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  1. Secondo me la chiavetta ha modificato qualche proprietà del protocollo TCP/IP...
  2. In Vista il fatto che tu sia amministratore non significa che tu possa scrivere in qualsiasi locazione del sistema: alcune operazioni devono essere esefuite autorizzando l'uso di specifici privilegi da amministratore. Clicca con il tasto destro sull'icona del programma, quindi seleziona Proprietà e vai alla scheda Compatibilità: là troverai un'opzione per eseguire SEMPRE il programma con i privilegi da amministratore.
  3. Rapida spiegazione sul problema degli ActiveX.Tanto tempo, intorno al 2000, Microsoft sviluppò una tecnologia che - nei progetti iniziali - avrebbe dovuto essere la diretta concorrente di Java, poiché avrebbe consentito di rendere il Web di allora più dinamico. In realtà Java e Javascript stavano prendendo sempre più piede e avevano anche il vantaggio di essere cross-platform, cioè eseguibili su qualsiasi sistema operativo e con qualsiasi browser, mentre gli ActiveX potevano funzionare solo in Internet Explorer.Per quanto fosse una tecnologia innovativa, questa presentò subito degli evidenti sistemi di sicurezza: gli ActiveX, infatti, consentivano alle pagine di interagire con il sistema dell'utente, tanto che in un pezzo di codice dimostrativo si spiegava come poter accedere al filesystem locale attraverso uno specifico ActiveX; purtroppo non tutti i programmatori sono mossi da buone intenzioni e qualcuno ha sfruttato questa tecnologia proprio per attaccare gli utenti dei sistemi Windows. Ecco perché, dopo tanti incidenti legati ad ActiveX, Microsoft ha deciso di non sviluppare più questa tecnologia, pur mantenendola in vita anche nelle versioni più recenti di Internet Explorer. In compenso, le versioni 7, 8 e 9 di IE almeno chiedono l'autorizzazione ad attivare gli eventuali ActiveX presenti in una pagina e, in questo caso, se non si è certi della bontà della pagina che si visualizza, è bene rifiutare l'esecuzione dei componenti aggiuntivi.Ti consigliamo un browser alternativo come Opera, Firefox o Chrome proprio perché questi non sono compatibili con la predetta tecnologia
  4. Prova ad installare Google Chrome e vedi se hai ancora FB lento.
  5. Dipende dal modello, se é dotato di antenna GPS. In caso contrario il navigatore non funzionerebbe. Che modello hardstone hai montato?
  6. Devo vedere che filesystem é usato sulla mia microSD da 8 gb inserita nel Galaxy S: posso usarla sia su Android che in Windows 7 ma non ho mai provato in XP.
  7. La scusa che sia un laboratorio di riparazione non lo esime dall'emettere scontrino fiscale se vende qualcosa. Se la situazione continua a peggiorare ti consiglio di attivarti prima che si rompa del tutto.
  8. In ogni caso si potrebbe anche valutare se agire per ottenere la sostituzione del disco, a patto che si dimostri il vizio di produzione e che l'unità sia stata acquistata in Italia da non più di due anni.
  9. Ciao.Scusami se non ho risposto prima ma mi è sfuggita la discussione.Handcent SMS è proprio consigliato per chi ha questo problema di reinvio dell'ultimo SMS. Comunque il problema dovrebbe essere superato entro breve termine perché HTC ha iniziato a rilasciare l'aggiornamento ad Android 2.3, nel quale il problema sembra essere sparito.Ciao
  10. Attualmente ho abbandonato eMule in favore dell'area Torrent: fra uTorrent e Vuze qualcosa si trova davvero.
  11. Probabilmente l'hanno formattata usando il filesystem non appropriato. Si deve procedere ad una nuova formattazione scegliendo il file system NTFS
  12. Il problema é che nella rete Kad non sempre si trova quel che si cerca...
  13. Attività

    Mumble mumble... Sto per avventurarmi in una grossa ventura goudiziaria. Speriamo bene...
