Accedi per seguire   
Seguaci 0
Diablo

[ARTE]I Segreti Di Modì

1 messaggio in questa discussione

GRANDI MAESTRI

I segreti di Modì

Amedeo Modigliani: a Roma lo festeggiano la grande retrospettiva al Vittoriano, una monumentale biografia e una mostra di rari documenti al Centro di studi italo-francesi fortemente voluta dalla nipote diretta Laure, per sfatare il mito dell'artista "maledetto"

este_20173053_31280.jpg

Roma - Modigliani il maledetto. "Un inquietante ritornello", forse un mito da sfatare. Almeno per la nipote diretta dell'artista, Laure Nechtschein Modigliani, figlia di Jeanne, l'unica erede legittima riconosciuta e sopravvissuta di Modì e della sua ultima compagna musa-amante-artista Jeanne Hebuterne. E' lei che arriva a Roma per tenere a battesimo una serie di eventi che celebrano il centenario dello sbarco del grande livornese a Parigi, nel 1906. Eventi che vogliono restituire un Modigliani senza più segreti. Il Modigliani più intimo sullo sfondo di una vita complessa, il Modigliani più autentico al di là dell'immagine in parte compromessa dalla leggenda che ha privilegiato gli eventi drammatici alimentata da una morte precoce, a soli 36 anni e senza la soddisfazione di un riconoscimento pieno del suo talento, dopo una vita apparentemente dissoluta e dal suicidio romantico della Hebuterne, incinta di otto mesi, che si lancia dalla finestra all'indomani della sua morte.

Dal 21 febbraio, e fino al 14 aprile, si apre al centro di studi italo-francesi di piazza Campitelli, nella Sala Capizucchi dell'università Roma Tre, una preziosa esposizione di documenti rari provenienti dal centro archivi legali di Modigliani di Parigi (Modigliani Institut Archives Legales) diretto da Christian Parisot, a lungo collaboratore archivista della figlia dell'artista Jeanne, e autore dell'imponente biografia presentata in questa occasione capitolina, dal titolo "Modigliani. La vita e le opere" (Edizioni Carte segrete dirette da Massimo Riposati/Carlo Delfino Editore) ), la più ampia ricostruzione della vita dell'artista livornese, che parte da "un'altra storia" inedita, quella delle disavventure della sua famiglia nei loro sfortunati investimenti in Sardegna, terre e miniere perdute nel 1910, per svilupparsi poi in tutto l'arco della sua vita, da Livorno a Firenze, a Venezia, ai suoi viaggi a Roma e nel Sud, sempre la Sardegna di Iglesias dal 1896 al 1901, per concludersi com'è noto a Parigi, con la sua morte nel 1920. Il tutto raccontato con foto spesso inedite e rarissime.

Ancora, Amedeo Modigliani protagonista a Roma con la grande retrospettiva ospitata al Vittoriano, dal 24 febbraio al 20 giugno, che sfodera, sotto la cura di Rudy Chiappini, direttore del Museo d'arte moderna di Lugano, circa 120 opere, dove ricorrono anche sculture e disegni. E ci tiene a sottolineare il curatore come la rassegna sia baciata dalla presenza di rari Modigliani sparsi in collezioni private italiane e straniere, e dove spicca soprattutto il "Nudo sdraiato con braccia piegate dietro la schiena" del 1916 proveniente eccezionalmente dalla Fondazione Bührle di Zurigo, un olio poco conosciuto ma di grande suggestione. Al di là dell'idea del genio italiano dalla vita dolorosissima, quintessenza del bohémien parigino, prototipo dell'artista maledetto, da cui il soprannome "Modì" pronunciato alla francese come la parola "maudit" (maledetto), dell'artista inebriato di alcol, hascisc, amore e poesia, tomber des femmes, rapito dal vortice della perdizione tra gli atelier di Montmartre e Montparnasse, una visione alimentata anche dal film "bio-epic" della scorsa stagione "I colori dell'anima", diretto da Mick Davis con un intenso e straziato ma incredibilmente somigliante Andy Garcia, la ricca retrospettiva al Vittoriano è un ambizioso tentativo di documentare la grandezza del livornese di Parigi.

La rievocano lavori incentrati soprattutto su quello che era il suo genere per eccellenza, il ritratto. Il suo unico, provocatorio, iconizzato ritratto, dagli occhi senza iride, dai colli allungati a dismisura, dall'appiattimento bidimensionale, dall'essenzialità chiaro-scurale, dal primitivismo esasperato, dall'elegante stilizzazione. Una personalissima cifra stilistica esageratamente facile da copiare e riprodurre - tant'è che il vero cruccio di Modigliani e dei suoi eredi sono i falsi, e non a caso l'ultimo omaggio di Roma a Modì, nel 1959 alla Galleria nazionale d'arte moderna diretta da Palma Bucarelli, saltarono fuori due falsi. Ma Chiappini sottolinea anche che "è tempo di affrontare Modigliani senza lo spettro dello scandalo". Ed ecco comparire al Vittoriano gli amici devoti e i bambini, ma soprattutto le sue donne, amiche, amanti, muse, committenti, collezioniste, dalla poetessa russa Anna Akhmatova a Lunia Czechowska ad Hanka Zborowska, fino alle due più importanti donne della sua vita: la giornalista inglese Béatrice Hastings e la giovane Jeanne Hébuterne che conobbe durante i festeggiamenti del capodanno 1917, all'Académie Colarossi dove lei stava preparando il concorso per l'ammissione. I colleghi d'atelier l'avevano soprannominata "noix de coco (noce di cocco) a causa delle sue lunghe trecce castane che contrastavano col candore della pelle. Non altissima, magra, grandi occhi a mandorla, Jeanne era una ragazza timida, riservata, malinconica, di costituzione debole, romantica e dolce, ed entrò nella sua vita come "un raggio di sole".

