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Diablo

"un Libro Al Buio" Per I Non Vedenti

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L'idea di una piccola casa editrice di Genova, la Fratelli Frilli Editori

può facilitare una fetta di mercato composta da 30-40 mila persone

"Un libro al buio" per i non vedenti

Testi letti su internet o in mp3

di DARIO OLIVERO

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TORINO - E i ciechi? Come fanno a leggere i ciechi? Lo sanno i non ciechi che leggono anche loro? Ci pensano? Ci pensiamo? Qui alla Fiera del libro di Torino c'è chi ci ha pensato e ha lanciato un'iniziativa a metà tra la provocazione e il progetto serio e, soprattutto, facilmente realizzabile. Una piccola casa editrice di Genova - perché le buone idee partono sempre dal piccolo - la Fratelli Frilli Editori ha reso disponibili sul suo sito Internet sei libri per i non vedenti. Come tutte le grandi idee anche questa è di una semplicità disarmante: si tratta di mettere sul sito il libro in formato .txt o .doc, fornire un numero di telefono a cui rivolgersi per ottenere la password e basta. Al resto pensano i non vedenti che sono quasi tutti dotati di un software che legge il testo oppure lo converte in formato audio mp3.

L'iniziativa, che si chiama Un libro al buio, è un progetto serio perché d'ora in poi tutti gli autori che vorranno pubblicare per la Fratelli Frilli accetteranno con la firma del contratto che i loro libri possano essere scaricati anche in questo modo. Ed è una provocazione perché questo, dicono sia in casa editrice che all'Unione italiana ciechi della provincia di Genova, non è sufficiente. Infatti la domanda è: perché oggi è possibile scaricare musica a pagamento da Internet e non è possibile trovare libri direttamente in quel formato?

Facciamo qualche passo indietro. Stefano Mantero, della Uic di Genova, 44 anni, non vedente da 30, sposato, lavora in banca, insieme a Frilli è organizzatore dell'iniziativa. Come fa a leggere un cieco, Mantero? "Compra un libro, va a casa e lo passa allo scanner pagina per pagina. Se non ha niente da fare - cioè se non ha lavoro, famiglia e impegni - una giornata basta per un libro di medie dimensioni. Poi con i software appositi converte le immagini delle pagine in testo e lo legge su word, scorrendo il cursore il testo parla. Oppure lo trasforma in mp3 e se lo ascolta su un lettore". Se non ha tempo? "Ci mette due o tre settimane a finire la scansione, senza contare che il software di conversione ha una percentuale di errore dell'1 o 2 per cento e quindi tocca poi anche correggere il testo". Quindi, continua Mantero, se lui e un suo amico non vedente comprano lo stesso libro, "quando il mio amico lo ha finito io lo devo ancora incominciare".

E stiamo parlando di un non vedente con una buona alfabetizzazione informatica. Altrimenti sarebbe una via crucis: si compra il libro, si va in stamperia per tradurlo in braille con tutte le conseguenze. Un libro di 100 pagine diventa di 350 nell'alfabeto per i ciechi e in più il formato è ben poco maneggevole. Senza contare che i tempi di consegna sono nell'ordine dei mesi, un libro comprato a maggio si rischia di iniziare a leggerlo a novembre. "Poi - aggiunge - non te lo puoi di certo portare in giro. Invece con un lettore mp3 io 'leggo' sul bus, al mare, dove voglio".

Ma perché è così difficile, nell'era di Internet, delle grandi librerie online, della condivisione dei contenuti su piattaforme diverse, utilizzare tutto questo per eliminare quello che è un evidente gap di democrazia e di civiltà? Leggere e registrare un libro e renderlo scaricabile online può avere dei costi, ma il libro è già un file di testo e, se reso disponibile su un sito, come ha fatto Fratelli Frilli, non costa nulla. "Perché - si risponde Mantero - temono la violazione del diritto d'autore. Probabilmente temono che qualcuno possa utilizzare quei file per stampare libri e venderli in nero. Ma questo non è il nostro caso. I libri non sono musica, i lettori vogliono avere il libro, non le pagine stampate. Pensi che io dopo che ho scanzionato e letto un libro, poi lo sfoglio per sentire il profumo della carta e dell'inchiostro".

E allora facciamo un po' di conti. I non vedenti o con gravi problemi di vista in Italia sono 250 mila. Di questi, ammette con onestà Mantero, quelli che leggono potrebbero essere una fetta di mercato di 30 o 40 mila, ma vanno aggiunti quelli che sarebbero motivati da iniziative che rendessero l'operazione più agevole e categorie come gli studenti universitari. "Si dice che in Italia si legge poco - chiosa - perché sputare su questa fetta di mercato? E poi lo ripeto e nome di tutti i non vedenti, noi non vogliamo che ci regalino nulla, noi saremmo felici di poter pagare per leggere". Perché, conclude, "i libri descrivono il mondo. Ci descrivono il mondo".

(6 maggio 2006)

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