nickca

Facciamo Un Gioco

1,141 messaggi in questa discussione

spaccare i timpani degli

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Inviato (modificato)

accaniti oppressori di quella

ops

Modificato da aciddeath

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togli "degli" e aggiungi una parola :)

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degli accaniti oppressori della
non vedi che e gia' scritto degli? :):P:P

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Qui? :P non si gioca piu'? :):P

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io ho perso il filo.. :)

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L'urlo squarciò il silenzio di quella maledetta notte piena di grida, mentre la luna osservava, pallida e silenziosa cosa, chiedendosi se a volte anche gli uomini pensano a quello che sarà.

La madre si voltò lasciando cadere il gelato sul tappeto di colore avorio e in silenzio raccolse le gocce di pistacchio, fragola e puffo.

Trovandosi di fronte ad un tizio mai visto, che piano piano ansimava l'unica parola che lei non avrebbe voluto sentire uscire dalla sua bocca, per un attimo si fermò, chiedendosi se stesse sognando. Tese una mano verso l'uomo, mano che gocciolava gelato: non era gelato, ma un ricordo lontano perso nei sentieri della felicità, riparato dalla brezza della vita... così cara al cuore tornò l'immagine di quell'urlo di quella maledetta notte fredda buia e poi improvvisamente si svegliò.

Turbata da quel sogno, mentre cercava di svincolarsi dalle catene che la tenevano legata a un camioncino trasportante frutta che scendeva giù per la discesa a gran velocità, perchè aveva molta fretta di finire dentro un burrone, lei guardò nel sole che si girò schifato e d'improvviso fu buio, le catene si dissolsero.

Quando riaprì gli occhi si guardò intorno per cercare indizi che rievocassero il suo passato, ma vide solo un gatto che aveva tanta fame, fino al punto che gli versò del latte sul quale si avventò senza fare troppi complimenti, perché quella vita di gatto gli andava stretta, proprio come quando si comprano dei pantaloni che hanno il cavallo stretto, e vorresti urlare per liberarti dal tuo dolore, ma la stretta è possente e non riesci neanche a fare la minima mossa.

All'improvviso si alzò e cominciò a camminare verso quel rigagnolo di fiume morente, trasportata dalla brezza della notte piena di ricordi.

Marco ormai non era più una semplice donna. Identificarsi per lui era un'ardua impresa, poiché non lo sapeva neanche che lo avrebbe fatto.

Eppure lo aveva voluto, era stato lui a invidiare Luca per il modo in cui si destreggiava con lo zucchero filato, e poi non ebbe il coraggio di rinunciare a quell'incarico. Di conseguenza Marco, rimandato l'appuntamento con il dentista, decise di andare a fare compere con il dente dolente e prese a schiaffi il suo bel visino per ridestarsi dal torpore.

Incamminandosi per il sentiero tortuoso che portava nel cuore di un dirupo, vide arrivare da lontano l'elicottero con cui sarebbe dovuto andare in Madagascar a pescare tonni e del pregiatissimo corallo, per farsi una bella collana da indossare per sottolineare il viso e lo sguardo da uomo allupato.

C'era una festa nella propria lussuosa villa, dove la polvere bianca gli scatenò l'allergia e quindi gridò: "Allegriaaaaaaa!!!!!" Ma arrivò Mike Buongiorno, scatenato in una tarantella, chiedendo: "Vuoi la uno, la due o la treeeeeee?"

Si iscrisse a Genius, per illustrare le sue capacità intellettuali: la prima non era proprio una televendita della Rovagnati, ma la cosa più pazzesca si sarebbe rivelata essere la più rivoluzionaria, il campo della nanoelettronica. ... controlli, calcoli, verifiche, test e... segretarie, le famose nanosegretarie, anche un po' nanosexy, però ha rischiato grosso, una non era così sexy come faceva supporre la sua pianta del piede destro, allungando cosi quel suo brodo di gallina caldo nel piatto natalizio, per ricordare quella festa quando comparve improvvisamente lei, Genoveffa, sulla gamba destra una cicatrice vecchia di almeno 20 anni, per cui restava solo un grosso e massiccio corpo immobile grande e potente; l'ossatura di un bradipo tatuata faceva da cornice a un'anima candida, dolce.

