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Dr. Jekyll

Wi Juventus Club

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Sissoko: «Con l’Inter è un derby speciale»

E’ un Momo Sissoko particolarmente carico quello che si prepara a scendere in campo a San Siro contro l’Inter. Il centrocampista è stato ospite martedì della serata organizzata dallo Juventus Club Doc Valsessera con il compagno Cristian Molinaro: «Sentire il calore della gente fa piacere, si avverte l’affetto dei tifosi e questo mi rende orgoglioso. Mi era già capitato in Spagna, non in Inghilterra. Tutti mi hanno chiesto i tre punti contro l’Inter e di segnare. Speriamo, sarebbe bello».

Momo, ora che si è perfettamente ambientato nel campionato italiano, tiene particolarmente alla partita di sabato: «Quest’anno la sento di più perché ora siamo lì, a ridosso della vetta e la vivo come un derby speciale. Io ho giocato nel Liverpool e la sfida con il Manchester aveva un’importanza diversa rispetto al derby con l’Everton. Qui è la stessa cosa: sento di più la partita contro l’Inter che quella contro il Toro».

Momo non è il solo a dare alla gara di sabato un significato particolare. Tutto lo spogliatoio è bello carico, come conferma Cristian Molinaro: «Viviamo l’attesa con una tensione positiva. La squadra è carica e ora aspettiamo il rientro dei Nazionali per preparare al meglio la partita. E’ stata sempre una gara prestigiosa, ma quest’anno le squadre si equivalgono e dunque ci teniamo ancora di più».

Ibrahimovic contro Del Piero è una sfida nella sfida? «Le squadre stanno dimostrando di sapersi esprimere ad alti livelli grazie a tutti i giocatori, ma è chiaro che loro stanno facendo la differenza. Il nostro obiettivo è fare bene come lo scorso, per poi permettere ai nostri campioni di essere determinanti».

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I convocati per il Bate

Dopo l’allenamento di vigilia in vista dell’ultima gara del girone di Champions League buone notizie per Alessandro Del Piero, recuperato dall’affaticamento muscolare alla coscia destra che gli aveva impedito di partecipare alla trasferta di Lecce. Fermo invece Iaquinta, vittima di un dolore alla colonna cervicale. Squalificato Sissoko.

Ecco l’elenco completo dei convocati:

3 CHIELLINI Giorgio

4 MELLBERG Olof

6 ZANETTI Cristiano

8 CARVALHO DE OLIVEIRA Amauri

10 DEL PIERO Alessandro

11 NEDVED Pavel

12 CHIMENTI Antonio

13 MANNINGER Alexander

19 MARCHISIO Claudio

20 GIOVINCO Sebastian

21 GRYGERA Zdenek

28 MOLINARO Cristian

29 DE CEGLIE Paolo

32 MARCHIONNI Marco

33 LEGROTTAGLIE Nicola

31 NOCCHI Timothy

35 ESPOSITO Simone

36 CASTIGLIA Luca

38 D'ELIA Salvatore

41 ARIAUDO Lorenzo

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Ranieri: «Voglio il primo posto»

La Juventus è già qualificata agli ottavi di finale, ma andrà in campo con la grinta e la determinazione di sempre, perché c’è in ballo il primato nel girone e perché è abituata così. Questo è il concetto chiave della conferenza stampa di vigilia tenuta da Claudio Ranieri che, dall’alto della sua esperienza internazionale, non si sbilancia su quale potrà essere il prossimo avversario negli ottavi, che si arrivi da primi in classifica o da secondi: «In Champions non contano i nomi – spiega Ranieri – ma la condizione psicofisica in cui le squadre si presentano all’appuntamento. Quando arrivai in semifinale con il Chelsea eravamo quattro sorprese, il che significa che le squadre più accreditate erano fuori. Ripeto, contano di più le condizioni psicofisiche, unite alle motivazioni».

Tornando alla gara con il Bate, Ranieri non può dimenticare la prima mezzora subita nella gara di andata: «Del Bate temiamo tutto, ci ricordiamo perfettamente l’avvio a Minsk, tutti correvano, si aiutavano e noi abbiamo sofferto tantissimo». A proposito di ricordi, gli chiedono di parlare dei momenti clou di un girone difficile, ma superato alla grande: «Real a parte, è stata importante la vittoria all’esordio con lo Zenit, perché ci ha permesso di partire bene in un momento in cui noi non eravamo al massimo e loro sì»

In conclusione il messaggio di Ranieri è chiaro: «Dobbiamo finire primi, fare bella figura con una buona gara e mantenere il ritmo che abbiamo tenuto ultimamente».

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Nedved: «Con il Bate massima concentrazione»

E’ Pavel Nedved il protagonista della conferenza stampa di vigilia assieme a Claudio Ranieri. I giornalisti domandano all’allenatore se c’è la possibilità di vedere Nedved centrale a fianco di Marchisio, vista la squalifica di Sissoko e Zanetti al rientro dopo un lungo stop. Il tecnico bianconero risponde: «E’ importantissimo per noi che Pavel sappia sacrificarsi per la squadra. Lo fa quando gioca nel suo ruolo, l’ha fatto benissimo nel momento del bisogno quando l’ho utilizzato da centrale». Al suo fianco, Nedved viene interrogato sulla possibilità che un ruolo da centrale possa allungargli la carriera: «Secondo me nel calcio si corre dappertutto, non so se come centrale potrei giocare più anni, quello che so è che per me è importante sacrificarmi per la squadra e essere a disposizione dell’allenatore nel momento del bisogno»

Nedved allontana il pensiero Milan, adesso c’è solo il Bate: «La Champions va affrontata con grande concentrazione, altrimenti rischi di fare una figuraccia». Ma è più facile arrivare in fondo rispetto al campionato? «Magari fosse così! Non c’è niente di facile, né il campionato né la Champions. Sbagli una partita e sei fuori. Noi vogliamo arrivare fino in fondo, quindi non dobbiamo commettere errori»

Un girone difficile superato alla grande, e con il Bate si gioca per il primato: «Questo girone, che non era affatto facile – chiude Nedved -ha contribuito ad aumentare la consapevolezza in noi stessi, ci ha resi più forti, anche dentro»

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Champions League: stasera in campo

La neve non ferma la Champions. Questa sera alle 20.45 calcio di inizio dell’ultima gara del girone che vede la Juventus, già qualificata, a caccia del primato del proprio girone contro il Bate, che dà questa sera l’addio stagionale alla più prestigiosa competizione europea.

Da questa notte la città di Torino è avvolta da una fitta nevicata, che non sta dando tregua, ma il campo dello stadio Olimpico, adeguatamente coperto, sarà in grado di ospitare la partita. Sarà un’atmosfera davvero speciale quella di questa sera, già in tema natalizio, dove saranno i tifosi ad avere il compito di scaldare la serata, dando il loro supporto ai giocatori in campo.

Per chi avesse piacere di vivere una serata speciale, sono ancora in vendita tagliandi in ogni settore, acquistabili nelle ricevitorie autorizzate fino all’inizio della partita e alle casse dello stadio Olimpico a partire dalle 18.30, orario di apertura dei cancelli

Si consiglia di usare i mezzi pubblici

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«Mia moglie spera che prima o poi possa giocare in azzurro»I

Amauri, l'altro Brasile

«La Juventus è grande, è il mio punto d'arrivo. Vorrei scrivere un pezzo della sua storia»

DAL NOSTRO INVIATO TORINO — A parte l'effervescenza naturale del nome, Amauri Carvalho de Oliveira, 28 anni da Carapicuiba, di brasiliano ha ormai ben poco. È a suo agio anche in una giornata uggiosa al centro sportivo della Juventus, sulla provinciale di Vinovo, tra l'ippodromo, gli autocarri e il buio che scende presto. Amauri è un attaccante lungo e decisivo (primo nella speciale classifica).

