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Diablo

Canale 5, Il Pomeriggio Va A Costanzo

13 messaggi in questa discussione

Il conduttore al posto di 'Verissimo' con un programma di informazione

I cdr di Tg5 e Videonews colti di sorpresa: "Spazio sottratto con l'inganno"

Canale 5, il pomeriggio va a Costanzo

Insorgono i giornalisti, sciopero giovedì

ROMA - Maurizio Costanzo lascia Tutte le mattine e anche Buona Domenica, conquista il pomeriggio di Canale 5 e, al posto di Verissimo (alla cui conduttrice Paola Perego passerebbe il testimone della conduzione del contenitore domenicale), inaugura uno spazio dalla "forte impronta giornalistica". Più o meno pronto anche il titolo: Buon pomeriggio. Questi, in sintesi, i movimenti stabiliti dai palinsesti della prossima stagione. Che coinvolgerebbero anche Serie A, il domenicale calcistico, che passa a Italia Uno condotto da Sandro Piccinini e non più da Enrico Mentana. Anticipazioni cadute a mo' di tegola sul capo dei telegiornalisti e pure della stessa Mediaset, spiazzata dalle anticipazioni di Costanzo diffuse domenica da alcune agenzie di stampa e oggi da alcuni quotidiani.

Immediata la reazione: un comunicato dai toni durissimi, diffuso dal cdr di Tg5 e Videonews, con il quale si denuncia la sottrazione al Tg5, "con l'inganno", dello spazio pomeridiano, e si proclama uno sciopero per giovedì, esprimendo "disappunto" per le notizie apparse sulla stampa in merito alla nuova programmazione autunnale della Rete.

E' bufera dunque a Mediaset, da dove ci si affretta, oggi, a precisare che quelle apparse sui giornali "sono solo idee allo stato di progetto", "normali ipotesi di programmazione che devono superare esami approfonditi, sia editoriali sia economici, prima di entrare nella fase esecutiva". Ciò vale, precisa la nota, "sia per l'eventuale fascia quotidiana di Maurizio Costanzo sia per l'altrettanto eventuale riposizionamento di Verissimo".

Nel comunicato, un riferimento allo stesso Costanzo: "Può capitare che qualcuno anticipi con precipitazione seppur in buona fede le ipotesi gradite, ma altra cosa è trasformare auspici in dati di fatto pubblicati con toni assertivi, a tutto svantaggio del diritto dei lettori a essere informati correttamente". Ma le precisazioni servono a poco, e i giornalisti decidono per l'agitazione.

Costanzo, il protagonista della vicenda, sottolinea: "Da trent'anni non appartengo alla categoria di quelli che anticipano cose gradite. Bastava peraltro leggere il comunicato Mediaset di ieri pomeriggio per comprendere che il tutto non era opera di un visionario". "Comprendo infine le ragioni dell'agitazione dei comitati di redazione delle testate Mediaset - conclude Costanzo - ma non è, e non è mai stato nei miei compiti informare i comitati di redazione, discutere con i medesimi o prendere impegni".

I sindacati in una nota spiegano: "Il Tg5 aveva rinunciato a questo spazio informativo (quello di Verissimo, ndr) per consentire all'azienda di rafforzare la parte di intrattenimento del programma. I colleghi che hanno optato di restare nella redazione di Verissimo lo hanno fatto sulla base di questo progetto. Adesso si scopre che c'è allo studio l'ipotesi di un nuovo programma 'ad alto contenuto giornalistico', affidato ad altri, la cui realizzazione si configurerebbe come un vero e proprio scippo di uno spazio informativo che apparteneva prima al Tg5 e ora a Videonews".

(29 maggio 2006)

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e che p :locked: !!

non se ne può più di Costanzo e di suo marito! :P volevo dire moglie. :)

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Così vedremo gli avanzi del Grande Fratello ed una sfilata di Drag Queen tutti i pomeriggi, invece che soltanto alla domenica pomeriggio.

Complimenti.

