nonnoriccardo

Quella Volta Che ....

53 messaggi in questa discussione

... Dopo un po' di tempo, per ragranellare qualche soldino, questi spostamenti li facevo tutti a piedi e ad ogni fermata del tram raccoglievo i biglietti che alcuni passeggeri buttavano perchè ormai inutilizzabili: da qui scattava l'operazione rimborso.

Complimenti.

E' un racconto che mi pare di aver vissuto anch'io. Solo che, neo-geometra, facevo tirocinio presso un architetto di Milano ... dall'altra parte di Milano !

Andare e tornare a mie spese, le uscite di servizio spesate alla carta, come te!

Ma qualche foglio di carta da disegno lo fr .... Ohps!

Ho imparato a fare il disegno tecnico, abilità che i casi della vita non mi hanno mai fatto utilizzare !!

Esperienze molto comuni allora ma ho l'impressione che stiano tornando di moda !!!

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Esperienze molto comuni allora ma ho l'impressione che stiano tornando di moda !!!

Concordo :P

Esperienze di questo genere oggi, anche se non esasperate come ai nostri tempi e con il consenso, ahimè, dei genitori, servirebbero a molti giovani :)

Ma si trovano ancora i nostri vecchi datori di lavoro, di studio e di esperienza?

Buonanotte e alla prossima.

Ciao.

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"Ma si trovano ancora i nostri vecchi datori di lavoro, di studio e di esperienza?

Buonanotte e alla prossima.

Ciao."

....Si trovano, si trovano, ma nel senso deteriore del termine; mia figlia 34enne, con una laurea in economia, dopo anni di varie esperienze lavorative, ha concluso che si sente più portata per la professione libera, per questo motivo ha deciso di fare il praticantato triennale presso un commecialista; preciso che lavora da anni anche se non è esperta nel campo, del quale ha esperienza teorica data dalla laurea ma non pratica, che è quella che si vuole fare.

Stipendio? 800 euro mensili

Buona giornata!

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"Quella volta che ..."

Studente-lavoratore

Avevo 21 anni e frequentavo la 5" ragioneria serale e di giorno lavoravo da un commercialista.

Se mi ricordo bene era il mese di giugno poco prima degli esami di maturità.

Una sera, alle 23, dopo le lezioni avevo deciso, con i mei libri sotto il braccio, di camminare un po' e prendere l'autobus a metà strada da casa mia.

Purtroppo a Torino un tratto di quella via era frequentato ahimè da prostitute.

All'improvviso sono finito nella retata della polizia e, caricato sul cellurare, sono finito alla Centrale.

Non vi dico il tragitto, assiepato con persone di tutti i tipi: uomini, donne e... altri.

Per farla breve, per gli accertamenti di rito e senza poter dare notizie del ritardo a casa, mi hanno "rilasciato" alle 3 del mattino.

Ormai senza autobus e neanche un picco per pagarmi un taxi, mi sono avviato a piedi verso casa dove sono giunto verso le 4 :)

Mia madre, nascosta dietro la porta di ingresso, appena mi ha sentito entrare in casa mi ha legnato ben bene e poi mi ha detto che si era molto preoccupato e che pensava mi fosse successo qualcosa di grave.

Alla mia spiegazione del ritardo altra dose di legnate: potevo mica rivoltarmi contro la mamma!

Passato il "bollore" ha capito le mie ragioni: erano le 5 del mattino :P

Buona notte: alle 6 mi sono alzato per andare a lavorare e lei dormiva tranquillamente.

Avevo quasi 21 anni!

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Divertente, Giusto, il tuo racconto, che fa pensare a quanto siano cambiate le cose nel corso di una generazione

Prova adesso a legnare un figlio di 21 anni che torna tardi a casa!

Un saluto a tutti coloro che leggono

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@ Giusto. Forse è divertente il modo come lo racconti, ma penso che in quei momenti tu non ti sia divertito molto !

Qualche volta anch'io le ho prese di santa ragione ma è acqua talmente passata che quasi non me lo ricordo.

Ricordo invece un momento molto sentimentale e divertente (visto oggi !"

Quella volta che ... mi sono innamorato di una principessa.

Ebbene si.

Ero poco più che adolescente, quando iniziando a sentire le prime pulsioni affettive verso l'altro sesso, mi innamorai perdutamente della principessa Gabriella di Savoia (figlia del re Umberto) per una fotografia che vidi su una delle prime riviste patinate dell'epoca. Credo che fosse su Epoca.

Io ero adolescente e lei una signorina molto giovane con un volto che mi sembrò angelico.

Era naturalmente un'infatuazione finita abbastanza presto, se non sbaglio.

Ma in quel breve periodo la mia fantasia si scatenò: l'avrò salvata cento volte da situazioni difficili ottenendo la sua gratidudine, attiravo facilmente la sua attenzione in feste in cui ero mi presentavo come personaggio importante, la portavo via su un cavallo bianco ....

E' strano come questo ricordo sia rimasto vivo nella mia memoria.

Vuol dire che veramente il primo amore non si scorda mai ?