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Delle sue otto reti, cinque hanno fruttato nove punti. Si è abituato ad essere un campione come si è abituato, lui tutto spiagge e sole, alla neve. Con i compagni sta per entrare in scena al Natale dei bambini del settore giovanile. Passerella ad effetto, in attesa di quella col Milan, prova d'appello dopo l'anonimato con l'Inter. «Ogni partita ha una storia a sé. Allora venivamo da una serie positiva e ci siamo fermati. L'abbiamo ripresa e non vogliamo interromperla». Magari grazie al suo gol numero 50 in serie A. «Meglio non parlarne per scaramanzia». Il Milan è il paradiso dei brasiliani. Ci poteva finire anche lei. «Ma ora sono alla Juve. E loro sono tutti straordinari, tutti giocatori che ti possono mettere in difficoltà in qualsiasi momento». Chi vorrebbe avere accanto? «Beh, facile. Kaká, Ronaldinho. Però c'è un giocatore al Milan che è una spanna sopra tutti gli altri: Seedorf. Bravissimo, lo stimo molto».

Un brasiliano contro la squadra più brasiliana che c'è. «Ma io ormai, come giocatore, mi considero italiano, più che brasiliano. Tutta la mia carriera l'ho fatta qui, sono arrivato giovanissimo. Mi sono ambientato al 100 per cento». Niente più nostalgia? «Magari all'inizio ogni tanto mi trafiggeva la voglia di tornare a casa, ma è passata». Alla Juve c'è un giocatore, Camoranesi, che ha seguito un percorso che ora potrebbe toccare a lei. Diventare «oriundo». Le ha mai dato qualche consiglio? «Con Mauro siamo amici, ma non abbiamo mai toccato l'argomento nazionale per rispetto reciproco. Non mi permetterei mai di chiedergli qualcosa e lui non mi dice nulla». Ma a che punto siamo? «Ho chiesto il passaporto italiano. Quando arriva vediamo». È vero, però, che sua moglie tifa perché lei vesta la maglia azzurra? «Sì, è vero, a lei piacerebbe che giocassi con l'Italia». Che ne pensa di Berlusconi? «Preferirei passare oltre, non sono la persona più adatta per parlare di politica».

Bene. Che cos'è la Juve? «Un punto di arrivo e non di passaggio. Sono in una delle squadre più titolate del mondo, vorrei scrivere un pezzo di storia bianconera». Finora che voto si dà? «Non sono bravo a giudicarmi, ma sono contento di quello che sto facendo. So che posso fare di più». Quando è arrivato alla Juve non aveva un po' di paura? È già capitato di fenomeni annunciati finiti in soffitta. «Paura no, ma sapevo che la Juve è una responsabilità da portare, però l'accoglienza dei compagni mi ha dato la serenità per fare bene». Del Piero se l'aspettava così? «Tutto quello che mi avevano detto di lui era vero. Vivo e gioco con un grande campione che si merita tutto quello che ha conquistato». Lei è nuovo, ma non giovane. La Juve ne ha tanti. Chi sponsorizza? «Mi piace molto Rossi, per me ha un grande futuro. È un bravo ragazzo, ha la giusta mentalità. Ma nei due mesi che è stato qui, prima di passare all'Empoli, mi sono affezionato a Pasquato e lui a me. Gli dico sempre di non montarsi la testa, perché se lo fa lo prendo per le orecchie». Molti giocatori quando arrivano in una grande squadra rivelano che fin da ragazzini ne erano tifosi. «Sempre tifato per il San Paolo, che ha vinto il terzo campionato di fila. E in Italia, siccome era molto popolare quand'ero bambino, per via di Careca, mi piaceva il Napoli».

Lei ha giocato e segnato contro la Juve e ora gioca per la Juve. Differenze? «Giocare contro la Juve e farle gol dà una soddisfazione enorme, perché hai davanti una squadra eccezionale. Giocare per la Juve è un'esperienza fantastica. Lo ripeto: non sono qui di passaggio». Obbiettivo personale e di squadra. «Il mio è vincere qualcosa di importante, per la Juve di ri-vincere». Scudetto o Champions? «Lo stesso». Lei viene da Carapicuiba. «Periferia di San Paolo, una piccola città nell'immensa metropoli. Non favela, ma periferia». Ha fatto tanti mestieri, prima, ha lavorato anche in una fabbrica di carbonella. «Ho fatto le mie esperienze e ne sono felice». Si ricorda il suo primo pallone? «Come se fosse ieri. Me lo regalò mia mamma Janete». Lei, non è una novità, è stato paragonato a Ibrahimovic. «Già al Chievo mi accostarono a lui. Cosa posso dire? Mi fa piacere, è un grandissimo giocatore». Come Ibrahimovic lei è uno stakanovista: gioca sempre. «La preparazione è stata buona, non ho problemi».

Mercoledì contro il Bate, a un certo punto, ha fatto un gesto che sembrava simile a quelli che Ibrahimovic ha mutuato dal taekwondo. Ha praticato anche lei qualche arte marziale? «Effettivamente, fatto strano per un brasiliano, ho cominciato con il judo. Ma dopo tre mesi ho mollato. Sono andato dalla mamma e le ho chiesto di iscrivermi alla scuola calcio». Subito attaccante? «Centrocampista offensivo». Adesso fa gol decisivi. Il più importante con la Juve? «Quello al Real, in Champions, indimenticabile». Il più bello? «Con il Torino. Il tiro non era irresistibile, ma la giocata sì». Juve-Milan, fuori i secondi? «Troppo presto. Chi perde non è perduto, ma è meglio evitare». Guardiamo oltre il Milan. Come si acchiappa l'Inter? «Giocando come stiamo facendo ora e cercando di sbagliare il meno possibile».

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Recupera Salihamidzic, Camoranesi non ce la fa. Venti convocati per il Milan

Camoranesi non ce la fa. Il centrocampista ha provato sino all’ultimo, allenandosi anche oggi con i compagni, ma l’infortunio alla spalla patito contro la Reggina è troppo recente per permettere a Mauro di scendere in campo contro il Milan senza condizionamenti. In compenso Ranieri potrà contare su Momo Sissoko. Il maliano, costretto ieri ad allenarsi al coperto per un attacco influenzale, è a disposizione. Nella lista dei convocati figura anche Hasan Salihamidzic. Brazzo, che lo scorso anno decise la gara contro i rossoneri con una preziosa doppietta ha recuperato dal fastidio al tendine che lo aveva tenuto fuori nell’ultimo periodo. Al gruppo sono stati aggregati anche due Primavera, il difensore Ariaudo e il portiere Pinsoglio. In tutto sono venti i convocati da Ranieri.

Ecco l’elenco completo

3 Chiellini

4 Mellberg

6 Zanetti

7 Salihamidzic

8 Amauri

9 Iaquinta

10 Del Piero

11 Nedved

12 Chimenti

13 Manninger

19 Marchisio

20 Giovinco

21 Grygera

22 Sissoko

27 Ekdal

28 Molinaro

29 De Ceglie

32 Marchionni

41 Ariaudo

42 Pinsoglio

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Uragano Juve, Milan battuto

Con due gol Amauri trascina la squadra sotto l'acqua. Il Milan in scia per un'ora, poi resta in dieci e crolla

MARCO ANSALDO

TORINO

La seconda forza del campionato è la Juventus e se dovessimo trovare una sola ragione per cui lo merita più del Milan, che ieri ha battuto più largamente di quanto non dica il 4-2, diremmo che è nel coraggio di puntare su gente integra, persino giovane, al contrario di una società che insegue, compra o conferma i grandi nomi imbolsiti senza capire che l’età è una tassa senza scampo. La differenza si è vista. Nettissima. Ha vinto la Juve di Amauri (che in estate strappò al Milan) ma soprattutto di Marchisio, di De Ceglie, di Chiellini, anche di Sissoko che gioca da una vita ma ha soltanto 23 anni. Loro hanno imposto ritmo, freschezza, aggressività. Loro rendono meno drammatica la mancanza di grandi campioni parcheggiati in infermeria. E’ anche vero che il Milan, con le ultime pesantissime assenze e le relative presenze, è come quella pubblicità che ruota attorno alla domanda: «Ti piace vincere facile?».

Senza Kakà perde il 30 per cento del potenziale, dell’inventiva, del gioco e Ancelotti, dopo l’infortunio di Gattuso e il forfait di Flamini che l’avrebbe sostituito, ha dovuto anche riesumare dall’armadio dei ricordi Emerson, che già ci pareva in bollitura nell’ultima stagione con la Juve, figuratevi adesso che sono trascorsi due anni. Perchè siano andati a comprarlo è un mistero. Marchisio non ha avuto pietà di quel vecchio zio brasiliano, con cui si misurava negli allenamenti in anni capelliani. Lo ha asfaltato.