Quando ancora si dava arie da fustigatore dei costumi tuonava dal pulpito, mentre ora invita il mago Otelma.

:popò:

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Evidentemente c'è chi vuole guardare proprio queste cose... io evito e sto bene lo stesso... :P :P :)

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Apriamo una petizione on-line per togliere Costanzo & c. dalla TV italiana? :)

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Apriamo una petizione on-line per togliere Costanzo & c. dalla TV italiana? :wub:

:clap: :clap: :clap: :):P :P

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E secondo voi, ci riusciamo?.....quello poi fà una chiamatina :P e....POF....di nuovo in TV :)

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costanzo ormai ha messo le radici :)

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Inviato (modificato)

CRUENTA RIDEFINIZIONE DI POTERI NELL'AZIENDA GUIDATA DA PIER SILVIO BERLUSCONI. TRAMONTA L'ERA DEI GRANDI FEUDATARI RICCI, COSTANZO, MENTANA

Nella trincea di Mediaset

Costanzo contro tutti, la grana «Verissimo»

Tg5 e Tg4 in sciopero e gli ascolti non vanno

31/5/2006 di Alessandra Comazzi

]Guerra per bande in casa Mediaset. Fortini assediati, feudi contestati, fortezze ribelli. Ascolti in picchiata. Enrico Mentana, Maurizio Costanzo, Antonio Ricci, e pure Paolo Bonolis (le «news», la notte, la controinformazione, il varietà) non sono più inossidabili perni. Quel tempo felice in cui su Mediaset regnava Berlusconi, il padre. Nessuna guerra per bande, allora, e, se ce n'erano, venivano risolte entro le mura. Con il padrone presente che si interessava a tutto, soubrette e starlette, conduttori e programmi, risolveva problemi. Anzi: molti, di problemi, manco si ponevano, l'autocensura non li faceva nascere. Dipendenti di ogni ordine e grado sciacquavano in casa gli inevitabili panni sporchi, avendo le idee chiare su tendenze e comportamenti. Sapevano chi comandava. Di solito, non se ne lamentavano. Al massimo, come i transfughi Rai, anche illustri (Baudo, la Carrà) tornavano alla casa madre quando si rendevano conto di essere stati strappati alla concorrenza per indebolirla, e non per essere seriamente utilizzati.

Poi Berlusconi è sceso in campo, al timone dell'azienda di famiglia è rimasto il figlio Pier Silvio e per un po' le cose, per forza d'inerzia, hanno continuato ad andare relativamente bene; o almeno senza tensioni apparenti. Ma, da un paio di anni a questa parte, stanno esplodendo le «contraddizioni del sistema», e sempre più Mediaset somiglia alla Rai: tutti contro tutti. In una mirabile sintesi di chi accusava la tv di Stato di aver mutuato il modello della tv commerciale. Cosa che è accaduta, vedi la pubblicità e la spiccata vocazione mercantile a sfavore dell'ormai velleitario servizio pubblico. In compenso, i veleni e la confusione dei corridoi Rai sono trasmigrati verso i lidi di Cologno Monzese. Resta Emilio Fede, come da cognome fedele alla linea, senza tentennamenti. Ogni tanto il cdr del Tg4 lo contesta (e sciopera oggi contro la sua decisione affiggere in bacheca le retribuzioni dei giornalisti), lui ribatte a muso duro, i ruoli restano chiari. Sulle altre star Mediaset si sono addensati grossi guai. A cominciare dall'allontanamento di Mentana dal Tg5, voluto, si disse, da Berlusconi in persona, che desiderava un direttore meno indipendente. Eravamo nel novembre del 2004. Un mese dopo, si chiude il «Costanzo Show», storica «terza camera» d'Italia prima dell'avvento di «Porta a porta». Costanzo non chiese funerali e preghiere, si rifugiò nel contenitore della mattina. Nel febbraio del 2005 pare ormai certo il ritorno di Bonolis a Mediaset, essendo sempre stato, Bonolis, un professionista che non si riconosce in nessuna bandiera. Peccato che su Canale 5 dovrà convivere con il feudatario numero 1, il potentissimo Ricci, che con gli ascolti tiene «Striscia la notizia» lontana dalle contestazioni. Eppure Bonolis, sempre nel combattuttissimo autunno 2004, quando ancora era a Raiuno, aveva osato attaccarlo, dicendogli addirittura «Ricci vergognati». Scontro frontale e furibondo.

