Accedi per seguire   
Seguaci 0
Diablo

[ARTE]Cagli, L'argonauta

1 messaggio in questa discussione

NOVECENTO ITALIANO

Cagli, l'argonauta

Ceramica dèco, Scuola romana, muralismo e astrattismo, segni e maschere. Tutte le sperimentazioni artistiche di Corrado Cagli nella grande antologica di oltre 400 opere in scena alla Mole Vanvitelliana di Ancona

este_08130032_00410.jpg

Ancona - Un'Odissea dell'arte, alla conquista delle più diverse espressioni creative. Di questo è fatta la carriera di Corrado Cagli che in tutta la sua vita (1910-1976) non ha avuto remore a confrontarsi con quasi tutti gli stili, i generi e i linguaggi artistici. Ha sperimentato il mondo della ceramica, collaudando esiti tra i più originali della sua epoca. Si è dedicato alla scultura, e alla pittura, dove ha cavalcato tutte le possibilità espressive, dal figurativo, all'espressionismo all'astrattismo. Si è cimentato in un'euforica produzione grafica, seconda forse solo Sironi. Ha lavorato per il teatro, con una capacità immaginativa rivoluzionaria. E per l'illustrazione, di cui nel dopoguerra ha lasciato alcuni cicli memorabili. Ha partecipato al dibattito teorico, suscitando movimenti e raccogliendo proseliti, dalla pittura murale alla Scuola Romana, all'astrattismo del dopoguerra, coinvolgendo, nella sua versatilità da caposcuola, tanti grandi nomi della'rte italiana, come Guttuso, Afro, Mirko, Leoncillo, Caporossi astratto, Scialoja.

E di tutto questo è fatta la monumentale mostra antologica, "Cagli", dedicatagli dalla sua città natale, Ancona, nel trentennale della morte. Dal 12 febbraio al 4 giugno, infatti, le sale della Mole Vanvitelliana ospitano la più grande esposizione mai realizzata sull'artista, sotto la cura di Fabio Benzi. C'è tutto il suo pirotecnico laboratorio di idee, in questo colossale percorso che sfodera ben duecento dipinti, oltre a un cospicuo insieme di disegni, sculture, ceramiche, illustrazioni, bozzetti teatrali e arazzi, per un totale di circa quattrocento opere. C'è tutta la sua instancabile sperimentazione.

Tutti i suoi passaggi rivoluzionari da una pittura di impianto monumentale, dove osava edulcorati ammiccamenti al Quattrocento italiano, ad un'effervescente vivisezione delle avanguardie storiche e della scena europea, per codificare una guida ideale al superamento del patinato movimento Novecento che imperava in ambito nazionale. C'è tutto il suo inizio da originale creatore di maioliche di gusto straordinariamente moderno, quando applicava un linearismo déco frutto di una piena conoscenza dell'estetica internazionale, con echi persino picassiani. C'è tutta la sua euforia al gigantismo espressivo, quando fu tra i promotori del muralismo italiano, parallelamente a Sironi e a Campigli. C'è il suo pieno esordio come pittore nel gruppo iniziale della "Scuola Romana", la più importante esperienza artistica italiana degli anni Trenta, accanto al Capogrossi ancora figurativo e a Cavalli.

La mostra tiene conto di tutte le impercettibili variazioni del suo umore creativo. Quando costretto, durante le persecuzioni razziali, ad abbandonare l'Italia per ripiegare prima a Parigi poi a New York, e quando, finiti i tempi cupi del conflitto, rientra con le truppe alleate di Liberazione, nel suo paese carico di suggestioni metafisiche, surreali e simboliste. E' il momento in cui Cagli si libera di quella fedeltà al figurativo condizionata fino ad ora solo dal sentimento. I suoi maestri ideali appaiono ora Klee, Ernst, de Chirico, attraverso cui elabora un linguaggio di astrazione segnica, di raffinata velleità decorativa, che sembra puntare ad un mistico totemismo magico di significati.

E' il momento anche in cui azzarda, nelle sue molteplici inclinazioni alla sperimentazione, l'uso dell'aerografo, spruzzato sulla carta spiegazzata a comporre immagini enigmatiche, misteriose, evocate da uno sfondo che prende le sembianze di magma incorporeo extraterreno. Ed ecco che la mostra sfodera il pianeta-scultura di Cagli, frutto di una succosa elaborazione all'insegna della suggestione magica: come le sue maschere ancestrali costruite con sezioni metalliche che richiamano alla mente dell'osservatore armature leggendarie di un medioevo cavalleresco. E spiccano anche le sue ultime ricerche pittoriche a carattere ottico-cinetiche, con lavori che esprimono il gioco di abbinamento della variazione cromatica a forme che geometricamente si incastonano le une nelle altre. E' il Cagli psichedelico.

Ma ci tiene il curatore Fabio Benzi a sottolineare che Cagli, "con un piglio artistico sicuro e meditato, non si limita ad elaborare uno stile personale: vi inserisce elementi concreti di riferimento ad artisti e movimenti che via via ritiene importanti nella dialettica artistica, usandoli come riferimenti palesi per una riflessione sulla strada da tracciare. Non si tratta dunque di un eclettismo di scelte, bensì di un ragionamento sull'arte che non ha momenti di discontinuità con l'espressione lirica o artistica propriamente intesa". La mostra, insomma, vuole raccontare anche questo carattere speculativo di Cagli.

E' una mostra celebrativa e commemorativa che non tralascia nulla dell'artista, risvegliandone, a pieno titolo, il suo ruolo di protagonista che rivestì in oltre mezzo secolo di dibattito artistico italiano e internazionale. Come, per esempio, quando elaborò e diffuse i principi del "primordialismo" che tanta presa ebbero sulla cultura italiana del decennio, prolungandosi fino agli anni Cinquanta. Una rassegna espositiva che rivela una personalità quasi "postmoderna", come dice Fabio Benzi, un fuoriclasse, realmente outsider, più tipico degli anni attuali che di quelli in cui egli visse e operò. "Una scelta molto vicina ad un artista - dice Benzi - forse l'unico che all'epoca osasse intercalare ricerche così diverse, che costituì probabilmente il modello morale, comportamentale primario di Cagli: Picasso. Un riferimento, questo, che egli dovette aver sempre presente, fin dagli anni della sua giovinezza, anche se stilisticamente non vi sono tracce (salvo negli anni Trenta) di un'ispirazione diretta, stilistica, al grande maestro del Novecento".

LAURA LARCAN

Notizie utili - "Cagli", dal 12 febbraio al 4 giugno 2006, Mole Vanvitelliana, Banchina Giovanni Da Chio, 28, Ancona. La mostra è curata da Fabio Benzi.

Orari: dal martedì al venerdì 15 - 20, sabato e domenica 10-20, lunedì chiuso; lunedì dell'Angelo aperto, 1° maggio chiuso.

Ingresso: intero €8; ridotto €4; gruppi €3, scuole €2,50.

Informazioni: 0731-213685 / 215656, www. cagli. net.

Catalogo: Skira.

(8 febbraio 2006)

Fonte

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per partecipare

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!


Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.


Accedi Ora
Accedi per seguire   
Seguaci 0