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L'arte Gioca Con L'invisibile

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Può un cammello passare nella cruna di un ago? Sì, se si tratta di nano-arte. Ovvero di un’opera d’arte minuscola, realizzata con uno scalpello infinitamente piccolo: la punta di un microscopio a forza atomica.

E’ così che due artisti e un mago delle nanotecnologie, professore di fisica della materia, hanno inventato al Politecnico di Torino un nuovo filone estetico: opere realizzate in scala nanometrica, di un miliardesimo di metro e, dunque, tanto piccole da risultare un paradosso, perché invisibili. L’idea, tanto più provocatoria visto che si tratta di arti visive, è tanto forte e tanto innovativa che è stata recensita su «Nature», la più prestigiosa rivista scientifica del mondo, oltre che da alcune riviste d’arte contemporanea.

Nuovo linguaggio

Presentato per la prima volta a «BergamoScienza», il nuovo linguaggio artistico che ha preso forma nei laboratori scientifici torinesi sarà al centro di una mostra che il Politecnico proporrà in primavera. Per ammirare le opere il pubblico avrà a disposizione, oltre ai minuscoli originali provocatoriamente esposti - ed invisibili - in una serie di teche, un’infilata di potenti microscopi, attraverso cui si potranno vedere delle copie. Si potrà così ammirare «Pantofole per un animale pantofolaio», la casetta di un batterio creata in dimensioni naturali a forma di morbida calzatura o «La chiave per il paradiso», il cammello così piccolo da essere incastonato nella cruna di un ago, sfida alle leggi divine messa all’asta su e-Bay per un milione di euro. In «Oltre le colonne d’Ercole», invece, le minuscole impronte dell’uomo sulla Luna segnalano l’irraggiungibilità dello spazio, mentre «Fiato sprecato» calcola la quantità di respiri che ancora saranno concessi alla vita di ciascun visitatore.

La decisione di mettere in mostra il ciclone della nanoarte è del preside della III facoltà di Ingegneria, Paolo Camurati, che con Sergio Ferrero, membro del suo staff, prepara un’esposizione «gratuita e aperta a tutti, che punterà ad avvicinare il grande pubblico alle meraviglie della scienza e delle nanotecnologie». Fabrizio Pirri, fisico della materia, è invece lo studioso che ha aiutato a tradurre in realtà i progetti degli artisti Alessandro Scali e Robin Goode, che hanno iniziato le loro ricerche come grafici pubblicitari. Torinese il primo, sudafricano il secondo, un paio d’anni fa avevano creato il manifesto del Torino Film Festival.

«Partiamo dalla necessità di esprimere un’idea - spiegano - e usiamo le potenzialità delle nanotecnologie per renderla al meglio». Così, ad esempio, per significare l’invisibilità politica dell’Africa, immensa sulle cartine, ma invisibile nella scala del potere, è nata l’opera «Dimensione attuale»: «L’abbiamo disegnata nei nostri laboratori in scala nanometrica - spiega Fabrizio Pirri - tracciandone il profilo su una minuscola lastra di silicio». Per creare le opere «abbiamo lavorato in un ambiente chiamato “camera pulita”, un laboratorio del Politecnico dotato di potenti filtri per l’aria: le dimensioni degli oggetti sono tali che, se fossero stati presenti i granelli di polvere, sarebbe stato come scolpire il marmo sotto una frana di macigni».

Frammenti di natura

Scali e Goode hanno avuto, in questi anni, dei precursori: altri artisti, prima di loro, hanno già lavorato sulle nano-dimensioni, ma in modo assai diverso: gli altri, in pratica, hanno riprodotto fotograficamente piccolissimi frammenti di natura, le cui simmetrie, ingrandite e colorate, offrono sorprendenti effetti estetici. Scali e Goode sono invece i primi al mondo - sostengono - ad aver creato opere tridimensionali nanometriche ex novo, «lavorando anche sull’idea - sottolineano - di immaginare opere che prendono vita solo nell’interazione con lo spettatore».

E poi, in un’epoca «di grandeur artistica, basata sullo star system, con opere imponenti, e mostre e fiere immense, forse c’è bisogno di un sano e deciso ridimensionamento. La nostra arte si fa piccola e si ridimensiona al punto da rendersi invisibile. Ma il fatto che non si veda non significa che non esista».

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