Silvio Orlando, Sesta Volta Con Moretti

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L'attore, reduce dalle fatiche del "Caimano" e da un tour teatrale, è sul set di "Caos calmo" di Antonello Grimaldi. "Qui Nanni è protagonista assoluto, appare praticamente in ogni scena"

Silvio Orlando, sesta volta con Moretti

"Io, suo eterno martire volontario...'"

Il racconto semiserio su una strana (ma bella) coppia del nostro cinema

"Una volta mi fece fare anche un provino, per puro sadismo: ero l'unico candidato"

di CLAUDIA MORGOGLIONE

ROMA - Un rapporto che, a sentire le parole - ironiche - di uno dei due protagonisti, è all'insegna del sadomasochismo: uno, Silvio Orlando, è il martire volontario; l'altro, Nanni Moretti, il regista-partner tirannico. "Per il Caimano, ad esempio - racconta, sorridendo, l'attore napoletano - mi ha fatto un provino per pura cattiveria: ero l'unico candidato al ruolo...".

Insomma, una strana coppia. Che adesso si ricompone, per la sesta volta - dopo Palombella rossa, Il Portaborse, Aprile, La stanza del figlio e, appunto, Il Caimano - sul set di Caos calmo. Pellicola attualmente in lavorazione diretta da Antonello Grimaldi, dal romanzo di Sandro Veronesi, di cui Nanni è la star incontrastata. E in cui Silvio interpreta un ruolo minore: "Anche se ho poche scene sempre con lui mi tocca girare - finge di disperarsi - visto che appare praticamente dall'inizio alla fine del film!".

Ma questo giovedì mattina tardo-primaverile, per Orlando, è un momento di pausa, dalle fatiche di Caos Calmo. L'attore infatti, dopo una breve pausa caffé a un tavolino di piazza del Popolo, varca i cancelli di Studio Universal, per incontrare i tre ragazzi vincitori del concorso Young directors project, organizzato dal canale tv in collaborazione con Ciak e Mini, in cui vengono premiati tre studenti universitari, autori di tre soggetti cinematografici. E che adesso diventeranno tre cortometraggi. Lui, Silvio, è stato - insieme a Jasmine Trinca, Andrea Occhipinti, Eugenio Cappuccio e altri esperti - uno dei giurati.

Allora, Orlando: dopo le fatiche del Caimano, la ritroviamo ancora al fianco di Moretti: la sua è una tendenza al martirio recidiva...

(ride) "E' vero: e dire che io avevo cercato pure di avvertirlo, ad Antonello (Grimaldi, ndr), di tenermi lontano da Nanni, di fare molta attenzione... e invece niente. E così, dall'altro ieri, sono di nuovo in ballo. Per fortuna, almeno questo è un film tutto di Grimaldi, e non di Moretti: Antonello lo vedo bello carico, motivato. Le riprese dureranno otto settimane, cioè pochissimo: in questo lasso di tempo, in un film di Nanni si fanno al massimo i titoli di coda".

Moretti è il protagonista assoluto del film, alle prese col dolore per la morte della moglie. Ci parli invece del suo personaggio.

"Si chiama Samuele, e lavora in un'azienda che produce contenuti televisivi, un po' tipo Sky. Ma poi avviene la fusione, e come sempre in questi casi c'è la tragedia dei licenziamenti... io interpreto il direttore del personale, quello che viene più segnato da questa vicenda. Il ruolo è presente, e molto ben tratteggiato, già nel romanzo di Veronesi".

Ha scene in comune con Nanni?

"Sì, anche perché lui appare dall'inizio alla fine del film: e come sempre, si comporta un po' da dittatore. Io comunque ho in programma solo quattro pose: ho tentato di convincere Antonello a girarne un po' di più, ma niente... Con Moretti, invece, che ne gira tantissime, se fossi stato pagato a numero di pose sarei diventato ricchissimo".

Com'è avvenuto il vostro primo incontro?

"Io recitavo in teatro, in uno spettacolo diretto da Salvatores, e lui è venuto a vedermi. Così mi ha chiamato per Palombella rossa, il mio primo, vero ruolo importante. Poi abbiamo fatto insieme il Portaborse, diretto da Daniele Luchetti, in cui recitavamo insieme: ed è stato un successo, da allora hanno cominciato a chiamarmi tutti".

Fino ad arrivare al Caimano, in cui lei ha minacciato il suicidio, se non fosse stato scelto come protagonista...

"Già, un ricatto: se non mi dai la parte, mi ammazzo. Ma conoscendolo bene, sapevo che era una minaccia inefficace: che mi ammazzassi o meno, per lui non faceva alcuna differenza. Poi comunque, per puro sadismo, mi ha fatto fare il provino: anche se ero l'unico candidato".

Qual è invece il bello di Moretti?

"E' uno dei pochi registi italiani che segue, che ama il teatro: è da lì, oltre che dal suo clan familiare-amicale, che sceglie gli attori. E l'esperienza col teatro è una delle cose che veramente manca, nel cinema italiano: insegna agli attori l'importanza di avere tempo. Tempo anche per porsi delle domande; nel cinema, invece, vogliono solo le risposte. In paesi come la Francia e l'Inghilterra il rapporto col teatro è più stretto".

Dopo le fatiche del Caimano e un lungo tour teatrale, con Questi fantasmi di Eduardo De Filippo, questa esperienza come giurato, in un concorso riservato ai giovani, deve essere stata riposante...

"Mi aspettavo peggio: più litigi, più discussioni all'interno della giuria. E invece no. Anche se si sono formati due blocchi: io e Jasmine (Trinca, sua partner del Caimano, ndr) cercavamo di far vincere i soggetti di cortometraggi più poetici, meno strutturati... e alla fine ci siamo, in parte, riusciti".

Ultima domanda. Lei ha girato tanti film con Daniele Luchetti, che a Cannes sta per presentare Mio fratello è figlio unico: fa il tifo per lui?

"Per Daniele andare sulla Croisette è un tornare, visto che c'è già stato: ricordo quando eravamo lì per il Portaborse, in concorso, c'era un clima molto da gita scolastica. Io ho visto il suo ultimo film, e gli auguro grande successo al festival: ha davvero quella freschezza tipica dei primi lavori di un regista, quando le cose vengono più naturali. Trovo straordinario che abbia ritrovato questa verginità".

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