Tra suoni d'immenso bagliore percepì quello che credette di capire che sorta di noia avesse provato, guardando quel ridicolo film con quella mora mozzafiato.

Ora però non c'era più nulla da vedere, e, spenta la tv, disintossicandosi dal calcio delle polemiche, si gustò un ghiacciolo al tamarindo, fresco, ma ecco che vide un elefante rosa, ubriaco.

Non appena fece un passo si accorse di lei. Era Lucia, la nonna di cappuccetto rosso, quella che entrò all'istante. "Che bocca grande hai...", le disse ghignando famelico, sentendosi come il lupo; non resistette alla tentazione di urlare il suo orrore per il pelo che gli usciva fuori dal naso. Ululò con tutta la voce che aveva tante volte immaginato e non era mai riuscito ad esprimere pienamente. Nel suo cuore sapeva che tutto ciò non avrebbe prodotto risultati, se non spaccare i timpani degli accaniti oppressori di quella specie canina. Il suono

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produsse un'onda anomala

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su un tratto di :angel_not:

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su un tratto di mare

1 - 2 - 3 - 4 - 5 :)

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mare tra le città

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1 - 2 - 3 - 4 - 5 :P

ops non avevo fatto caso alla 5° modificato, polly sei la solita imbranata :):P

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dell'emisfero opposto alla

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Patagonia. L'onda crebbe

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un pendulo azzurro baldacchino :P

Patagonia. L'onda crebbe
quattro :)

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Patagonia. L'onda crebbe
quattro :)

Polli, non vorrei offendere ma... quanto avevi in matematica??? :angel_not: :P

1. Patagonia

2. La

3. onda

4. crebbe

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Polli, non vorrei offendere ma... quanto avevi in matematica??? :angel_not: :wub:

1. Patagonia

2. La

3. onda

4. crebbe

scusa perche l'onda conta anche l'apostrofo? :) se cosi scusa non lo sapevo e non di certo mi offendi guarda dimmi tutto ma in matematica lasciami perdere :P:P

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scusa perche l'onda conta anche l'apostrofo? :) se cosi scusa non lo sapevo e non di certo mi offendi :P:P

non l'apostrofo, ma la L (è un articolo)

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non l'apostrofo, ma la L (è un articolo)

:up1: :up1: :)

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guarda dimmi tutto ma in matematica lasciami perdere :wub::P

ricevuto! :up1:

non ti parlerò più di matematica per i prossimi [(15x9-3x31)/7]x2/(1+5) giorni

:):P:P

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.... ehm dov'eravamo rimasti ... :)

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L'urlo squarciò il silenzio di quella maledetta notte piena di grida, mentre la luna osservava, pallida e silenziosa cosa, chiedendosi se a volte anche gli uomini pensano a quello che sarà.

La madre si voltò lasciando cadere il gelato sul tappeto di colore avorio e in silenzio raccolse le gocce di pistacchio, fragola e puffo.

Trovandosi di fronte ad un tizio mai visto, che piano piano ansimava l'unica parola che lei non avrebbe voluto sentire uscire dalla sua bocca, per un attimo si fermò, chiedendosi se stesse sognando. Tese una mano verso l'uomo, mano che gocciolava gelato: non era gelato, ma un ricordo lontano perso nei sentieri della felicità, riparato dalla brezza della vita... così cara al cuore tornò l'immagine di quell'urlo di quella maledetta notte fredda buia e poi improvvisamente si svegliò.

Turbata da quel sogno, mentre cercava di svincolarsi dalle catene che la tenevano legata a un camioncino trasportante frutta che scendeva giù per la discesa a gran velocità, perchè aveva molta fretta di finire dentro un burrone, lei guardò nel sole che si girò schifato e d'improvviso fu buio, le catene si dissolsero.