  14. Prova ad usare la combinazione di tasti per passare da monitor interno ad esterno e viceversa mentre hai il computer collegato a quello esterno. Un'altra idea potrebbe essere di riavviare il sistema in modalità provvisoria: magari é solo una questione di drivers da ripristinare...
  15. Prova ad usare la combinazione di tasti per passare da monitor interno ad esterno e viceversa mentre hai il computer collegato a quello esterno. Un'altra idea potrebbe essere di riavviare il sistema in modalità provvisoria: magari é solo una questione di drivers da ripristinare...
  16. Verifica se le prese d'aria del computer sono ostruite: eventualmente spostalo di qualche centimetro dalla parete o dal mobile (dipende dalla posizione in cui l'hai collocato). Considera che adesso inizia anche a fare più caldo e le temperature sono inevitabilmente destinate a salire; perciò, soprattutto caricando la CPU di lavoro - la prova è che segna sempre il 100% di impiego - è facile che l'aerazione all'interno del case non sia sufficiente e il computer vada in tilt sotto sforzo.
  17. E io torno a ripetere: magari il crash del PC deriva da un surriscaldamento della CPU non sufficientemente ventilata (o magari con le ventole ricoperte dalla polvere accumulata).
  18. Senza contare che l'SP3 ha dato problemi su alcune macchine con Cpu AMD. Io non l'ho installato, per esempio.
  19. Ho avuto problemi anch'io. Se non ricordo male, ho dovuto avviare il programma come amministratore e poi ha funzionato.
  20. Sai che forse non si possono registrare per ragioni tecniche legate ai DNS?
  21. Beh... In questo caso non conta tanto la notorietà (anche se per tanti altri casi analoghi, invece, è importantissima): qui conta il fatto che l'associazione era preesistente al dominio .COM registrato e che tale dominio era stato registrato proprio ai fini dell'attività sociale.
  22. Trovi altri miei recapiti sul mio sito personale: http://www.matteoriso.it Resto in attesa di tue comunicazioni
  23. La situazione in cui ti trovi è un po' complicata e merita una riflessione prima di poter dare un risposta che - come leggerai - non è nemmeno una risposta certa, dato che siamo in Italia. Leggendo capirai il perché. Il nostro paese è in fortissimo ritardo per ciò che riguarda una seria disciplina della tutela dei nomi a dominio e dei loro possessori e questo non ha fatto altro che causare una serie di disguidi, pasticci e azioni giudiziarie infinite. Il tutto parte da una domanda: chi è il proprietario di un dominio? Leggendo il regolamento del Registro .IT si evince a chiare lettere che il soggetto che chiede la registrazione di un nome a dominio viene, da quel momento in poi, indicato come "assegnatario" del nome a dominio e non come "proprietario"; ciò implica che, interpretando in senso letterale l'art. 832 c.c., non possiamo parlare di "acquisto" perché non vi è trasferimento di alcun diritto di proprietà (inteso in senso codicistico). Non a caso, la registrazione di un nome a dominio non configura uno dei modi d'acquisto della proprietà tipizzati dal nostro legislatore, fra i quali il più comune è quell'atto per cui si cede il diritto di proprietà di un bene previo il pagamento di un corrispettivo (il prezzo); quando si registra un dominio, invece, non si paga un "prezzo" per acquisire un diritto di proprietà ma si paga una sorta di "concessione" per l'uso di un nome a dominio Internet e, che la somma versata non costituisca un prezzo d'acquisto della proprietà, è dimostrato dal fatto che la registrazione ha una durata limitata nel tempo - di solito annuale - per cui, al termine di tale periodo, si deve procedere ad un nuovo pagamento per poter continuare ad usare quel dominio, pena la perdita del possesso e l'eventuale cancellazione del dominio stesso. Dunque nessuno, in teoria, diviene proprietario