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Diablo

[LETTERATURA]I Classici Degli Adolescenti Scelti Dagli Scrittori

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Libri a scuola: dopo gli inglesi anche gli italiani intervengono al dibattito

I classici degli adolescenti scelti dagli scrittori

Faletti: via Dante, sì a Omero e a Hemingway.

Santacroce: basta con la Divina Commedia.

La Mastrocola: fondamentale la poesia

MILANO - Quali libri far leggere a scuola? I grandi classici della letteratura devono restare sui banchi, incuranti del tempo che passa oppure andrebbero rimpiazzati, almeno in parte, con testi ritenuti più vicini a bambini e ragazzi? Il dibattito non è nuovo (già 25 anni fa Italo Calvino aveva scritto un articolo sull'Espresso, definendo il classico «un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire»), ma è tornato d'attualità in Gran Bretagna dopo che il ministero dell'Istruzione, in fase di revisione dei programmi, ha chiesto alla Royal Society of Literature un decalogo dei titoli imperdibili prima di lasciare la scuola dell'obbligo. La più antica istituzione letteraria inglese ha interpellato a sua volta tre autorevoli scrittori: il poeta Andrew Motion, l'autrice di Harry Potter Rowling, e Phillip Pullman, autore di best seller per ragazzi. Se nell'elenco del primo compaiono soltanto classici doc (da Omero a Cervantes, da Shakespeare a Milton fino a Joyce), gli altri due affiancano i big della letteratura inglese ad autori meno ortodossi.

FALETTI: «VIA DANTE, SI' A OMERO» - In Italia l'argomento è molto sentito, anche perché, con l'autonomia scolastica, non esistono più testi obbligatori. In teoria, quindi, un ragazzo potrebbe arrivare all'università senza aver mai letto Manzoni o Dante. Nulla di male per qualcuno, uno scandalo per altri. La Divina Commedia non compare per esempio tra i cinque libri considerati irrinunciabili a scuola da Giorgio Faletti. L'autore da cinque milioni di copie con i suoi primi due libri (Io uccido e Niente di vero tranne gli occhi pubblicati da Baldini Castoldi) è convinto però che «certi classici non vanno abbandonati, sennò - e qui viene fuori la verve del comico - potrebbe diventare realtà la vecchia battuta del ragazzo che chiamato alla lavagna scrive così l'opera di Cesare: The bello gallico». Faletti si dice «ben contento di aver letto l'Iliade e l'Odissea». E nella sua top five, accanto alle due opere di Omero prevede tre romanzi "moderni": Il vecchio e il mare di Hemingway («perché parla dell'uomo e dei suoi sogni e delle insidie che rischiano di rovinarli»), Un americano del Connecticut alla corte di Re Artù di Mark Twain, («a lui si fa risalire il romanzo contemporaneo»), Tre uomini in barca (per non parlar del cane) di Jerome K. Jerome («E' un capolavoro dell'umorismo»).

LA SANTACROCE: «BASTA PROMESSI SPOSI» - Dell'opera di Manzoni i ragazzi potrebbero fare a meno, conviene Isabella Santacroce. La più illustre scrittrice pulp degli anni ‘90 snocciola i suoi titoli: Il giovane Holden di Salinger ma anche libri più complessi: Perturbamento di Thomas Bernhard, Lessico familiare di Natalia Ginzburg, 120 giornate di Sodoma di De Sade, portato sul grande schermo da Pasolini, e All'ombra delle fanciulle in fiore, il secondo volume della Recherche di Proust. E' una cinquina assortita ma tutta giocata sul filone inquieto e notturno quella dell'autrice di Luminal che il 17 febbraio arriva in libreria con un nuovo romanzo, Zoo.

