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Sanremo Bocciato Dal Linguista

20 messaggi in questa discussione

Il professor Antonelli stronca i testi delle canzoni in concorso

Sanremo bocciato dal linguista

Non è ancora cominciato ma c'è già qualcuno che l'ha bocciato. Il prossimo Festival non piace ai linguisti, e c'è chi già mette i testi in concorso sotto processo

«Sottoposta alla prova della degustazione muta questa edizione del festival risulta per la lingua una delle più piatte degli ultimi anni. Al punto da giustificare, più di altre volte, l'enfatico titolo che pochi anni fa il linguista Massimo Arcangeli scelse per un suo saggio sull'argomento: "Va dove ti porta Sanremo: la tomba della lingua"». Questo il giudizio lapidario è di Giuseppe Antonelli, Docente di Linguistica Italiana all'Università degli Studi di Cassino, che dal sito dell'Enciclopedia Italiana dice la sua sui testi del prossimo Festival di Sanremo. E non è un giudizio morbido.

TESTI DOMOPAK - Per Antonelli infatti si tratta di «Testi domopak». « La prima impressione è che quest'anno - scrive - manchi proprio l'acuto (tanto per usare una metafora squisitamente musicale), quel pezzo forte che anche le edizioni più deboli dell'ultimo decennio avevano sempre garantito. Dalla formidabile «Italia sì, Italia no» di Elio e le Storie tese a «Salirò» di Daniele Silvestri, dal «Timido ubriaco» di Max Gazzè a «Dimmi che non vuoi morire» scritta da Vasco Rossi per Patty Pravo, tanto per limitarsi a qualche esempio. La sensazione netta è, che stavolta più che mai, si tratti in gran parte di testi scritti all'unico scopo di accompagnare la musica col suono delle parole. Testi-domopak prodotti al metro per confezionare melodie che devono scivolare via facili». Per il linguista «Letti tutti di seguito, i testi di questo Sanremo danno l idea di un'unica fiction melodrammatica (Orgoglio, mettiamo) proporzionata per un consumo più agevole in tante brevi puntate-spot (tipo Camera cafè). Solo che qui c'è poco da ridere: quest anno, anzi, sembra mancare anche quel filone minoritario della canzone comico-burlesca basata sul gioco di parole e sulla critica di costume di solito presente con almeno un brano (Arbore, Salvi, Paolo Rossi Jannacci)».

MONOLOGO MONOTONO - Secondo Antonelli dunque «per Le 29 canzoni (quella di Anna Oxa per ora resta quasi del tutto segreta) si snodano in un monotono monologo. O meglio in un dialogo a senso unico con un convitato di pietra, visto che quasi tutte si rivolgono a un tu poetico facilmente identificabile con l'amata/o (più spesso l'ex, a dire il vero)». Secondo il linguista comunque «Resta il fatto che questo Sanremo almeno quanto ai testi fornisce un'immagine fuorviante dell'attuale panorama della canzone italiana, in cui ormai da una decina d'anni si nota la tensione verso una scrittura più complessa, molto attenta alla qualità del testo e alla sua fattura linguistica, anche al di fuori della classica canzone d'autore (penso a Carmen Consoli e al rock di Subsonica e Bluvertigo, ma anche al pop di Tricarico o al rap di Caparezza)».

25 febbraio 2006

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Ho la sensazione che sarà un pessimo festival di Sanremo :)

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Ho la sensazione che sarà un pessimo festival di Sanremo :)
quindi...come gli altri :dia:

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Sanremo, Panariello: troppe pubblicità sono massacranti

martedì, 28 febbraio 2006 2.13

di Ilaria Polleschi

SAN REMO (Reuters) - Moderata soddisfazione oggi per gli ascolti della prima serata della 56esima edizione del Festival di Sanremo da parte dei vertici Rai e del conduttore e direttore artistico della kermesse, Giorgio Panariello, che ammette la necessità di alcuni ritocchi allo spettacolo e accusa il possente quantitativo di pubblicità di rompere il ritmo dello show.

"Trovo che troppi spot dentro al festival siano massacranti...penso che non lo faranno mai partire, perché viene continuamente spezzettato, si perde il ritmo, il patos, la grinta...", dice oggi Panariello commentando i dati di ascolto, che si sono assestati per la prima parte della puntata, fino alle 22:49, a 13 milioni e 61 mila spettatori, con uno share del 45,01%, contro i 16 milioni e 599mila telespettatori, share 54,69%, dell'edizione 2005 firmata da Paolo Bonolis, considerato "la gallina dalle uova d'oro" degli ascolti.

Una perdita di circa nove punti rispetto all'anno scorso per quanto riguarda lo share, ossia la percentuale delle persone che -- davanti alla tv in quella fascia oraria -- hanno scelto di seguire la kermesse canora, ma leggermente meglio dell'edizione 2004 di Simona Ventura, che nella sua prima puntata registrò 12 milioni e 960 spettatori, con il 43,34% di share.

"Essere collocato tra (le edizioni) di Chiambretti o Pippo Baudo non mi importa proprio nulla...certo che sono qui per mettermi in discussione, ma sulla qualità e non sui dati di ascolto....finito il festival io torno a fare le mie cose", aggiunge, ammettendo che ci sono ancora degli elementi dello spettacolo da mettere a punto.

"Bisogna capire che ieri sera è partita anche per noi una macchina difficile, complicata, che non conoscevamo...Certo, ci sono degli equilibri da ristabilire, qualcosa da limare, ci sarà qualcosa da aggiungere e da togliere", sottolinea. "Ho cercato di fare il centrocampista della situazione, mi sono limitato, così come farò nelle 5 puntate...senza strafare, mettendo al primo posto la musica e non la comicità. Vorrei che mi si dicesse che il festival mi ha dato ragione alla fine delle cinque sere".

Parla anche degli ospiti, spiega che John Travolta ha stravolto la scaletta dello spettacolo perché doveva ripartire entro le 23 con il suo aereo da Nizza e racconta della fatica di fare un festival totalmente italiano.

"La prima cosa che mi ero prefisso era di fare un festival italiano, ma paradossalmente ho trovato più difficoltà a trovare ospiti italiani che stranieri...Gli italiani si spaventano, rischiano di fare brutte figure, ho ricevuto dei sonori no e quindi tocca raschiare il fondo del barile, rischiando 'l'effetto Hugh Grant' dell'anno scorso con personaggi che stanno sul palco ma non collaborano e non gli importa nulla", aggiunge, ricordando l'ospitata dell'anno scorso dell'attore britannico, che poco si era concesso nel suo intervento sul palco dell'Ariston.