Poi, Bonolis riapproda finalmente a Mediaset e conduce su Canale 5 «Serie A», l'ex «90° minuto» che nel frattempo Mediaset aveva strappato alla Rai. Flop, liti e contrasti, con la redazione sportiva e con la rete, lo facciamo a Milano o lo facciamo a Roma, braccio di ferro. Bonolis lascia. Arriva il parcheggiato Mentana. Cui poi viene affidato anche lo spazio di seconda serata che fu di Costanzo: «Matrix». Ma non tutte le sere: perché la parte di Mediaset che ce l'aveva con Costanzo (i figli del padrone?) era persuasa della necessità di avere una seconda serata più libera, non appannaggio del feudatardio coi baffi. Che almeno una figlia del padrone, Barbara, non gradisca Costanzo, è stato dimostrato su La7, durante un'intervista di Daria Bignardi alla berlusconcina. Che cosa, in tv, non farebbe mai vedere ai suoi figli? Chiese Bignardi. E B.B.: «Buona domenica». Muto il mentore del contenitore domenicale (se lo era tenuto ben stretto, non dimentichiamo che Costanzo i programmi suoi e della moglie li produce in proprio e poi li vende a Mediaset). Muto fino a qualche giorno fa, quando è esplosa l'ennesima mina. Quella di «Verissimo»: programma che aveva agitato le acque di Canale 5 fin dalla scelta di toglierlo alla testata giornalistica, per affidarlo alla rete, con passaggio di conduzione da Cristina Parodi (tornata al Tg5) a Paola Perego.

Perego avrebbe fatto meno informazione e più gossip. La grana si aggiunge all'allontamento di Sposini, all'arroccamento del direttore Rossella. E pone prepontemente sulla scena un altro fondamentale attore in commedia, diventato nel frattempo feudatario trasversale: Lucio Presta, il manager di Paola Perego, e anche di Bonolis. Il quale resta il conduttore più pagato d'Italia, pur avendo sviluppato una magra seconda serata, già chiusa da tempo, una di quelle che andarono al posto del «Costanzo show». D'altronde, i nuovi padroni delle tv non sono più i direttori delle reti, bensì i manager e i produttori, Lucio Presta, Lele Mora, Paolo Bassetti, Giorgio Gori. Non a caso Gori lasciò per tempo Canale 5 e fondò una propria società di produzione, quella Magnolia che confeziona pure «L'isola dei famosi». Dove, si dice, galeotto fu l'incontro tra Gori e la Ventura. Intanto il Tg5 conferma lo sciopero di domani perché, togli di qua, togli di là, l'informazione è sempre più a rischio. E se la Perego a «Verissimo» faceva gossip, Costanzo farebbe giornalismo. Il teatro della politica e dell'informazione è in rivolta. Sipario.

FONTE

Modificato da ZipGenius

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Rimane lo stato di agitazione, «palinsesto definitivo entro il 15 giugno»

Il Tg5 blocca lo sciopero, «ricevute garanzie»

Sciolti i nodi sulla collocazione di Verissimo, nuovo tg al pomeriggio. I recenti annunci di Costanzo avevano allarmato i giornalisti

MILANO - Nuova, ma certamente non ultima puntata della querelle in casa Mediaset sui palinsesti estivi e autunnali. MErcoledì sera l'assemblea congiunta dei giornalisti del Tg5 e di Videonews, «preso atto dei chiarimenti forniti dall'azienda», come si legge in una nota dei comitato di redazione, «ha deciso di sospendere lo sciopero del 1 giugno, mantenendo lo stato di agitazione, in attesa di conoscere i contenuti definitivi del palinsesto».