Vedete, passano i tempi ma le cose restano. Fu un sentimento virtuale (una rivista) ma oggi ci sono quelli altrettanto virtuali su Internet !!

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Quella volta che ... mi sono innamorato di una principessa.

Se il tuo innamoramento fosse andato in porto a quest'ora saresti rientrato anche tu dall'esilio ...

ma saresti pieno di grana.

Ciao. Molto bello :)

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Quella volta che .... decisi di andare a raccogliere funghi.

Voi penserete che è un'azione comune che bene o male tutti abbiamo fatto qualche volte.

Ma chissà perchè certe cose quando le faccio io hanno delle conseguenze, diciamo strane !

L'avvenimento accadde circa una quarantina di anni fà, in una località della valle trentina che frequento da sempre.

Ricordo che io e uno dei miei cognati, più anziano di me, decidemmo un giorno di andare a cercare funghi in boschi dove avevo sentito dire che se ne trovavano.

Avevo una idea generale di come potessero essere fatti i funghi, ma non li conoscevo assolutamente così come mio cognato.

Addentratici in un boschetto, accadde di vedere un fungo alto una trentina di cm. con il cappello largo e leggermente sbrindellato di un colore marroncino-grigio che non ci ispirò assolutamente. Per non correre rischi decidemmo di lasciarlo lì facendoci reciprocamente fotografie per immortalare il ritrovamento.

Proseguimmo, raccogliendo un pò quì, un pò lì, funghi e funghetti di vario tipo mettendoli con attenzione nei nostri sacchetti di plastica che avevamo prudentemente portato con noi !

Sulla strada del ritorno ripassammo dove avevamo trovato il primo fungo (quello delle fotografie) e ovviamente non c'era più. Scoprimmo più tradi che era una bellissima Lepiota, meglio conosciuta come "mazza di tamburo", naturalmente ottima da impanare e degustare !!

Comunque non eravmo degli incoscienti.

Al nostro ritorno ci recammo dall'esperto della valle (che per caso era il veterinario), un tipo un poò burbero e suscettibile !

Come gli ponemmo i sacchetti per esaminarli, senza dire una parola rovesciò gli stessi per terra schiacciando tutti i nostri funghi, con aria abbastanza adirata.

E lì prendemmo una delle peggiori lavate di capo della nostra vita.

Primo, non avremmo dovuto usare i sacchetti di plastica, ma cesti di vimini.

Secondo, i funghi non andavano mischiati come avevamo fatto noi, mettendo tossici insieme a buoni.

Ma soprattutto fece delle feroci considerazioni sui "turisti" che raccolgono funghi senza avere una minima cognizione dell'argomento.

E ci invitò ad andarcene.

Ci allontanammo con la coda fra le gambe, guardandoci di sottecchi, consci della pessima figura fatta ma soprattutto preoccupati di quello che avremmo raccontato a casa !

Devo ammettere che aveva perfettamente ragione e per me fu uno stimolo incredibile ad occuparmi seriamente di micologia.

Dopo di allora cominciai a frequentare conferenze sull'argomento, ad acquistare testi specialistici arrivando a conoscere abbastanza bene i funghi fino a riconoscerli con una certa sicurezza.

Imparai quindi a raccoglierli, a trasportarli, a rispettare il bosco e a lasciare quelli non commestibili al loro posto: comunque sono utilissimi per la conservazione del bosco.

Alcuni anni più avanti, raccolsi, per studiarlo un fungo della famiglia delle Amanita (velenose) perchè pensavo fosse buono e volevo sincerarmente.

A casa lo sezionai, lo confrontai con i testi e raggiunsi la "quasi" sicurezza che fosse una Amanitopsis, assolutamente non velenoso.

Per superare quel "quasi" ne mangiai un pezzo crudo.

Non mi fece alcun effetto negativo. In quel momento ero certo che la mia diagnosi era corretta.

Da allora in poi quando incontravo quel fungo (commestibile, ma non di gran pregio) lo salutavo, ma lo lasciavo lì sorridendo !

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Quella volta che

ho incontrato Mago Zurlì.

Sembra una sciocchezza, ma quando ero bambina era un personaggio importante.

Io avevo sei anni ed è arrivato il circo nel mio paese.

Siccome è un paesino, i circhi che arrivavano erano quelli da poveracci, ma in quell'occasione c'era ospite mago Zurlì.

All'inizio dello spettacolo è arrivato in pista proprio Mago Zurlì per un "concorso" aperto ai bambini fino a 6 anni.

Chi avesse fatto il miglior salto mortale (una capriola, a dire il vero) avrebbe guadagnato lo Zecchino d'oro.

Io allora avevo appena compiuto appunto sei anni e mi sono messa in fila, solo che - già allora - ero molto più alta di tutti.

Al che il mago mi chiama vicino e mi chiede con voce seria se fosse vero che avevo solo sei anni.

Io gli ho risposto che ero grande, ma ero piccola (o qualcosa del genere, ero troppo emozionata).

Lui deve averci creduto e mi ha fatto partecipare.

Ora quando lo vedo in TV mi viene da sorridere visto che sono diventata più alta di lui.

Però è una cosa carina che ricordo sempre.

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Quella volta che ...

