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Mpaa Attacca Usenet E Motori

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La Motion Picture Association of America (MPAA) ha trovato e scelto un nuovo bersaglio nella sua guerra contro la pirateria: i motori di ricerca che offrono links a materiale coperto da copyright. Sebbene questi servizi non distribuiscano effettivamente i files illegali, secondo MPAA, i loro siti rappresentano un parte critica dell'infrastruttura che regge la pirateria cinematografica.

Le denuncie di MPAA hanno colpito ieri 9 famosi siti web: BitTorrent: ISOHunt, TorrentSpy, NiteShadow.com, BTHub.com e TorrentBox.com; eDonkey2000: Ed2k-It.com; Newsgroups: NZB-Zone.com, BinNews.com ae DVDRs.net. Questa nuova ondata di azioni legali segna la prima volta in cui MPAA si scaglia contro Usenet, oasi finora in gran parte risparmiata dal crackdown sul file sharing illegale.

Nello specifico, 7 denuncie sono state archiviate dalla Corte Federale negli Stati Uniti. Il significato più importante di queste denuncie sta nella nuova strategia di MPAA volta ad attaccare i siti di indicizzazione Newsgroup NZB che forniscono i files "NZB" o Newzbin. I files NZB semplificano enormemente il lavoro di downloading di materiali dai Newsgroups, eliminando il lungo processo di ricerca tra svariati gruppi per trovare l'archivio desiderato.

La reputazione di essere una fonte online di informazioni ed interazione legittime, ha consentito ai Newsgroups di indexing di essere considerati finora immuni dalla persecuzione legale. Questa nozione è stata resa nulla dalle nuove azioni legali. Gary di ISOHunt commenta: “Funny, they didn't email me ... I'm not too concerned because we deal with copyright requests everyday, some of them from studios MPAA represents.” “Justin” di TorrentSpy è in linea con lo scetticismo di Gary: “I guess I will learn more when I see what they have filed exactly. [i’m] not sure why they are suing when we comply with DMCA requests but I guess we will learn more down the road.”

Bisogna tuttavia considerare che siti come TorrentSpy e ISOHunt sono motori di ricerca, non trackers. Il loro ruolo è radicalmente differente rispetto a quello dei precedenti destinatari delle denuncie come i trackers EliteTorrents e LokiTorrent. I trackers si occupano di dirigete il traffico della comunità BitTorrent ospitando effettivamente i files torrent. Al contrario i siti di indexing operano in una maniera simile a Google o Yahoo! e si occupano solo di ricercare all'interno del database dei trackers e non ospitano files torrent. Tuttavia, i siti denunciati ieri traggono benefici finanziari da questi links incriminati e secondo MPAA non esiste distinzione tra coloro che forniscono i contenuti e coloro che offrono i links agli stessi.

John Malcolm, Director of Worldwide Anti-Piracy Operations per MPAA, afferma: "I Website operators che abusano della tecnologia per assistere la violazione da parte di milioni di persone di lavori sotto copyright non sono anonimi – essi possono essere fermati e lo saranno ... Disabilitare questi potenti networks di distribuzione di file illegali significa fare un grande passo nel progetto di contrastare l’ondata della pirateria su Internet."

Lo scorso Novembre MPAA ha stretto un accordo con BitTorrent.com che si è impegnato a rimuovere i links ai films dal suo indice di ricerca. Le nuove denuncie inoltre arrivano alcuni giorni dopo la chiusura, sempre da parte di MPAA, di uno dei principali server, Razorback2, usato sul network eDonkey2000.

LA FONTE

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Los Angeles (USA) - Bisogna battere il ferro finché è caldo: MPAA ha deciso di cavalcare l'onda del sequestro di Razorback con una pioggia di denunce senza precedenti. L'obiettivo dei legali dell'associazione è chiaro: stroncare tutti i siti web che permettono un accesso privilegiato all'universo della condivisione.

MPAA ha infatti denunciato i gestori di nove importanti portali online, colpevoli di offrire collegamenti ipertestuali verso contenuti multimediali condivisi sulle reti P2P. L'accusa è la stessa con cui è stato preso di mira Razorback: favoreggiamento alla pirateria. "Dobbiamo fermare tutti coloro che abusano delle tecnologie online per facilitare la violazione del copyright", ha recentemente dichiarato il vicepresidente John Malcolm.

Questo significa che qualsiasi sito web che pubblica link diretti verso file da utilizzare con i client BitTorrent o gli altri software di condivisione è passibile di denuncia da parte dei big di Hollywood.

Non è quindi una sorpresa che molti dei siti coinvolti in questo ultimo giro di vite appartengano alla categoria dei motori di ricerca, come BTHub, TorrentBox, NiteShadow, ISOHunt e TorrentSpy. Si tratta di portali che si limitano ad indicizzare file pubblicati da tracker privati e pubblici: "Noi non abbiamo nessuna parte in alcuna attività illegale", sostiene ad esempio il responsabile di BTHub.

Tra i siti presi di mira anche ED2K.it, dedicato al network eMule/eDonkey, insieme a vari indici di ricerca per newsgroup: NZM-Zone, BinNews e DVDRs.net.

Va detto che fino a questo momento le reazioni dei gestori appaiono alquanto composte, anzi si dicono sorpresi delle denunce. "Strano, non mi hanno neppure mandato un'email - ha dichiarato un amministratore di ISOHunt a Slyck.com - Non sono molto preoccupato perché abbiamo a che fare ogni giorno con le richieste relative al diritto d'autore, alcune provengono da studios che MPAA rappresenta". Reazioni simili anche da Torrentspy: "Credo che sapremo di più quando vedremo la denuncia. Non so bene perché ci denunciano, visto che lavoriamo nell'ambito del DMCA, ma ne sapremo di più, più avanti".

È la prima volta che l'industria cinematografica americana bersaglia questo tipo di siti. Finora, l'attività antipirateria di MPAA si è sempre concentrata nella denuncia dei singoli utenti o di siti pensati per "spacciare file". Questa novità segna dunque un cambio di strategia nella lotta alla pirateria multimediale. "Nessun criminale è al riparo", dichiara John Malcolm, "ed assicureremo alla giustizia tutti coloro che hanno parte nella diffusione di materiale illegale". Non ne è così sicuro il celebre avvocato di Electronic Frontier Foundation, Fred von Lohmann, che ha spiegato come "nessun tribunale si è ancora espresso in un caso del genere, ovvero in un caso che dipinge la fornitura di un servizio di ricerca come violazione".

Tommaso Lombardi

Fonte

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