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Pelù, Di Nuovo Litfiba?

2 messaggi in questa discussione

Pelù, di nuovo Litfiba?

L'ex cantante del gruppo: «Io e Renzulli ci sentiamo, forse con la psicoterapia...» Intanto lui dirige l'Estate Fiorentina

MARINELLA VENEGONI

INVIATA A FIRENZE

Pur sempre di coinvolgimento si tratta. In un lontano Primo Maggio, Piero Pelù infilava un preservativo al microfono dell'intervistatore, per promuovere la sacrosanta guerra all'Aids; oggi, il rocker che ruggì prima nei Litfiba e poi in proprio è diventato direttore artistico dell'Estate Fiorentina. Cinque mesi di lavoro, battaglie a tutto campo con una bestia ben poco rock come la burocrazia, et voilà una stagione di ben 450 serate tra poesia, danza, letteratura, arte visiva, cinema e naturalmente rock, visto che da lì si viene non per nulla: apertura il 30 maggio, con i Muse in Piazzale Michelangelo, luogo scelto per le grandi kermesse che animeranno la città fino a fine settembre, con più punti focali. L'intento è di coinvolgere le più giovani generazioni, e provocare un'inversione di tendenza che rimetta Firenze nei grandi circuiti cultural-creativi: certo, è più facile che ci riesca Pelù - qui visto come un punto di riferimento, e fermato per strada dalla gente che gli espone i propri guai - che non un politico di mestiere.

Fra i punti forti della Fi.Esta (così ha voluto battezzare la sua creatura, abbreviando Firenze Estate), un concerto di Morricone il 5 luglio, Benigni con la Divina Commedia il 20, lezioni di Dario Fo al Teatro Romano di Fiesole il 25/26/27 luglio. Ma anche tantissimi concerti, da Ziggy Marley al rock fiorentino, e una dancehall «costruita in modo che il suono resti all'interno del luogo dove si balla, senza disturbare nessuno», e Alda Merini che andrà a prendere personalmente a Milano, e Arnoldo Foà, e una rassegna di cinema afroamericano che sarà aperta da Spike Lee il 16 luglio. Insomma, un piano all'altezza di una città che tutto il mondo ci invidia, malgrado il traffico caotico ne offuschi la bellezza.

Reduce da un concerto in Vietnam per promuovere la musica italiana, Pelù racconta il suo viaggio attraverso il mondo delle amministrazioni pubbliche, ben più esotiche di Hanoi: «Ho accettato perché me lo ha chiesto il sindaco, ma certo la burocrazia è un mostro. Dalla decisione alla fase esecutiva ci sono passaggi infiniti che a volte ancora si moltiplicano: sono linguaggi diversi dal mio modo di essere, un incontro-scontro perpetuo. Firenze poi è la città dei Comitati: se si mettono insieme in 2 e si dan da fare, ti possono bloccare tutto». Manco fosse solo lì... Che cos'ha capito? «Che non mi interessa il potere. Al contrario di quel che diceva Andreotti, ti logora da morire. Io sono entrato nella ragnatela proteggendomi con il linguaggio artistico».

E l'artista Pelù come va? «Sto tirando le fila di ciò che ho vissuto in questi anni, sogno un periodo di riposo». Inutile negare che le cose andavano meglio quando Piero Pelù e Ghigo Renzulli si azzuffavano nei Litfiba: da quel divorzio doloroso, della band non si sente più parlare, e anche lo smalto di Piero si è un poco appannato. Però si scopre che i due hanno ripreso a parlarsi: «Sì, ci parliamo. Ci mandiamo anche sms, se è per questo. Ormai da un anno ci siamo rivisti. Certo, quando scattano certi meccanismi, è difficile recuperare: siamo stati il caso unico di un sodalizio che si scioglie al massimo della gloria». E allora, che si fa? «Non lo so. Le differenze restano. Esistesse uno psicanalista in grado di tenerci in terapia per un anno...».

FONTE

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magari! l'ultimo album non è proprio tutto quest'eccezionale... :)

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