrizione puntuale della vita agreste con i momenti salienti del raccolto e della riproduzione. Ad integrare questo patrimonio, un ricco repertorio di materie prime, attrezzi, cibi e prodotti per la cura e la bellezza del corpo, capi di vestiario e arredi della casa, che evocano e illustrano la vita nelle abitazioni, nelle botteghe artigiane, nelle campagne o al pascolo, con i pescatori o a caccia nel deserto e nelle paludi. Ancora "bellezza classica" nella rassegna "Eroi ed atleti. L'ideale estetico nell'arte da Olimpia a Roma" dal 7 febbraio al 30 aprile al Museo di Antichità di Torino, dove sfila una selezione di quasi quaranta opere, soprattutto grande statuaria di età greca e romana, nonché ceramica figurata ed elementi di corredi funerari di atleti, con cui si ricostruiscono i modelli iconografici e l'esaltazione della bellezza nell'arte classica, nelle rappresentazioni legate alle Olimpiadi antiche e alle gare atletiche. Piccolo grande evento torinese, dall'8 febbraio al 18 giugno a Palazzo Bricherasio, è la presentazione del "Papiro di Artemidoro", l'eccezionale reperto di epoca tolemaica, che riemerge dopo duemila anni di oblio, grazie alla Fondazione per l'Arte della Compagnia di San Paolo - che lo ha recentemente acquistato e fatto accuratamente restaurare e che ha promosso, in collaborazione con la Fondazione Museo delle Antichità Egizie, la mostra. Il pubblico potrà ammirare non solo un'ampia porzione di un testo perduto del geografo Artemidoro di Efeso, finora noto essenzialmente come fonte di Strabone, ma anche tre diversi strati di immagini: la più antica carta geografica di età classica ad oggi nota, un repertorio di animali reali e fantastici, e infine un taccuino con disegni di figura, probabilmente provenienti da botteghe di artisti.

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Ma il contemporaneo infesta alla grande. A valle come in montagna ad alta quota. E l'arte va goduta con l'attrezzatura giusta e scaldini a portata di mano. Dal 28 gennaio al 26 febbraio il Forte di Finestrelle, il più imponente forte militare d'Europa, accoglie "Pitture sotto zero: Ice painting Project dell'artista canadese Gordon Halloran". Con lo spirito di uno speciale omaggio al Canada come paese ospite dei prossimi Giochi Olimpici Invernali, Halloran crea con ghiaccio e colore gigantesche opere pittoriche astratte, servendosi di una macchina Zamboni come spatola, di un manicotto antincendio come aerografo e della chiesa come laboratorio. Ne nascono strati di ghiaccio dai colori brillanti disposti su pavimenti, muri, finestre e porte - tant'è che i visitatori devono indossare speciali calzature per camminare sulle opere - opere che si sciolgono e si ricongelano ogni giorno, in modo da riflettere le dinamiche dei mutamenti climatici del pianeta. Sestriere occupato giorno e notte dal 5 febbraio al 20 marzo, invece, dallo "Snow Show. Installazioni di ghiaccio e neve", esposizione di arte e architettura ambientali contemporanee che utilizzano, al posto di materiali permanenti e familiari come il legno o il cemento, l'inusuale ed effimero elemento dell'acqua soggetta alle trasformazioni della neve. Spettacolo a cielo aperto di monumentali installazioni di ghiaccio, alcune delle quali raggiungono i cinque metri di altezza. A partecipare all'evento sono alcuni tra gli artisti e gli architetti più vivaci del nostro tempo: Daniel Buren & Patrick Bouchain, Carsten Höller & Williams & Tsien, Paola Pivi & Cliostraat, Jauma Plensa & Norman Foster, Yoko Ono & Arata Isozaki, Kiki Smith & Lebbeus Woods. Ancora, "Echoes from the mountains - Suoni in alta quota (installazioni sonore)" un progetto sperimentale, messo a punto Ombretta Agrò Andruff in collaborazione con Galleria One Off, consiste nell'invitare undici artisti italiani e internazionali che lavorano principalmente con la musica e il suono a creare performance e installazioni sonore da realizzare nei centri montani che ospitano le Olimpiadi Invernali e nei loro dintorni. Tra gli artisti coinvolti Enrico Glerean, ZimmerFrei, Joe Diebes, Stephen Vitiello, Charlie Morrow, Steve McCaffery, Olivia Block, Miya Masaoka, Scanner, Vlada Tomova e Phil Kline, che presenta la performance "Unsilent Night". Attenzione, i partecipanti sono pregati di arrivare muniti di radio portatile con CD o mangiacassette. Dal 23 febbraio al 31marzo, presso le Fonderie Teatrali Moncalieri di Limone, va in scena "Dialogo nel Buio", un progetto ideato da Andreas Heinecke tutto giocato sulla percezione della neve al buio. Il pubblico è condotto, infatti, da una guida non vedente attraverso ambienti completamente immersi nell'oscurità, dove sperimentare attività e sport invernali: una passeggiata nella neve, la visita a una gelida città, un'emozionante discesa in bob e, infine, una tazza di cioccolata calda da bere in un bar accogliente.

