Accedi per seguire   
Seguaci 0
Dr. Jekyll

Ma Quale Gbuy, Si Chiama Checkout

3 messaggi in questa discussione

Mountain View (USA) - Lancio a sorpresa per l'attesissimo sistema di pagamento elettronico targato Google: il servizio è già attivo ma non si chiama GBuy, bensì Checkout. Si tratta di una sorta di "passepartout" simile per molti versi ad MSN Passport: gli utenti inviano il proprio numero di carta di credito a Google, attivano un apposito account e possono utilizzarlo per fare acquisti online "al volo" attraverso il circuito di negozi convenzionato, senza bisogno di ulteriori sistemi di riconoscimento

Gli analisti di mercato hanno più volte sostenuto che il prodotto sarà in grado di intaccare l'egemonia di PayPal, il servizio offerto da eBay, ma un'analisi attenta rivela che Google Checkout avrà molte più possibilità d'infastidire Amazon ed altri grandi negozi online che operano al dettaglio.

Google ha infatti lanciato un programma d'affiliazione, integrabile con la piattaforma di promozione AdWords, che abilita i negozianti all'uso di Checkout per la gestione delle transazioni. I commercianti dovranno retribuire Google con i costi per la gestione dei pagamenti, che secondo il New York Times saranno pari a 20 centesimi di dollaro per ciascuna transazione, con l'aggiunta del 2% relativo al costo finale del prodotto o del servizio venduto.

Più o meno, si legge su eCommerce Guide, "questo è il prezzo solitamente pagato da qualsiasi business online che voglia avvalersi dei pagamenti sicuri via carta di credito". Secondo Rafe Needleman di News.com, "Google Checkout è il peggior incubo di Amazon", perché nel commercio al dettaglio su Internet l'acquisto di qualcosa "è una questione di un click in più".

Dicendo questo, Needleman delinea esattamente la forza di Google Checkout: la praticità. Dal punto di vista dei consumatori, infatti, Google Checkout permette di acquistare facilmente ed in modo "istintivo": basta eseguire il login e seguire appositi pulsanti colorati che Google Checkout mette a disposizione dei negozi affiliati.

Naturalmente la concentrazione di dati personali sui server di Google solleva grandi questioni sulla sicurezza offerta dal servizio, che tuttavia conta su connessioni sicure SSL e sulla partnership strategica di Citibank.

I negozianti del circuito Checkout che spenderanno cifre consistenti in promozione online sulla piattaforma di Google potranno avvalersi di sconti calcolati secondo un criterio progressivo: più investimenti su AdWords significheranno minori costi per la gestione dei pagamenti Checkout. Secondo Charlene Li, analista del gruppo Forrester, "è una mossa intelligente per far quadrare il cerchio".

Tommaso Lombardi

Fonte

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Arriva Google Checkout a sfidare Paypal

Per ora solo negli Usa

30/6/2006

Non si arresta l'espansione di Google. Il motore di ricerca numero uno al mondo lancerà infatti nella giornata di oggi - per ora solo negli Usa - un nuovo servizio che, scrive oggi il Financial Times, farà concorrenza a Msn Passport di Microsoft ma soprattutto al Paypal di eBay: si tratta del servizio di pagamento online Google Checkout, che permetterà a chi fa acquisti online di velocizzare le procedure di pagamento, rendendo anche più semplice per chi pubblica nuove inserzioni pubblicitarie, monitorare il proprio giro d'affari.

Eric Schmidt, amministratore delegato di Google, ha precisato in realtà che il sistema di pagamento non andrà a competere con Paypal, sottolineando comunque che la versione finale finirà con il rivolgersi allo stesso mercato.

Il servizio funzionerà in questo modo: accanto a ogni inserzione pubblicitaria che compare nel sito di Google, apparirà una piccola icona a forma di carrello, che permetterà all'utente, con un semplice clic, di acquistare un prodotto o un servizio con l'utilizzo di Checkout.

Il servizio memorizzerà i dati degli utenti - quali indirizzi e numeri di carte di credito -, garantendone la sicurezza.

Nel tentativo di garantire il successo del nuovo servizio, Google ha offerto anche alcuni incentivi ai dettaglianti, che avranno modo di pubblicare online le proprie inserzioni a costi pubblicitari più bassi.

Gli oneri per transazione saranno inoltre di appena 20 centesimi, più competitivi dunque dei 30 centesimi per transazione di Paypal.

Come sempre quando annuncia innovazioni, il titolo Google vola in Borsa: al momento sale dell'1,28%, a quota 411,29 dollari.

qAra6.gifUno sguardo al futuro che piace a Google: le lenti a contatto "Google enabled"...

qAra6.gifGoogle Checkout per ora apre solo negli Usa

FONTE

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

CRESCE LA RICHIESTA DI MAGGIORE SICUREZZA PER LE CARTE DI CREDITO E SI CERCANO SOLUZIONI ALTERNATIVE

Google lancia la sfida a Paypal

Pagamenti on line: parte la guerra allo sconto

31/7/2006

di Bruno Ruffilli

Tre click per comprare un telefonino o un paio di scarpe: è la scommessa Checkout, un sistema appena lanciato da Google per rendere più semplici e sicuri gli acquisti sul web.