Con Emerson da un lato e Ambrosini, pure lui sulla corda, dall’altro, la sapienza di Pirlo si è ingabbiata e spenta. Soprattutto, quel centrocampo non copriva la difesa imbarazzante e qui non è una questione di assenze, perchè sul recupero di Nesta bisognava fare uno sforzo di ottimismo già in estate. Questo è quanto Ancelotti ha a disposizione. Stupisce che non punti di più sullo svizzero Senderos, che ricordiamo assai bravo nell’Arsenal. Carletto (stupidamente irriso dai tifosi bianconeri, dimentichi che se gli avessero dato un portiere e non Van der Sar avrebbe vinto uno scudetto e forse due con la Juve) avrà le sue ragioni. Certo che per preferirgli il Kaladze di questi tempi e persino Maldini, che deve coprire il centro destra dopo una carriera spesa nei ruoli del mancino, Senderos deve essersi imbolsito assai. La debolezza strutturale del Milan è emersa dopo un quarto d’ora. Contro avversari asfissianti nel pressing, i rossoneri non hanno potuto ricorrere al palleggio, la loro arma migliore, per cui il gioco si è appoggiato sulla bravura di Ronaldinho, che da fermo lanciava chi lo poteva capire. La Juve aveva un lato debole, a sinistra, perchè Nedved non teneva Zambrotta che Ronaldinho cercava spesso con lunghi traversoni in campo libero.

L’infortunio del ceco paradossalmente soccorreva Ranieri che non avrebbe osato levarlo tanto presto: con De Ceglie davanti a Molinaro la Juve si sistemava anche da quella parte. I buchi restavano tutti al Milan che andava in svantaggio però con un rigore contestato. I rossoneri negavano (a torto) che Jankulovski avesse toccato la gamba di Del Piero sul lancio di Molinaro. Avrebbero avuto più ragione nell’invocare il fuorigioco del capitano bianconero, che dal dischetto non sbagliava. Sarebbe stata una delle firme di Alex nella serata poco sfavillante: un’altra l’avrebbe messa al 34’ con l’angolo del raddoppio, una battuta precisa e intelligente a pescare Chiellini fuori dal mucchio in mezzo all’area e il difensore di testa infilava l’angolo. Era il 2-1. Nel frattempo il Milan aveva sfiorato il pareggio al 18’ con un incredibile errore di testa di Ambrosini da due passi e l’aveva ottenuto al 31’, con Pato che è un Inzaghi enormemente più bravo nella tecnica ma molto evanescente e meno intuitivo sotto porta. Pure lui avrebbe bisogno di una squadra che gli fornisce dieci palloni a due metri dalla porta: quando Ronaldinho gliel’ha messo, con la difesa juventina ferma, il brasilianino ha colpito.

La Juve si è ripresa, ha trovato nei giovani fatti in casa la forza che scoperchiato i difetti milanisti. Marchisio e De Ceglie scherzavano con la vecchiaia rossonera: il cross di quest’ultimo per Amauri era perfetto quanto la battuta di testa del brasiliano per il 3-1. Nella ripresa Ancelotti tentava la carta Shevchenko per Emerson. Una punta in più anche sul carrello dei bolliti. L’illusione di aver riaperto il match la offriva all’11 un tiro di Ambrosini che diventava letale per la deviazione involontaria di Chiellini ma la Juve controllava il gioco, lo faceva ancora di più dopo la seconda ammonizione di Zambrotta che non aveva altro modo per fermare De Ceglie che abbatterlo. Con un uomo in meno e un centinaio di anni in più il Milan diventava la preda semplice da ghermire. Il gol di Amauri, con un giochino nel controllare la palla davanti a Jankulovski di nuovo addormentato, riassestava le distanze, il palo pieno di Del Piero guastava soltanto la serata ad Alex, non ai tifosi juventini che adesso vedono davanti a loro soltanto l’Inter. Stessa città di questo Milan, però diverso il pianeta.

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La forza della squadra

la testa di Ranieri

ROBERTO BECCANTINI

La Juventus liquida il Milan e resta, superba, in coda all’Inter.

Se Barcellona-Real è stata grandiosa, Juventus-Milan è stata fiammeggiante dall’inizio alla fine.

Quando vuole, il campionato italiano sa essere all’altezza delle ambizioni e degli strilli.

I bianconeri hanno così raccolto l’ottavo successo nelle ultime nove partite.

Sì, un sacco di assenze: ma non solo Kakà, Gattuso, Borriello e Flamini, anche Buffon,

Legrottaglie, Camoranesi e Trezeguet. Per fortuna, non sarà la moviola,

con le sue gocce di veleno (ombra di fuorigioco sul rigore di Del Piero, braccio di Seedorf condonato),

la chiave di lettura. Sono la gioventù e la solidità della Juventus,

alle quali Ancelotti oppone la memoria storica dei Milan fino all’espulsione di Zambrotta. Il diluvio scorta un’ordalia stupenda. Ranieri se la gioca come meglio non avrebbe potuto. Di forza e di testa (due gol su quattro). Chiellini, Marchisio, De Ceglie, Sissoko, Amauri: ecco la spina dorsale dell’ex Signorina. Tutto le gira bene, dalla staffetta Nedved-De Ceglie in su. Davanti ad Abbiati, la contraerea di Maldini e Kaladze mette paura. Ancora una volta, l’utile sommerge il dilettevole. Di Ronaldinho non ricordo che l’assist a Pato. Amauri, in compenso, si rivela di un’importanza cruciale: per come martella ai fianchi gli avversari e, naturalmente, per gli sfracelli che combina sotto porta. Logico che Lippi lo marchi stretto.

Record di gol (41), settima vittoria consecutiva dell’Inter, quinta della Roma (coppa esclusa) ed emozioni ad alta velocità, in linea con l’aria che tira sui nostri binari. L’Inter con il Chievo, da 2-0 a 2-2 a 4-2. La Roma con il Cagliari, da 1-0 a 1-2 a 3-2. Per tacere del folle girotondo in Friuli, Udinese-Lazio da 3-0 a 3-3. Non so se ci voglia più coraggio a beccare due gol dal Chievo, sul 2-0, oppure, beccatili, a inserire Crespo e Figo. Hanno incensato Mourinho, per questo. Il portoghese ci ha abituato a ben altro. Avrà sorriso, dentro di sé: ah, gli italiani, così servizievoli, così servili. Con Ibrahimovic, lo scudetto lo hanno vinto Fabio Capello e Roberto Mancini. Lo vincerà anche José. Altro discorso, l’Europa: l’effetto Ibra vale solo, per ora, in campionato. E non da ieri: dall’estate del 2004.

Poi, certo, si può discutere tutto, da Calciopoli all’ultima doppietta, con Frey «schiacciato» e Sorrentino folgorato. Ibra è il ponte che collega l’Inter di Mancini all’Inter di Mourinho. In compenso, la distribuzione dei gol è il fiume che le divide. Un anno fa, dopo sedici giornate, i campioni avevano realizzato 35 reti, 25 delle quali firmate dagli attaccanti: su tutti, Ibrahimovic e Cruz con nove a testa. A tutt’oggi, i nerazzurri ne hanno segnate 29. Gli attaccanti, «solo» 14 (Ibra, 10). Cinque sono arrivate dal centrocampo, sei dalla difesa. Quattro le autoreti. Come volevasi dimostrare, Zlatan si conferma il totem della squadra. Nello stesso tempo, l’Inter di José non è nuova ai cali di tensione: era già successo a Reggio Calabria (0-2, 2-2, 2-3, Cordoba all’ultimo minuto). Ogni tanto, anche Omero si appisolava.

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Del Piero loda il carattere juventino.

