Accedi per seguire   
Seguaci 0
ctrl-alt-canc

Sigarette, Whisky E Night Club

1 messaggio in questa discussione

Due libri sulla vita di Buscaglione, prima star italiana del dopoguerra

Gli inizi a Torino, swing e ironia e il successo arrivò travolgente

Sigarette, whisky e night club

Storia di Fred, il duro dal cuore tenero

di MATTEO TONELLI

este1314551855380re3.jpg

Fred Buscaglione

ROMA - Di lui resta la sagoma inconfondibile. Quel ciuffo di capelli davanti agli occhi, lo sguardo da duro, la sigaretta sempre in bocca. E le canzoni. Mentre tutti cantavano di fiori, tristezze, viali d'autunno, lui scelse un registro diverso fatto di swing, ironia, locali fumosi, donne fatali, bottiglie di whisky. E rimase nella storia. Fred Buscaglione, quello di "Eri piccola così", "Teresa", "Guarda che luna" e decine di altre canzoni. Fred che si chiamava Ferdinando ma diceva: "E' un nome troppo impegnativo, io non combino nulla di buono che ci faccio con un nome così?". Meglio accorciarlo. E nacque Fred. Che, invece, combinò moltissimo.

Una storia intensa e breve quella di Buscaglione, la prima grande star della canzone italiana nel dopoguerra. Una storia raccontata da due libri che ne ripercorrono la vita. Il primo è di Gioacchino Lanotte (Fred Buscaglione, cronache swing dagli anni cinquanta. Editori Riuniti, 206 pagine, 14 euro). L'altro è a firma di Leo Chiosso (scomparso lo scorso anno), che di Buscaglione fu amico inseparabile e paroliere (I Giorni di Fred. libro e dvd. Mondadori 124 pagine, 19 euro).

Un'esistenza fatta di gavetta ma anche di un successo enorme. Bruciò le tappe Fred, con l'inseparabile Leo Chiosso, scrisse decine di canzoni. Conquistò Torino, dove era nato, poi Roma e l'Italia. E proprio nella capitale morì, all'alba del 3 febbraio 1960 schiantandosi contro un camion a bordo della sua Thunderbird rosa (che non gli piaceva "ma faceva personaggio"). Non aveva neppure 40 anni.

Morì quando il successo era ormai enorme, per lui e per quel personaggio "da duro con il cuore tenero, implacabile con i nemici ma tenero con le donne" che Chiosso gli suggerì. Le canzoni diedero vita a Jack Bidone, Buck la Peste, Jack lo Sfregiato, Porfirio e tanti altri che lui incarnò alla perfezione. Sigarette e whisky perché i duri fanno così, anche se Buscaglione non era così.

Tutto partì da Torino, ricorda Chiosso nel libro, con il Faro, gli Asternovas (la band di Buscaglione) la guerra e il boom economico. L'Italia cambiava. Poteva accadere di tutto allora anche che una semplice cantina diventasse il palco per una jam session tra Buscaglione e Luis Armstrong. "Che stagione quella", ricorda Chiosso nel libro.

Per Buscaglione la celebrità, dopo gli esordi a Torino, arrivò travolgente. Adesso poteva capitare di vedere, seduto al Covo di Nord Est, l'avvocato Gianni Agnelli invocare a gran voce "Che Bambola". Fred divenne il re dei locali. Ma non perse mai il senso delle cose. E così, quando ormai il suo chachet era schizzato alle stelle, continuò ad esibirsi quasi gratis all'Hembassy di Rimini, solo perché il proprietario gli aveva dato credito quando non era ancora nessuno.

Successo, fama e anche il cinema. Buscaglione girò una decina di film, i cosidetti musicarelli dell'epoca, in cui intrepretava se stesso. O meglio il suo personaggio. Che doveva avere tante donne intorno, ma che ne amò veramente solo una: Fatima, la sua moglie-bambola. Che lo lasciò. Più il successo cresceva, più Fred diventava malinconico. Lontano dalla donna che amava, sempre più a disagio nei panni del "duro dal whisky facile", diceva: "Mi trovo invischiato in questa atmosfera paracriminale senza avere una particolare predisposizione. Il mio "io" più segreto ripudia il modo di vivere che tutti attribuiscono a Fred".

Per questo aveva pianificato la sua uscita dalla scena. "Canto ancora due anni, canterò le canzoni più pazze, fingerò una vitalità che non ho e poi tornerò ad essere Ferdinando Buscaglione, di professione pensionato". Non fece in tempo. Il destino aveva deciso diversamente. Fred non sarebbe mai più stato Ferdinando. Non sarebbe diventato vecchio, non avrebbe mai smesso i panni del "duro". Sarebbe rimasto Fred che muore all'alba a bordo di una macchina rosa che neanche gli piaceva.

FONTE

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per partecipare

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!


Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.


Accedi Ora
Accedi per seguire   
Seguaci 0