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luigi1986

Elitel, Riavvio Appeso Alle Finanze

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Elitel, riavvio appeso alle finanze

Roma - Il "guasto tecnico" che ha tenuto fuori dalla rete per diversi giorni un numero crescente di abbonati Elitel potrebbe rivelarsi qualcosa di più serio, che potrebbe tradursi in un futuro prossimo di incertezza per la connettività degli utenti dell'operatore. Ai problemi tecnici, infatti, sembrano aggiungersi questioni di natura finanziaria.

Ne accennava Forbes alcuni giorni orsono, spiegando come il gruppo TLC italiano avesse annunciato ai mercati prima di fine giugno di non poter rendere pubblico il proprio bilancio nei termini stabiliti (ovvero il 30 giugno) "perché le trattative con i creditori non sono ancora concluse".

E il suggerimento che ci si trovi dinanzi ad una questione più finanziaria che tecnica, e che tutto questo dipenda dal rapporto di Elitel con Telecom Italia, viene confermato in queste ore.

In un lungo post sul suo blog, Alessandro Longo ricostruisce infatti il problema finanziario che sembra attanagliare l'operatore, in particolare un debito ancora troppo elevato verso Telecom Italia. Quest'ultima, che pure in mesi recenti era parzialmente venuta incontro all'azienda TLC, avrebbe ora intenzione di concludere tra oggi e domani la disconnessione di tutte le linee Elitel, con la sola eccezione di alcuni clienti istituzionali. Tutto questo, evidentemente, solo nel caso in cui Elitel non trovi il modo di far fronte al debito.

Nel complesso, comunque, siamo dinanzi ad una situazione che non sorprende esperti come Stefano Quintarelli, secondo cui le difficoltà economiche sono comuni a pressoché tutti gli operatori TLC italiani. Quintarelli ricorda come tutto questo sia sintomo di un mercato che rende molto più che difficile la vita a chi vuole competere con Telecom Italia, come viene denunciato ormai da molti anni e in molte diverse forme dalla quasi totalità degli operatori alternativi. Tutto fa pensare, in altre parole, che questo caso potrebbe essere solo il primo di una "nuova serie".

Come peraltro è già accaduto in passato con altri operatori debitori di Telecom Italia, sull'intera vicenda pesa anche una contesa legale tra i due operatori coinvolti, che si dipana tra Autorità TLC e Tribunale di Roma: su entrambi i fronti è per ora Telecom ad uscirne nel migliore dei modi.

Rimane da chiarire, evidentemente, quale debba essere il destino degli utenti, molti dei quali, a guardare quel che si legge in giro, già stanno pensando di cambiare operatore. In ogni caso su questo fronte giocheranno un ruolo centrale nei prossimi giorni la stessa Autorità TLC e Telecom Italia.

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Elitel, ecco cosa sta succedendo

Milano - Elitel è in crisi aperta, ormai è ufficiale: ieri i consigli di amministrazione di tutte le società del gruppo hanno chiesto il commissariamento. È il passo estremo per evitare il fallimento, per la difficoltà a far fronte ai 106 milioni di euro di credito telefonico (servizi voce e Adsl all'ingrosso) vantati da Telecom Italia. Il sottosegretario Alfonso Gianni del ministero dello Sviluppo Economico in queste ore nominerà un commissario ministeriale che si occuperà di gestire la società. È una buona notizia per i dipendenti (150 dipendenti e 1850 parasubordinati): per ora nessuno perderà il lavoro. Elitel però ha appena chiesto (contro il volere dei sindacati) una proroga di cassa integrazione per 30 dipendenti. Il 9 luglio sono infatti tornati al lavoro 50 che erano in cassa integrazione.

