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Accelera La Corsa Per Il Web Semantico

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ACCELERA LA CORSA PER IL WEB SEMANTICO: «MEGLIO DELL'INTERNET A PAGAMENTO»

Fa tutto il computer

Le macchine imparano a dialogare tra loro ed elaborano metainformazioni

28/6/2006

E' battaglia tra aziende di telecomunicazioni, che chiedono un'«Internet 2» con corsia preferenziale più veloce a banda larghissima per i contenuti video a pagamento, e aziende «.com», alleate con il movimento civico per difendere le pari opportunità sulla Rete, secondo cui Internet deve essere una sola. Ma intanto c'è chi lavora meticolosamente per mettere a punto nuove, rivoluzionarie tecnologie per una Rete molto più intelligente e sofisticata, in cui i computer si parlano fra loro: il Web «semantico».

«Quella corsia preferenziale che chiedono le lobby telecom non sarebbe Internet, ma la tv via cavo», ha commentato l'inventore del Web, sir Tim Berners Lee, alla Conferenza internazionale World Wide Web 2006 che si è tenuta a Edimburgo: è lui che per primo ha articolato l'idea del Web Semantico, cinque anni fa, in un articolo su «Scientific American» assieme al professore Jim Hendler della University of Maryland e al professor Ora Lassila del gigante tlc Nokia allo scopo di dare un senso al groviglio di dati sul World Wide Web.

E' difficile trovare una definizione chiara e concisa su che cosa sia e a che cosa serva il Web Semantico. Lo slogan degli inventori, dei ricercatori e dei delegati studiosi varia: da «intelligenza aumentata» a «prossima generazione», fino a «portare significato al Web». Secondo Wendy Hall, responsabile della ricerca della University of Southampton, il problema sta nel fatto che si tratta di un termine che significa tante cose diverse, ma si può riassumere nella «creazione di un Web che può essere interpretato dalle macchine».

Finora, quasi tutte le informazioni sulle pagine Web sono state prodotte da umani per umani. Un computer va bene per vedere le informazioni sulle pagine Web ed elaborare i numeri contenuti nelle banche dati, ma non va bene per estrarre il significato delle parole e dei numeri riportati sui siti Web. Lo sforzo è di rendere Internet più intelligente e di aiutarci nella ricerca delle informazioni personalizzate, eliminando le perdite di tempo. Ma - come sottolinea Tim Berners-Lee - questo non significa che bisogna fare una Internet 2: secondo il padre del Web, il grande www dev'essere sempre lo stesso per tutti, neutrale e democratico, resistendo ai tentativi di frammentarlo in servizi di serie A e in servizi di serie B («Save the Internet.org»), come invece vorrebbero le grandi Telecom, che puntano a lucrarci («Hands Off.org»).

Nel Web semantico saranno disponibili tutti i dati - per fare un esempio - sugli hotel, ma in aggiunta saranno classificati e marcati con descrizioni comuni per far capire ai computer quello che stanno cercando. «Questo ci permetterà di fare domande molto più complesse», spiega la Hall. Per esempio, potremo chiedere al motore di ricerca di trovarci un albergo, dove vogliamo e che costi «tot» a notte, a meno di cinque minuti dalla spiaggia. Il motore con ricerca semantica compie una ricerca incrociata di tutte le informazioni richieste, inclusa la disponibilità delle camere, e restituisce solo i risultati che ci interessano.

Il prossimo passo è ancora più intelligente. «Una volta trovati tutti quei dati in una forma comprensibile al computer, si può cominciare a contare su servizi come un agente personale che sceglie per noi una vacanza o tratta il prezzo», spiega la Hall. Ovviamente, il Web semantico va oltre: al confronto istantaneo di fonti multiple di informazioni sono interessate le aziende, dove il tempo è denaro. Ma anche il mondo accademico.

E' da quando è uscito l'articolo su «Scientific American» che si lavora per ottenere questo tipo di Rete. Ma prima che il pubblico noti i benefici i ricercatori devono assicurarsi che il software sia sviluppato e che i dati siano disponibili e classificati correttamente. Un lavoro enorme, ma che sta procedendo rapidamente, assicura Hendler. La prima versione di un motore di ricerca semantico è già alla fase di sperimentazione: si chiama Swoogle ed è stato messo a punto dall'Università del Maryland. E' difficile sapere quando sarà pronto. Su un punto i ricercatori sono tutti d'accordo: quando lo sarà, tutto quello che finora ci è apparso rivoluzionario di Internet ci sembrerà irrisorio. Promette Hendler: «Non abbiamo visto ancora niente».

qAra6.gifIntelligenza così poco artificiale - intervista al futurologo Saracco

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