DEL NOCE: RISULTATO POSITIVO

Il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce si dice soddisfatto di questi primi ascolti. "Dalle previsioni dovevamo collocarci tra le due edizioni precedenti e quella di Bonolis, questo è avvento e certamente lo consideriamo un risultato positivo...certo c'è da lavorare, ci sono cose da ritoccare, da rivedere...Ieri sera con Giorgio ci siamo parlati a lungo e siamo stati in sintonia sulle modifiche da fare e sulla ricomposizione generale della serata".

Parlando della pubblicità presente all'interno del programma, ossia un break ogni 20 minuti, aggiunge che certo gli "spot non avvantaggiano lo spettacolo, così come non avvantaggiano nessun genere di produzione televisiva".

"C'è un limite di affollamento (pubblicitario), ma dentro questo limiti la pubblicità viene venduta e noi dobbiamo trasmetterla, ma il lato positivo è che Sanremo ha un grosso appeal sugli investitori, che fanno a gara per accaparrarsi gli spazi".

A fare il primo bilancio del Festival sono state anche le due 'vallette" del Festival: la ex-Iena Victoria Cabello e la ex-letterina Ilary Blasi.

"Un'ora prima della diretta ho pianto per l'emozione", racconta Victoria. "Per me essere a Sanremo è una cosa surreale, per il tipo di formazione che ho, per la rete da cui provengo (Mtv)".

Più tranquilla invece Ilary, che si è scusata anche per un seno nudo fuori programma durante la presentazione di un brano: "Mi sono sentita subito a mio agio...Anzi, ero così rilassata che si è visto anche qualcosa che non si doveva, per questo chiedo vorrei scusarmi con tutti gli italiani".

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La seconda serata del Festival dopo il debutto-flop Ilary vede il marito e si emoziona: "Mi sudano i piedi"

Sanremo, Panariello ci riprova La sorpresa è Totti in prima fila

Monologo iniziale dedicato alla par condicio Fuori dalla gara Oxa, Venuti e Grignani

dal nostro inviato ALESSANDRA VITALI

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SANREMO - Dopo il debutto-flop e gli annunci di migliorìe, la seconda serata del Festival parte all'insegna dell'attualità. Almeno nelle intenzioni. D'altronde il conduttore l'aveva detto, "nella seconda serata parlerò della par condicio". In quanto alla gara, si comincia con le eliminazioni: si esibiscono nove artisti fra Uomini, Donne e Gruppi (tre per categoria) e sei cantanti dei Giovani. Vota la giuria demoscopica, passano alla quarta serata sei "Big" e tre Giovani. Il capitolo ospiti prevede le due star del pop, idoli dei teenager, Jesse McCartney e Hillary Duff, un "saluto al pubblico" da parte di Giorgio Faletti, seduto in platea, un premio alla carriera a Riccardo Cocciante ma soprattutto Francesco Totti, arrivato oggi a Sanremo.

Fiori e par condicio. Panariello approda - è il caso di dirlo - all'Ariston a bordo di una barca a vela su ruote, cosparsa di fiori, insomma una specie di carro di Carnevale, in fodo è pur sempre martedì grasso. E' il secondo appuntamento con il Festival, e il conduttore affronta il monologo iniziale, ridotto nei tempi rispetto ai dieci minuti della prima serata. Tema, "quant'è difficile gestire la par condicio", perché Sanremo è la città dei fiori ma i fiori si chiamano margherita, rosa (nel pugno), garofano. E ci si mettono anche le indicazioni stradali, destra sinistra e centro, a complicare le cose. Monologo più breve, sì, ma non per questo più incisivo rispetto a quello della prima serata.

Il Pupone in panchina. La sorpresa (solo per chi non ha visto i telegiornali, che l'avevano annunciata fin dal primo mattino) è seduta in prima fila. E' Francesco Totti, completo Armani blu e movimenti impacciati, seduto accanto alla sorella di Ilary, che si chiama Mellory ed è il clone dell'altra, boccoli preraffaelliti e abito candido. Lady Totti scende in platea, bacio sulle labbra, qualche domada di Panariello: la "cacchetta" di Cristian, la caviglia traditrice, l'importanza dello sport per i giovani. Poi via, si torna sul palco sulle note di "Piccolo grande amore". Ilary è emozionata, e lo spiega a modo suo: "Mi sudano i piedi, mi si è asciugata la lingua".

Teen-ospiti e grandi interpreti. Canta e balla sul palco la giovanissima Hillary Duff, Lolita del pop e del cinema Usa. Passaggio indolore di Jesse McCartney, diciottenne (ma ne dimostra quindici) attore-cantante, idolo delle ragazzine: due battute con la Cabello e qualche gridolino dalla galleria, "senti le tue fan" dice la veejay indicando però un pubblico ottuagenario. Che poi regala una sentita standing ovation a Riccardo Cocciante, al piano con "Bella senz'anima" e "Margherita", e al quale Panariello consegna il Premio alla carriera. Breve intervento di Giorgio Faletti, che parla di "Notte prima degli esami", il film campione d'incassi in questo periodo nelle sale.

La gara. Anna Oxa inaugura la competizione, l'esito è il medesimo della prima apparizione, pochi applausi, qualche fischio, un destino segnato: è lei ad essere eliminata per la categoria Donne. Per i Gruppi, sono fuori Mario Venuti e Arancia Sonora - sebbene "Un posto nel mondo" fosse uno dei brani più interessanti del Festival, mentre dalla categoria Uomini viene escluso Gianluca Grignani. Infine i Giovani: passano il turno (e accedono alla quarta serata) Simone Cristicchi, Helena Hellwig e Monia Russo.

(28 febbraio 2006)

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TROTTOLINO AMOROSO

Quel reality riuscito male

di ANTONIO DIPOLLINA

ansa_7692838_00320.jpgPanariello con Anna Oxa

Valeva davvero la pena aspettare la fine della seconda serata (in non foltissima compagnia) e sorbire il calice fino all'ultimo. Perché è stato lì, alla fine, intorno all'una di notte che è comparsa la vera scena cult, finora. Il momento delle prime eliminazioni. Per chi l'avesse perso (e sono moltitudini) ecco una sommaria descrizione: Panariello e le altre sono sul palco e annunciano il momento emozionante e lì, le telecamere staccano su una stanza un po' buia, piena di sedie e coi muri un po' cadenti, con ogni evidenza la tavernetta del teatro Ariston.