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Ancora avanguardia in edizione speciale per le Olimpiadi, è quella di "Torino Contemporanea luce ed arte. ManifesTO", dal 2 febbraio al 20 marzo, una grande e soprattutto "luminosa" mostra che trasfigura le vie e le piazze della città in un suggestivo museo a cielo aperto. Ventuno famosi artisti italiani e internazionali manipolano e modellano col dono della luce spazi e i luoghi della città. In programma, interventi di Airò, Are, Borghi, Buren, Casorati, De Maria, Ferrero, Giammello, Holzer, Horn, Kosuth, Mainolfi, Merz, Molinari, Nervo, Pannoli, Paolini, Pistoletto, Stoisa, Vercruysse, Zorio. "ManifesTO", sfodera la più attuale e inedita ricerca artistica contemporanea attraverso anche l'affissione pubblica di grandi manifesti d'autore in Pvc. Dal 4 febbraio al 4 giugno, la GAM di Torino accoglie "Metropolis: La città nell'immaginario delle avanguardie", rassegna di respiro internazionale sul tema della visione e interpretazione della città nell'arte delle prime avanguardie, fra il 1910 e il 1920. Inevitabile l'ambizioso tema della "città che sale", messo a confronto con opere di Boccioni, Delaunay, Léger, Gleizes, Otto Dix, Paul Klee, Kirchner, August Macke, Grosz, Max Weber, Joseph Stella, Sironi, Carrà, Severini e molti altri, oltre che con i filmati dei fratelli Lumière e di Paul Strand.

E se dal 9 febbraio al 19 marzo il Castello di Rivoli, la GAM e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e altre sedi di Torino, ospitano una versione deluxe di T1 - Torino Triennale di Arte Contemporanea, dal 16 marzo al 25 giugno Palazzo Cavour fa da sfondo a "Metropolitan Scape: immagini della scena contemporanea", un'indagine avveniristica ma anche disincantata sulle grandi metropoli attraverso gli occhi degli artisti contemporanei. Fino al 16 aprile, poi, il Forte di Exilles accoglie "The Five Rings", cinque installazioni di cinque artisti internazionali che indagano i principi fondamentali della Carta Olimpica. In scena, Jimmie Durham, Alberto Garutti, Loris Cecchini, Lucy Orta e Chen Zhen. Mentre dal 26 gennaio al 26 marzo alla Galleria Civica Filippo Scroppo di Torre Pellice sfila "La scoperta del Corpo Elettronico. Arte e video negli anni Settanta".

Occhio, anche, ai grandi, che fanno capolino tra uno slalom gigante e una discesa libera. Come Leonardo da Vinci, dal 10 febbraio al 19 marzo alla Biblioteca Reale di Torino, con i suoi "Disegni". Guest star è l'Autoritratto di Leonardo, realizzato a sanguigna negli ultimi anni di vita dell'artista toscano, morto ad Amboise nel 1519. Il maestoso volto è scortato da altri disegni, come il Ritratto di fanciulla, riconducibile al volto dell'angelo nel dipinto della Vergine delle Rocce. Lo Studio preparatorio per la battaglia di Anghiari testimonia la precisione anatomica e la forza che Leonardo sapeva conferire al segno grafico, mentre i multiformi interessi del genio toscano sono documentati dallo studio delle proporzioni del volto e dell'occhio umano, dalle fantastiche, micidiali macchine da guerra, dalle indagini naturalistiche condotte sugli insetti e sugli arti dei cavalli, e, soprattutto, dal prezioso Codice sul volo degli uccelli, opera di straordinario valore scientifico, in cui Leonardo indaga i principi che regolano il movimento dei volatili al fine di realizzare la macchina volante. Concludono il percorso espositivo alcuni fogli di allievi e seguaci di Leonardo, tra i quali l'inedito Profilo di vecchia, per la prima volta esposto al pubblico. Una chicchetta è, poi, il "Cristo Crocifisso di Michelangelo", il piccolo Cristo intagliato in legno di tiglio e delicatamente dipinto, databile al 1495, s'impone con la maestà e il pathos di una scultura monumentale. Dal 20 febbraio al 20 giugno, ancora, il Museo Diocesano di Arte Sacra di Susa e Abbazia Benedettina dei SS. Pietro e Andrea di Novalesa, accoglie "Carlo Magno e le Alpi", mostra che punta ad illustrare il rapporto tra Carlo Magno, personaggio che incarna la sovranazionalità e l'Europa in formazione, e le Alpi, vissute nel medioevo come ostacolo ma anche come fondamentale territorio di transito. In scena, un repertorio di oggetti, manoscritti, miniature e riproduzioni databili tra il VII e l'XI secolo. Per concludere, dal 7 febbraio al 14 maggio presso la Promotrice delle Belle Arti di Torino, con "Corti e Città. Arte del Quattrocento nelle Alpi Occidentali", una piccola grande rassegna dedicata alla cultura figurativa dei territori alpini compresi nell'area degli antichi domini dei Savoia. Il percorso attraversa vari campi della produzione artistica (dipinti, sculture, miniature, oreficerie, tessuti, mobili e arredi) dal tempo di Amedeo VIII (1383-1451) fino all'aprirsi del Cinquecento. Ancora un consiglio extra-olimpiadi: non perdere la riapertura delle storiche sale di Palazzo Madama dopo il restauro.

LAURA LARCAN

(12 gennaio 2006)

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