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«no Per Il Guernica», La Città Basca Voleva Il Picasso

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«No per il Guernica», la città basca voleva il Picasso per i 70 anni del bombardamento

MADRID - Per i baschi un'altra Pasqua, che coincide con la Giornata della Patria (Aberri Eguna), senza la speranza di ottenere, sia pure in prestito, il «Guernica» di Pablo Picasso, definito «un grido per la pace e la libertà». E tanto più dolorosa è questa delusione in quanto la grande tela era stata chiesta a Madrid, che la custodisce al museo Reina Sofia, in un momento di concrete speranze di pace, per il 70/mo anniversario del bombardamento della città, nel 2007.

Il governo spagnolo ha opposto un «no» secco alle richieste provenienti dal parlamento basco, unito tra maggioranza nazionalista e opposizione popolare, e dal sindaco di Guernica.

Questi vogliono il trasferimento del capolavoro per essere esposto «in forma provvisoria o definitiva"al museo Guggenheim di Bilbao; e di fronte alle obiezioni degli esperti, che definiscono «intrasportabile» il capolavoro, hanno invocato una nuova perizia indipendente. Il ministro della cultura, Carmen Calvo, ha risposto che il quadro «non si muoverà dal museo Reina Sofia» perchè non intende «far politica con i pezzi del patrimonio di tutti gli spagnoli». Calvo ha spiegato che le analisi degli esperti dicono chiaramente che le condizioni del quadro non ne consentono il trasporto e garantirne la conservazione «va al di là di qualsiasi congiuntura politica». Il ministro ha inoltre sottolineato che Picasso, che non aveva voluto esporre il quadro in Spagna sino a che fosse stato al potere il generale Franco, aveva manifestato molto chiaramente la sua volontà che l'opera fosse «per tutto il popolo spagnolo» in quanto «simbolo della tragedia di una guerra e delle libertà del suo paese».

Il governo basco ha reagito alle affermazioni di Calvo chiedendo formalmente il trasferimento del Guernica a Bilbao in occasione del 70/mo anniversario del bombardamento da parte dell'aviazione hitleriana che coincide peraltro con il decimo anniversario della nascita del Guggenheim. La portavoce dell'esecutivo regionale, Miren Azkarate, ha assicurato che «la tecnologia del secolo XXI e i mezzi umani e materiali necessari permettono un trasferimento con tutte le garanzie». Ed ha definito incomprensibile che un'opera che «è un grido per la pace e la libertà» ed «ha percorso mezzo mondo» non possa esporsi «nella terra dove avvenne la tragedia». Il riferimento è ai numerosi viaggi compiuti dall'enorme tela (3,45 metri per 7,78) nei primi anni della sua vita e che gli provocarono numerosi danni. Lo stesso Picasso, dopo la restaurazione del 1957, chiese al Museo di arte moderna di New York (Moma) cui lo aveva affidato di non muoverlo più sino al momento di riconsegnarlo alla Spagna, ciò che avvenne nel 1981. Una restaurazione quella del Moma che poi gli esperti hanno giudicato negativamente soprattutto a causa della cera utilizzata, portando al rifiuto di tutti i prestiti richiesti: nel 1995 in Giappone per il 50/mo anniversario del bombardamento di Hiroshima e Nagasaki; a Parigi per una retrospettiva di Picasso al Pompidou; nel 1997 allo stesso governo basco che lo voleva per l'inaugurazione del Guggenheim di Bilbao. E il rifiuto, come adesso, fu opposto sulla base di un rapporto tecnico considerato sempre valido.

Se il Ministro della Cultura denuncia i tentativi di sovrapporre la politica all'arte, il «Guernica» nacque in realtà come strumento propagandistico contro la guerra e il franchismo alleato dei nazisti e dei fascisti. Venne infatti chiesto a Picasso in piena Guerra Civile dal governo repubblicano per l'Esposizione universale di Parigi. E Picasso, non senza fatica, si ispirò al famoso e terribile bombardamento del 1937 che provocò 1.600 morti e rase al suolo la città sacra del popolo basco, sotto il cui albero secolare si inginocchiavano i re.

Il direttore del Guggenheim, Juan Vidarte, ritiene che il quadro sia trasportabile. Ricorda che i danni subiti furono dovuti ai suoi precedenti arrotolamenti mentre ora sarebbe trasferito così come sta in un contenitore totalmente condizionato. Al Reina Sofia di Madrid avvertono invece che il «Guernica» continua ad essere molto delicato come quando si pubblicò il rapporto del 1997. Ma è comprensibile che temano di perderlo, per poco o per sempre, considerato che rappresenta la principale attrazione turistica e un'entrata milionaria per il museo. E a giugno il Reina Sofia raccoglierà intorno al «Guernica» numerose altre opere di Picasso, gran parte provenienti dall'estero, per una grande esposizione in occasione proprio del 25/mo anniversario del ritorno del capolavoro in Spagna. Mostra che si svolgerà parallelamente ad una organizzata dal Prado.

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