Su quelle sedie stavano seduti i cantanti, prima i giovani, poi i gruppi eccetera, che attendevano la proclamazione in diretta degli eliminati. Che poi erano uno solo per sezione. Per giungere a questo palpitante risultato, si è allestita la scena thriller-suspence, con l'evidente intenzione di tenere la gente incollata ai televisori.

E' finita che tutti gli eliminati (a parte Mario Venuti, che ha giocato comunque la sua parte onestamente) non si sono presentati. La scena della sezione uomini, con i soli Ron e Povia presenti in quanto promossi mentre Grignani ha girato al largo resterà indimenticabile - mentre le luci si abbassavano ancora nella stanzetta e tutto dava l'aria del sequestro di persona ripreso con una webcam. Per non parlare delle donne, con la Oxa che con ogni probabilità aveva abbandonato Sanremo, la Liguria e forse anche l'Europa da almeno tre ore.

Forse non è nemmeno il caso di rilevare come la fantasmagorica sequenza sia un derelitto omaggio ai reality e al celebre meccanismo delle eliminazioni. E la morale è sempre quella: chissà se un giorno finirà questa rincorsa - che coinvolge a volte anche gente dignitosissima - a cospargersi del ridicolo di un genere, il reality, appunto, che è a ogni evidenza un mondo chiuso, anche parecchio vizioso e che, come diceva quello - rappresenta a malapena se stesso. E aspettando quel giorno, godiamoci la salutare pausa calcistica.

(1 marzo 2006)

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L'associazione dei consumatori interviene presso la Corte dei Conti

Compensi agli ospiti, esposto del Codacons

SANREMO - È polemica sui compensi elargiti dalla Rai ai superospiti del Festival di Sanremo. Dopo che sui mezzi di informazione sono circolate ricostruzioni di assegni da favola per le star italiane e internazionali invitate alla kermesse - ma anche per Ilary Blasi e Victoria Cabello, le due vallette che affiancano il conduttore Giorgio Panariello -, è il Codacons a prendere posizione. E ad invitare la tv di Stato a rendere note le cifre esatte degli ingaggi sanremesi.

L'APPELLO DEL CODACONS - «I cittadini che pagano il canone subiscono la mancanza di trasparenza, relativamente ai metodi di utilizzo dei propri soldi - sostiene in una nota l'associazione di difesa dei consumatori -. Anche il garante per la Privacy ha inferto una dura bacchettata alla Rai, invocando maggiore trasparenza. La Rai deve assolutamente rendere pubblici i dati sul cachet di John Travolta, senza nascondersi dietro una inesistente privacy, in quanto si tratta di soldi della collettivitá. Saranno poi i cittadini teleutenti e la magistratura a giudicare la correttezza delle spese della tv di Stato». Per l'attore americano (nella foto Lapresse assieme a Ilary Blasi), che ha preso parte alla prima serata con un breve sketch assieme alla Cabello e un duetto musicale con Panariello, si è parlato di un compenso di circa 300 mila euro; le due partner del presentatore riuscirebbero invece ad incassare circa 500 e 400 mila euro. E cifre a cinque zeri sono state sparate anche per gli ospiti delle prossime serate: 300 mila euro anche per Orlando Bloom, circa 100 mila per la Pausini, un po' di più per Ramazzotti e Bocelli che si dovrebbero esibire rispettivamente con Anastacia e Christina Aguilera.

ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI - Il Codacons preannuncia un esposto alla Corte dei Conti affinchè «si faccia luce sulle spese sostenute dalla Rai (con il denaro della collettivitá) per il Festival, con particolare riferimento agli ingaggi dei superospiti stranieri, ogni anno avvolti da un ingiustificato mistero».

LA RAI INVOCA LA PRIVACY - La Rai «non conferma, nè smentisce», ma ritiene «sicuramente non esatte» le cifre apparse su alcuni giornali riferite ai compensi dei protagonisti del Festival di Sanremo. Quello per Travolta, ad esempio, secondo Viale Mazzini «non supera i 400 mila euro». La tv di Stato ha ribadito di volersi appellare al diritto alla privacy e di non essere disposta a sbandierare l'esatta somma dei cachet, e questo nonostante Mauro Paissan, membro dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali, abbia invece sollecitato a rendere noti i conti dell'azienda. «Paissan questo lo ha chiesto altre volte - è la replica del capo ufficio stampa della Rai, Giuseppe Nava -. Ma noi siamo per metà servizio pubblico e per metà a partecipazione privata. Siamo una società in regime di concorrenza. Le grandi società private non comunicano cifre e noi ci adeguiamo a questa posizione».

SABATO I COSTI MAGGIORI - Il capostruttura Rai, Giampiero Raveggi, durante la conferenza stampa di mercoledì ha precisato che «quasi integralmente gli introiti della pubblicità servono a pagare il festival». Parlando in particolare della serata di martedì, Raveggi ha spiegato che la rai ha speso meno soldi «di quelli che spenderemo venerdì, dove avremo Orlando Bloom, Pieraccioni e John Cena. Sabato, poi, sarà una giornata impegnativa: abbiamo cinque star mondiali della musica». 01 marzo 2006

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IN RETE CON SANREMO

sanremo.jpg

Per chi si fosse perso anche un solo minuto del Festival, la soluzione è a portata di clic.

Elegante e curato nei minimi dettagli, il sito ufficiale di Sanremo 2006 ripropone quasi in tempo reale lo show appena andato in onda.

Le esibizioni delle prime due serate sono già on-line, la principale novità riguarda la possibilità di scaricare in esclusiva in podcast i video dei brani cantati sul palcoscenico del teatro Ariston in versione integrale.

La novità del podcast audio, sperimentata nei mesi scorsi da Rainet con la collaborazione di Radiorai, era già stata apprezzata dal pubblico: 500.000 downloads in poco più di 2 mesi sono la conferma di una risposta decisamente positiva da parte degli utenti.

Con l'edizione di Sanremo, dunque, è partita anche la possibilità di scaricare video in qualità adsl: i 18 big e i 12 giovani, dopo essersi esibiti sul palco, potranno essere ammirati in esclusiva su Internet.

Nel sito spazio anche a interviste, servizi sui protagonisti della manifestazione, e un'accurata pagina riservata alla storia della manifestazione, con i video delle precedenti edizioni.