Tutto è nato dalle dichiarazioni di Maurizio Costanzo pubblicate sui giornali lunedì scorso: uno scompaginamento della programmazione che non era piaciuta per nulla ai giornalisti dele testate Mediaset, che avevano reagito con l'annuncio di uno sciopero per giovedì. Ma martedì sera i cdr di Tg5 e Videonews, come spiega la nota, «sono stati convocati dall'azienda in merito allo sciopero proclamato per giovedì 1 giugno. L'azienda ha innanzitutto smentito categoricamente che si stiano valutando ipotesi di programmi informativi o di infotainment o comunque di contenuto giornalistico che non siano riconducibili alle testate del gruppo (rassicurazione già data nei giorni scorsi da Mediaset, Ndr.) ed ha informato i cdr di non avere allo stato attuale una ipotesi definita relativamente alla fascia pomeridiana in questione».

Segue un'articolata spiegazione dei punti che costituiscono le garanzie ottenute, in primo luogo l'affidamento ai giornalisti degli spazi attualmente occupati da Verissimo e il mantenimento dei livelli occupazionali.

FONTE

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BRACCIO DI FERRO TRA IL GIORNALISTA E IL BISCIONE. SEMPRE PIÙ LONTANA L'IPOTESI DEL PROGRAMMA POMERIDIANO. REVOCATO LO SCIOPERO DEL TG5

Costanzo: dietro l'angolo c'è il divorzio da Mediaset

1/6/2006 di Alessandra Comazzi

Che cosa c'è dietro l'angolo? chiedeva Maurizio Costanzo chiudendo ogni puntata di «Bontà loro», che proprio trent'anni fa (ottobre 1976) debuttò sulla Rete 1 della Rai, primo talk show dell'italico piccolo schermo. E adesso che cosa c'è dietro il suo, di angolo? L'uomo è nuovamente al centro dell'interesse televisivo nazionale per via del pasticciaccio accaduto intorno alla fascia pomeridiana di Canale 5 e a «Buona domenica», a Paola Perego e a Roberta Capua. E lui non molla. Nonostante l'età, la dentiera, le imitazioni, il suo apparire come la macchietta di se stesso, la sua aumentata irascibilità. Nonostante i Berlusconi Pier Silvio e Barbara che non lo amano, nonostante l'irritazione di Mauro Crippa, direttore dell'informazione Mediaset, per la fuga di notizie intorno ai palinsesti della prossima stagione. Nonostante lui si sia infuriato di rimando. Costanzo e Crippa non si sono mai amati, sostiene «L'Espresso» che Costanzo avrebbe detto: «Non lo vorrei nemmeno come vicino di tomba». «L'Espresso» in edicola domani dice pure che su Italia 1 sarebbe andato in onda un reality pensato da lui e ambientato dentro il carcere di Viterbo. Chissà.

A parte che l'idea di un programma in un carcere è buona (il problema è come si realizza, se con cinismo o con rispetto): sta di fatto che le decisioni di questi giorni sono rese ancora più delicate dal deludente andamento dell'azienda. Fa pochi ascolti Canale 5, l'ammiraglia e le altre reti non riescono ad approfittare del parallelo sbandamento Rai, completamente priva di governo dopo i risultati elettorali. E fare pochi ascolti significa rendere perplessi gli investitori pubblicitari, che potrebbero decidere di convogliare altrove le loro risorse. Insomma, tutta l'isteria che si sta sviluppando in questi giorni è uno squisito problema di soldi. E di riduzione dei costi.

