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Diablo

No, I Domini Del Sesso Non Ci Saranno

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No, i domini del sesso non ci saranno

ICANN boccia la proposta di creare estensioni.xxx e questa volta potrebbe essere una bocciatura senza appello. Contrari quasi tutti. Partono i.mobi, i domini per cellulari avversati da Tim Berners-Lee

Roma - Da anni al centro delle discussioni, già proposti una volta e già una volta bloccati, i domini.xxx sembrano essere stati affossati definitivamente: la board di ICANN , l'organismo di supervisione sul sistema di naming, ha infatti votato contro la proposta di creare dei domini di primo livello, gli.xxx appunto, dedicati alla pornografia telematica .

Sebbene il porno sia indiscutibilmente tra i contenuti più diffusi in rete, nonché una vera e propria industria che ha anche saputo innovare e sperimentare modelli di business poi migrati ad altri settori, la creazione di una sorta di "ghetto" per i siti pornografici non ha convinto molti osservatori né tutti i componenti della board. Che si è comunque "spaccata": a votare contro la proposta sono stati in 9, solo 5 invece i membri a favore.

Nessun dominio di primo livello come.xxx ha subìto un processo decisionale così lungo, anche per via delle pressioni che su ICANN ha esercitato il Governo americano, a quanto pare ben poco disponibile a dar vita ad uno "spazio" interamente dedicato alla pornografia. Si sarebbe infatti tradotto, questa una delle opinioni circolanti, in una sorta di "avallo" delle luci rosse, settore che come detto prospera comunque sulla rete delle reti . Sex.com, ad esempio, è un dominio che è passato di mano due volte e che vale da solo miliardi di dollari.

La home page di sex.com Ma la stessa industria dell'hard non è sembrata propensa alla creazione della nuova estensione, simbolo di una possibile ghettizzazione capace, se seguita da leggi ad hoc nei diversi paesi, di rallentare l'espansione del business vista la "criticità" di questo particolare mercato e i vivaci dibattiti che tende a suscitare. La proposta delle società del comparto è invece quella di dar vita ad un dominio come.kids , un'estensione da dedicare esclusivamente a siti pensati per i più piccoli.

ICANN ha comunque voluto sottolineare che la propria decisione non è in alcun modo politica quanto invece pratica: si sarebbe trovato in una posizione difficile, quella di chi deve spingere i governi di mezzo mondo a normare la pornografia online, "inclusi quei governi - specifica una nota dell'organizzazione - che potrebbero decidere di obbligare i siti pornografici ad utilizzare quei domini".

Ad essere lanciati in questi giorni, invece, sono i domini.mobi , pensati per il mondo della telefonia mobile. Proprio ieri Register.it ha annunciato che li renderà disponibili a partire dalla prossima settimana. La diffusione di questi domini avverrà in fasi diverse, come previsto dal consorzio mTLD che ne gestisce la diffusione, e solo da fine agosto chiunque potrà procedere alla loro registrazione.

Sui.mobi pesa peraltro la scomunica di Tim Berners-Lee , padre del web e direttore del W3C , che critica il fatto che sia interamente dedicato a siti e servizi per dispositivi mobili e cellulari. Secondo Berners-Lee, infatti, i.mobi sono contrari alla struttura stessa della rete perché violano il principio della "indipendenza dal dispositivo" nell'accesso ai contenuti digitali. "Il Web - ha dichiarato il celebre ingegnere fin dalla prima proposta dei.mobi - deve operare indipendentemente dall'hardware, dal software o dalle reti utilizzate per accedervi, di quanto sia appropriata l'informazione che vi circola, della sua qualità, della cultura e del linguaggio nonché delle abilità fisiche di coloro che vi accedono".

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