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"seppelliamo Passannante" Così Il Teatro Diventa Rito Civile

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Una spettacolo per chiedere la traslazione dei resti dell'anarchico che nel 1878 aggredì Umberto I e poi morì di stenti in prigione

"Seppelliamo Passannante" Così il teatro diventa rito civile

Ulderico Pesce porta in scena un lavoro preparato in dieci anni con lui personaggi della politica, della cultura, del giornalismo

di ALESSANDRA VITALI

LA storia di Giovanni Passannante comincia con un coltellino di 8 centimetri e finisce, anzi non finisce, con un cranio e un cervello in un museo. Passannante è l'anarchico che nel 1878, con quel temperino, aggredisce Umberto I a Napoli, viene arrestato, torturato, condannato al patibolo, pena commutata in lavori forzati a vita. Ergastolo all'Elba, una cella sotto il livello del mare, più di dieci anni al buio, la fame, le malattie. Finisce nel manicomio criminale di Montelupo Fiorentino e lì muore, nel 1910. Oggetto di studi lombrosiani, il cadavere ("non degno di sepoltura") viene decapitato, il cervello e il cranio inviati a Roma. Dal 1936 sono in mostra nel Museo Criminale di via del Gonfalone.

La vicenda appassiona da anni l'attore e autore Ulderico Pesce, lucano come l'anarchico, che dei temi storici e sociali ha fatto la cifra del suo teatro. E ha messo in scena "L'innaffiatore del cervello di Passannante" (dal 13 al 25 febbraio a Roma, teatro Cometa Off). Per chiedere a Clemente Mastella, con una petizione popolare (al momento circa 4mila firme), di autorizzare il ritorno in Basilicata e la sepoltura di quei resti. Spiega l'autore: "Quando Oliviero Diliberto era ministro della Giustizia, su richiesta del presidente della Regione Basilicata, Filippo Bubbico, oggi sottosegretario del governo Prodi, con una delibera autorizzò la traslazione. Mai avvenuta".

Delibera, ma anche atto d'accusa: "Si diceva che i Savoia si erano macchiati di gesti atroci e con il 'metodo Passannante' avevano bloccato l'opposizione politica meridionale". Savoia si chiama anche il paese di Passannante: era Salvia, in origine, ma fu cambiato dopo l'attentato: Savoia di Lucania, nel quale è forte l'influenza del movimento monarchico italiano.

"Il sindaco, Rosina Ricciardi, a novembre aveva annunciato, in un'intervista a L'Espresso, che Passannante sarebbe stato sepolto entro la fine di gennaio 2007, ma niente" insiste Pesce. Che a sostegno della causa ogni sera avrà accanto sul palco un personaggio diverso: Alessandro D'Alatri e Diliberto, Fulco Pratesi e Giorgio Tirabassi, Remo Remotti e Paola Turci, Marco Travaglio e Peter Gomez, Marco Rizzo e Gianni Mura, Sergio Staino e Haidi Giuliani, Rocco Papaleo e Sandro Portelli per citarne alcuni.

"Chiediamo che nel museo, al posto delle spoglie, vadano delle copie in resina e gesso e una legenda in cui si spiega che i resti veri sono stati lì fino al 2007 perché lo Stato se li era dimenticati". Autore coraggioso, Pesce si dedica a un teatro di verità e denuncia, passioni e attualità. Fra i suoi lavori, Storie di scorie, sul nucleare in Italia ("Si parla di Iran, nessuno dice che alla Casaccia, vicino a Roma, c'è un deposito fra i più pericolosi d'Italia"), Contadini del Sud, la storia d'amore fra Amelia Rosselli e Rocco Scotellaro, e FIATo sul collo. I 21 giorni degli operai della Fiat di Melfi.

"Il teatro vive un momento terribile, è solo repertorio, non parla alla gente. Per fortuna - osserva Pesce - c'è n'è un altro sull'oggi, sul recupero della memoria, sull'indagine sociale. Tutto quello che manca dalla tv". Teatro sociale che racconta le emozioni: "Mi sforzo di parlare di persone, per il lavoro sulla Fiat ho mangiato e dormito con gli operai per spiegare al pubblico una realtà che molti credono estinta. I metalmeccanici esistono, è una delle categorie più a rischio. Quelle per cui si batteva Passannante, in un Sud senza tribunali, scuole, strade, ospedali".

Ma chi è "l'innaffiatore" del titolo? "Nello spettacolo si racconta che la formaldeide, che conserva il cervello dell'anarchico, scende di livello. Ogni tanto qualcuno deve riempire il contenitore. L'innaffiatore è lui. E' un carabiniere. Gli hanno dato quell'incarico per punirlo. Di cosa, non posso dirlo. Quando Passannante sarà seppellito, vi dirò chi è quell'innaffiatore".

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