«AI RAGAZZI DANTE PIACE» - Chi invece ai Promessi Sposi non intende rinunciare è Paola Mastrocola, scrittrice di successo con libri come La scuola raccontata al mio cane e insegnante di letteratura in un liceo scientifico torinese. «E' l'unico libro che abbiamo in comune, condiviso da tutta la scuola italiana. Non riusciamo a sostituirlo con nulla, e poi ai ragazzi piace da matti, non lo rifiutano mica» garantisce. «Nelle nostre scuole i classici non sono mai stati abbandonati, anche se alcuni insegnanti preferiscono spaziare nell'attualità - racconta - . Io di solito alterno, se faccio leggere Tolstoi poi dò Baricco, torno a Thomas Mann e poi propongo il libro della Mazzucco appena uscito. Anche noi del resto alla loro età ci nutrivamo di libri appena usciti: Balzani, Cassola, Soldati». Un esercizio già consigliato da Calvino: «Per poter leggere i classici si deve pur stabilire "da dove" li stai leggendo, altrimenti sia il libro che il lettore si perdono in una nuvola senza tempo. Ecco dunque che il massimo rendimento della lettura dei classici si ha da parte di chi ad essa sa alternare con sapiente dosaggio la lettura d'attualità» aveva scritto su L'Espresso.

LA TOP FIVE DELLA MASTROCOLA - Messa alle strette, invitata a indicare cinque testi irrinunciabili, la prof-scrittrice però cita soltanto classici doc. «E' fondamentale avvicinarsi a libri di autori morti, ci vuole tempo perché un testo entri nella testa collettiva di un popolo. Ci sono libri che passano, libri che oggi non ci parlano e altri che ci parlano da oltre 3mila anni come l'Odissea. Non si può non dire di leggerla a un ragazzo di 15 anni. Certo non la propongo in versi ma in prosa. Il risultato è che piace da matti». Nella sua top five, accanto all'opera di Omero, ci sono Il piccolo principe di Saint-Exupéry, Guerra e pace di Tolstoj, Il barone rampante di Calvino e anche le liriche raccolte in Ossi di Seppia, di Montale. «Per i ragazzi la poesia parla in modo diretto anche se difficile. A loro piace molto, siamo noi che non la proponiamo». E a quanti ritengono che i classici allontanino i giovani dalla lettura, risponde: «Certo, bisogna saper scegliere, se dò L'uomo senza qualità di Musil li voglio male». Insegnanti-bussola dunque: «Ai nostri tempi l'insegnante non ci diceva cosa leggere - ricorda Mastrocola -. Ora lo deve fare perché il libro non fa più parte della vita quotidana di un ragazzo».

VAN STRATEN: BENE TUTTO PURCHE' LEGGANO - E proprio sull'opera di mediazione dei docenti punta il dito lo scrittore Giorgio van Straten: «I promessi sposi sono il testo più ostico che mi è capitato di leggere al liceo - ricorda il presidente delle Scuderie del Quirinale -. Molto dipende però dall'insegnante, dalla sua capacità di creare fascinazione nei confronti di un libro, dopodiché ci si può avvicinare con piacere a qualsiasi opera, anche a quella di Dante».

Quanto ai consigli su cosa far leggere sui banchi: «Da una parte è importante avvicinare ragazzi alla lettura: nella loro vita oggi non c'è posto per i libri, dunque qualsisasi testo non troppo paludato va bene. Dall'altra non si possono ignorare quegli autori che hanno segnato passaggi fondamentali». Così la sua top five è dedicata (quasi) tutta a loro: Dante («i canti dell'Inferno hanno un impatto fortissimo sui giovani»), Shakespeare, Tolstoj, Elsa Morante («rimasi impressionato quando lessi "La storia", è uno dei motivi per cui mi sono messo a scrivere). Il quinto suggerimento resta in bianco: «E' il titolo in cui si riconoscono i ragazzi di oggi. Bisognerebbe chiederlo a loro. Io da adolescente mi sono ritrovato ne Il giovane Holden».

Una proposta che raccoglie in qualche modo l'invito di Calvino: «Non si leggono i classici per dovere o per rispetto, ma solo per amore tranne che a scuola - ha scritto l'autore de I nostri antenati - La scuola deve farti conoscere bene o male un certo numero di classici tra i quali (o in riferimento ai quali) tu potrai in seguito riconoscere i «tuoi» classici. La scuola è tenuta a darti degli strumenti per esercitare una scelta; ma le scelte che contano sono quelle che avvengono fuori e dopo ogni scuola».

Alessandra Muglia

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