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enomis86

Brian May Il Chitarrista Magnifico

5 messaggi in questa discussione

Dal palco con i Queen a rettore "Spero solo di esserne degno"

Dalla vita si può anche andare e venire, e Brian non è il primo che l’ha capito da quando esiste il mondo. Ma il suo è un percorso diverso. Prima era un grande musicista. Adesso l’hanno appena nominato rettore dell’Università John Moore di Liverpool. Ha detto: «Sono fiero di questo. Spero di esserne degno». Ma dai Queen a una cattedra, dal rock alla scienza, la vita di Brian May in fondo è sempre stata la stessa.

Ha studiato astrofisica e l’ha fatto pure mentre si costruiva una chitarra da solo, la Red Special, perché non aveva i soldi per comprarsene una. Si pagava l’università con una borsa di studio. L’anno scorso ha scritto «Bang, la storia completa dell’universo», un tomo per scienziati. Quand’era ragazzo suonava assieme a Freddie Mercury, che con i suoi baffi scuri, i pantaloni di pelle e la canottiera bianca traforata giocava con l’ambiguità e l’uso bizzarro della sua immagine, mischiando la musica ai travestimenti e al grand guignol. Brian portava gli stessi capelli lunghi che porta ancora adesso, mentre succede a Cherie Blair, la moglie dell’ex premier Tony Blair, sulla cattedra di cancelliere onorario dell’Università. Brian Harold May, di Twickenham, Londra, oltre che chitarrista di uno dei più celebri gruppi rock della storia, i Queen, è stato l’autore di brani indimenticabili come «We will rock you» o come lo struggente e melanconico «The Show Must Go On», che aveva scritto mentre Freddie Mercury stava morendo di Aids e lui stesso meditava il suicidio. Capita che si va per mare su un setaccio e poi si arriva lo stesso. Ma lui ha fatto qualcosa di più. E’ arrivato due volte, è andato e tornato. La vita parallela di Brian May è sempre corsa in senso contrario, come se in fondo lui non avesse mai capito quale fosse quella vera. Adesso che una è rimasta nel museo, l’altra è arrivata in cima. Ce ne sono tanti così. Anche Enzo Jannacci è un medico, prima di essere un cantautore. Paolo Conte vive facendo l’avvocato. Giorgio Faletti fa l’attore e lo scrittore, così come Hugh Laurie, il Doctor House, che ha scritto «Il venditore di armi», best seller negli Usa e in Inghilterra, o come Steve Martin anche lui autore di un libro di successo, senza arrivare a Ronald Reagan, attore di film western diventato presidente degli Stati Uniti. Sono vite che esistono sempre, anche quando sono parallele. E’ questo che colpisce. Ne «L’uomo che non c’era» dei fratelli Cohen, Billy Bob Thornton diceva: «Lavoravo in una bottega di barbiere, ma non mi sono mai considerato un barbiere. Ci sono inciampato dentro». Quelli come Brian non ci inciampano mai.

Quando Neil Armstrong posava il suo piede sulla luna e diceva gracchiando in bianco e nero «Okay, Houston, ci sto sopra. E’ diverso, ma è molto bello qua fuori», Brian Harold May frequentava la facoltà di Fisica e Astronomia dell’Imperial College studiando i misteri delle stelle e della nascita del mondo. Però, s’era già costruito la sua Red Special, che aveva cominciato a inventarsi nel 1963, quando aveva appena 16 anni. Conosceva già le sue due vite. Dal ’65 si era trasferito a Londra per studiare. Aveva già preso la laurea e stava lavorando a una tesi di dottorato quando Armstrong andava sulla luna («Okay, via libera, sei dritto sulla piattaforma. Vieni giù così, perfetto») e lui non riusciva più a conciliare i suoi studi con l’attività musicale assieme ai Queen. Quella tesi la riprenderà trent’anni più tardi. L’ha discussa il 23 agosto 2007.

Aveva cominciato a suonare con Tim Staffell, bassista e cantante, e poi aveva fondato gli Smile assieme a un giovane batterista che si chiamava Roger Taylor. Fu proprio Staffell a presentargli Frederick Bulsara, il figlio di un ragioniere di Zanzibar, che si era dato per soprannome quello di Freddie Mercury. E quando gli Smile si sciolsero, nacquero i Queen: Freddie era un laureando in arte e design; Roger Taylor era iscritto a medicina; John Deacon, un genietto dell’elettronica, e Brian uno studente di fisica astronomica. Il loro fu un successo travolgente, e l’ultimo concerto pubblico lo tennero il 9 agosto 1986 a Knebworth, davanti a 250mila persone in delirio. Il lento ma inesorabile virus dell’Hiv aveva colpito Freddie, che era diventato irriconoscibile, con il volto tirato, il corpo smagrito, due occhi vuoti su un mucchio d’ossa. Si chiusero nella sala di registrazione per incidere un compact che terminava con quel pezzo dal titolo emblematico: «The Show Must Go On».

Era il 1991. Pochi mesi dopo moriva Freddie Mercury. Da allora Brian è andato ancora in mare con il suo setaccio, per tornare a casa sua, a Liverpool, dove tutto era cominciato, e ripartire da lì. Lui non potrà mai dire come «L’uomo che non c’era» di non rimpiangere niente mentre lo portano verso la morte: «Una volta sì, rimpiangevo di essere solo barbiere». Lui è l’uomo che c’è stato due volte.

GLI ASSOLO PER LA REGINA

1947 Nasce a Londra

Brian Harold May è di Twickenham, un sobborgo della capitale inglese. Da bimbo inizia a suonare il piano,ma la sua vera passione è la chitarra.

1973 Il primo disco

Esce il primo disco dei Queen, omonimo: nel gruppo lui, Freddie Mercury, Roger Taylor e John Deacon.

1992 Nuovo debutto

Esce «Back To The Light», primo disco in versione solista. Freddie Mercury era morto l’anno prima.

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Fonte

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Sarebbe molto bello leggere che dietro a molti musicisti e cantanti attuali o meno, ci fossero più storie simili a questa che abbiamo appena letto, invece che altre meno felici, dove campeggia la droga,la violenza sessuale, l'alcool o quant'altro di peggio ci possa capitare di leggere.

Brian oltre ad essere un grande musicista quindi, si dimostra anche un grande uomo e nel mondo della musica, il rock in particolare, è difficile conciliare queste due cose.

Tutto ciò, penso, nasce da un fanatismo prematuro nel quale molti giovani si lasciano andare, credendo che il rock sia solo quello che trasmettono i falsi miti, famosi a volte, più per le loro tragiche vicende personali, che per la loro bravura musicale.

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Una persona onesta, seria e coerente.. non sarà il migliore chitarrista presente sulla piazza, ma è uno dei pochi che svetta nell'Olimpo del chitarrismo con il suo nome: basta nominarlo e ti viene in mente un suono.. il suo. :):P

Mi sono limitato ad avere un preside chitarrista.. ma non ho mai suonato assieme..

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mi piace infinitamente, come chitarrista, e lo apprezzo come uomo, Ma siamo sicuri che si sia laureato a 18 anni (quando le persone normali si diplomano) ??

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Potrebbe essere un errore di traduzione.

Dipende anche da come vedono le scuole in Gran Bretagna.

A me May è sempre piaciuto perchè pur avendo uno stile molto buono non copre tutto con la sua chitarra.

I Queen sono sempre stati grandi anche per quello.

Ed anche la voce è bella.

Non potente come quella di Freddie, ma adattissima a canzoni dolci come Who Wants to Live Forever o Too much love will kill you.

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