Accedi per seguire   
Seguaci 0
eagleman

L'icann Boccia Il Dominio .xxx

2 messaggi in questa discussione

9 voti contro 5 e l'ICANN boccia definitivamente il Top Level Domain .xxx. L'ICM Registry, l'ente proponente, intendeva creare una zona protetta del web in cui relegare i contenuti pornografici. L'ICANN ha bocciato tale principio e la proposta è respinta.

La decisione è stata più volte rimandata, ma alla fine l'ICANN ha dovuto pronunciarsi e l'ha fatto con voto e sentenza negativi: il dominio .XXX non s'ha da fare. La proposta, nata nel 2001 e formulata ufficialmente nel momento in cui l'authority internazionale ha palesato l'intenzione di estendere il numero dei nomi a dominio esistenti (2004), cade così dopo lunghe discussioni sull'opportunità o meno di avere a disposizione un Top Level Domain riservato per il mondo della pornografia.

A favore della proposta sicuramente l'ICM Registry, ovvero il gruppo proponente (che nel progetto ha anche investito una ingente somma di danaro). Secondo le intenzioni del gestore il dominio avrebbe dovuto costituire un'area protetta per i contenuti di matrice pornografica, facilitando così i filtri per la navigazione ei bambini ed offrendo armi più importanti agli inquirenti nell'identificazione del materiale riconducibile alla pedofilia. Parte del ricavato della gestione dei domini avrebbe dovuto proprio essere reinvestita al fine di tutelare i bambini dalle derive pericolose e proibite del mondo "XXX".

Il sito ufficiale dell'ICM Registry non riporta al momento ancora alcun commento alla vicenda e ferma al 28 Marzo i comunicati relativi alle iniziative intraprese ed agli attestati di stima ricevuti per l'idea. Contro il progetto si sono schierati nel tempo non solo vari istituti e rappresentanti religiosi, ma anche importanti luminari del WWW che hanno visto nella creazione di nuovi domini una direzione poco utile alla crescita del World Wide Web.

Tra i voti contrari al provvedimento figura ad esempio quello pesante di Vinton Cerf, colui che è considerato uno dei padri di Internet grazie al proprio apporto per la creazione del TCP/IP (oggi alle dipendenze Google). Altro importante parere contrario è quello di Tim-Berners Lee, fermo fin dal principio nel bocciare la creazione dei nuovi domini oggi in attivazione.

Con 9 voti contro 5 l'ICANN ha accantonato il problema rinviandolo nuovamente nel tempo (già nel 2000 la questione venne posta ma non trovò soluzione). In rappresentanza dell'Internet Corporation for Assigned Names and Numbers, Paul Twomey ha spiegato che il dominio avrebbe apportato vari problemi a livello legislativo e posto in seria difficoltà l'ICANN stessa nella gestione del tutto. Twomey si è inoltre trovato costretto a respingere le accuse secondo cui la decisione avrebbe avuto matrice politica, rivendicando così la completa autonomia decisionale del proprio gruppo.

Le valutazioni della vicenda gravitano su piani, contesti e parametri diversi. Il dominio è stato bocciato moralmente in quanto costituiva una sorta di presenza garantita e legalizzata per il mondo della pornografia; dall'altra v'è il problema legislativo dietro cui si è nascosto l'ICANN; infine c'è la valutazione rischi/opportunità nella creazione di ogni nuovo dominio, la cui presenza apporta tanti vantaggi quanti sono gli effetti collaterali e la cui autorizzazione va preventivamente soppesata al fine di evitare uno sviluppo distorto e controproduttivo della rete.

Fonte: HTML.it

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Affossato per ora il suffisso del sesso "xxx"

La storia della ghettizzazione di locali e interi quartieri a luci rosse ha radici lontane che partono dalla Parigi di fine ottocento fino alla Amsterdam degli ultimi decenni: la creazione di una zona “bonificata” e agibile solo per adulti è stata per anni la difesa dell’associazionismo cittadino contro la conquista delle strade da parte di night club, privè e singoli operatrici notturne.

L’ultima spiaggia ancora libera dal ghetto a luci rosse era, come spesso accade, la Rete, Internet. L’abolizione di questo “libero mercato”, anzi mercato libero, era stata proposta dall’Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers, www.icann.com), l'associazione che assegna gli indirizzi Internet: l’idea era quella di assegnare un particolare suffisso, per la precisione “XXX” - spesso gettonatissimo per sintetizzare le tante sfaccettature del mondo a luci rosse – ai siti a contenuto pornografico. Si era già fatta avanti la Icm, una compagnia che opera on line, per coordinare la tripla X on line e creare per l’appunto questo distretto, questo ghetto a luci rosse nella regnatela del web, in risposta alla proposta Icann.

Come era prevedibile, un doppio “No” è stato subito assegnato alla proposta, compattando i due fronti in questione: in primo “no” è venuto dalle stesse case produttrici di materiale hard, sia on line che nelle vecchie modalità, che vedono nel suffisso particolare l’ennesimo cappio al collo, l’ennesima forma di controllo per i loro contenuti; il secondo “no”, più prevedibile, è venuto compatto dalle varie forme associative che scrutano la rete in cerca di siti vietati, come quelle dei consumatori, quelle religiose e quelle più specificatamente antipornografia.

La doppia presa di posizione ha portato l’Icann a rivedere i piani e a mangiarsi la parola data lo scorso giungo 2005 (diffusa subito in rete con ipotetiche corse all’asta per l’assegnazione di domini), quando era stata lanciata l’idea-programma del suffisso “XXX”; il capo dell’associazione ha però dato spiegazioni a questo passo indietro più da un punto di vista legale e giuridico: l'Icann avrebbe dovuto scandagliare tutte le leggi che, nel mondo, governano la pornografia e provvedere poi all’unificazione globale richiesta dalla rete, non compatibile con le leggi nazionali.

Parallelamente a questo presunto passo indietro, ci sono voci che invece danno la Icann stranamente testarda rispetto al solito, e che cercherà di fare carte false, o quantomeno truccate, per vedere andare in porto il proprio progetto: ne parla, tra gli altri, Punto Informatico e lo spazio internet del TgCom.

Ernesto Valerio 12/05/2006

fonte

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Accedi per seguire   
Seguaci 0