C'è una buona notizia anche per i 400 mila utenti Elitel (molti dei quali aziende e professionisti, per un totale di 250 mila contratti di servizio): "la nuova gestione commissariata avrà innanzi tutto l'obiettivo di garantire gli utenti di Elitel sull'ordinaria prosecuzione del servizio", spiega a Punto Informatico Bruno Casati, assessore alle crisi industriali e occupazionali presso la Provincia di Milano. È appunto con la Provincia e i sindacati (Fiom e Slc Cgil) che Elitel ha firmato, ieri, un documento quadro per cercare di superare la crisi.

Di conseguenza, ieri stesso il ministero dello Sviluppo Economico ha inviato a Telecom Italia una lettera firmata dal sottosegretario Alfonso Gianni per sollecitare la riattivazione delle linee Elitel. "Stiamo ora valutando la comunicazione del ministero", fanno sapere da Telecom a Punto Informatico. Beninteso, il ministero riconosce che il credito vantato da Telecom vada tutelato; le linee sarebbero riattivate mentre l'amministrazione straordinaria cercherà anche una soluzione al debito. È proprio quest'ultimo la causa di tutti i problemi di Elitel. È un debito che si accumula dal 2002, subito dopo la costituzione di Elitel ed è raddoppiato negli ultimi due anni. Parte di quei 106 milioni - cioè 95 milioni di euro - è un debito che Telecom considera già scaduto, dopo due tentativi falliti di Elitel di ristrutturarlo.

"È così che siamo giunti alla decisione di staccare tutte le linee progressivamente a partire dal 3 luglio, dopo aver mandato l'ultima diffida a Elitel a fine maggio, dandole 30 giorni di tempo per ripagare il debito", spiegano da Telecom. Ieri, 10 luglio, Telecom ha completato il distacco delle linee. Tutti gli utenti Elitel sono quindi in panne, eccetto alcuni casi delicati (farmacie, uffici comunali) che in accordo con Telecom sono rimasti attivi.

"Non ci limiteremo ad aspettare che Telecom voglia riattivare le linee", aggiunge Giorgio Fatarella, amministratore delegato di Elitel. "Ci stiamo organizzando per riattivarle tramite altri fornitori, tra cui alcune società del gruppo". Non ci sono tuttavia tempi certi. Così come non è sicuro che la gestione commissariale vada liscia: per prima cosa dovrà accertare che la situazione commerciale di Elitel sia sostenibile; cioè se, debito a parte, abbia le carte giuste per essere profittevole. "Dai dati che abbiamo visto- dice Casati - in realtà Elitel ci sembra un'azienda solida, che con l'amministrazione Fatarella è arrivata all'attivo". È quanto mostra lo stesso Fatarella, in una bozza di bilancio, che però ancora non è stato pubblicato: l'ultimo a uscire è stato quello del primo semestre 2006. La mancata pubblicazione del bilancio 2006 è il motivo per cui il titolo Elitel è stato sospeso dalla Borsa di Londra (Aim) il 28 giugno 2007.

Molti punti della questione sono poco chiari; sistemare i nodi della vicenda sarà compito della gestione commissariale che, se andrà avanti, durerà per i prossimi due anni. "Dovrà valutare anche eventuali responsabilità di Telecom Italia in questa crisi - dice Casati, che ha parole dure - ritengo che distaccare gli utenti, causando loro un danno, sia stata una vigliaccata. Non è giusto che soffrano loro per i debiti del proprio operatore. Il commissario valuterà se Telecom ha fatto il possibile per trovare un accordo con Elitel".

"Telecom ha distaccato le linee rispettando le norme", ribattono però dall'Autorità Garante delle Comunicazioni (Agcom), che ora sta "cercando di far dialogare le parti nell'interesse degli utenti restati senza linea". Il dialogo, se non ci fosse stato l'intervento del Ministero, sarebbe tuttavia in stallo: Elitel ha detto di non avere proposte aggiuntive per ripagare il debito e Telecom ha rifiutato tutte quelle precedenti.