Quando riaprì gli occhi si guardò intorno per cercare indizi che rievocassero il suo passato, ma vide solo un gatto che aveva tanta fame, fino al punto che gli versò del latte sul quale si avventò senza fare troppi complimenti, perché quella vita di gatto gli andava stretta, proprio come quando si comprano dei pantaloni che hanno il cavallo stretto, e vorresti urlare per liberarti dal tuo dolore, ma la stretta è possente e non riesci neanche a fare la minima mossa.

All'improvviso si alzò e cominciò a camminare verso quel rigagnolo di fiume morente, trasportata dalla brezza della notte piena di ricordi.

Marco ormai non era più una semplice donna. Identificarsi per lui era un'ardua impresa, poiché non lo sapeva neanche che lo avrebbe fatto.

Eppure lo aveva voluto, era stato lui a invidiare Luca per il modo in cui si destreggiava con lo zucchero filato, e poi non ebbe il coraggio di rinunciare a quell'incarico. Di conseguenza Marco, rimandato l'appuntamento con il dentista, decise di andare a fare compere con il dente dolente e prese a schiaffi il suo bel visino per ridestarsi dal torpore.

Incamminandosi per il sentiero tortuoso che portava nel cuore di un dirupo, vide arrivare da lontano l'elicottero con cui sarebbe dovuto andare in Madagascar a pescare tonni e del pregiatissimo corallo, per farsi una bella collana da indossare per sottolineare il viso e lo sguardo da uomo allupato.

C'era una festa nella propria lussuosa villa, dove la polvere bianca gli scatenò l'allergia e quindi gridò: "Allegriaaaaaaa!!!!!" Ma arrivò Mike Buongiorno, scatenato in una tarantella, chiedendo: "Vuoi la uno, la due o la treeeeeee?"

Si iscrisse a Genius, per illustrare le sue capacità intellettuali: la prima non era proprio una televendita della Rovagnati, ma la cosa più pazzesca si sarebbe rivelata essere la più rivoluzionaria, il campo della nanoelettronica. ... controlli, calcoli, verifiche, test e... segretarie, le famose nanosegretarie, anche un po' nanosexy, però ha rischiato grosso, una non era così sexy come faceva supporre la sua pianta del piede destro, allungando cosi quel suo brodo di gallina caldo nel piatto natalizio, per ricordare quella festa quando comparve improvvisamente lei, Genoveffa, sulla gamba destra una cicatrice vecchia di almeno 20 anni, per cui restava solo un grosso e massiccio corpo immobile grande e potente; l'ossatura di un bradipo tatuata faceva da cornice a un'anima candida, dolce.

Tra suoni d'immenso bagliore percepì quello che credette di capire che sorta di noia avesse provato, guardando quel ridicolo film con quella mora mozzafiato.

Ora però non c'era più nulla da vedere, e, spenta la tv, disintossicandosi dal calcio delle polemiche, si gustò un ghiacciolo al tamarindo, fresco, ma ecco che vide un elefante rosa, ubriaco.

Non appena fece un passo si accorse di lei. Era Lucia, la nonna di cappuccetto rosso, quella che entrò all'istante. "Che bocca grande hai...", le disse ghignando famelico, sentendosi come il lupo; non resistette alla tentazione di urlare il suo orrore per il pelo che gli usciva fuori dal naso. Ululò con tutta la voce che aveva tante volte immaginato e non era mai riuscito ad esprimere pienamente. Nel suo cuore sapeva che tutto ciò non avrebbe prodotto risultati, se non spaccare i timpani degli accaniti oppressori di quella specie canina. Il suono produsse un'onda anomala su un tratto di mare tra le città dell'emisfero opposto alla Patagonia. L'onda crebbe un pendulo azzurro baldacchino ( :) )

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di schiuma, si infranse,

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costringendolo finalmente a concludere

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la sua corsa. Lucia

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