di un nome a dominio solo perché paga la registrazione. A questo, poi, aggiungiamo anche che per dimostrare di essere legittimati all'uso di un nome a dominio bisogna anche dimostrare di possedere uno specifico diritto soggettivo sullo stesso nome a dominio: in poche parole, bisogna dimostrare che il nome a dominio registrato rappresenti "un qualcosa" sul quale noi possiamo vantare dei diritti così come riconosciuti dall'ordinamento vigente e opponibili a terzi nelle opportune sedi giudiziarie. Questo criterio sta alla base di tutte (o quasi) le dispute su nomi a dominio che si sono incardinate sia davanti all'Autorità Giudiziaria ordinaria che davanti agli enti privati preposti per la risoluzione stragiudiziale di tali dispute, i cosiddetti PSRD: la tutela applicata ai nomi a dominio .it ricalca in maniera pressoché uniforme la tutela codicistica dei segni distintivi dell'azienda, pertanto si è consolidato un orientamento (anche giurisprudenziale) per il quale la regola del "first come, first served" applicabile nella risoluzione delle dispute sui domini prevista dall'ICANN (l'equivalente del Registro .IT per i domini .COM e .NET) viene superata nel caso in cui il dominio di cui si contesta la registrazione sia il nome di un prodotto commerciale o di un'azienda, anche (e soprattutto) nel caso in cui il sito web collegato nulla abbia a che fare con quel prodotto o azienda. L'esempio del caso "armani.it" citato da Pike è lampante perché è stato uno dei primi ad essere risolto in questo senso: a nulla è valso il fatto che il sig. Luca Armani avesse registrato per primo quell'indirizzo per promuovere il proprio timbrificio, poiché i giudici dei vari gradi di giudizio, in assenza di una normativa chiara, dettagliata e specifica in materia, hanno applicato pedissequamente la tutela dei marchi d'azienda prevista dagli artt. 2569 - 2574 del codice civile, finendo con l'equiparare un semplice indirizzo internet ad uno dei marchi distintivi dell'azienda "Giorgio Armani S.p.a." Venendo al tuo caso, l'associazione culturale ha le carte in regola per pretendere giudizialmente il rilascio del dominio .COM, nonostante tu abbia pagato per anni e ne risulti il legittimo assegnatario: l'associazione può benissimo citarti in giudizio (in sede civile) per ottenere il rilascio del dominio poiché è il soggetto legittimato all'uso di quel nome a dominio che - molto probabilmente - sarà identico al nome della stessa associazione. Pur non essendo un'azienda o - comunque - un operatore commerciale, un'associazione culturale - dotata di proprio statuto e regolarmente registrata - è il soggetto che gode di quel famoso diritto soggettivo spiegato in precedenza: a loro basta dimostrare di essersi costituiti in associazione in data anteriore alla registrazione del nome a dominio .COM e, quindi, dimostrare che quel dominio fosse in loro uso per la promozione della propria attività. La tua difesa potrebbe non essere molto solida in un giudizio del genere e, conseguentemente, potresti essere condannato a rilasciare il dominio e, persino, a risarcire un eventuale danno. Per come la vedo io, la tua posizione è comprensibilissima in quanto risponde ad una domanda implicita: "ho pagato e pago per un dominio internet, perché non posso tenermelo?" Purtroppo, come vedi, l'associazione, se difesa da un giurista informatico, non ha bisogno di aprire una procedura stragiudiziale di riassegnazione: potrebbe benissimo adire l'A.G. italiana ben consapevole del consolidato orientamento giurisprudenziale che ti ho accennato. A questo punto, ti chiedo: perché non aprire una trattativa con l'associazione per provare ad individuare una soluzione che soddisfi entrambe le parti?
  24. Azzardo un'ipotesi... Forse la CPU si surriscalda troppo a causa di un problema di raffreddamento?
  25. AUGURI A TUTTE LE MAMME!!!!!