este_20173058_32090.jpg

E, ancora, una galleria di volti illustri, dove spiccano anche i tre mecenati che hanno accompagnato Modigliani, il medico Paul Alexandre, conosciuto nel 1907, il mercante d'arte Paul Guillaume, incontrato nel 1914 e il letterato polacco Léopold Zborowski, che con la moglie Anna sostenne l'artista dal '17 fino alla morte, nel '20. Personaggi, atmosfere, legami e inimicizie che prendono corpo nella documentazione fotografica del centro archivi legali di piazza Campitelli. Un repertorio di foto originali dell'epoca delle modelle che Modigliani frequentava, come la greca Kiki e Aïcha di colore, insieme a quelle dei luoghi di incontro, tra Montmartre e Montparnasse, dei protagonisti dell'arte delle avanguardie europee dell'inizio del secolo scorso, la Cloiserie de Lilas, le Lapin Agile, il Moulin rouge, la Ruche, oltre ai suoi amici-nemici colleghi, in cui l'artista ricorre con con Picasso e Max Jacob, Soutine, Apollinaire, e soprattutto Constantin Brancusi, lo scultore rumeno che plasmava creature simili a idoli, la cui bellezza minimalista nasceva dalla simmetria delle proporzioni, recuperando tutta la poetica della scultura arcaica primitiva, di cultura africana e mediterranea, prima fra tutte quella dell'arte delle isole cicladiche nel Mar Egeo. Insieme a lettere, cartoline, documenti autografi più intimi di una vita complessa.

Fino al monumentale volume biografico che appare come una commovente indagine nella verità dell'artista. Una doppia operazione celebrativa fortemente voluta da Laure Nechtschein Modigliani per continuare l'intensa attività della mamma Jeanne-Giovanna, che fino al 1984, anno della sua scomparsa, si è battuta per ricondurre l'immagine del padre ad una dimensione "senza leggenda", come ha voluto intitolare il suo primo libro apparso in Italia e negli Stati Uniti nel 1958 e l'anno successivo in Francia. "Accompagnata dalle cure di Christian Parisot, all'epoca suo archivista - racconta Massimo Riposati direttore artistico delle edizioni Carte Segrete e curatore della manifestazione - Jeanne ha lavorato per sistemare una catalogazione dei materiali che volta per volta scopriva, a Livorno ed in Francia. Un lavoro immenso, commovente, continuato poi dallo stesso Parisot che si è visto confermare nel suo ruolo di responsabile degli Archives Legales dalla figlia di Jeanne, Laure appunto ".

este_20173055_32370.jpg

"Il lavoro di Parisot segue il solco tracciato da mia madre, da coloro che si interessano a Modigliani senza leggenda - dichiara Laure Nechtschein modiglioni, nata dall'unione di Jeanne con Valdemar Nechtschein, trotzkista francese - Mamma raccolse testimonianze e documenti che comparò, analizzò e criticò metodicamente. Questo rigore era indispensabile alla ricerca di una verità demistificata sulla vita e l'opera di suo padre. Il suo studio è stata la chiave di un incontro autentico con l'uomo, il pittore e la sua opera. Ma di quanto coraggio ha avuto bisogno mia madre per affrontare questo lavoro. Ha pagato cara, a volte, la sua libertà di espressione e l'originalità della sua posizione. Spesso, l'ho vista insorgere, andare in collera contro alcune dichiarazioni o manifestazioni. Perché presto è venuta a scontrarsi con resistenze, ostacoli e si è attirata molte inimicizie. Come se trasgredisse dei divieti decostruendo uno dopo l'altro i miti su suo padre. Questi erano diventati parte integrante della memoria collettiva dell'epoca in accordo con i cliché romantici di alcuni e con gli interessi commerciali di altri".

LAURA LARCAN

Notizie utili - "Modigliani", dal 24 febbraio al 20 giugno 2006. Complesso del Vittoriano, via S. Pietro in Carcere, Roma. La mostra è curata da Rudy Chiappini. Organizzazione: Comunicare Organizzando.

Orario: lunedì-giovedì 9.30 -19.30; venerdì e sabato 9.30 - 23.30; domenica 9.30 - 20.30.

Ingresso: € 9,00 intero; € 7,00 ridotto.

Catalogo: Skira.

"Modigliani Institut Archives Legales", dal 21 febbraio al 14 aprile, Centro di studi italo-francesi Sala Capizucchi, dell'università Roma Tre, Piazza Campitelli 3, Roma. La mostra è curata da Massimo Riposati.

Orari: dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.

Ingresso libero.

Catalogo: Carte Segrete.

(20 febbraio 2006)

Fonte

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per partecipare

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!


Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.


Accedi Ora
Accedi per seguire   
Seguaci 0