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Van De Sfroos: I Miei Brani? Cortometraggi Ai Quali Scrivo La Colonna

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Van De Sfroos: 'I miei brani? Cortometraggi ai quali scrivo la colonna sonora'

Il cantastorie folk per eccellenza del lago di Como, Davide Van De Sfroos, ritorna a tre anni di distanza dalla pubblicazione di “Akuaduulza” con un nuovo album di inediti dal titolo “Pica!”, in uscita il prossimo 8 febbraio.

“Si cerca sempre di rimanere una conferma”, ha spiegato Van de Sfroos a Rockol, “è questo il percorso della credibilità per capire davvero se hai ancora voglia e hai ancora qualcosa da dire. Per uno come me sarebbe terrificante basare la pubblicazione dei propri dischi su un discorso di scadenze: i dischi devono essere fatti quando se ne sente l’esigenza”.

Nell’album sono presenti quindici canzoni (tre cantante interamente in italiano) che partono dalla tradizione folk, passano per ballate romantiche ed arrivano fino a sonorità più internazionali: “Il disco è tornato a tante cose del passato, ma è anche il disco della mia carriera che ha suoni più stratificati e che ha cercato melodie di frontiera legate all’America. Non è stato un problema scrivere delle canzoni che erano già scritte dentro, avevo voglia di picchiare lì dove c’erano già delle storie come queste. I pezzi nascono sì con la chitarra e con la voce, ma principalmente nascono perché ti vengono in mente delle cose da raccontare, vecchi ricordi, come è successo con ‘Il costruttore di motoscafi’ o come ‘La ballata del Cimino’, una storia che sentivo da alcuni e anni che ho deciso di raccontare così. Senti tutte queste storie da bar, da piazza, da riva”, ha aggiunto l’artista, “e capisci che quello lì è il tuo mondo: sono cortometraggi a cui devi solo trovare la giusta colonna sonora”.

“Quest’anno è andata di disco”, ha spiegato il cantautore, “Mi piacerebbe anche scrivere un libro, ma per farlo ci vuole anche il suo bel tempo. Il libro ha questa cosa particolare che se cominci a volerlo scrivere ti possiede in maniera malsana, e con tre figli e con tutti questi lavori da fare diventa molto difficile ritagliarsi del tempo. E siccome mi conosco e so che quando comincio con un libro la testa va altrove, non voglio nemmeno sovraccaricarmi troppo”.

“Pica!” è stato inoltre ispirato dai minatori di Frontale, una frazione di Sondalo, Comune dell’Alta Valtellina: “Ho avuto la fortuna di sentire parlare cinque anni fa di questa miniera a Frontale dove sono andate a lavorare negli anni moltissime persone. ‘Il minatore di Frontale’ è una canzone che è in embrione da tutti questi anni, e finalmente ho voluto raccontare di queste persone: ci sono uomini, anche giovani, che fanno davvero i minatori, lavorano dove noi non vorremmo andare nemmeno da morti. C’è chi canta canzoni d’amore, e c’è chi come me canta delle persone che hanno fatto dei sacrifici e che sudano per il loro lavoro. Mi piace l’idea che i genitori di un minatorie, i figli di un minatore, sappiano che per quello che è in mio potere, faccio diventare dei miti anche loro”.

All’interno dell’album è presente anche una ballata intitolata “New Orleans”: “E’ la canzone forse più densa di musica per i musicisti che abbiamo chiamato a registrarla. L’ho scritta di ritorno da un concerto a New Orleans nell’aprile del 2006. Abbiamo suonato ad un festival ed è stata una cosa bellissima. Tante sono le cose che mi accomunano a quella gente, ma là dove c’era la forza e la , c’era anche l’assenza, l’assenza di tante persone sfollate e sparite. Nel ritorno ho scritto questa storia d’amore: tante volte, la Louisiana, è molto simile a casa mia, anche quando non piove”.

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