Del Piero ai microfoni di Juventus Channel: «Cosa m’è piaciuto di più stasera? Il fatto che la squadra non si sia mai fermata un attimo, dal primo all’ultimo minuto. E’ una vittoria che ci dà grande soddisfazione, ma non dimentichiamoci che il campionato prosegue ed il Milan, nonostante la sconfitta di stasera, non è tagliato fuori. L’importante è che la Juventus si concentri su se stessa, senza guardare le avversarie ma pensando solamente a vincere le proprie partite. Così facendo, altre soddisfazioni in questa stagione non mancheranno».

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Marchisio: «Cerco di sfruttare tutte le occasioni»

Proprio nella giornata di vigilia del secondo anniversario della scomparsa di Alessio Ferramosca e Riccardo Neri, nella vittoria della Juventus sul Milan c’è il segno dei giovani usciti dal vivaio.

Marchisio e De Ceglie ancora una volta tra i migliori in campo. Il centrocampista ha cercato spesso la via della rete e l’esterno ha messo il suo zampino nel terzo gol.

Tanti complimenti per i due ragazzi. Complimenti a cui Claudio risponde così a fine gara: «Non credo di essere il nuovo Tardelli, sono un ragazzo che vuol fare bene e diventare un grande giocatore di questa squadra. Per ora il mio obiettivo è cercare di sfruttare ogni occasione e partite come queste sono davvero importanti. Adesso spero che possano tornare a disposizione tutti i nostri infortunati, ci sarà bisogno di tutti. Io continuerò a lavorare per mettere in difficoltà il mister».

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QUI JUVENTUS

Ragazzi di bottega

Molinaro, De Ceglie, Marchisio & C:. scommesse vinte in caccia dell'Inter

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De Ceglie, uno dei migliori contro il Milan (LaPresse)

MILANO — A Vinovo, al centro tecnico bianconero, c'è la galleria delle maglie. Sta nel corridoio che porta dallo spogliatoio dei giovani a quello della prima squadra. È un percorso iniziatico, una specie di educazione sentimentale al successo. I ragazzi guardano i numeri e i nomi di quelli che sono passati da una parte all'altra, che hanno superato quei pochi metri. Non è lo spazio a dare il senso della distanza: è la coscienza dei propri mezzi.

Nella Juve non c'è solo Amauri, il piatto forte del mercato, il pezzo unico. Il futuro è un gioco di investimenti, ma soprattutto un invito alla clonazione. Ecco un Cabrini di Moio della Civitella, un Nedved di Aosta, un Tardelli di Chieri, un Del Piero di Torino (in panchina). Sono i quattro emergenti della Juventus che ha schiantato il Milan grandi firme che non amano le imitazioni. Male. Sono quelli che correvano, con la sfrontatezza tipica dei giovani, mentre gli altri, i giocatori rossoneri con la tecnica appiccicata ai piedi, restavano indietro, arrancavano. Sono i ragazzi di bottega di Madama, cresciuti nel settore giovanile o da questo catturati sul limitare della giovinezza. Forse sarebbero i primi ad avvertire estremo il paragone, ma l'accostamento serve all'idea.

La Juventus, nel gruppo dei ragazzi di bottega della prima squadra, mette (luogo di nascita riferito all'ospedale più vicino): Albin Ekdal (19 anni, Stoccolma); Sebastian Giovinco (21 anni, Torino, il little Del Piero); Claudio Marchisio (22 anni, Torino, nel ruolo di Tardelli), Paolo De Ceglie (22 anni, Aosta, in quello di Nedved), Mohamed Sissoko (Mont St. Aignan, 22 anni), Giorgio Chiellini (Pisa, 24 anni), Cristian Molinaro (Vallo della Lucania, 25 anni, Cabrini). La società, giustamente, sottolinea l'età anagrafica, non necessariamente la «creazione» del giocatore nel laboratorio delle giovanili. Per la Juve — che segue illustri esempi come la cantera del Barcellona o l'Arsenal academy — non è importante solo il campione fatto in casa, ma anche quello chiamato a bottega in età utile.

A impressionare, col Milan, sono stati i presunti rincalzi. Cristian Molinaro e Paolo De Ceglie erano due mancini in competizione, stessa fascia, la sinistra. Così diversi, così uguali. Molinaro viene da una famiglia di insegnanti di Moio della Civitella, è orfano mancato della colonia di campani che un anno fa giocava con la Juve. La compagnia del dialetto stretto (lui, Nocerino, Palladino e Criscito) si è sciolta, ma Cristian è rimasto confermandosi titolare, con le sue manie scaramantiche (il corniciello attaccato alle chiavi, l'ingresso in campo col piede sinistro), con i suoi svaghi (suona la chitarra, è appassionato di videogame). Ha trovato un'intesa tecnica e anche umana con Paolo De Ceglie, valdostano anomalo, anima solare, anche lui figlio di un insegnante di educazione fisica, costretto a una vita domestica dalla bravura in cucina della sua fidanzata Alice. Mentre Cristian faceva la sua trafila nelle giovanili della Salernitana, Paolo cresceva alle porte di casa. Entrambi sono passati, in anni diversi, dal Siena (ex succursale bianconera). I due, da concorrenti, sono diventati una «coppia». Ha detto Molinaro a Hurrà Juventus: «Meglio giocarmi il posto con Paolo che con lo straniero di turno. La società ha puntato su un giovane del vivaio».

Da lì arriva anche il devastante (per il Milan) Claudio Marchisio, che ha cominciato ragazzino come controfigura di Del Piero. Lui, a Tardelli, con tutto il rispetto, preferisce Steven Gerrard. Si è sposato giovane con Roberta ed è tornato, come gli altri, dalle esperienze in provincia (Empoli) a casa «perché se sei della Juve e vai in prestito, l'ideale è sempre quello di tornare». La sua applicazione è la sua forza, il suo motto è: «So che debbo farmi trovare pronto». Paradossalmente, nella Juve dei ragazzi di bottega, non trova spazio quello che più di tutti colpisce la fantasia popolare: Sebastian Giovinco. Colpa del ruolo più che coperto. E ora che De Ceglie ha vinto le primarie come vice Nedved, anche quella strada (tatticamente impervia) si è chiusa. Ma sembravano sbarrate anche quelle di Molinaro, De Ceglie e Marchisio. Lo spazio, però, nella galleria delle maglie si accorcia in un istante.

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Grygera a disposizione, fermo Iaquinta. Venti convocati per Bergamo

Ranieri ha diramato al termine dell’allenamento pomeridiano di oggi l’ultimo elenco dei convocati per il 2008. Nella lista non figura Vincenzo Iaquinta, fermato da un affaticamento muscolare alla coscia destra, mentre è regolarmente a disposizione Grygera che negli ultimi giorni aveva lavorato in palestra. Non è presente nell’elenco neanche Pavel Nedved uscito durante il primo tempo della sfida contro il Milan per un’infiammazione all’inserzione del bicipite femorale sinistro. Per la trasferta di Bergamo sono stati aggregati al gruppo anche i giovani della Primavera Esposito, Immobile e Pinsoglio. In tutto sono venti i convocati da Ranieri.

Questo l’elenco completo:

3 Chiellini

4 Mellberg

6 Zanetti

7 Salihamidzic

8 Amauri

10 Del Piero

12 Chimenti

13 Manninger

19 Marchisio

20 Giovinco

21 Grygera

22 Sissoko

27 Ekdal

28 Molinaro

29 De Ceglie

32 Marchionni

33 Legrottaglie

35 Esposito

42 Pinsoglio

46 Immobile

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Ottavi di Champions: sarà Chelsea - Juventus

Sarà il Chelsea il prossimo avversario della Juventus negli ottavi di finale di Champions League. E’ questo il verdetto del sorteggio tenutosi quest’oggi a Nyon, in Svizzera. I bianconeri, subito estratti contro i Blues se la vedranno dunque contro i vicecampioni d’Europa.

La prima sfida si giocherà a Londra, nello stadio di Stamford Bridge, mercoledì 25 febbraio alle 19.45 (ora italiana). Il ritorno è in programma martedì 10 marzo, all'Olimpico di Torino alle 20.45 (ora italiana).