Insomma, il giallo di tutta questa vicenda è proprio il debito con Telecom (a cui vanno sommati altri 25 milioni di euro che Elitel deve ad altri fornitori, come detto a Punto Informatico). Com'è possibile che un'azienda che nel 2005 ha fatturato 150 milioni di euro possa arrivare a un debito di tale entità? A riguardo, Elitel non ha dubbi: "Telecom ha violato le norme e per questo motivo ho sporto oggi contro di lei denuncia penale (ieri per i lettori, Ndr.)", dice a Punto Informatico Giorgio Fatarella, amministratore delegato di Elitel. Ne è alla guida da marzo, "i 95 milioni di euro di debiti scaduti vengono dalla passata gestione".

Per capirci qualcosa bisogna sapere che in questo business Telecom dovrebbe dare all'operatore un credito telefonico (per i servizi all'ingrosso) proporzionato alle effettive capacità di quell'operatore di ripagarlo nel tempo. "Telecom invece per anni ha dato un credito superiore alle garanzie, a Elitel come ad altri operatori. Ci aveva inoltre promesso lo stralcio di parte di quel debito, ma si è rimangiata la parola distaccando le linee", dice Fatarella. Qui si entra nel terreno delle polemiche e delle contrapposte opinioni: solo un giudice potrà stabilire la verità.

Quello che c'è di certo è una notizia che è stata ripresa pochissimo dalla stampa. È di fine giugno: quattro alti funzionari di Telecom Italia e di Tim sono indagati dalla Procura di Roma per concorso in bancarotta fraudolenta aggravata. In sostanza (si legge nella nota d'agenzia Radiocor), "secondo gli inquirenti i quattro continuavano a erogare crediti telefonici per conto di Telecom e Tim ad alcune società (la Tc Spa, già Teleque Communications Spa e la Carteque Italia) insolventi, contribuendo a causarne il fallimento e arrecando alle proprie aziende un ammanco di circa 76 milioni". La tesi di fondo (che sta dietro all'indagine) è che un'azienda in difficoltà non dovrebbe ricevere un credito elevato da Telecom, altrimenti la sua posizione debitoria si aggrava e si contribuisce alla bancarotta.

È come se un'azienda con poche garanzie ottenesse da una banca un super-prestito ingiustificato; se lo tira dietro per anni, non riuscendo mai a ripagarlo, fino a essere costretta (per il peso del debito e dei relativi interessi) a dichiarare bancarotta. Senza prestito, si sarebbe invece limitata a chiudere (senza bancarotta). A che pro Telecom avrebbe avuto manica larga nel concedere crediti? Perché mantenere in vita, forzosamente quanto inutilmente (vista la bancarotta successiva) quegli operatori? È da scoprire, ma secondo Fatarella lo scopo era di ottenere ritorni più alti scommettendo sulla crescita futura del fatturato degli operatori.

La vicenda è stata ricordata ieri anche da Davide Caparini, deputato della Lega Nord, che per fare chiarezza ha presentato un'interrogazione parlamentare in Commissione trasporti e telecomunicazioni e ha chiesto che sia sentito il parere dell'Autorità Garante delle Comunicazioni. La tesi di Caparini e di Fatarella è che Telecom abbia distaccato Elitel, rispettando alla lettera le norme e senza concedere altro credito all'operatore, appunto perché scottata dall'indagine della Procura; per evitare, insomma, di ricreare le condizioni che vedono indagati i quattro dirigenti. Telecom invece nega che il caso Elitel sia collegabile a quell'indagine. La partita in corso è un campo di nebbia che ha appena cominciato a schiarirsi.

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...e la cosa più "bella" è che pure all'assistenza telefonica per i clienti non ti rispondono nemmeno...

Parte una voce registrata e sembra tutto ok...e poi il silenzio.

Se non l'avete capito sono pure io uno degli sfortunati usufruenti dei servizi di questa compagnia.

Io è da un pò di giorni che ricevo...ma per chiamare devo aggiungere al numero il prefisso per telefonare con la Telecom (unico modo per riuscire a chiamare <_< ).