Il tutto, ovviamente, gratis.

Tra le pagine più visitate quella della community, nella quale si può indicare il proprio favorito per la vittoria finale.

In vantaggio, per il momento, Dolcenera.

Anche lei, come gli altri artisti che lo vorranno, potrà partecipare alle chat con gli utenti previste in questi giorni.

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quindi...come gli altri :dia:

A me sinceramente quello presentato da Bonolis mi è piaciuto molto, questo lo trovo davvero ridicolo :)

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Sanremo, l'industria della musica in crisi lancia un Sos

giovedì, 2 marzo 2006 8.41

di Ilaria Polleschi

SAN REMO (Reuters) - L'industria musicale italiana ha bisogno di aiuto per poter competere in maniera equa e sfruttare al meglio il mondo digitale, visto fino ad oggi più come una minaccia che come un'opportunità. Parola dei Produttori musicali indipendenti (Pmi) e della Federazione dell'industria musicale italiana (Fimi), che a Sanremo si sono confrontati sul futuro della musica.

"Occorre intervenire con delle politiche di incentivo, altrimenti si rischia l'estinzione", ha spiegato ieri Caterina Caselli, presidente del Pmi e fondatrice dell'etichetta Sugar -- che ha nelle sue scuderie artisti del calibro di Andrea Bocelli ed Elisa, -- ricordando che tra il 1999 e il 2005 il mercato italiano è sceso del 30% e che le imprese discografiche hanno dovuto ridurre il personale del 40%.

Antonio Martusciello, viceministro ai Beni culturali, ha ammesso laconicamente che "il governo avrebbe dovuto osare di più, assumendosi per intero la responsabilità di normare questo settore", così come ha fatto invece per l'industria cinematografica, ma ribatte sostenendo che l'industria musicale italiana non è ancora pronta per la sostituzione del cd con il digitale.

ABBASSARE L'IVA

La Caselli ha sostenuto che tra le prime mosse da mettere in pratica ci sia l'eliminazione del differenziale fiscale con altri paesi europei, facendo scendere l'Iva sui dischi - attualmente al 20% -- almeno al 15%, in attesa di portarla al 4%, come è per i libri, considerati un prodotto culturale.

"Dobbiamo avere ben presente che il disco è un prodotto della nostra cultura che porta alta la marca Italia nel mondo e che come tale deve essere trattato", ha aggiunto.

La Caselli ha auspicato che vengano inoltre introdotte quote obbligatorie riservate alle musica italiana nella programmazione delle radio, così come accade in altri paesi europei, ha chiesto detrazioni fiscali sugli investimenti per "la digitalizzazione dei repertori e lo sviluppo delle piattaforme italiane di distribuzione digitale" e la creazione di un dipartimento governativo "con un budget adeguato" per organizzare la diffusione della musica italiana sui mercati esteri.

I VIDEOCLIP AL FESTIVAL DEL CINEMA

Secondo la Caselli, è importante allargare le opportunità di utilizzo della musica italiana, anche favorendo sinergie con il cinema e iniziando a considerare i videoclip dei veri e propri cortometraggi musicali, "meritevoli di accedere al sostegno pubblico" e magari protagonisti di una sezione al Festival del cinema di Venezia.

Secondo i dati di PricewaterhouseCoopers -- diffusi da Fimi -- il fatturato delle vendite di cd e dvd musicali continua a calare: nel 2005 si è assestato a 291 milioni di euro, con una flessione del 4,5% rispetto al 2004, anche se è cresciuta di oltre il 4% la vendita del repertorio italiano.

Cresce invece la musica digitale, con la vendita di brani musicali e suonerie originali per un totale di 11,6 milioni di euro, un dato che rappresenta il 4% del mercato discografico italiano.

Secondo i dati della Fimi, sono stati scaricati complessivamente oltre 14 milioni di brani musicali dagli store online e tramite i cellulari. La musica da internet ha fatturato 3,05 milioni di euro, mentre il mobile ha fatturato 7,7 milioni di euro dimostrando la specificità italiana che vede la musica su telefonini rappresentare il 67% del mercato digitale.

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Se il comico non fa ridere

È tragico fare il comico di mestiere e non far ridere. Panariello ne è capace. E dire che non è stato chiamato a Sanremo per leggere la Divina Commedia o per trovare, anche lui, il senso della vita. No, è stato chiamato per far ridere, per dare un tocco di allegria a una manifestazione di canzoni, per non ridurre le cinque serate a un elenco telefonico. Il dramma è che Panariello non fa ridere: la prima sera per scelta (a suo dire), la seconda per inadeguatezza, la terza, la quarta e la quinta chissà. Così Sanremo ha fatto flop. La colpa non è tutta del comico toscano (ci sono gli spot, per altro più divertenti dello show, ci sono le canzoni, c'è la storia della par condicio) ma Panariello ci ha messo la faccia, è stato pagato profumatamente (al di sopra dei suoi meriti) per metterci la faccia e adesso diventa inevitabilmente il simbolo del tracollo. A essere onesti, la responsabilità di questo sciagurato Sanremo va condivisa con il direttore Fabrizio Del Noce, con Bibi Ballandi, con gli autori (a imperitura memoria: Eddi Berni, Riccardo Cassini, Claudio Fasulo, Pietro Galeotti, Martino Clericetti, Paola Vedani, Carlo Pistarino e Claudio Sabelli Fioretti: Pistarino è il braccio e Sabelli la mente), persino con i cantanti.

E tuttavia Panariello rappresenta un dramma metafisico così strabiliante (il comico che non fa ridere) da calamitare su di sé tutta l'attenzione. In verità il suo dramma comincia molto prima: una volta che era diventato l'emblema della «tv deficiente » doveva fare di tutto per restarlo. E invece, mal consigliato, ha tentato la via dell'espiazione, della redenzione, del riscatto sociale. Perché vergognarsene, perché ripudiarla, perché prenderne le distanze? Per qualche insignificante critica? Come non ricordare quella sua chilometrica intervista apparsa su Tv Sorrisi e canzoni in cui cercava di sdoganarsi e di accreditarsi come l'ultimo interprete di Molière e del Borghese gentiluomo" Anche lui, come gli attori ambiziosi, era ossessionato dal messaggio: «Il pubblico percepisce perfettamente la sincerità del "messaggio"».