Questo l’elenco completo delle gare degli ottavi di finale:

Chelsea - Juventus

Villareal – Panathinaikos

Sporting Lisbona - Bayern Monaco

Atletico Madrid – Porto

Lione – Barcellona

Real Madrid – Liverpool

Arsenal – Roma

Inter - Manchester United

http://www.juventus.it/site/ita/NEWS_newss...94A67C9B625.aspFonte

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Catania - Juventus

Serie A TIM 2008/2009 - 4a Giornata di ritorno

Catania, Stadio Massimino - 8 febbraio 2009, ore 15.00

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A Morganti la sfida del Massimino

Sarà Emidio Morganti l’arbitro che domenica dirigerà Catania-Juventus. I bianconeri ritrovano il direttore di gara marchigiano a distanza di meno di un mese dall’ultima volta: la gara in casa della Lazio finita 1-1. Con il pareggio dell’Olimpico, il bilancio è salito cinque vittorie, quattro pari e una sconfitta.

Una curiosità. Morganti era in campo nelle ultime due gare giocate dalla Juventus in Sicilia: quella di Palermo dello scorso campionato e la recente amichevole di Messina contro il Monaco dello scorso 6 gennaio.

Una curiosità. Morganti era in campo nelle ultime due gare giocate dalla Juventus in Sicilia: quella di Palermo dello scorso campionato e la recente amichevole di Messina contro il Monaco dello scorso 6 gennaio.

Meno precedenti e tutti più lontani nel tempo per il Catania. Sei gare in totale, l’ultima risalente alla stagione 2005/06. Bilancio di due vittorie, un pareggio e tre sconfitte.

Al Massimino, gli assistenti saranno Giorgio Niccolai e Stefano Papi. Il quarto uomo sarà Christian Brighi.

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Nessuno squalificato per Catania-Juventus

Non ci sono squalificati per la sfida di domenica al Massimino tra Catania e Juventus. Non compaiono infatti nomi di rossoazzurri e bianconeri nell’elenco diramato dal Giudice Sportivo.

Nella Juventus resta il solo Camoranesi nell’elenco dei diffidati. I due ammoniti nella gara di sabato scorso contro il Cagliari (Del Piero e Chiellini) raggiungono entrambi quota due cartellini gialli.

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I convocati per Catania

Come anticipato da Claudio Ranieri in conferenza stampa, non fa parte del gruppo Claudio Marchisio, vittima di un affaticamento muscolare. Rientra Tiago, guarito dall’influenza. Ecco l’elenco completo dei 20 convocati:

1 BUFFON Gianluigi

4 MELLBERG Olof

8 CARVALHO DE OLIVEIRA Amauri

9 IAQUINTA Vincenzo

10 DEL PIERO Alessandro

11 NEDVED Pavel

12 CHIMENTI Antonio

13 MANNINGER Alexander

16 CAMORANESI Mauro German

17 TREZEGUET David

18 POULSEN Christian Bager

20 GIOVINCO Sebastian

21 GRYGERA Zdenek

22 SISSOKO Mohamed Lamine

28 MOLINARO Cristian

27 EKDAL Albin

30 CARDOSO MENDES Tiago

32 MARCHIONNI Marco

33 LEGROTTAGLIE Nicola

41 ARIAUDO Lorenzo

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Battuto il Catania 2-1!

Una gara emozionante, avvincente, che lascia senza fiato fino ai minuti di recupero, quando Poulsen mette a segno il gol della vittoria (2-1). Si era sull’1-1, maturato con il gol di Iaquinta ad inizio primo tempo e il pareggio di Morimoto in avvio di ripresa. Grande prova di forza dei bianconeri, in dieci uomini per gran parte della gara.

Alto ritmo e agonismo fin dai primi minuti, con le squadre che si fronteggiano a viso aperto. Apre le danze la Juventus con un cross di Sissoko per la testa di Iaquinta che termina fra le braccia del portiere. Replica il Catania con Stovini che intercetta una punizione dalla trequarti di Mascara, ma in corsa non riesce a indirizzare il pallone in porta. Ancora Catania al 7’ con Morimoto lanciato in area di rigore e fermato magistralmente da Buffon. Poi iniziano gli incredibili tre minuti di Iaquinta. Fermato fallosamente da Stovini, l’attaccante bianconero riceve palla dalla punizione di Camoranesi e di testa insacca il gol del vantaggio (1-0). Festeggia togliendosi la maglia e viene ammonito. Pochi minuti dopo, Iaquinta commette fallo e l’arbitro non esita a estrarre il secondo cartellino giallo ed espellerlo. Juventus in dieci, con il Catania che cerca di recuperare lo svantaggio, ma trova un muro, Gigi Buffon, che al 17’ compie un vero e proprio miracolo su un insidioso colpo di testa di Potenza. La partita cala un po’ di intensità, ma resta comunque molto combattuta, con una Juventus compatta che lascia pochi spazi all’avversario. Con l’infortunio di Capuano, Zenga mette in campo l’attaccante Martinez, con Tedesco che scala sulla linea dei difensori. La squadra di Ranieri gestisce bene il vantaggio e non corre grossi rischi. Ancora nel primo tempo da segnalare un’occasione sotto porta per Amauri e una girata di Morimoto, entrambe senza esito.

Si torna in campo a formazioni invariate, ma per poco. Dopo un primo tempo di qualità, Camoranesi, al rientro dopo un lungo stop, viene sostituito da Marchionni. Nell’avvio della ripresa il Catania pressa a caccia del pareggio e lo trova al 6’ quando Morimoto ribadisce in rete un pallone colpito di testa da Mascara e respinto da Buffon. Sull’1-1 la squadra di Zenga ci riprova e, su angolo di Mascara, Baiocco colpisce l’incrocio dei pali. Divertente anche il secondo tempo, con la Juventus che manovra con uno dei suoi uomini migliori, Sissoko. In avanti Amauri fa un gran movimento, ma non ha vita facile con la fitta rete di difensori avversari. La squadra di Ranieri ci prova con i tiri dalla distanza di Nedved, Tiago, buono il suo rientro, e Marchionni. Il Catania tenta di sfruttare la velocità di Morimoto, che in alcune occasioni mette in allarme la difesa juventina, come al 32’ quando manca di un soffio l’aggancio sotto porta. Nel finale Amauri le prova tutte per tornare al gol e invece diventa decisivo come uomo assist in occasione della rete che vale i tre punti: su angolo di Nedved, sponda di testa del brasiliano per Poulsen che di destro sotto porta insacca la rete del definitivo 2-1. Grazie a questa vittoria, la squadra di Ranieri torna al secondo posto in classifica.

CATANIA-JUVENTUS 1-2

Reti: 10’pt Iaquinta, 6’st Morimoto, 46’st Poulsen

CATANIA: Bizzarri, Potenza (34’st Terlizzi), Silvestre, Stovini, Capuano (31’pt Martinez), Baiocco, Izco (24’st Carboni), Tedesco, Biagianti, Mascara, Morimoto. All. Zenga. Kosicky, Carboni, Paolucci, Silvestri, Terlizzi, Martinez, Spinesi.

JUVENTUS: Buffon, Grygera, Legrottaglie, Mellberg, Molinaro, Camoranesi (5’st Marchionni), Sissoko, Tiago (37’st Poulsen), Nedved, Amauri, Iaquinta. All. Ranieri. A disposizione: Manninger, Ariaudo, Poulsen, Marchionni, Giovinco, Trezeguet, Del Piero.

ARBITRO: Morganti

AMMONITI: 9’ pt Stovini, 9’ pt Iaquinta, 12’pt Iaquinta, 16’pt Amauri, 28’ pt Legrottaglie, 41’pt Silvestre, 14’st Sissoko, 16’st Tedesco

ESPULSI: 12’pt Iaquinta

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Buffon: «Non ci arrendiamo»

Dopo lo sfortunato pareggio bianconero con la Sampdoria e la vittoria dell’Inter nel derby, la classifica di Serie A si è ulteriormente allungata. Il distacco, salito a nove punti, si è fatto ancora più importante, ma nessuno in casa Juventus ha voglia di darsi per vinto. Lo ha detto in mattinata il presidente Giovanni Cobolli Gigli (vedi servizio), lo ha ribadito Gigi Buffon.

