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Eureka! Archimede Ritrovato

4 messaggi in questa discussione

Si trovavano sotto scritti e disegni apposti successivamente

Eureka! Archimede ritrovato

Grazie a una nuova tecnica a raggi X e al duro lavoro di studiosi americani, sono stati ritrovati sette trattati del matematico greco

STATI UNITI – I ricercatori del Walters Art Museum di Baltimora, in collaborazione con gli scienziati del Synchrotron Radiation Laboratory di Stanford, hanno ridato luce a sette trattati di Archimede, alcuni dei quali mai letti prima, che giacevano nascosti su una pergamena riciclata da monaci ortodossi. Ci sono voluti otto anni di lavoro: i testi del matematico greco, concepiti nel terzo secolo avanti Cristo e trascritti su carta pergamenata – prodotta da pelle di capra – da un anonimo amanuense vissuto nel decimo secolo, erano indecifrabili. Gli scritti e i disegni apposti successivamente alla prima stesura avevano infatti occultato il prezioso manoscritto originale. Ma grazie alla tecnica della fluorescenza a raggi X (che permette un'analisi non distruttiva), utilizzata nel laboratorio di Stanford, i testi di Archimede sono infine emersi.

LA STORIA – Nel tredicesimo secolo, la pergamena fu riciclata da un monaco di Gerusalemme, di nome Johannes Myronas. Armato di pietra pomice e succo di limone (o forse latte), Myronas dissolse i testi matematici per apporre sulla pergamena – che tagliò a metà e di cui modificò il verso di scrittura – delle preghiere greco-ortodosse. Poi, nel ventesimo secolo, questa volta a Parigi, furono aggiunti disegni in oro raffiguranti gli evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni, al fine di impreziosire la carta pergamenata. Ma così facendo il lavoro iniziale fu quasi distrutto.

EUREKA! – Il manoscritto, giunto infine nelle mani di un filantropo che lo acquistò per 2 milioni di dollari nel 1998, fu allora dato in prestito al Walters Art Museum, perché l'ente operasse un'indagine approfondita su di esso. Gli otto anni di lavoro hanno anche rivelato altri testi antichi oltre a quelli di Archimede, tra i quali un discorso di Iperide, oratore ateniese contemporaneo di Aristotele e Demostene. «È stato come ricevere un fax dal terzo secolo avanti Cristo», ha dichiarato Will Noel, curatore di manoscritti e libri rari del museo di Baltimora, a proposito dell'opera di recupero.

Simona Campanella

FONTE

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concepiti nel terzo secolo avanti Cristo e trascritti su carta pergamenata
Non pensavo che Mauri (Archim3de) fosse così vecchio... ;)

:):P:P:wub::P;):(;)

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DA UN PALINSESTO MEDIEVALE RISPUNTANO LE PAROLE DEL MASSIMO SCIENZIATO DELL'ANTICHITÀ

Archimede

Eureka! I raggi X svelano i testi perduti

4/8/2006

di Aristide Malnati

Sembra quasi un miracolo: una delle voci più autorevoli della scienza occidentale, quella di Archimede (287-212 a.C.), padre ideale dei generazioni di scienziati, torna a farsi sentire e a svelare le straordinarie intuizioni della sua mente eccelsa. «Datemi un punto di appoggio e vi solleverò il mondo»: la frase paradigmatica non sarà più da considerare un lampo di genio isolato o affiancato, al massimo, da poche citazioni decontestualizzate.

Gli esperti dello Synchrotron Radiation Lab dell'Università di Stanford, negli Stati Uniti, guidati da Uwe Bergmann, hanno approntato una tecnica non invasiva che ha permesso di decifrare il contenuto di diverse pagine di un antico codice pergamenaceo del X secolo d.C. Sono stati utilizzati raggi X sotto forma di sincrotroni, un particolare acceleratore che si avvale degli elettroni provocandone l'accelerazione fino alla velocità della luce. L'effetto ottenuto ha consentito l'illuminazione della scrittura originaria del manoscritto, finora in parte illeggibile a causa di ripetuti interventi successivi. I testi di Archimede, unitamente a parte di opere dell'oratore greco Iperide del IV secolo a.C. e di filosofi ellenistici, vennero cancellati da un monaco del XIII secolo (che, curiosamente, indica la data della conclusione del proprio intervento: 13 aprile 1229). Il religioso riutilizzò le pagine originarie per scrivere alcune preghiere e dipingere immagini sacre: nel linguaggio tecnico dei papirologi, un simile codice riscritto prende il nome di «palinsesto», in greco antico «vergato due volte».

«È come ricevere un fax direttamente dal III secolo a.C., come entrare in contatto medianico con uno dei più grandi geni dell'umanità e sentirlo elaborare le sue riflessioni argute, che sarebbero state alla base della matematica e della fisica successive», dice entusiasta Will Noel, curatore della Sezione Manoscritti e Libri rari al Walters Museum of Arts di Baltimora e direttore dell'équipe impegnata a decifrare i testi appena rivelati.

Finora le pagine, per così dire, «illuminate» dai raggi X contengono con certezza parti rilevanti dei due libri dell'opera I corpi galleggianti che, prima di oggi, era soltanto un titolo e pochi incomprensibili frammenti di tradizione indiretta.

Altre opere riportate in passi significativi sarebbero, in base alle prime letture degli esperti, Il metodo dei teoremi meccanici e lo Stomachion; è poi probabile che ulteriori testi dell'ampia produzione dello scienziato siracusano trovino riscontro nel codice rivelato. Il manoscritto presenta una storia rocambolesca, del tutto degna di un thriller storico, che affonda le proprie radici negli «scriptoria» delle biblioteche e dei monasteri dell'Impero bizantino, unico custode di quel che restava della grecità. Il codice venne vergato nella seconda metà del X secolo (come rivela l'analisi della scrittura) e probabilmente fu copiato da un testo più antico a opera di uno studioso della scuola di Leone il Geometra, attiva a Costantinopoli a partire dall'820. Fu un periodo molto fecondo per l'Impero bizantino, che ereditatava il «mare magnum» della scienza e della letteratura greche e che riceveva altri impulsi delle nuove istanze culturali del mondo arabo-islamico, in costante espansione.

Nel 1899 l'antico codice fu catalogato dall'antiquario Papadopoulos-Kerameus tra i tesori della raccolta del «Metochion», il centro legato al Santo Sepolcro a Istanbul; in tempi recenti, è stato studiato e ora finalmente compreso in tutta la sua straordinaria importanza.

Torna così a far parte del patrimonio dell'umanità un testo che per gli antichi studiosi fu fondamentale, sia sul piano teorico sia nella sua applicazione pratica: Archimede e i risultati delle sue ricerche si rivelarono da subito fonti preziose di tecnologie innovative, prontamente applicate nella navigazione, nelle costruzioni edili, nell'agricoltura e anche nell'ingegneria bellica. I suoi calcoli permisero la costruzione dei marchingegni che consentirono ai siracusani di resistere a lungo ai romani durante le guerre puniche: su tutti la «manus ferrea», un artiglio meccanico in grado di ribaltare le imbarcazioni nemiche, e gli specchi ustori, lamiere metalliche, concave al giusto grado, capaci di riflettere la luce solare concentrandola sugli avversari, che venivano bruciati.

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concepiti nel terzo secolo avanti Cristo e trascritti su carta pergamenata
Non pensavo che Mauri (Archim3de) fosse così vecchio... ;)

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