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Vermeer Interni Di Luce E Musica

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La "Ragazza con la spinetta" esposta per la prima volta in Italia. Intorno a lei un emozionante viaggio nella pittura e nella vita di Delft.

LEA MATTARELLA

MODENA

Piccola città è Modena in una canzone di Francesco Guccini. Piccola città è anche l'olandese Delft che ha dato i natali al genio pittorico di Johannes Vermeer. Dall'incontro tra le due è nata una mostra perfetta costruita con piccoli quadri intorno ad un capolavoro. Bella ed emozionante perché frutto di una ricerca, di un pensiero, di una scelta. Ogni opera rimanda a quella che ha accanto ed è il tassello di un racconto coerente e compiuto. Ma com' è arrivata qui La ragazza alla spinetta, capolavoro di toni freddi, di luci argentate, di gesti e sguardi dipinto da Vermeer negli ultimi anni della sua breve vita? Da uno scambio. La National Gallery di Londra ha infatti ottenuto in prestito uno dei pezzi forti della galleria Estense di Modena, Il ritratto di Francesco I di Velazquez. E così la malinconica fanciulla di Vermeer è giunta in Italia dove non era mai stata. Intorno a lei Maria Grazia Bernardini e Bert W. Meijer hanno costruito questa rassegna che indaga il secolo d'oro della pittura olandese. Aiutati dalla messa in scena di Pier Luigi Pizzi sono riusciti a far sì che la mostra si visiti come se si leggesse una storia in cui tutto è collegato: 23 opere che sembrano le pagine di un libro.

L'inizio è ovviamente costituito dal quadro di Vermeer. Chi sia la giovane donna ritratta non si sa, probabilmente è una delle tante figlie del pittore olandese, nato nel 1632 e morto a soli 43 anni, lasciando molta prole e debiti cospicui. Ma pochissimi quadri. Nonostante la scarsa produzione la sua opera è celeberrima: i suoi dipinti hanno ispirato film e riempito pagine di letteratura. A cominciare da Marcel Proust che fa morire Bergotte, lo scrittore della Ricerca del tempo perduto, di fronte alla Veduta di Delft.

Certamente qui, nella ragazza che suona, c'è una chiara allusione all'amore. Qualcuno ha voluto interpretare lo sguardo della giovane rivolto verso lo spettatore come un invito civettuolo ad un eventuale amante, magari pronto a imbracciare la viola da gamba appoggiata al muro. C'è chi invece l'ha interpretata come una raffigurazione della purezza da leggersi in contrapposizione al quadro esibito alle sue spalle: la Mezzana di Dirk Van Baburen, dove il suono del mandolino e la scollatura di colei che lo pizzica contribuiscono a turbare il giovane raffigurato. E qui comincia l'itinerario tra gli altri dipinti e oggetti esposti.

In mostra, infatti, c'è anche l'opera di Van Baburen, che probabilmente apparteneva alla suocera di Vermeer. La famiglia del pittore viveva presso di lei, in un'abitazione che doveva piuttosto lussuosa, arricchita da quadri e fiori.

Com'erano le case degli olandesi benestanti ce lo mostrano gli altri pittori di Delft (nel 1650 se ne contavano 50 su un totale di 25.000 abitanti) raccolti in questa occasione. Van Vliet ci rivela abiti e oggetti di casa van der Dussen in un ritratto di famiglia, Peter de Hooch, il più interessante tra gli artisti presenti, ci conduce in strade e cortili di una Delft più semplice: sono piene di suggestione le sue inquadrature in cui la prospettiva implacabile è addolcita da una calda luminosità. Poi ci sono le vedute dei canali (van der Heyden), i risultati del leggendario incendio del 1654 (Egbert Lievenz), i dintorni della città. Ed ecco gli oggetti «usciti» dal quadro di Vermeer: due spinette o meglio virginali olandesi, alcuni esempi di mattonelle di ceramica bianca e blu di Delft che l'artista inseriva nei dipinti con la funzione di battiscopa, una viola da gamba.

E, naturalmente, scene di vita musicale familiare, soggetto tradizionale della pittura olandese, qui interpretato da Molenaer e da Ochtervelt. Un mondo nordico, di enigmi e silenzi, lontanissimo dagli eccessi barocchi che trionfavano dappertutto negli stessi anni. Per capirlo basta guardare l'interno della Nuova Chiesa dipinto da Van Vliet: spoglia, severa, eppure aperta ai giochi dei due cagnolini ritratti al centro sullo sfondo tra incantevoli riflessi di luce.

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Fonte.

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