Il numero uno ha lasciato l’abituale commento sul suo sito www.gianluigibuffon.com e ha confermato gli stessi concetti nel corso di una cerimonia tenutasi ad Avenza - paese in provincia di Carrara nel quale risiede la sua famiglia -, durante la quale è stato inaugurato un impianto sportivo che porta il suo nome. Un’iniziativa benefica legata al progetto “23 campi per 23 campioni” nata all’indomani del trionfo mondiale di Germania 2006. «Sono molto orgoglioso di avere un campo intitolato a me - ha confermato Gigi -, qui a Carrara ci sono le mie radici e sarà una scusa per tornare a casa».

Tornando ancora alla gara di domenica con la Sampdoria, Buffon ha sottolineato un aspetto tirato in ballo da tanti suoi compagni nel post partita: «Ieri abbiamo avuto veramente sfortuna. Non mi piace cercare alibi, ma abbiamo dato proprio tutto, correndo moltissimo. Questo non può che farci ben sperare in vista della doppia sfida con il Chelsea alla della ripresa della Champions League, un obiettivo che per noi resta primario. E’ da inizio stagione che dico che siamo più attrezzati per lottare in Europa rispetto al campionato e ora dobbiamo dimostrarlo».

In campionato il discorso si è fatto più complicato: «L'Inter è sempre stata forte e a + 9 lo è ancora di più. Per noi il gioco adesso si fa duro, ma dobbiamo continuare a crederci. Finché siamo in Champions sia noi che i nerazzurri, i risultati possono avere ripercussioni sulla corsa Scudetto. Recuperare non sarà semplice, ma la Juventus è una squadra di combattenti e dunque non chiudiamo le porte alla speranza».

A chi ha sottolineato i troppi gol subiti in quest’ultimo periodo, Buffon risponde così: «Ho preso qualche gol di troppo con Cagliari e Udinese. Ma con Catania e Fiorentina ho fatto qualcosa di importante. In questo momento, in difesa concediamo un po’ troppo, però abbiamo fatto benissimo fino a gennaio. Sono ancora convinto di avere i difensori più forti del campionato».

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Juventus-Chelsea, via alla vendita libera

Una delle settimane più intense si avvicina. Marzo partirà all’insegna dei grandi eventi e lo stadio Olimpico di Torino è pronto ad aprire le sue porte. Sabato 7 marzo sarà la volta del derby di ritorno, martedì 10 la sfida di ritorno di Champions League contro il Chelsea.

Due appuntamenti che nessuno vuole perdere e per i quali continua la caccia al biglietto da parte dei tifosi bianconeri. Per la stracittadina, a cura del Torino Football Club, prosegue a pieno ritmo la vendita dei tagliandi per la Curva Sud Scirea, per una volta adibita a Settore Ospiti. Restano ancora alcuni tagliandi e si va verso il tutto esaurito. Vedi articolo.

“Tutto esaurito” diventeranno le parole d’ordine anche per la sfida con il Chelsea. Almeno stando al successo della fase di prelazione, in cui tutti gli abbonati hanno fatto valere il proprio diritto. Ora arriva finalmente il momento della vendita libera che partirà dalla mattinata di martedì 17 febbraio e durerà fino ad esaurimento tagliandi.

I canali saranno quelli abituali: ricevitorie Lottamatica abilitati e Call center, mentre non sarà possibile l’acquistare via web.

Per maggiori informazioni, consultare la sezione Biglietteria.

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Tutto su Palermo-Juventus

IL PALERMO IN CASA

L’andamento dei rosanero in campionato non conosce mezzi termini al Renzo Barbera. La formazione allenata da Ballardini non ha ancora pareggiato una volta, a fronte di nove successi e due sconfitte. Ben 23 le reti realizzate, una media importante di oltre due a partita. In un solo incontro, quello perso 0-2 con l’Inter, l’attacco è rimasto a secco.

Tra le vittorie più brillanti della stagione se ne segnalano due per 3-1: il primo ottenuto ai danni della Roma all’esordio casalingo e il secondo contro il Milan alla 14ª giornata. Da segnalare come in casa la squadra siciliana sia reduce da ben cinque trionfi consecutivi: vittime Milan, Siena, Atalanta, Udinese e Napoli.

L’ANDAMENTO

Dopo la sconfitta subita dall’Udinese nel turno inaugurale del campionato, il Palermo ha collezionato tre vittorie su quattro incontri nel mese di settembre: nove punti, tutti raccolti tra le mura amiche, utili per scalare la classifica e portarsi in zona Uefa, in sesta posizione. Dopo il successo a Torino contro la Juventus, i rosanero si sono fermati nel derby isolano con il Catania e hanno perso in casa con la Fiorentina.

In seguito, l’andamento è stato ondivago: in trasferta Miccoli e compagni non sono riusciti a ripetere quanto raccolto nel proprio stadio. Il 2008 si è chiuso con la squadra collocata a centro classifica. L’inizio del nuovo anno ha segnato un’inversione di tendenza e in sette incontri il Palermo ha collezionato ben quattro vittorie, un pareggio e due sconfitte, arrivando così all’8° posto, a quattro punti di distanza dall’accesso alla zona Uefa

I GOL

Mentre la Juventus segna soprattutto nel primo tempo, con una particolare propensione nell’ultimo quarto d’ora (dal 31’ al 45’), il Palermo ha realizzato il 44% delle proprie reti negli iniziali 45 minuti. Il momento clou in cui maggiormente si scatena l’attacco rosanero è il quarto d’ora che avvia la ripresa. Diverse anche le modalità delle due squadre: i rosanero segnano molto poco su palle inattive (punizioni dirette o indirette e corner) e la maggior parte delle reti viene costruita con assist in zona centrale.

La coppia Miccoli-Cavani ha finora collezionato 16 reti, equamente spartite tra i due. Un exploit che già supera la quota della scorsa stagione, quando l’ex bianconero si fermò a otto gol e l’uruguaiano alla sua stagione d’esordio in Italia si presentò con cinque centri. Anche i due centrocampisti che più si presentano al tiro hanno migliorato lo score del torneo passato: Fabio Simplicio con sei (cinque nel 2007/08) e Bresciano quattro (una nel 2007/08).

GLI EX

Palermo-Juventus è una sfida che ruota molto del suo centro d’interesse sul ritorno di Amauri nella città che lo ha reso grande. Nella memoria dei tifosi di entrambe le squadre sono ancora molto vive le due straordinarie reti rifilate l’anno scorso a Buffon, con un destro a girare e un colpo di testa di grande potenza. Altri ex della gara, tutti militanti nella formazione locale, sono Fabrizio Miccoli (in gol nell’incontro d’andata), Federico Balzaretti, Antonio Nocerino e Mattia Cassani, cresciuto nel vivaio bianconero e che nella Juventus vanta una sola apparizione, i pochi minuti di recupero disputati in sostituzione di Salas nella Champions League 2002/03, a Kiev contro la Dinamo, nella trasferta vittoriosa per 2-1. Il suo incredibile tiro ha deciso nel finale la gara della passata stagione, terminata 3-2. Una “vendetta” dell’ex mai accaduta prima nei Palermo-Juventus disputati dal 1933 a oggi.

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Tagliavento ritrova Juventus e Palermo

Proprio come nella gara d’andata, Juventus e Palermo sarà diretti da Paolo Tagliavento di Terni. L’arbitro umbro trova i bianconeri per la terza volta in stagione ed entrambe non sono state da ricordare. Oltre alla sconfitta patita con i rosanero, i ragazzi di Ranieri sono stati superati anche a Udine. Il bilancio è salito così a tre vittorie (una con l’Ascoli nel 2005, una con il Brescia nell’anno di B e una l’anno scorso a Cagliari ma con due rigori a favore dei sardi ed espulsione di Zebina) e un pareggio a Vicenza.

La vittoria all’andata all’Olimpico è stata l’unica ottenuta dal Palermo con Tagliavento. In altre quattro circostanze è stato infatti battuto, tre delle quali al Barbera. Come nella sfida di questa stagione con l’Inter.

Sabato sera, Tagliavento sarà coadiuvato dagli assistenti saranno Alessandro Stagnoli e Stefano Copelli. Il quarto uomo sarà Paolo Valeri.

Queste le altre designazione per il 6° turno di ritorno di Serie A che si giocheranno tra sabato e domenica. Novità di giornata: viste le gare di Champions League in programma a metà della prossima settimana, ci saranno tre anticipi e nessun posticipo domenicale.