Lo shopping comincia dalla homepage del motore di ricerca più usato nel mondo; si inserisce l'oggetto desiderato e si controllano le varie offerte. Con un click sull'icona di un carrello della spesa blu si arriva sul sito del venditore, dove si definiscono i dettagli e si perfeziona l'acquisto. Un altro click e si entra in Checkout, dove poi basterà confermare l'operazione (terzo click). L'oggetto viene spedito a casa e tutte le spese sono addebitate sulla carta di credito senza sovrapprezzi per il cliente.

Non denaro, ma dati

Google Checkout è una sorta di portafoglio elettronico che non custodisce denaro, ma informazioni (numero della carta di credito, e-mail, indirizzo per la spedizione degli oggetti acquistati). La sua praticità per l'utente sta nella velocità e nella trasparenza: i dati vanno inseriti una sola volta, rimangono assolutamente riservati, è possibile tenere sott'occhio tutti i gli acquisti e controllare lo stato delle spedizioni in un'unica schermata. Così, a rigore, Checkout non è propriamente un sistema di pagamento, ma uno strumento per semplificare le transazioni online, che poi avvengono normalmente tramite carta di credito.

Al momento, però, il servizio ha numerose limitazioni: funziona solo negli Usa, il numero di siti partner è limitato (Buy.com, Starbucks, Timberland, CD Universe e altri), se si possiede un'attività commerciale online è un po' macchinoso inserire nel proprio sito il codice html necessario per farlo funzionare. Ai clienti affiliati al servizio AdWords (sono gli annunci a pagamento che compaiono sulla destra della pagina quando si effettua una ricerca), Google offre il nuovo portafoglio elettronico con un sostanzioso sconto: più si spende per la pubblicità, meno si paga per le commissioni di Checkout.

Un altro aspetto poco convincente dell'operazione è l'integrazione con le altre risorse del colosso californiano; attualmente, infatti, i siti che adottano Checkout non sono segnalati da Froogle, il motore di ricerca di Google pensato espressamente per gli acquisti online, che seleziona e cataloga migliaia di offerte. Certo, il servizio è in versione beta ormai da anni, e nel frattempo altri motori di ricerca dedicati allo shopping sono diventati di uso comune nei vari paesi (come Kelkoo, ad esempio), ma stupisce che Google non abbia puntato proprio su Checkout per il lancio in grande stile di Froogle.

La sfida a Paypal

Sul web, intanto, fioriscono i confronti, i test, le prese di posizione: riuscirà Checkout a battere Paypal, il più diffuso metodo di pagamento online, con oltre 114 milioni di utenti in tutto il mondo? La domanda è legittima, ma i due sistemi sono molto diversi tra loro, tanto che una competizione non sembra in realtà possibile. Paypal, attivo anche in Italia dall'inizio del 2005, consente di inviare pagamenti istantanei a chiunque abbia un indirizzo e-mail. Il denaro viene prelevato dalla carta di credito del pagatore e accreditato su una sorta di conto corrente virtuale, dove rimane a disposizione del ricevente. Questi può poi trasferirlo sul proprio conto corrente bancario o postale oppure utilizzarlo a sua volta per effettuare altri pagamenti. Tra i vantaggi di Paypal c'è la diffusione crescente (attualmente è disponibile in 55 Paesi), la possibilità di trasferire fondi in sei diverse valute, la sicurezza delle transazioni, garantita dal fatto che i dati sensibili non vengono rivelati agli altri utenti, e - come in Checkout - da un sistema di protezioni dalle frodi. E' un sistema molto versatile: c'è chi lo adopera per dividere il conto di una cena fra amici, chi ci raccoglie la somma necessaria per un regalo collettivo, e perfino genitori che lo usano per controllare le spese online dei figli. Permette a tutti di pagare, ma anche di incassare denaro: è un sistema P2P (dove la sigla sta per "person to person" e non per "peer to peer", come nel caso dei software di trasmissione file online), perfetto per l'uso occasionale, ma valido anche per i venditori professionali.

Paypal esiste dal 1998, ma è cresciuto di colpo a partire dal 2002, quando è entrato a far parte del gruppo eBay, il leader delle aste online nel mondo: è integrato perfettamente con la piattaforma di compravendita del sito ed è assai semplice inserirlo nelle inserzioni. Non è proprio economico, tuttavia, e - specie per importi molto bassi - la somma delle commissioni di eBay e Paypal diventa rilevante per il venditore. Come strumento di pagamento, invece, è del tutto gratuito, al pari di Checkout; in più, a differenza del concorrente, permette di trasferire sul proprio conto corrente bancario il denaro incassato.

Un mercato in crescita

Negli Usa, tre quarti dei navigatori abituali di Internet hanno effettuato un acquisto negli ultimi dodici mesi, e a tener lontano il restante 25 per cento dall'e.commerce è stato soprattutto il timore di frodi legate all'uso non autorizzato della carta di credito. Ecco perché sistemi come quelli di Google e di eBay sono destinati a crescere ancora. Anche in Italia, dove il vero boom riguarda però le carte prepagate: la sola Postepay - la più diffusa - vanta 2,2 milioni di clienti, contro il milione di Paypal.

FONTE

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Accedi per seguire   
Seguaci 0