Pensava al futuro ed era come abbagliato dal «significato»: «Il sogno a lunga scadenza è quello di allestire una grande compagnia tutta mia con la quale mettere insieme in teatro o in televisione cose create da me o cose che neanch'io in questo momento riesco a immaginare: ma belle e significative». Come Sanremo, appunto. Forse la sua sventura (comica) è che i suoi personaggi hanno più personalità di lui: da Nando l'impresario a Simone il bambino ritardato, da Mario il bagnino al macellaio Pio Bove, dal macho Briatore al meno macho Renato Zero. A Sanremo Panariello è nudo, totalmente privo di carisma, invisibile. È come se avesse paura di se stesso, delle sue creature, del suo famoso marsupio. Fa persino fare bella figura a Victoria Cabello, che impietosamente, al suo fianco, può giocare il ruolo di quella intelligente.

Su Panariello circola una perfida battuta: siccome la pregiata ditta Bibi Ballandi produttrice del Panariello produce anche il Fiorello, si dice che per il primo vengano usati materiali di scarto del secondo. Quando una battuta fa ridere Pistarino la mettono subito nel repertorio di Panariello. È difficile fare il comico e non far ridere. E dire che anche a Sanremo gli spunti non mancano, perché quella potenza cosmica che si chiama stupidità e accompagna ogni nostro gesto è sempre feralmente attiva. Ma a Panariello manca il tratto seduttivo per questa particolare attrazione. Gli manca la grandiosità, l'epicità, la temerarietà della materia che fonda il ridicolo dei nostri comportamenti. Ieri, in conferenza stampa ha dichiarato: «Io sono un comico, il comico o piace o non piace. Se nonmi fa ridere, non me lo guardo ». Di fronte a tanta sincerità è poco elegante infierire. Non ci resta che rimpiangere (la tv deficiente).

Aldo Grasso

02 marzo 2006

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A Sanremo l'attore e il campione di wrestling, poi Verdone e Shakira

Il Festival punta su Pieraccioni e John Cena

Dopo la pausa per la nazionale di calcio il Festival cerca di rilanciarsi con gli ospiti. Ad aprire la serata sarà l'attore Leonardo Pieraccioni, grande amico e corregionale di Panariello. Ma poi ci saranno anche Carlo Verdone e Silvio Muccino, il campione di wrestling John Cena e infine la cantante Shakira. Nel concorso canoro, nuove eliminazioni: uno per ogni categoria di "big" (Uomini, Donne, Gruppi) e tre della categoria Giovani.

SKETCH - Si ripartirà dunque con Leonardo Pieraccioni. Assieme ad altri due amici del conduttore, Carlo Verdone e Silvio Muccino (che ne approfitteranno per promuovere il loro film di imminente uscita «Il mio miglior nemico»), Pieraccioni dovrebbe dar vita a diversi momenti di spettacolo con Panariello nel corso della serata. Poi ci saranno i primi tre cantanti in gara: Simona Bencini, I Nomadi, Alex Britti.

JOHN CENA - Dopo le canzoni, sarà la volta dell'ospite internazionale: il campione Usa del wrestling John Cena, per il quale si preannuncia una sfida inaspettata. A confrontarsi con i suoi 117 chili di prestanza, sarà un misterioso (si fa per dire) wrestler che potrebbe essere o Giorgio Panariello o persino Victoria Cabello. Riprenderà poi la gara: Spagna, Zero Assoluto, Michele Zarrillo. Dopo l’esibizione in ensemble di Noa, Carlo Fava e i Solis String Quartet, il palco della musica lascerà lo spazio agli atleti medaglie d'oro all'Olimpiade di Torino. Ci saranno dunque Giorgio Di Centa, Enrico Fabris e gli altri campioni di Torino 2006.

CUCINOTTA E SHAKIRA - Sul palco è previsto anche l'intervento di Maria Grazia Cucinotta che presenterà il film a episodi «All the invisible children», la pellicola sull'infazia disagiata diretto ad otto mani da Emir Kusturica, Spike Lee, Ridley Scott e John Woo, di cui l'attrice è produttrice. Mentre è definitvamente sfumata l'ipotesi di avere Raoul Bova al Teatro Ariston, ci sarà anche il pop latino di Shakira.

ELIMINAZIONI - La gara riprenderà con l’esibizione di sei cantanti della categoria "Giovani": Riccardo Maffoni, Ameba 4, Ivan Segreto, Andrea Ori, Tiziano Orecchio. A questo punto, a fine serata, i riflettori si apriranno sulla "Green Room", la stanza stile "confessionale" destinata agli eliminati: uno per le categorie "Uomini", "Donne", "Gruppi" e tre per la categoria "Giovani". Con l’annuncio dei semifinalisti che si esibiranno venerdì in versioni liberamente re-interpretate delle canzoni in gara e l’apertura del televoto si chiuderà la terza serata del 56esimo Festival della Canzone italiana.

CATTELAN - Intanto è arrivato a Sanremo anche Maurizio Cattelan, artista italiano tra i più quotati, ma in questi giorni salito alla ribalta soprattutto per essere fidanzato di Victoria Cabello. La coppia, a cena in un ristorante locale, non è sfuggita ai flash dei fotografi.

PIRATI IN AZIONE - E nonostante questo Sanremo non stia suscitando grande entusiasmo, le canzoni del festival di Sanremo fanno già gola al mercato della pirateria. Anzia, ci sono già i primi cd illegali sequestrati. E' successo a Catania, dove la guardia di finanza ha sequestrato oltre mille compact disc con i brani in gara a Sanremo e ha arresto uno dei due extracomunitari che ne erano in possesso. In due distinte operazioni antipirateria, sono stati sequestrati complessivamente 5.200 supporti audiovisivi tra cd e dvd riprodotti illecitamente, tra i quali 1.128 cd contenenti le canzoni del festival.

