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Guy Hands: Troppi Artisti Alla Emi, Faremo Una Selezione

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Guy Hands: 'Troppi artisti alla EMI, faremo una selezione'

Non saranno solo i dipendenti EMI (1.500-2.000 tagli programmati nel mondo, vedi News), ma anche un certo numero di artisti sotto contratto con la major a fare le spese del piano di risanamento aziendale e di riposizionamento strategico annunciato martedì scorso, 15 gennaio, dall’amministratore delegato Guy Hands. “Non possiamo permetterci di avere 14.000 nomi nel roster" ha spiegato Hands, promettendo un impegno a lungo termine nei confronti di coloro che resteranno nella scuderia in cambio di una accettazione a condividere rischi e benefici, e senza escludere la possibilità di mantenere un rapporto di lavoro anche con cantanti e musicisti di nicchia, quando il rapporto tra costi e ricavi lo consenta. “Negli ultimi sette anni”, ha rivelato il nuovo amministratore delegato, “il bilancio delle nuove pubblicazioni EMI è in perdita”. “Dobbiamo smetterla”, ha aggiunto, “di mettere sotto contratto il maggior numero possibile di artisti, facendo enormi scommesse solo su alcuni di loro”.

Dal palco del cinema teatro Odeon di Londra da cui ha parlato, il finanziere ha detto molte altre cose: elencando in primo luogo i fattori che hanno allontanato l’industria dagli appassionati di musica (la lotta senza quartiere a Napster e poi ai singoli file sharer, la difesa strenua del DRM, l’incapacità di facilitare l’accesso del pubblico all’offerta musicale), ha promesso di voler costruire un’azienda orientata alla soddisfazione dei bisogni del consumatore (“stiamo passando da una ‘push economy’ a una ‘pull economy’ ”, ha detto) e allo sviluppo del talento artistico (“è costoso e inefficiente che alla EMI un solo addetto su 20 si occupi attualmente di A&R, mentre gli altri provvedono a servizi di supporto”), capace di responsabilizzare l’intero personale aziendale al conseguimento degli obiettivi attraverso un sistema di incentivi che riguardi non solo i dirigenti ma l’intero staff. “Non sarà un processo esente da dolore”, ha ammesso, facendo però una promessa: se in passato “le ristrutturazioni alla EMI non sono state eque”, stavolta la selezione del personale che resterà in azienda sarà improntata a criteri di “giustizia, onestà e rispetto dell’individuo”. Il popolo EMI, dopo averlo torchiato per bene con domande e osservazioni, ha finito per applaudirlo: d’ora in avanti parleranno i fatti.

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