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Dr. Jekyll

In Francia Il P2p Legale

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Parigi - La proposta di legge francese sul peer-to-peer assomiglia sempre di più ad una di quelle banderuole segnavento - in questo caso con tanto di galletto. A dicembre il Ministro per la cultura Renaud Donnedieu de Vabres, aveva proposto sanzioni per i file-sharer e carcere per chi vi lucra; adesso si parla di una controversa "legalizzazione" del fenomeno P2P. Insomma, una sirena di allarme per l'intera industria discografica, che sta cercando di boicottare in ogni modo l'iniziativa.

Donnedieu de Vabres, mercoledì, sarà ascoltato dalle commissioni parlamentari per l'economia e gli affari culturali. Un confronto istituzionale, insomma, che deciderà sulle sorti della futura legge. La bozza, al momento, prevede l'istituzione di un canone mensile che permetterà agli utenti di scambiarsi online tutti i file che desiderano, senza alcuna limitazione. Una soluzione che a detta delle major "cancellerebbe tutto l'impegno anti-pirateria profuso negli ultimi anni".

"Siamo molto interessati alla questione e stiamo seguendo da vicino il corso del dibattito. Ma comunque passerà ancora molto tempo prima che venga approvata una legge sul file-sharing", ha dichiarato Francine Cunningham, portavoce della International Federation of the Phonographic Industry (IFPI.

La bozza di legge, inizialmente concepita per dare una risposta dura alla pirateria online, è sostenuta da numerose associazioni di consumatori, dai conservatori e dai socialisti, ma aspramente criticata da tutte le aziende del settore, su tutte Vivendi Universal - proprietaria della gigantesca Universal Music e azionista di maggioranza di NBC Universal.

"Tutte le voci governative ci hanno rassicurato che la legge così concepita non sarà approvata. Se dovesse accadere il contrario, avrebbe un impatto devastante sull'industria cinematografica mondiale. Siamo tutti contro", ha dichiarato Geraldine Moloney, portavoce europea della

Motion Picture Association. E non ha tutti i torti, visto che il Governo francese sembra intenzionato a fermare il provvedimento per sostituirlo con uno assai meno inviso alle major.

Gli esperti legali concordano sul fatto che il chiaro riferimento, contenuto nella bozza di legge, alla "licenza globale" potrebbe violare l'EUCD, la legge comunitaria riguardante la proprietà intellettuale. "La licenza globale rimetterebbe in discussione il mercato legale francese, la tassa mensile non sarebbe sufficiente a ripagare gli sforzi e gli investimenti dell'industria discografica", si legge in un comunicato rilasciato dalla IFPI.

Bisognerà attendere quindi metà settimana per comprendere se Donnedieu de Vabres riuscirà a fornire argomenti sufficienti per sostenere il progetto. La comunità online si è già schierata e attende con ansia, perché una vittoria sul suolo francese potrebbe precludere ad un cambiamento di rotta in altri paesi, con grande dispiacere delle major.

Dario d'Elia

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Una sentenza francese crea un precedente inaudito in Europa: sfruttare a fini personali le piattaforme di scambio non può essere considerato un reato. Clamore su tutta la rete. L'industria: ricorreremo in appello

Roma - È la Francia ancora una volta a dare grattacapi, e che grattacapi!, alle major che si battono contro gli abusi sui sistemi di file sharing. Un tribunale parigino ha infatti emesso una sentenza senza precedenti, che in buona sostanza afferma la liceità dell'uso del P2P a fini personali, ovvero in assenza di finalità commerciali e di lucro

La notizia della sentenza, che sta facendo rapidamente il giro della rete, si innesca in un momento critico per l'approccio francese al P2P, laddove un numero sempre crescente di parlamentari e commentatori transalpini appare disposto a consentire l'uso personale del P2P.

Come racconta l'associazione Audionautes.net, il caso è quello di un utente accusato di aver scaricato e posto in condivisione moltissimi brani musicali, si parla di 1.200 pezzi, tutti protetti dal diritto d'autore gestito dalla Société de Civile de Producteurs Phonographique.

Stando alla cronaca del procedimento, i sistemi di rilevazione dell'uso del P2P della Societé nel 2004 avevano individuato l'IP del computer di "Antoine", attivo tramite il celebre software Kazaa, all'epoca uno dei più utilizzati in senso assoluto dagli utenti del file sharing.

Il Tribunal de Grande Instance di Parigi, giudicando il caso, ha stabilito che "l'imputato faceva uso di questi file a titolo personale, e quindi un uso legale". Secondo i giudici, la normativa francese stabilisce che i cittadini "facciano un uso corretto dei materiali protetti fino a quando questo uso non è collettivo o non è a finalità di lucro".

La difesa di Antoine l'hanno condotta proprio gli esperti dell'Associazione Audionates che ora mettono a disposizione il pdf della sentenza (in francese) e sottolineano come sia la prima volta che un giudice francese assolve sia il download di brani che la loro condivisione. In passato, altri casi si erano risolti con assoluzione ma soltanto per quanto riguardava il download. Come si ricorderà, sulla questione della condivisione anche in Canada c'è un dibattito aperto: sebbene la normativa sia ancora poco chiara, il semplice scaricamento di opere protette ad uso personale non viene sanzionato.

Va detto che la Societé ha già annunciato che si appellerà contro la sentenza. Ma il presidente dell'associazione Audionates, Aziz Ridouan, si è detto fiducioso sugli esiti dell'appello in quanto la sentenza appare in linea con l'orientamento già espresso in casi precedenti.

Il tutto, naturalmente, potrebbe presto trovare una soluzione normativa, in quanto, come accennato, il Parlamento francese sta discutendo proprio in queste settimane alcune proposte che potrebbero portare ad una legalizzazione dell'uso a fini personali del peer-to-peer anche quando si tratta di scambiare materiali protetti dal diritto d'autore

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