02 marzo 2006

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Il conduttore ai rapitori: "Questi i farmaci di cui il bimbo ha bisogno"

Lungo monologo iniziale su "pericolo giallo" e "invasione cinese"

Panariello, appello per Tommaso

Fuori Britti, Ron e Nicky Nicolai

In finale Povia, Michele Zarrillo, Dolcenera, Anna Tatangelo,

i Nomadi, Zero Assoluto, Simone Cristicchi e Riccardo Maffoni

dal nostro inviato ALESSANDRA VITALI

SANREMO - E' la penultima serata del Festival di Sanremo, la musica arriva presto, ci sono i duetti che incuriosiscono un po' ed è meglio così, almeno si sposta l'attenzione dal monologo di Giorgio Panariello che sembra scritto da Mario Borghezio, una tirata contro i cinesi che ci invadono e "provate a dirlo a quelli che hanno perso il posto perché chiudono le fabbriche e i calzaturifici". Quarta serata del Festival, siamo agli sgoccioli ma non c'è tempo né voglia di cambiare, è andata com'è andata, se ne riparla fra un anno. Avanti con la gara, da stasera subentra il televoto e le preferenze da casa ribaltano, come accaduto in passato, classifiche e pronostici. E alla fine ci sono in effetti verdetti imprevisti e assolutamente imprevedibili. A Panariello il compito più difficile, come fu per Paolo Bonolis quando l'anno scorso annunciò la morte di Calipari: aprire all'attualità più drammatica la porta del teatro, in questo caso lanciando un appello ai sequestratori del piccolo Tommaso, e scandire il nome e il dosaggio delle medicine indispensabili al bambino.

La Cina è troppo vicina. Dopo un sussulto para-berlusconiano contro i giornalisti "per i titoli, che la mattina ci danno tanto coraggio", Panariello cammina sul filo della xenofobia, anche se la prende da lontano: "Dovrei andare a fare il Festival in Cina, sono talmente tanti, basta che mi guardi un condominio per fare ascolto". Poi, però: "Questi entrano nel tessuto sociale", "Avete presente un ristorante cinese? Quanti camerieri ha? Sono almeno dieci, anche se sembra sempre uno", "Clonano tutto, prendono una cosa, la fanno uguale e poi la vendono a molto meno. Provate a dirlo a quelli che hanno perso il posto perché chiudono le fabbriche e i calzaturifici".

L'appello per Tommaso. "E' molto malato e ha bisogno di cure". Panariello si fa serio, si rivolge ai sequestratori del bambino rapito a Casalbarancolo, "spero che abbiate carta e penna" dice, prima di fare i nomi dei medicinali dei quali il piccolo ha bisogno per controllare l'epilessia e la bronchite, dalla quale è stato colpito in questi giorni. "Ricordatevi il Tegretol in sciroppo, 3 millilitri alle 8-9 del mattino, non più tardi, e tra le 20 e le 21 di sera, e poi la Tachipirina perché ha la febbre".

L'Orlando noioso. Ospite il britannico Orlando Bloom, l'elfo Legolas di "Il Signore degli Anelli" e fra i protagonisti del film tratto da "Il Codice da Vinci". Come per John Travolta, è Victoria Cabello a intervistarlo, lui è un po' più vivace del collega (e a 29 anni è considerato uno degli uomini più sexy del mondo), gioca a corteggiarla con tanto di bacio finale, ma non lascia un segno indelebile. Molto più in forma il novantenne Arnoldo Foà, che si esibisce canticchiando un motivetto che è tutto un'allusione sessuale.

La gara. E' la sera dei "duetti", artisti che affiancano quelli in gara per un'interpretazione "personalizzata" del brano. Fra i più siginificativi, quello (in realtà un terzetto) che ha visto, accanto a Ron, per "L'uomo delle stelle", Tosca e Loredana Bertè. Applausi in teatro, ma pure in sala stampa. Così come per l'esibizione dei Nomadi, "Dove si va", affiancati da un commosso Roberto Vecchioni. Grande prova di Tullio De Piscopo, che si è esibito con i Ragazzi di Scampia nonostante mezz'ora prima avesse saputo della morte di sua madre.

Chi resta, chi va. Debutta il televoto che, insieme a quello della giuria demoscopica, decreta i finalisti. Per la categoria Uomini passano alla serata decisiva Povia e Michele Zarrillo (fuori Ron e Alex Britti), fra le Donne vanno in finale Dolcenera e Anna Tatangelo (eliminate Nicky Nicolai e Simona Bencini), per i Gruppi i Nomadi e gli Zero Assoluto (esclusi Sugarfree e I ragazzi di Scampia con Gigi Finizio), per i Giovani passano Simone Cristicchi e Riccardo Maffoni (fuori Tiziano Orecchio, Helena Hellwig e Monia Ruso).

(3 marzo 2006)

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Sanremo al minimo storico di share, battuto da edizione Ventura

sabato, 4 marzo 2006 11.33

SAN REMO (Reuters) - Non riesce a convincere gli spettatori da casa la 56esima edizione del Festival di Sanremo: anche per la quarta serata di ieri -- che ha visto protagonisti i duetti -- gli ascolti non hanno superato quota 10 milioni, calando al minimo storico di share da quando esiste l'Auditel.

Secondo i dati forniti dalla Rai, la prima parte della serata -- che comunque ha rappresentato un buon spettacolo musicale, con una fluidità maggiore rispetto alle precedenti -- è stata seguita da 9 milioni 690mila spettatori, per uno share del 34,94%, contro i 13.885.000, share 46,37%, dell'edizione dell'anno scorso firmata da Paolo Bonolis.

La puntata di ieri è andata peggio -- in termini di ascolti, da sempre molto consistenti per quello che è considerato il più grande evento di costume e musica in Italia -- anche del festival del 2004 di Simona Ventura -- un'edizione considerata di "rottura", che nella quarta serata conquistò circa 12 milioni di spettatori, per uno share del 39,17%.

Lo share è salito nella seconda parte di ieri, con 6 milioni 924.000 spettatori dalle 23:02 alle 23:54, a 39,47%.

La terza parte della serata, fino all'1:27, è stata seguita invece da 3 milioni 104mila persone, con uno share del 41,40%. La media ponderata per le tre parti è stata del 36,74%, quasi 14 punti in meno rispetto al 50,18% del 2005. Nel 2004 si attestò a 40,69%

Sanremo ha però battuto la controprogrammazione di Canale 5, che ieri ha mandato in onda Zelig: nel periodo di sovrapposizione con il programma comico -- dalle 21:21 alle 23:48 -- Sanremo ha registrato il 36,04% con 8.731.000 spettatori contro il 26% e 6.297.000 spettatori di "Zelig", secondo la Rai.

