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In Italia è Boom Delle Shopping Nella Rete

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In Italia è boom delle shopping nella Rete

di Pino Fondati

Nel 2006, il mercato del commercio elettronico b2c in Italia registrerà una forte crescita percentuale (+45% rispetto al 2005), pari a un valore che supererà i 4 miliardi di euro.

Si conferma dunque una tendenza che si registra ormai da sei anni di una crescita costantemente al di sopra del 40 per cento. Questi i dati di tendenza più macroscopici evidenziati dalla ricerca condotta nell'ambito dell'Osservatorio permanente sul B2c di Netcomm e School of management del Politecnico di Milano, presentati durante il convegno "Netcomm, the Italian eCommerce Forum", il primo forum organizzato in Italia sul B2c.

L'indagine sforna numeri buoni in assoluto, che delineano appunto una tendenza positiva di sviluppo, ma che indicano ancora una bassa penetrazione complessiva dell'e-commerce, che rappresenta meno dell'1% del valore dei beni e dei servizi acquistati dai consumatori finali. Trainano la crescita il settore del turismo, le transazioni su eBay (aumentate dell'80%), e la vendita di abbigliamento e di informatica ed elettronica.

Turismo in testa

Il turismo è al primo posto con il 43% del mercato, e un valore in transazioni di circa 1.750 milioni di euro. Anche nel 2006 si registra una riduzione del tasso di crescita (nel 2005, era stato del 52%), dovuta al raggiungimento di un elevato tasso di penetrazione sul totale retail, dal 5% del 2005, al 7% del 2006, non lontano da quello registrato nei principali paesi occidentali. All'interno del segmento, la crescita più sostenuta (il 75% circa) riguarda la prenotazione di hotel, grazie soprattutto agli ottimi risultati di alcune aziende, in primis il leader Venere.

Il settore dell'informatica e dell'elettronica di consumo si pone al secondo posto per valore. Nel 2006, supererà i 420 milioni di euro, con una crescita superiore al 30 per cento. Anche le assicurazioni online, pur riducendo nel 2006 il loro peso al di sotto del 10%, vanno bene, così come va bene il settore dell'abbigliamento, dove tutte le principali iniziative riscontrano il consenso dei navigatori. Il settore grocery passa dal 2 all'1%; qui il fenomeno più macroscopico è quello della crescita di alcuni operatori, compensata da un significativo ridimensionamento di altri che ha portato, in alcuni casi, alla chiusura.

Più prodotti meno servizi

Per la prima volta da cinque anni a questa parte, il settore dei servizi riduce il suo peso a favore dei prodotti; una dinamica in cui giocano un ruolo decisivo la crescita di eBay, dove la vendita di servizi è assolutamente marginale rispetto alla vendita di prodotti, e il rallentamento di assicurazioni e, in parte, anche di ricariche telefoniche.

Nel 2006 saranno evasi circa 52 milioni di ordini, il 70% dei quali appartenenti alla categoria "altro" ed il 30% alle principali categorie merceologiche, con un valore medio per ordine di circa 80 euro.

La concentrazione

L'indagine rileva un alto grado di concentrazione: i primi 20 player del mercato italiano raggiungeranno a fine 2006 il 75%, con un leggero aumento rispetto al 2005. Le ragioni sono essenzialmente due. In primo luogo, gli indubbi vantaggi competitivi ormai acquisiti dai leader (notorietà e affidabilità dell'iniziativa, qualità percepita, know-how specifico, ecc.). In secondo luogo, a parte qualche eccezione, come Monclick, va segnalata l'assenza di nuove iniziative di un certo rilievo in termini di investimenti e idee di business adeguate, capaci cioè di fornire degli elementi di differenziazione rispetto alla concorrenza. Le prime 20 iniziative di eCommerce italiane riflettono molti modelli: dalle dot com pure player di successo (eBay, Venere, Expedia, Yoox, lastminute.com, eDreams), alle aziende tradizionali che hanno puntato in maniera efficace sull'e-commerce (Alitalia, Trenitalia, Mediaworld, Vodafone, Esselunga), alle aziende che, pur essendo un'emanazione di importanti compagnie tradizionali, hanno raggiunto il successo soprattutto grazie all'online; tra queste, tutte le compagnie assicurative dirette.

