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Vai Col Blues, Clapton

4 messaggi in questa discussione

IL LEGGENDARIO CHITARRISTA HA APERTO IL TOUR NELL'EUROPA CONTINENTALE CHE IN LUGLIO LO PORTERÀ IN ITALIA

Vai col blues, Clapton

In 16 mila a Parigi per applaudire «Slowhand»: emozioni col contagocce

di Marinella Venegoni

PARIGI. Reduce dalla tradizionale infilata di trionfi alla Royal Albert Hall, Eric Clapton ha debuttato l'altra sera a Parigi nel tour dell'Europa continentale che lo porterà in luglio in Italia. Al Palais Omnisport di Bercy erano in 16 mila, schiacciati come capperi sott'olio. Raramente ci sono tante generazioni radunate, ed è curioso che capiti per un caso unico al mondo come Clapton, essenzialmente strumentista in un mondo di canzoni cantate, che lui interpreta come può solo per accompagnarsi alla chitarra.

Genitori con bambini, ragazzetti, e teste grigie e grigissime sotto il palco, là dove davvero si aspetta ore per fare il tifo, e si suda. Slowhand, invece, non suda mai: due ore di spettacolo tiratissimo, nel segno del blues e del rockblues (molto di Derek&Dominos, la formazione dei '70 che fu culla di «Layla»), non gli provocano fatica né emozione, tanto che torna per i bis con addosso la stessa camicia azzurra di lino fuori dalle braghe, neanche stropicciata, e ci omaggia appunto di una trascinante «Layla», più «Cocaine» e «Crossroad», chiudendo dunque il set nel segno di Robert Johnson, il santo del blues che spesso dal vivo lo salva da quei dischi così-così che continua a incidere.

Neanche l'ultimo, «Back Home», fa eccezione. Tanto che in concerto lo cita appena, e non a caso con «So Tired», ispirato alla sua attuale vita di padre felice (e stanco) a 61 anni, di tre bambine piccole: Ella (come Fitzgerald) di 6 anni, Julie Rose di 5 e Sophie di appena 1 e mezzo, avute dalla moglie trentenne coreano-irlandese Melia, con la quale ha costruito una tardiva pace e serenità dopo infiniti stravizi chimici e sessuali. Può uno così, appagato, stramiliardario, che canta in favore della caccia alla volpe (lo ha fatto in Inghilterra qualche settimana fa) ancora suonare credibilmente il blues che è tornato in grande spolvero - non a caso - in questi tempi bui, essendo la musica della disperazione e della miseria? Questo è il grande dilemma, dal quale non si esce.

Per Robert Cray, che fa da supporter, il blues è una religione che protegge dal pop; torna sul palco ad aiutare Eric in «Got to Get Better in a Little While», un pezzo veramente strappacuore dei Derek&Dominos che eccita la folla. Clapton suona da dio le sue chitarre, con una precisione certosina nella tecnica e nella ricerca dell'effetto prezioso. Però l'emozione bisogna cercarsela da sé, perché lui te la dà a sprazzi: quando, per esempio, si siede e attacca un set elettroacustico con una sommessa «Back Home» accompagnata dai fiati, o «I'm Yours» del solito periodo di Derek, ma soprattutto i classici: «Nobody Knows You When You're Down and Out», un pezzo del '23 di James Cox che si addice ai suoi anni difficili, «Running on Faith», o «Milkcow Blues» e «Little Queen of Spades» di Mr. Johnson, i migliori.

Clapton si porta dietro un repertorio di sfortune da lasciar basito chiunque. Ha passato una vita a cercare il padre, che non ha mai conosciuto; gli è morto bambino Conor, l'unico figlio maschio, suo e di Lory Del Santo, caduto dalla finestra di un grattacielo nel '91. Il blues non poteva che essere la sua medicina. Confessa, ora, che se non suona sta male. L'impressione è che, oggi, più che altro celebri la propria guarigione: ha scelto infatti per questi concerti una strepitosa formazione che allinea, oltre ai fiati, Chris Stainton e Tim Carmen alle tastiere, Steve Jordan alla batteria, Willie Weeks al basso, e alle chitarre il supporto mancino di Doyle Bramhall ma soprattutto Derek Trucks; è, quest'ultimo, un biondino di 26 anni con la coda, nipote di uno dei fondatori della Allman Brothers Band; ed è un chitarrista steel semplicemente strepitoso, che con il fingerpick al dito inanella virtuosismi tali che Clapton manda avanti, dandogli un sacco di spazio. Ed è bello pensare che Manolenta voglia promuovere nuovi talenti, per aver magari più tempo di cacciare la volpe. Successone.

I concerti in Italia: 7 luglio Festival di Lucca; 8 Umbria Jazz a Perugia; 10 Arena di Verona

FONTE

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Uffa...perchè non viene a milano...

:sigh: :sigh: :sigh: :sigh: :sigh:

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a me non è mai piaciuto un granché, se voglio ascoltare blues lo faccio da quelli che lo scrivono, non dai cover-men.

P.S. mai visti i capperi sott'olio :)

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A me piace tantissimo,e lo andrei a sentire dal vivo...

Non fa solo cover...una marea di pezzi sono suoi... :)

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