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Lo consegnerà questa sera la cantante, sorella di Mimì

"Per i discografici, a cinquant'anni sei finita"

Il Premio Mia Martini entra all'Ariston

La Berté: 'E ora tiratemi giù dal palco'

dal nostro inviato ALESSANDRA VITALI

SANREMO - "Ora che sono tornata, mi devono solo che tirare giù dal palco". Loredana Bertè affronta tutti quelli che non l'hanno voluta e non si parla solo di Sanremo, lei parla più in generale, e pensa a chi le ha fatto perdere un sacco di tempo e di anni di carriera. Perché lei è qui ma è sempre l'eterna esclusa, perché Mazzi e Panariello l'avrebbero voluta in gara ma non sono riusciti a contattarla prima dello scadere del tempo utile ("Io non ho il telefonino - dice lei - lo sanno tutti"), e perché Ron l'ha voluta sul palco, insieme a Tosca, la sera dei duetti, per cantare insieme "L'uomo delle stelle", ma poi brano e artista sono stati eliminati dal voto della giuria e del pubblico.

Ma sul palco, Loredana, stasera ci torna: perché per la prima volta il riconoscimento intitolato a Mimì, il Premio della Critica "Mia Martini", sarà consegnato davanti alle telecamere, in teatro, fuori cioè dall'ombra in cui per tutti questi anni è stato relegato.

"Dopo dieci anni il premio arriva sul palco - dice la Bertè - Mimì ha solo quello. Mi scocciava vederlo dare sottobanco, era ora di finirla con questa odiosa abitudine di consegnarlo sotto silenzio, un venerdì del cavolo, e vederlo il giorno dopo solo sul Televideo. Così, tutti i predecessori di Panariello che non hanno mai voluto consegnarlo sul palco, e chissà perché, faranno una brutta figura".

E' agguerrita come sempre, coraggiosa e folle, fuori di testa e simpatica Loredana Bertè, che più passano gli anni e più è uguale a Mimì con quella faccia malinconica e quella voce che, nel suo caso, non c'è quasi più eppure arriva dritta a meta. Con indosso un abito elasticizzato color cipria aderentissimo, stivaletti di camoscio nero alla caviglia, in testa un cerchietto che le ferma i capelli, lunghi, neri e bianchi, con applicate roselline di pannolenci, Loredana si presta ai fotografi con il mestiere dell'artista consumata, si mette in posa, alla sua addetta stampa che la richiama all'ordine dice, languida, "Eh no, scusa, se me lo chiedono così, come faccio a dirgli di no...", fa la panterona, li fa felici e si diverte.

E' incontenibile e arrabbiata, "porca miseria, ho dovuto fare un reality per fare un disco - ricorda - i discografici se hai cinquant'anni storcono il naso. L'album mi è costato una cifra, spero che vada benissimo. I dischi, lo sapete, presto non esisteranno più. Ma quando sarò morta almeno il mio disco resterà". E a chi le chiede notizie sulla sua mancata partecipazione alla gara, risponde: "Avevo presentato una canzone, ma non hanno capito che volevo fare la superospite... Non fa niente, è andata così ".

La canzone preparata per Sanremo, "L'araba fenice", "avrebbe vinto sicuramente, perché era fortissima. Però io non ho il telefonino, non l'ho mai voluto, quindi magari sarò stata cercata e non mi hanno trovata". In programma anche un tour, "dopo sette anni ho fatto un disco, e ti pare che non faccio un tour? Mi vedrete in giro molto presto - annuncia - e stavolta mi dovrete tirare giù dal palco".

(4 marzo 2006)

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Sanremo

E il commendator Ramazzotti le canta al sottosegretario Letta0spaziovuoto.gifAndrea Bocelli, Laura Pausini, Eros Ramazzotti e Adelmo Zucchero-Fornaciari hanno ricevuto dalle mani del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, le Onorificenze al merito della Repubblica Italiana. La cerimonia era ultra-ufficiale ma poi, al momento delle foto di gruppo, Eros l'ha invitato ad allontanarsi (con un gesto non proprio gentile delle mani) e ha detto: «Non ricordatevi della musica solo sotto le elezioni». Per aver detto che la medaglia da commendatore è brutta, però s'è scusato0spaziovuoto.gifSANREMO - Il neocommendatore della Repubblica Eros Ramazzotti rompe tutti gli schemi del cerimoniale e dà vita ad un siparietto a tratti imbarazzante con il sottosegretario Gianni Letta. Con un atteggiamento tra lo scherzoso, il bullesco e l’infastidito, il cantante arriva anche ad invitare il sottosegretario ad allontanarsi (con un gesto non proprio gentile delle mani) dalla foto di gruppo con Laura Pausini ed Andrea Bocelli. «Te ne devi andare, non ti vogliono», dice Eros rifendosi ai fotografi che vogliono immortalare i tre. Poi ancora: «Non ricordatevi della musica solo sotto le elezioni».

Iniziata in un clima abbastanza formale (per quanto lo permetteva la trasferta sanremese), con un saluto di Giorgio Panariello, il discorso del sindaco di Sanremo e quello del direttore generale della Rai, la cerimonia di consegna delle onoreficenze conferite dal presidente Ciampi si è trasformata dopo il discorso di Letta, che aveva sottolineato di essere a Sanremo «in veste di messaggero, di postino di lusso» ma «in nome e per conto del presidente Ciampi».

Letta ha definito i quattro artisti insigniti da Ciampi (c’è anche il Commendatore Zucchero Fornaciari che ha mandato un telegramma di ringraziamenti perchè si trova negli Usa) «la squadra olimpica della canzone italiana» sottolineando anche «la responsabilità connessa a questo riconoscimento perchè il presidente vi indica a modello per italiani».

Al momento della consegna però succede di tutto: Letta non pronuncia esattamente il nome della Pausini («Pasini», si sente dagli altoparlanti) ma non se ne rende conto subito. Lei urla dal lato della sala: «Pausini, sennò mio padre ci rimane male». Poi Bocelli viene accompagnato sul palchetto, riceve le insegne e il diploma di Grand’Ufficiale da Letta ma nessuno gli passa un microfono.

Anche qui interviene la Pausini: raggiunge il cantante, toglie il microfono dall’asta e lo avvicina alla mano di Andrea. Lui con modestia ringrazia Ciampi e dice di sentire ancora «prematura un’onoreficenza così importante».