La "vendetta" dei pure player

Prosegue la crescita degli operatori "pure player" che chiuderanno il 2006 con oltre il 52% del mercato, superando per la prima volta gli operatori multicanale, grazie agli ottimi risultati di eBay, le principali agenzie di viaggio online (eDreams, Expedia e lastminute.com), i portali di hotel (la già citata Venere) e alcuni dei leader dei principali comparti, come Yoox ed Ibs.it.

Tra i multicanale perde sensibilmente quota la categoria degli operatori a distanza, a causa della crescita blanda delle assicurazioni e dei risultati non ancora entusiasmanti delle low cost italiane, che hanno sofferto non poco delle vicende di Volareweb. Mantengono pressoché invariato il loro peso gli operatori compositi, grazie prevalentemente ad una crescita in linea con quella del mercato (ed in alcuni casi anche superiore) di tutte le principali compagnie di trasporto tradizionali (sia aeree che ferroviarie).

Infine prosegue il trend negativo degli operatori store-based, che non avrà mutazioni di rotta fin tanto che i principali operatori della distribuzione rimarranno alla finestra. Anche il 2006 non sembra portare la tanto attesa ed auspicata discesa in campo della grande distribuzione. Nel food si sono invece verificate alcune chiusure eccellenti (Iovorrei e Pamacasa). Anche quest'anno i pochi segnali positivi arrivano dal non food dove si segnala l'ingresso di alcuni nuovi entranti prevalentemente nel comparto dell'informatica ed elettronica di consumo (Euronics e Eldo, tra gli altri).

Le vendite all'estero

Le vendite all'estero supereranno nel 2006 i 650 milioni di euro, pari a una crescita dell'80% rispetto al 2005 (370 milioni di euro). Le vendite oltre confine crescono quindi a un tasso quasi doppio rispetto all'e-commerce B2c italiano e arriveranno nel 2006 a pesare il 16% sul valore complessivo del mercato. Secondo i ricercatori, le vendite all'estero sono, e saranno sempre più, uno degli elementi propulsori all'e-commerce B2c italiano, facendo leva sul prestigio, la qualità e l'originalità del made in Italy.

Proprio facendo leva sul made in Italy, il comparto dell'abbigliamento (dove, in verità, gran parte della crescita è merito di Yoox) ha aumentato il peso delle vendite all'estero del 7%, soprattutto verso Stati Uniti e Giappone. Curioso il caso dell'editoria, in cui avviene una significativa esportazione di figurine, che ha evidentemente beneficiato dei campionati mondiali di calcio e dell'esclusiva che Panini ha a livello mondiale.

Gli operatori di dimensioni contenute che offrono prodotti potenzialmente molto interessanti per mercati stranieri, come testimoniano la domanda sostenuta, si trovano ad affrontare i costi di consegna troppo elevati. Vendere all'estero vuol dire anche predisporre in alcuni casi una struttura commerciale e logistica in grado di supportare il processo di consegna della merce tentando di ridurne al massimo i costi: una cosa economicamente sostenibile solo quando sarà raggiunta una massa critica rilevante.

Le modalità di pagamento

Nel 2006, più del 70% degli acquisti online sarà effettuato con la carta di credito, il 10% circa tramite Paypal (prevalentemente grazie a eBay), il 9% mediante bonifico bancario, mentre "solo" l'8% degli acquisti sarà pagato in contrassegno. Altre modalità meno utilizzate sono il finanziamento, prevalentemente nell'informatica ed elettronica di consumo, e il bollettino postale utilizzato soprattutto nell'editoria.

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