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N.y. Il Nuovo Skyline

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C’è chi ci va per fare shopping, approfittando della convenienza del cambio dollaro euro. E chi preferisce fare il pieno di mostre, musei e novità architettoniche che ridisegnano senza tregua lo skyline della Grande Mela. Come l’ultima creatura di Renzo Piano: una torre alta più di 300 metri, 52 piani, innalzata all’angolo tra la 8 Avenue e la 41 Strada, per il New York Times. Leggerezza, trasparenza e perfetta osmosi con l’ambiente circostante sono stati, ancora una volta, gli effetti ricercati dall’architetto genovese. Da qui, la scelta dei materiali: solo vetro e acciaio riciclato, più una sperimentale guaina di profili in ceramica per filtrare la luce solare.

Innovativa e sorprendente anche la sede del New Museum of Contemporary Art inaugurata il 1° dicembre: una candida e irregolare architettura, opera dello studio giapponese SANAA, che svetta nella zona cool del Lower East Side. Unico spazio istituzionale di New York dedicato solo all’arte contemporanea, il New Museum è un punto di riferimento a livello mondiale per formule e proposte d’avanguardia. Come l’apertura non stop di trenta ore (a ingresso gratuito) con cui si è festeggiata l’inaugurazione. O la scansione in quattro tempi della mostra Unmonumental, curata da Richard Flood, Laura Hoptman e l’italiano Massimiliano Gioni. La prima tranche dell’esposizione, intitolata The Object in the 21st century e aperta insieme al museo, ha riunito sculture e installazioni di una trentina di artisti di punta della scena internazionale (tra gli altri, Urs Fisher, Jim Lambie, John Bock).

Dal 9 gennaio al 16 marzo la seconda parte si concentrerà sulle tecniche del collage e del fotomontaggio; e le opere di altri 11 artisti, tra cui Thomas Hirschhorn e Nancy Spero, troveranno spazio sulle parteti, attorno alle sculture. Seguiranno gli ultimi due segmenti del progetto: The Sound of Things: Unmonumental Audio, dedicata a musica e suoni, e Derivative Art: Montage on the Unmonumental Web, che si svilupperà on line con lavori di Net Art.

Tra le altre mostre da vedere, il Moma offre fino al 10 marzo l’occasione di scoprire un aspetto poco noto della produzione di Lucien Freud. Fulcro dell’esposizione dedicata al ritrattista più celebrato del XX secolo sono infatti 75 incisioni realizzate dall’artista tra gli anni Quaranta e gli anni Ottanta. E messe a confronto, nella mostra, con dipinti e disegni, per evidenziare affinità stilistiche e tematiche fra le diverse tecniche da lui utilizzate. Sempre al Moma si può visitare fino al 25 febbraio New Perspectives in Latin American Art, 1930–2006: Selections from a Decade of Acquisitions. Duecento lavori di artisti latinoamericani acquistati dal museo negli ultimi 10 anni, parte di una collezione dedicata al Centro e Sud America che, avviata nel 1931 con il messicano Diego Rivera, è arrivata a comprendere circa 3 mila opere.

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