Arriva il turno dalla Pausini: «Ho studiato, so che le donne devono metterlo al braccio sinistro», dice la cantante quando Letta le porge le insegne. Ma il meglio arriva quando sul palchetto sale Eros. Si prende il microfono e rivolto a Letta dice: «Vuole parlare ancora?». E subito dopo: «Io mi sto chiedendo se la Pausini la mette a sinistra, io dove metterla, perchè avevo pensato da un’altra parte...». E la Pausini, sempre da fondo sala: «Al collo». Un Letta sempre più imbarazzato conferma: «Gli uomini la mettono al collo». E porge la medaglia al cantante romano, che parte per una scherzosa passerella avanti e indietro sul palchetto. Poi il clou: i fotografi chiedono che i tre cantanti si riuniscano per una foto. Si avvicina anche Letta. Partono gli scatti dei fotografi che poi chiedono di poter fotografare gli artisti da soli. E lì Eros da il meglio si sè: accompagnandosi con un gesto delle mani dice a Letta che se ne deve andare perchè i fotografi non lo vogliono. Un trionfo.fonte

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questo festival non mi è piaciuto affatto....

l'anno scorso con bonolis era meglio!

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Il neocommendatore della Repubblica Eros Ramazzotti rompe tutti gli schemi del cerimoniale e dà vita ad un siparietto a tratti imbarazzante con il sottosegretario Gianni Letta. Con un atteggiamento tra lo scherzoso, il bullesco e l'infastidito, il cantante arriva anche ad invitare il sottosegretario ad allontanarsi (con un gesto non proprio gentile delle mani) dalla foto di gruppo con Laura Pausini ed Andrea Bocelli. «Te ne devi andare, non ti vogliono», dice Eros rifendosi ai fotografi che vogliono immortalare i tre.

Beh, d'altronde è bravo solo come cantante, poi da lui c'è da aspettarselo un comportamento del genere... :)

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Sanremo,Panariello voleva divertirsi di più.Scontro con Del Noce

domenica, 5 marzo 2006 3.24

di Ilaria Polleschi

SAN REMO (Reuters) - E' polemica tra Giorgio Panariello e il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce alla fine del Festival di Sanremo.

Panariello non ha fatto che ripetere in queste sere -- tra le peggiori in termini di ascolti nella storia del Festival da quando esiste l'Auditel -- di quanto poco fossero importanti i dati di ascolto e oggi è stato smentito da Del Noce, che ha difeso l'auditel come "unico punto fermo su cui si può ragionare".

"Speravo di divertirmi di più", ha detto oggi Panariello con una punta di amarezza, tirando le somme del suo Festival durante la conferenza stampa finale. "Ma quando viene vivisezionato tutto quello che dici ti senti un micro-organismo al microscopio e allora le cose non vengono più naturali e non ti diverti più a farle".

"Alla fine ci siamo ritrovati nostro malgrado a dover fare i conti con cose che a noi importavano poco...torno a ripeterlo, a me dell'auditel non me ne frega nulla, pensavo a fare un buon spettacolo e ora so che se dovessi rifare il festival mi preparerei molto di più sullo show invece che solo sulla musica", ha aggiunto.

Ma Del Noce ha replicato. "Non sono d'accordo nel sentir dire che l'Auditel non conta, perché è solo attraverso l'Auditel che possiamo garantire certi investimenti. E' l'unico punto fermo su cui si può ragionare...sennò parliamo per i muri, è come dire che i giornali si possono non vendere e i teatri possono essere vuoti. Serve un parametro fino a che non si trova qualcosa di meglio e non mi pare ci sia".

Panariello ha ribattuto spiegando che si tratta di due "punti di vista diversi". "Un direttore di rete deve fare i conti con tutti, con gli inserzionisti, con il comune di Sanremo.... Io non lo faccio per snobismo o per prendere le distanze dall'auditel, ma penso che per uno che fa l'artista sia ridicolo fare paragoni".

"Da troppo tempo c'è la gente dietro le quinte che non si preoccupa di quello che va sul palco, ma guarda due monitor per vedere cosa trasmette la concorrenza. Poi questo sortisce solo un effetto: che per ottenere qualche punto in più di share uno raccatta cose che poi sono quelle che fanno dire 'che schifo di televisione'. Io ho cercato una qualità differente...magari non ci sarò riuscito, ma certo che se chiamavo Loredana Lecciso e la facevo cantare contro Albano avevo fatto il Festival".

PANARIELLO: FESTIVAL RISCHIA DI COMPETERE CON GRANDE FRATELLO

Panariello ha ripetuto più volte in questi giorni anche di aver voluto il suo Sanremo dedicato esclusivamente alla musica e meno ai suoi personaggi e alla comicità, per lasciare più spazio alle canzoni e tentare un riposizionamento come artista.

Una scelta forse non apprezzata fino in fondo dai vertici Rai. "Se uno rinuncia a essere se stesso, rinuncia a una certezza. Si può fare, ma fuori dalla televisione, per poi portare il progetto in tv, oppure è un suicidio annunciato", ha detto Del Noce a margine della conferenza.

Ma Panariello ha ribadito che per il festival, o "si avvia un processo di modernizzazione, non solo delle scene ma anche di testa e di idee, o Sanremo rischia di essere assorbito e diventare uno show normale. Che poi dovrà veramente combattere contro il Grande Fratello".

Del Noce ha però riconosciuto a Panariello di aver "mantenuto una sua linea" nonostante le critiche.

"Giorgio non ha perso la testa né ha scelto scorciatoie, ha avuto l'umiltà dopo la prima sera di fare correzioni di rotta", ha detto Del Noce, che ha poi definito un successo la serata di ieri, vinta dalla canzone di Povia "Vorrei avere il becco", vista ieri nella prima parte -- caratterizzata anche dalle esibizioni di Andrea Bocelli, Eros Ramazzotti e Laura Pausini -- da 10 milioni 875mila spettatori, per uno share del 42,27%, contro i 13.745.000 (48,82%) dell'edizione 2005 di Paolo Bonolis e i 12 milioni e il 43% dell'edizione 2004 di Simona Ventura.

"Mi sento di dire che è stata una bellissima trasmissione, ritengo che sia stata una finale in linea con l'idea editoriale di Panariello sull'eccellenza italiana. E' stato un festival difficile perché veniva da un'edizione di grande successo, ma credo che con dignità abbia rispettato le premesse di grande rilievo artistico", ha proseguito Del Noce

Alla fine soddisfatto del suo spettacolo è anche il conduttore. "E' stata una esperienza molto forte, ci sono stati momenti belli, brutti, di nervosismo. Ma questo festival ci ha fatto scoprire tante belle canzoni e la media mi è sembrata abbastanza buona...certo, ci sono stati degli esclusi che a me sarebbe piaciuto premiare ancora di più, come i Nomadi, Nicky Nicolai, Ivan Segreto o L'aura. Adesso sono curioso di vedere se il festival riesce a fare vendere".

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