Costanzo, che pure è un chiacchierone, e dice la sua su questo e su quello, questa volta tace. Ci sono due interpretazioni contrapposte sul casus belli di «Verissimo», scatenato dal falso lancio di agenzia di Lubamba, la cosiddetta «lub-ansa»: una versione è che lui sia caduto nel trappolone di una notizia diffusa per tagliargli definitivamente le gambe; l'altra versione accredita l'ipotesi che la notizia l'avrebbe fatta trapelare lui per forzare i tempi. Scioglierà le riserve lunedì. Non risponde nemmeno alle provocazioni di Dagospia, che sono come al solito al curaro. Rimarcano che nel braccio di ferro, a questo punto acclarato, fra Pier Silvio (sostenuto persino da Confalonieri) e Costanzo, vincerà inevitabilmente il figlio del padrone. Non ci si può mettere contro la struttura, la struttura ti stritola. Solo che, nel caso di Costanzo, la struttura è lui. Infatti: scontro di potere. Il fatto che il Tg 5 abbia revocato lo sciopero previsto per oggi (i giornalisti del Tg4 sono invece andati avanti senza tentennamenti) proverebbe però che Dagospia non ha torto, e che davvero il programma pomeridiano di Costanzo era una chimera. Si dice pure che lui avrebbe mandato una lettera a Berlusconi figlio, senza neanche ottenere risposta; si dice che potrebbe tornare alla Rai insieme con la moglie; si dice che andrebbe su Sky, con un canale a lui dedicato.

Si dicono tante cose, molte campate in aria. La verità è che il giornalista sta trattando. Di sicuro, non resta imperturbabile a guardarsi cacciare, o ridimensionare ulterioriormente. Potrebbe accettare di avere quasi 70 anni (è nato nel '38, segno della Vergine, tutto volontà e testardaggine), di fare il grande vecchio che dà buoni consigli non potendo più dare il cattivo esempio. La vita sta cambiando in corsa anche per lui. Niente. Tetragono. Tante ne ha dette, tante ne ha fatte, e tante altre vuole dirne e farne. Eppure sono lontani gli anni in cui, regnante Berlusconi, Costanzo cominciò a prodursi i programmi da solo, avendo nel frattempo sposato svariate donne, Flaminia Morandi, Simona Izzo, Marta Flavi. Con l'ultima, tuttora in carica, Maria De Filippi, subisce nel '93 un attentato, «di stampo mafioso». Molte puntate dello «Show» erano infatti sulla lotta contro il crimine organizzato: nella piccola storia della tv resta quella del '91, in staffetta con il «comunista» Michele Santoro su Raitre, dopo l'uccisione di Libero Grassi. Costanzo, d'altronde, si è sempre dichiarato «di sinistra». E l'iscrizione alla P2, che gli costò anni lontano dalla tv? «Accettai per dabbenaggine», disse.

Nel novembre 2004 Costanzo si decide a lasciare lo «Show»: gli uomini nuovi di Mediaset erano persuasi che avesse fatto il suo tempo. Gli erodevano a poco a poco il terreno sotto i piedi, dicevano (e dicono) che costava (costa) troppo, facevano trapelare continuamente i nomi di possibili successori, sottolineavano come la posizione leader della seconda serata fosse ormai tutta di Vespa: un programma in diretta contro uno registrato, in onda sempre più tardi per via dello sforamento della trasmissione precedente. Costanzo si sentiva ostaggio dei reality. Insomma, alla fine cede, ma va ad occupare la mattina. Dove pare costi troppo e renda poco. La lotta continua. Solo una cosa è certa: dietro l'angolo c'è Maurizio Costanzo.

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Congelato il progetto di sostituire "Verissimo" con un suo contenitore

E L'Espresso rivela il patto segreto con Piersilvio Berlusconi...

