Accedi per seguire   
Seguaci 0
Dark13

La Follia Del "pay Per Use"

3 messaggi in questa discussione

Gli studios innalzano nuovi lamenti contro le pratiche messe in atto da tanti appassionati di cinema. E chiedono di essere promossi a sceriffi del settore. Negli USA, intanto, MPAA denuncia un servizio per iPod

Roma - In Italia pirateria significa epidemia e gli studios di Hollywood riuniti nella MPAA ora mettono sotto accusa quegli italiani, pare molto numerosi, che appassionati del cinema non trovano di meglio da fare che non rispettare i rigidi paletti delle normative sul diritto d'autore. "Solo in Italia nel 2005 sono stati persi dalle nostre società circa 400 milioni di dollari", questa la lamentazione ufficiale che nei giorni scorsi Robert Pisano, presidente e COO di MPAA, ha voluto spargere via stampa internazionale.

Secondo Pisano "la pirateria è la nostra preoccupazione principale per lo sviluppo e la sopravvivenza dell'industria cinematografica". E quelle vagonate di dollari bruciati, ha confessato al Giornale dello Spettacolo, sono un prezzo "che non ci possiamo permettere più di pagare e che anche il governo Prodi deve considerare come una grave forma di evasione fiscale".

MPAA ritiene che tutti i diversi attori della filiera, grazie a norme dedicate e ad uno spirito di collaborazione, debbano impegnarsi a collaborare insieme contro l'uso illegale delle opere. Ma non basta. "La mia percezione - spiega Pisano - è che ci sia una questione aperta su chi debba essere alla guida della lotta contro i pirati".

Non sfugge al manager di MPAA che la pirateria non è solo un elemento economico ma anche culturale. Per questo è necessario "aiutare i giovani a comprendere la gravità di quello che può significare acquistare o scaricare materiale audiovisivo piratato e sostenere al massimo gli sforzi della polizia per contrastare organizzazioni criminali tanto potenti e forti. È anche necessario che i detentori dei diritti non se ne stiano arroccati su vecchie posizioni ma, piuttosto, pensino a delle forme legali di distribuzione alternativa. La realtà - dice Pisano - è che la gente percepisce ancora la pirateria come una bagatella".

Una "visione" dell'abuso pirata che non è una esclusiva italiana. MPAA ammette che anche negli Stati Uniti c'è chi sostiene "la strana idea" che l'abuso a fini personali non sia un errore, mentre invece produce "gravi danni" per i dipendenti del settore e l'Erario. Da qui la stoccata di Pisano che, riferendosi alle normative europee sul diritto d'autore, spiega la sua ricetta: "La maniera migliore in cui l'Unione Europea può fronteggiare la pirateria è consentire, tramite delle leggi, che il mercato possa arrivare a difendersi da solo".

Mentre le esternazioni di Pisano giungono nei palazzi romani, sull'altra sponda dell'Atlantico la stessa MPAA si dà da fare per evitare che chi compra DVD possa usarli a proprio piacimento. È infatti notizia di queste ore la denuncia degli studios contro Load'N Go Video (qui il PDF dell'esposto). Quest'ultima è un'azienda che vende in bundle iPod Video e DVD: il cliente che acquista l'iPod può chiedere di avere pre-caricati i film in DVD che compra. In sostanza l'azienda trasferisce i contenuti del DVD sull'iPod e al cliente fa arrivare sia il dispositivo Apple che i DVD originali. Sia mai: secondo MPAA, segnala Electronic Frontier Foundation,tutto questo è inaccettabile.

Con questa denuncia che si appella al famigerato Digital Millennium Copyright Act americano, MPAA intende dimostrare con un caso esemplare che nessuno mai può essere autorizzato a rippare i contenuti di un DVD regolarmente acquistato se non ha una espressa licenza per farlo. Si vuol fruire dei propri DVD su media diversi da quelli tradizionali? Tocca ricomprarli. Il concetto, chiosa EFF, è che ancora una volta viene preso di mira l'appassionato che paga i propri film solo perché ritiene di poterne fruire a proprio piacimento. MPAA comunque insiste nel dire che "qui non stiamo denunciando i consumatori, ma un'azienda, che offre servizi di DVD ripping illegali".

Consideriamo la parte in neretto dell'articolo...

Cosa vuol dire, questo, a livello pratico?

Semplice... mettiamo che il signor X acquisti un "contenuto" -mettiamo un cd del suo cantante preferito- e che tenga la copia originale per casa, desiderando pero' una copia per il lettore della macchina, caricare il cd sul suo lettore mp3 da passeggio e utilizzare una canzone come suoneria. Secondo questi principi il signor X dovrebbe pagare il cd, pagare per una seconda copia da utilizzare nella vettura, pagare per una versione in mp3 da utilizzare con il lettorino da passeggio e pagare per ri-ri-riacquistare la canzone a cui e' interessato qualora la volesse utilizzare come suoneria.

Il fatto stesso che la certi soggetti tendano a mescolare le carte confondendo la *pirateria* con copie di backup personali dovrebbe destare molte preoccupazioni. E' abbastanza evidente come la filosofia del "pay per use" vada a ledere in maniera gravissima i diritti del consumatore. "Costringere" una persona ad acquistare piu' volte lo stesso prodotto a seconda degli utilizzi che vuole farne, rimanendo nella sfera di usufruizione privata, a mio avviso e' da configurarsi nell'ambito della *truffa*.

Cosa pensereste se dopo aver acquistato delle mele e averle messe su una torta il vostro forno si riutasse di accendersi facendo apparire su un display la scritta "queste mele sono state vendute per essere consumate crude, qualora abbiate voglia di farci una torta siete pregati di acquistare una nuova licenza di utilizzo del frutto"?

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Andassero tutti a ******, lunga vita al peer to peer..non riusciranno mai a fermare questo fenomeno..per quello che posso farò di tutto per contribuire.. :dia:

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Aspetta... c'e' una grande differenza tra pirateria, filesharing e copia personale.

La pirateria (compravendita di materiale non originale) e' evidentemente *sempre* dannosa in quanto si configura come un mercato parallelo, dedicato a chi e' comunque disposto a spendere per avere il prodotto.

Il filesharing causa un danno, sebbene sia molto difficile valutarne la portata. Molti utilizzano anch'esso come una sorta di "pseudomercato parallelo", vi sono pero' altre categorie di utenti. C'e' chi lo considera una "prova" del prodotto per scremare cio' che vale la pena di acquistare da cosa non vale il suo prezzo, testandone la piena funzionalita', chi sceglierebbe di non usufruire comunque di quel contenuto qualora lo dovesse acquistare, chi immette in prima persona le sue opere protette su tali circuiti per "farsi pubblicita'", ecc...

La copia personale invece e' semplicemente un *diritto* dell'utente. Diritto di protrarre l'usufruizione della proprieta' intellettuale oltre il ciclo di vita del supporto e di usufruirne -privatamente- in diversi modi.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per partecipare

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!


Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.


Accedi Ora
Accedi per seguire   
Seguaci 0