Bologna-Inter (sabato ore 16): Ayroldi

Roma-Siena (sabato ore 18): Gava

Catania-Reggina: Mazzoleni

Fiorentina-Chievo: Brighi

Lecce-Lazio: Gervasoni

Milan-Cagliari: Saccani

Napoli-Genoa: Orsato

Sampdoria-Atalanta: Giannoccaro

Torino-Udinese: De Marco

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Sissoko-Trezeguet: la Juve espugna Palermo

Era un sabato tutto da vivere. E’ stato un sabato che verrà ricordato a lungo in casa Juventus. La Primavera batte ancora una volta il Torino e vola alla finale della 61ª edizione della Viareggio Cup. La Prima Squadra espugna Palermo con una prova d’autorità.

Al Barbera finisce 2-0 con un gol per tempo di Sissoko e Trezeguet. La difesa torna quella insuperabile con Buffon e Chiellini strepitosi. La formazione di Ranieri porta a casa tre punti d’oro, resta a -9 dall’Inter e fa una carica di entusiasmo in vista della trasferta di mercoledì a Londra in Champions League.

In vista della gara con il Chelsea, mister Ranieri fa le prove generali e manda in campo una squadra che solo in attacco fa ricorso al turn-over. Con Del Piero e il grande ex Amauri in panchina, dall’inizio giocano il rientrante Trezeguet e Iaquinta. Chiellini e Legrottaglie tornano a far coppia davanti a Buffon, Tiago e Sissoko in mezzo al campo.

Il Palermo arriva da due successi sui bianconeri e sogna il tris. L’avvio è tutto rosanero e nei primi quattro minuti, Buffon deve fare due miracoli su Miccoli e Simplicio ed è salvato dalla traversa su un destro dello stesso Miccoli.

La Juventus entra in partita col passare dei minuti ed è Trezeguet – capitano di giornata – a suonare la carica con un destro che impegna Amelia. La squadra di Ranieri guadagna metri, quella di Ballardini fa più fatica e al 27’ si spezza anche l’equilibrio. Merito di Sissoko che apre in due la difesa palermitana e batte Amelia con un destro imparabile. Juve avanti con il secondo gol stagionale di Momo.

Il vantaggio galvanizza ancora di più i bianconeri e gli ultimi minuti sono tutti giocati dalle parte di Amelia che diventa sempre più protagonista salvando su Nedved e su Iaquinta. L’1-0 dell’intervallo è risultato giusto stando al numero di occasioni create dalle due rivali.

Ripresa. Non ci sono cambi e si riparte con il Palermo a caccia del pari. La squadra di Ballardini prende l’iniziativa ma la difesa bianconera è sempre attenta. Buffon deve intervenire solo sulle iniziative degli ex, sempre decisi: sul destro di Nocerino e su un rasoterra di Miccoli.

Ranieri inizia a mettere mano alla squadra. Dentro Marchionni e Amauri, fuori Camoranesi e Iaquinta. Il brasiliano torna a mettere piede nello stadio in cui per due stagioni ha fatto sfracelli. E sfracelli continua a farli: al 34’ vola a sinistra e centra basso per Trezeguet che insacca, dimostrando a tutti che anche nella sosta forzata non ha dimenticato come si fa gol!

Il 2-0 chiude in pratica la gara. Il Palermo ci prova fino alla fine, ma Buffon non deve mai intervenire fino al triplice fischio di Tagliavento. Questa volta sono i bianconeri ad esultare per un successo che dà la carica in vista del Chelsea.

Serie A 2008/09 – 6ª giornata di ritorno

Palermo, stadio Barbera

Sabato 21 febbraio 2009

PALERMO-JUVENTUS 0-2 (0-1)

RETI: 27’ pt Sissoko, 34’ st Trezeguet.

PALERMO: Amelia; Cassani, Bovo (44’ st Tedesco), Kjaer, Balzaretti; Nocerino (37’ st Succi), Liverani, Bresciano; Simplicio; Miccoli, Cavani. A disposizione: Ujkani, Savini, Cossentino, Guana, Migliaccio. All. Ballardini.

JUVENTUS: Buffon; Grygera, Legrottaglie, Chiellini, Molinaro; Camoranesi (23’ st Marchionni), Sissoko (46’ st Poulsen), Tiago, Nedved; Trezeguet, Iaquinta (26’ st Amauri). A disposizione: Manninger, Mellberg, Giovinco, Del Piero. All. Ranieri.

ARBITRO: Tagliavento di Terni.

AMMONITI: 25’ pt Grygera, 32’ pt Bovo, 20’ st Camoranesi, 31’ st Molinaro.

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Sissoko: «Felice per il gol e per la vittoria»

Da Palermo a Palermo. Al Barbera, Sissoko si è preso una doppia rivincita: non solo ha trovato un gran gol che ha indirizzato la sfida, ma anche cancellato l’espulsione rimediata all’andata. Il maliano ha offerto un’altra prova super, fatta di solidità ma anche qualità.

A fine partita Momo può quindi sorridere: «Sono contento per il bel gol, ma soprattutto per la vittoria. Abbiamo vinto una gara molto difficile contro un Palermo che nei primi minuti ci ha fatto soffrire, ma Gigi ha fatto delle grandi parate. Mercoledì andremo ad affrontare questa partita difficile con il Chelsea, ma senza paura. Non ce l’abbiamo avuta con il Real Madrid, non potremo avercela a Londra».

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Trezeguet: «Un gol per tutti i miei compagni»

Due partite, due gol: David Trezeguet è tornato. Se con il Napoli in Coppa Italia si era messa di mezzo una bandierina di troppo, a Palermo nessuno ha potuto fermare il francese. Zampata delle sue e vittoria fondamentale al Barbera.

Un Trezeguet capitano e quindi ancora più responsabilizzato: «Devo ringraziare tutti i miei compagni. Dandomi la fascia mi hanno fatto sentire importante e per questo non posso che ringraziarli tutti. Sono molto contento, dopo quattro mesi delicati sono tornato titolare e ho potuto segnare. Sono riuscito anche a fare tutti i 90 minuti e i giocatori del Palermo mi hanno anche fatto correre tanto. Sto bene e sono pronto a dare il mio contributo, già da mercoledì con il Chelsea per una partita che tutti aspettiamo da tanto tempo».

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Marchisio, altro gol da tre punti

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Come i migliori "bombaroli" del basket, Claudio Marchisio sta diventando l'uomo del tiro da tre punti! Dopo quella con la Fiorentina, il centrocampista risolve anche la gara con il Napoli: destro vincente al 44' del primo tempo e la Juventus ritrova una gioia casalinga.

Successo fondamentale in una gara non facile. Il distacco dall'Inter scende provvisoriamente a sei, proprio alla vigilia dell'atteso derby di sabato prossimo e soprattutto della gara di martedì.

Tre giorni dopo la gara di Londra e alla vigilia di quella di Roma con la Lazio per la semifinale di Coppa Italia, la Juventus torna ad affrontare il campionato. All'Olimpico è di nuovo tempo di affrontare il Napoli, neppure un mese dopo la maratona finita ai calci di rigore in Tim Cup.

Rispetto allo Stamford Bridge, mister Ranieri lascia a riposo Mellberg, Tiago, Sissoko, Nedved e Amauri, oltre all'infortunato Camoranesi. Ritornano Grygera, Marchisio, Poulsen (in campo il giorno del suoi 29 anni), Marchionni e Trezeguet. Il francese torna a far coppia con Del Piero.

Il Napoli non attraversa un gran momento e i bianconeri non vogliono far prendere fiducia alla squadra di Reja. Subito piede sull'acceleratore e tutti in avanti. I pericoli arrivano da ogni zona: destra, sinistra e centro e Navarro diventa ben presto protagonista.

Il portiere toglie dalla porta un tiro a colpo sicuro di Trezeguet e poi una punizione di Del Piero. Il forcing bianconero cresce col passare dei minuti e il vantaggio sembra sempre nell'aria. Anche Buffon deve metterci del suo per fermare Hamsik, ma per il resto è un monologo che trova la sua felice conclusione allo scadere. Nel modo più casuale: Marchisio carica un destra dal limite che si infila grazie ad una deviazione.