Mediaset, stop a Costanzo

rinviato lo sciopero del Tg5

di LEANDRO PALESTINI

ROMA - Lo sciopero è stato rimandato. I giornalisti di Tg5 e Video News oggi lavorano regolarmente, anche se restano in agitazione. L'azienda li rassicura, ma l'atterraggio di Maurizio Costanzo nel pomeriggio di Verissimo non è stato del tutto scongiurato. Mauro Crippa, l'uomo che tiene a bada l'informazione di Mediaset, per ora ha evitato il primo clamoroso sciopero della storia del Tg5. I vertici aziendali hanno promesso ai giornalisti che, entro il 15 giugno, conosceranno in anteprima il palinsesto autunnale di Canale 5. Potranno verificare se Verissimo sarà un prodotto di informazione (sotto l'egida del Tg5) o se si trasformerà in un programma di infotainment nelle mani di Costanzo.

Il progetto "Pomeriggiando" (titolo di prova) è stato congelato per non irritare i giornalisti del primo Tg del Biscione. Ma dietro quest'ultimo episodio si intravede una spaccatura interna a Mediaset. Piersilvio Berlusconi sarebbe furioso per le "esternazioni" di Costanzo (con lui il presidente Fedele Confalonieri e Giuliano Andreani grande capo di Publitalia), mentre dalla Rti arriva la ciambella di salvataggio: il direttore generale contenuti Alessandro Salem e il vicepresidente Niccolò Querci mediano per scongiurare la partenza di Costanzo (si dice che si sia fatta avanti Sky), dandogli i progetti di cui si era parlato (oltre a Verissimo, la parte finale della Buona Domenica affidata a Paola Perego). E per il gennaio 2007 era già allo studio un nuovo talk show, erede del "Costanzo Show".

Come rivela L'Espresso, nel numero domani in edicola, nelle segrete stanze di Mediaset, Maurizio Costanzo avrebbe lanciato al vicepresidente Piersilvio Berlusconi il suo ultimatum, con scadenza lunedì 5 giugno: "O trasformiamo in contratti le nostre strette di mano" ha detto "oppure io e Maria (De Filippi) ce ne andiamo". E' questo il retroscena finale di una lunga trattativa, che vede contrapposti il conduttore e la moglie ai vertici di Mediaset. Al centro della sfida il palinsesto autunno-inverno di Canale 5, e non solo. I vertici aziendali sono ossessionati dalla "contrazione della pubblicità" e dalle "spese in eccesso". Alla De Filippi è stato chiesto di operare dolorosi tagli, un discorso simile viene fatto a Costanzo per Buona Domenica: l'obiettivo concordato, fino a prima della grande rissa, era ridurre i 700 mila euro spesi per ogni puntata dello show domenicale a 450. Costanzo avrebbe scelto quindi di tenersi la fascia dalle 18.50 alle 20 di Buona Domenica, riempiendola con due interviste, lasciando il resto a Paola Perego, impegnata in un reality con i ragazzi espulsi dagli altri reality Mediaset.

In parallelo, racconta un testimone della trattativa, Maurizio Costanzo ha chiesto anche a Piersilvio Berlusconi di riavere due serate settimanali su Canale 5. Ma dopo inutili tira e molla, s'è visto costretto ad alzare bandiera bianca. Così ha accettato la controfferta che rimaneva sul piatto: passare dalla fascia quotidiana mattutina a quella pomeridiana di Verissimo.

Tornando allo scongiurato sciopero del Tg5, si viene a sapere che Mediaset ha fornito al Cdr diverse garanzie. Se lo spazio di Verissimo venisse destinato ad un altro programma di infotainment, a gestirlo sarebbe sempre Videonews (tradotto: i giornalisti non saranno quelli dello staff di Costanzo). Qualora quello spazio venisse assegnato a un programma di puro intrattenimento, Verissimo diventerebbe settimanale, probabilmente in onda di sabato pomeriggio.

Insomma, Maurizio Costanzo rischia di non avere su Canale 5 uno spazio pomeridiano autonomo, tutt'al più si profila la possibilità di avere una quota dello spazio di Verissimo, fatto in collaborazione con la testata giornalistica (un po' come fa Bruno Vespa con il suo Porta a porta, collegato al Tg1). Per settembre resta una sola certezza: la conferma della nuova edizione pomeridiana del Tg5, per le ore 18.

(1 giugno 2006)

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