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Accordo Microsoft-novell, Chi Ci Guadagna?

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Accordo Microsoft-Novell, chi ci guadagna?

L'accordo è stato siglato a novembre ma solo ora i manager italiani delle aziende coinvolte sono pronti per commentare. Inizia Andrea Rossi, country manager di Novell Italia: "un accordo che agevola notevolmente Novell nei confronti del suo concorrente storico, Red Hat", il manager si mostra molto soddisfatto della partnership, che, di fatto, dà all'azienda americana una marcia in più rispetto a tutti gli altri protagonisti del mondo open e a tutta la comunità il riconoscimento ufficiale del nemico numero uno.

Secondo quanto ci ricorda Rossi, l'accordo prevede tre ambiti di operatività. Prima di tutto tecnico, che si finalizzerà in una soluzione congiunta di virtualizzazione ma che, allo stato attuale, assurge la soluzione Zen di Novell come la migliore secondo Microsoft, con buona pace dei prodotti di Vmware, il nome più importante in quest'ambito. Altro ambito tecnico riguarda l'interoperabilità tra i documenti, in particolare tra Odf e OpenXml.

In seconda battuta c'è un aspetto commerciale: se Microsoft si trova proprio costretta a consigliare una distribuzione open source, sussurrerà e proporrà il nome di Suse, giustificandola come la più compatibile con le applicazioni basate sulla piattaforma del gigante di Redmond.

Infine, ultimo aspetto per niente da sottovalutare soprattutto negli Usa: Microsoft si è impegnata a non promuovere nessuna azione legale contro Novell che riguardi l'eventuale violazione di copyright.

"Tutto questo, che Red Hat non può vantarsi di avere, in esclusiva per tre anni – insiste Rossi". È prevista, infine, un'attività di marketing congiunto, sponsorizzata da Microsoft, per sensibilizzare aziende e partner sull'open source.

Dietro le considerazioni strategiche c'è un accordo economico ben preciso che si svilupperà nell'arco di cinque anni.

Microsoft si è impegnata a comprare 240 milioni di dollari di certificati di sottoscrizione a Suse Linux Enterprise Server in cinque anni da rivendere ai propri clienti ma il cui supporto sarà garantito dai servizi Novell (ricordiamo, per dare un'idea, che solo nel primo trimestre di quest'anno Novell ha registrato 230 milioni di dollari di fatturato di cui 106 provenienti da prodotti open).

Ancora, Microsoft riserverà 60 milioni di dollari in cinque anni ad attività di marketing congiunto e 34 milioni di dollari in risorse di vendita in ambito virtualizzazione. Per concludere, Microsoft sborserà circa 108 milioni di dollari per chiudere le dispute sui brevetti e Novell devolverà a Microsoft una percentuale delle revenue delle Open Platform Solutions e di Open Enterprise Server fino a raggiungere 40 milioni di dollari.

Insomma, in cinque anni nelle casse di Novell si accumuleranno circa 348 milioni di dollari provenienti da Microsoft e ne usciranno 40 per un totale netto a favore della casa open (e non della caUsa open) di 308 milioni di dollari. Microsoft, inoltre ne spenderà altri 94 in attività commerciali e di marketing legate all'accordo. Niente male si potrebbe dire.

Abbastanza per far gridare allo scandalo i puristi del mondo open che in questi mesi si sono sfogati in critiche e invettive di ogni genere mettendo la solita, noiosa, guerra di religione davanti alla grande opportunità di vedere finalmente riconosciuta la piattaforma Linux da Microsoft, e di riflesso da una marea di nuovi potenziali clienti.

Non è dato sapere da Rossi, evidentemente, cosa ci guadagni Microsoft da questo esborso di moneta sonante. Ma non crediamo che Steve Ballmer e i suoi siano improvvisamente impazziti, d'altronde il mercato mondiale della virtualizzazione nel 2009 secondo Idc varrà quasi due miliardi di dollari. Non propriamente bruscolini.

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