La squadra di Ranieri va così all'intervallo con il minimo vantaggio, non del tutto veritiero viste le tante occasioni create. Nella ripresa, Reja manda subito dentro Datolo ma è sempre la Juve a fare la partita e sfiorare il raddoppio. I cambi la fanno da padrone per la prima mezz'ora di gioco. Ranieri mette dentro Salihamidzic per Giovinco, Amauri per Del Piero e Mellberg per l'acciaccato Legrottaglie.

Il Napoli ci prova timidamente e non arriva quasi mai dalle parti di Buffon. La gara si innervosisce per una serie di decisioni di Ayroldi e per l'atteggiamento di alcuni giocatori in campo. Ma nonostante quattro minuti di recupero, la Juventus porta a casa tre punti d'oro in attesa del derby e della semifinale di Coppa Italia di martedì con la Lazio.

Serie A 2008/09 – 7ª giornata di ritorno

Torino, stadio Olimpico

Sabato 28 febbraio 2009

JUVENTUS-NAPOLI 1-0 (1-0)

RETI: 44' pt Marchisio

JUVENTUS: Buffon; Grygera, Legrottaglie (27' st Mellberg), Chiellini, Molinaro; Marchionni, Poulsen, Marchisio, Giovinco (19' st Salihamidzic); Del Piero (23' st Amauri), Trezeguet. A disposizione: Manninger, Tiago, Sissoko, Iaquinta. All. Ranieri.

NAPOLI: Navarro; Santacroce, Cannavaro, Contini; Pazienza (33' st Russotto), Blasi, Montervino (1' Datolo), Vitale (33' st Aronica); Lavezzi, Denis. A disposizione: Bucci, Rinaudo, Maggio, Bogliacino. All. Reja.

ARBITRO: Ayroldi di Molfetta.

AMMONITI: 33' pt Legrottaglie, 46' st Chiellini.

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Si avvicina il 134esimo derby della Mole

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Il divario tra le due squadre visto durante il derby di andata sembra, almeno sulla carta, diminuito per vari motivi. Il Torino ha ritrovato, grazie alla cura di Novellino, quel minimo di compattezza e accortezza tattica perduti durante la gestione De Biasi, mentre è assai probabile che la Juventus giocherà questa gara con un pizzico di distrazione provocata dall’imminente super sfida in Champions League, contro il Chelsea. Qualche preoccupazione per i tifosi juventini è sorta dopo il secondo tempo della semifinale di coppa Italia a Roma, contro la Lazio, in cui la squadra è apparsa un po’ troppo sulle gambe.

Il bilancio relativo ai 133 precedenti è favorevole ai bianconeri, che si sono aggiudicati la sfida 58 volte contro le 34 dei granata (41 sono stati i pareggi). Sarà il 66esimo derby giocato in casa dal Torino: nelle 65 precedenti partite il bilancio pende dalla parte dei bianconeri, con 24 vittorie dei contro 18 del Torino e 23 pareggi. Il bilancio complessivo delle reti segnate è decisamente favorevole alla Vecchia Signora, che nei 133 precedenti è andata a segno 199 volte contro le 143 del Torino. L’ultimo derby con il Toro squadra ospitante è datato 30/09/2007: vinse la Juventus con goal di Trezeguet al 94esimo.

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Si avvicina il 134esimo derby della Mole

Da vecchio torinista penso che un colpetto alla "gobba" mi farebbe estremamente piacere.

Però vista la situazione e stante i molteplici pareggi del Toro, penso che un pari ci starebbe bene.

Poi vinca il migliore! :)

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Torino - Juve 0-1: Chiellini-gol, derby bianconero

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L'Inter scappa? La Juve non molla, vince il derby della Mole e si tiene a 7 punti dalla capolista; niente di scontato, niente di facile, all'Olimpico di Torino c'è da sudare per i ragazzi di Ranieri, avversari di un Toro agguerrito e difficilissimo da domare. Ma i 14 anni che separano questa serata dall'ultima vittoria granata in una stracittadina torinese non sono un mero dato statistico; alla fine di 90 minuti tirati e a tratti anche belli, vince la Juve grazie a una incornata vincente di Chiellini, nella ripresa, abile a trafiggere l'ottimo Sereni sfruttando un cross di Nedved. Sono ancora 7 i punti che dividono i bianconeri dall'Inter, il Torino interrompe la striscia positiva e ingoia il boccone amaro, pur rimanendo consapevole del suo ottimo stato di forma. (Fotogallery)

Ranieri stravolge l'undici iniziale, forse in vista della gara col Chelsea e deluso dal risultato coll'Inter: dentro Zebina, Poulsen, Giovinco,Salihamidzic, Iaquinta e Amauri, tra gli esclusi di lusso Sissoko, Nedved, Del Piero e Trezeguet. Novellino non tituba, Rosina e Stellone di punta, a Dzemaili e Corini le chiavi del centrocampo con Abate e Barone larghi, difesa non stratosferica ma accettabile,Sereni e Buffon i portieri. Non è un primo tempo per cui andare in fregole, ma in ogni modo le emozioni non mancano. Nella prima metà è il Torino a fare la gara, anche se deve ringraziare Sereni per la mega parata su Iaquinta dopo pochissimi minuti.

<a name="more" style="margin: 0px; padding: 0px; color: rgb(79, 94, 164); text-decoration: underline;">Però, nonostante il pericolo mancato, sono i padroni di casa in maglia granata a cercare la rete con più insistenza: Stellone di testa si divora un gol già fatto, Barone tira da fuori e per due volte chiama Buffon agli straordinari. La Juve non sonnecchia, anzi: punizione di Giovinco, capocciata di Iaquinta e miracolo portentoso di Sereni che effettua un intervento incredibile. Bene Iaquinta, bene Rosina, ma la prima frazione non si sblocca, zero a zero il risultato. Nel secondo tempo cala il ritmo, sei le sostituzioni, entrambe le squadre si fanno pericolose ma con occasioni soft che non danno coccoloni ai portieri.

Match maschio, Dzemaili migliore dei granata, nella Juve Nedved al posto di Giovinco movimenta la gara: è il ceco a battere la punizione a poco più di dieci minuti dal termine (fallo ancora su Iaquinta),Colombo si perde Chiellini che anticipa Sereni e di testa mette la propria firma sul derby, 1-0. I padroni di casa si gettano in avanti ma Ariaudo (entrato la posto del generoso Zebina) e Chiello bloccano i vari Gasbarroni e Ventola, dopo 4 minuti l'irreprensibile Farina dichiara concluse le ostilità. Per la terza volta nelle ultime 4 uscite sono i bianconeri ad imporsi nella stracittadina, Juve batte Torino 1-0.

Tabellino e pagelle

TORINO-JUVENTUS 0-1 ( 0-0)

MARCATORE: Chiellini al 36′ s.t.

TORINO: Sereni 7; Colombo 5.5, Natali 5.5, Dellafiore 6, Pisano 6; Abate 6.5, Corini 6 (30′ s.t. Saumel sv ), Dzemaili 7, Barone 6.5 (26′ s.t. Gasbarroni 5); Rosina 6 (5′ s.t. Ventola 5), Stellone 5. (Calderoni, Ogbonna, Rivalta, Bianchi). All. Novellino

JUVENTUS: Buffon 6; Zebina 6 (15′ s.t. Ariaudo 6), Mellberg 6, Chiellini 7.5, Molinaro 6.5; Salihamidzic 5.5, Poulsen 5.5 (39′ s.t. Sissoko sv), Marchisio 6.5, Giovinco 5.5 (23′ s.t. Nedved 6); Iaquinta 6.5, Amauri 6. (Manninger, Tiago, Trezeguet, Del Piero). All.Ranieri

ARBITRO: Farina.

NOTE: serata serena, terreno in buone condizioni. Spettatori 25 mila circa. Ammoniti Marchisio, Corini, Pisano. Recupero: 0′ p.t.; 4′ s.t.

La Galleria Fotografica di Torino - Juventus 0-1

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FONTE

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Peccato.

Mi sà tanto che la prossima stagione sarà senza derby! :):P:P:P:P:P

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