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Will Smith, Ultimo Uomo Sulla Terra

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ROMA - Will Smith è uno di quei personaggi così vincenti, ricchi di fortuna e di talento, che se esistesse l'Olimpo sicuramente susciterebbe l'invidia degli dei: è una superstar planetaria; ha succeso in tutto ciò che fa; è un attore solidissimo, in ruoli sia comici che drammatici; perfino le (presunte) simpatie per Scientology, che hanno offuscato l'immagine di un Tom Cruise o uno John Travolta, sembrano non scalfirlo; riesce a realizzare ogni progetto che lo appassiona. Come Io sono leggenda, dall'omonimo romanzo fantascientifico di Richard Matheson, che oggi lo porta in Italia. E come i suoi futuri impegni: la commedia agrodolce Seven Pounds, diretta da Gabriele Muccino, e un film che resusciterà la saga Karate Kid. "Ma lì sarò solo produttore - avverte lui - lo faccio unicamente per mio figlio...".

Della serie: anche i divi tengono famiglia. Ma intanto lui - che qui a Roma incontra prima la stampa all'hotel Hassler, poi i fan alla Galleria Alberto Sordi, e infine assiste all'anteprima della pellicola con successivo party vip - si concentra su Io sono leggenda, grande successo in America (230 milioni di dollari incassati in tre settimane). Un exploit ottenuto grazie al carisma del protagonista, alla solidità dei suoi collaboratori - lo sceneggiatore Akiva Goldsman e il regista Francis Lawrence, con lui in questa trasferta italiana - e al fascino della storia: quella dell'ultimo uomo sopravvissuto a New York (e forse nel mondo) dopo una terribile epidemia. Che ha come unico compagno un cane, e che deve difendersi dagli Infetti, sorta di zombie o vampiri generati dal virus. Ecco come Will racconta l'esperienza ai cronisti.

GUARDA LE FOTO - LA SCHEDA DEL FILM

Mr Smith, cosa l'ha attratta del libro di Matheson?

"Ciò che ha di speciale è che esprime una, anzi due paure primordiali degli esseri umani: l'essere lasciati completamente soli e la presenza di qualcosa che è la fuori, nel buio, e che vuole farti del male. Sono emozioni che anche un bambino di tre anni conosce. E poi cinematograficamente mi ha attratto l'idea di un film concentrato unicamente sul mio personaggio".

La differenza, rispetto alle precedenti versioni cinematografiche del libro - L'ultimo uomo della Terra del 1964, e Occhi bianchi sul pianeta Terra del 1971 - è nel contributo degli effetti speciali.

"Sì, sono stati una enorme risorsa, rispetto alle altre trasposizioni. Ad esempio, hanno consentito al regista di fare riprese dal vivo a New York: anche se passava per strada una macchina, poteva essere cancellata al computer".

Il finale del film, rispetto a quello cupo e nichilista del romanzo, lascia una piccola speranza...

"A me non sembra che ci sia tutta questa speranza. L'idea è piuttosto quella che qualcosa muore ma poi qualcosa d'altro rinasce: nell'universo non esiste la distruzione completa".

E' un sentimento di tipo religioso, contrapposto alla scienza che nella storia provoca l'estinzione dell'uomo?

"Io non credo che scienza e spiritualità siano contrapposte, ma condivido la teoria secondo la quale sono sue punti estremi di un'unica linea retta. Io non credo che l'una debba vincere sull'altra: e questo mi auguro venga comunicato dal film".

Per lei che è un comico nato, è dura calarsi in ruoli drammmatici come questo?

"Credo che il mio contesto naturale emotivo sia ricco di energia: a me piace scherzare, mentre non mi piace la negatività che ti tira giù. Per questo interpretare Io sono leggenda è stato difficile, anche se ho tentato di portare comunque quella energia sul set. Anni fa, quando ho girato Sei gradi di separazione, mi sono fatto prendere troppo dalla cupezza della storia, anche a livello personale. Stavolta sono riuscito a non farlo".

E ora, dopo la Ricerca della felicità, tornerà a lavorare con Gabriele Muccino, in Seven Pounds.

"Lui è già a Los Angeles a lavorare al film: io Gabriele lo adoro. Staserà uscirò con suo fratello Silvio, faremo un giro per Roma".

E cosa ci dice del progetto di produrre una nuova pellicola della serie Karate Kid?

"Mio figlio adora quella saga, da due anni studia arti marziali. Così sto cercando di fare il buon padre e di realizzare il film: lui sarà nel cast, io mi limiterò a produrre. Ora è a Vancouver, sul set di un film con Keanu Reeves e Jennifer Connelly".

E' vero che da anni tenta di lavorare col suo grande amico Tom Cruise, ma poi non ci riesce?

"Sì. Cerchiamo da tempo di trovare un progetto comune, ma è difficile individuare un film così grande da contenerci entrambi... forse dovrebbe tentare Gabriele!".

L'ultima domanda riguarda Barack Obama, appena sconfitto da Hillary Clinton nelle primarie del New Hampshire.

"E' difficile fare un'analisi politica. Io so solo che quando parlo con Barack si sviluppa una grande energia. E credo che la sua elezione rappresenterebbe anche un cambiamento emotivo, spirituale, rispetto all'attuale gestione".

Fonte.

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