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Elitel, una bussola nella burrasca

Milano - La vicenda Elitel arriva, come era prevedibile, in Tribunale: l'azienda, nei giorni scorsi, ha presentato un'istanza dinanzi al Tribunale di Milano per imporre a Telecom Italia il ripristino delle linee. E ieri il presidente Giorgio Fatarella ha spiegato - in una conferenza stampa tenuta all'Hotel Michelangelo di Milano - il passato, il presente e i progetti per il futuro di un'azienda che oggi versa in gravi difficoltà.

"Il nostro obiettivo è assicurare la continuità operativa, per garantire il lavoro delle quasi 2.000 persone che sono impiegate, a tempo indeterminato e con contratti a termine, nelle società del gruppo" ha dichiarato Fatarella, spiegando come sarà possibile concretizzare questo obiettivo: "Telecom Italia deve riallacciare le linee che ha tagliato lo scorso 4 luglio, interrompendo di fatto un servizio pubblico, recando danni gravi a centinaia di aziende, togliendo la possibilità di usare il telefono a migliaia di persone, comprese le utenze sensibili, come quelle per le persone malate".

Elitel, come noto, pochi mesi fa è passata sotto il controllo di Vive La Vie e Telvia, una società "costituita con lo scopo di possedere una quota di Elitel Telecom SpA per supportarla con le risorse finanziarie nella realizzazione del nuovo piano industriale".

"Abbiamo acquisito il controllo di Elitel lo scorso mese di febbraio e nei primi tre mesi di gestione abbiamo portato la società a realizzare interessanti margini - ha dichiarato Fatarella - Grazie al buon lavoro di tutti i dipendenti e i collaboratori abbiamo dimostrato di poter gestire la società in modo adeguato e presentato a Telecom proposte per la ristrutturazione del debito. Ma Telecom, pur lasciando sempre aperta una porta al dialogo, non ha accettato le nostre proposte fino ad adottare questo provvedimento shock".

L'attacco all'incumbent è molto duro e le accuse mosse a Telecom Italia sono di non aver voluto trovare un accordo sulla ristrutturazione del debito accumulato dall'azienda e di volerle rubare i clienti: "Abbiamo le prove che Telecom sta cercando di prendersi i nostri clienti. Basti pensare che al 187 di Telecom dicono che Elitel è fallita. Se hanno permesso che il debito del nostro gruppo salisse a 106 milioni a fronte di una fideiussione di 16 milioni, è perché il gruppo guidato da Riccardo Ruggiero ha preso come garanzia la nostra clientela" ha dichiarato, aggiungendo: "Telecom sta offrendo ai clienti Elitel i propri servizi in un momento in cui essi sono sprovvisti del telefono e delle reti ADSL a causa del taglio delle loro linee".

La crisi, secondo Fatarella, avrebbe avuto inizio proprio con il rifiuto di Telecom al raggiungimento di un accordo e con il distacco delle linee. Anche se, a onor del vero, le rilevanti proporzioni dell'indebitamento affondano le radici nel passato, come si evince dalle dichiarazioni del legale della società Michele Sarno, che ha affermato: "Ci chiediamo perché durante la passata gestione di Elitel, Telecom Italia in sei anni abbia lasciato che il suo credito salisse a 106 milioni di euro".

Parallelamente alla denuncia nei confronti di Telecom Italia, il presidente di Elitel ha annunciato che la società presenterà in Tribunale, entro la fine di luglio, la documentazione necessaria per accedere all'amministrazione straordinaria. Una procedura destinata alle grandi aziende, che per accedervi devono dimostrare di poter contare su una forza lavoro di almeno 200 lavoratori dipendenti. Il gruppo, nei numeri indicati da Fatarella, occupa oltre 2mila persone, ma nessuna azienda che ne fa parte - presa singolarmente - occupa il numero minimo di persone richiesto. Il Tribunale potrebbe comunque concedere l'applicazione della procedura al Gruppo (che allo scopo potrebbe anche far confluire i dipendenti nel nucleo societario di proporzioni più rilevanti).

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