Mi sono infatuata dell'attore Rock Hudson, tanto che per anni rimase il mio stereotipo di bellezza maschile: alto, bruno, possente, bello; il mio ideale di bellezza maschile rimase a lungo quello, tanto da non farmi prendere assolutamente in considerazione uomini di statura inferiore a m.1.80, che per me, scricciolo alta 1.55,sembrava il massimo.

La vita e la maturazione mi condussero a più miti pretese.

Il colpo di grazia lo ebbi però molti anni dopo, quando venni a conoscenza del fatto che l'attore idolo della mia giovinezza non era mai stato, come dire, interessato alle persone dell'altro sesso! :):P

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Quella volta che...

...iniziai il corso di Inglese, che stò ancora facendo;

ricordo il primo giorno con un po' di timore, ma con tanta curiosità e voglia di farmi nuove amicizie, capì che quello era ciò che mi faceva alzare ogni mattina, prepararmi al meglio e uscire di casa.

Poi ho trovato un'amicizia molto completa, fondata sulla condivisione di film e pareri su essi: anche se ha degli anni in più di me, è da subito diventata una persona speciale, spero per un po'..lo rimarrà.

Capì come infondere la felicità e il sorriso è qualcosa di estremamente importante, che soddisfa entrambi: questa ragazza è cilena, e non ho altre intenzioni che vivere una stupenda amicizia...

Gli ho dato il film "The Pianist", sono sicuro che gli piacerà, lei mi ha consigliato "Out of Africa", stasera me lo vedrò, sapendo che a lei gli è piaciuto, e chissà: magari si può scoprire molto da quello che piace ad una persona.

...certamente mi ha dato qualcosa da cui pensare, nonostante la lontananza dalla propria famiglia, e solo per questa la devo ringraziare.

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Quella volta che...

Ai tempi dei miei studi serali di ragioneria (18-20 anni circa) ero stufo del tran tran monotono casa/lavoro - lavoro/casa.

Allora pensai di iscrivermi ad un corso, sempre serale, di inglese non tanto per apprendere la lingua, ma attirato dalle belle fanciulle che frequentavano l'istituto.

Di conseguenza tre sere alla settimana "tagliavo" le lezioni di ragioneria.

Non contento feci in modo che il mio datore di lavoro mi pagasse un corso di stenografia e dattilografia che seguivo tre giorni alla settimana in ore pomeridiane.

Morale della favola: ho conosciuto e frequentato molte ragazze e mi ero creato un buon giro di amicizie però l'inglese non lo imparai nè tantomeno la stenografia e la dattilografia.

A mala pena sono riuscito a diplomarmi.

Di quel periodo mi resta un bellissimo ricordo soprattuto per la spensieratezza e perchè, se pur con pochi soldi, mi sono molto divertito :):P:P

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Si si...diciamo che a cerco di unire studio e amicizie, ma credo di aver capito.

Diciamo che alcune scelte nella vita sono prese come conseguenza di belle fanciulle..... :)

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Diciamo .che alcune scelte nella vita sono prese come conseguenza di belle fanciulle..... :P

La cuccagna è durata un paio d'anni poi ho conosciuto la mia futura mogliettina e la festa è finita.

Destino di noi poveri omettini! :)

A presto.

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Quanti bei interventi si sono susseguiti su questo topic !

Tenerezze, esperienze, amicizie, infatuazioni.

Questi sono gli scorci di vita che dobbiamo raccontare.

Leggendoli, ci si arricchisce.

In questo periodo si raccontano parecchi episodi di disgrazie sulle nostre montagne e mi viene in mente di

Quella volta che ... sono "volato" sul Brenta.

Ho già raccontato una mia eserienza su questo massiccio.

In un'altra occasione stavo salendo dal Rifugio Brentei al Passo Brenta (Rifugio Pedrotti Tosa) seguendo tranquillo i miei compagni lungo il sentiero normale.

Ad un certo punto, dove questo sentiero passava su delle roccette prima della vedretta, essendo rimasto indietro, ho accelerato il passo per raggiungerre gli altri.

Quando meno me l'aspettavo, per una mia disattenzione, una delle racchette mi si è impigliata tra piede e pietre. Per cercare di mantenere l'equilibrio ho accelerato i passi (come spesso accade), inciampando ulteriormente e "volando" letteralmente fuori dal sentiero stesso e volando sulle rocce sottostanti.

Il dislivello, grazie al cielo, era minimo ma le rocce su cui sono atterrato col mio dolce peso erano assolutamente appuntite e taglienti.

La fortuna mi ha assistito: nel "volo" mi sono inconsapevolmente girato e sono atterrato di schiena sul mio sacco da 60 litri, che mi ha protetto anche la schiena.

Sotto shock, sono rimasto immobile a contare le ossa, analizzando man mano le varie parti del mio corpo !

Non mi ero rotto nulla: avevo delle forti abrasioni alle braccia, non protette dal sacco. Le gambe tutte ok.

Nel volo devo aver urlato perchè gli amici sono ritornati indietro ma avevano paura a toccarmi perchè non sapevano le mie condizioni: quando mi sono rialzato da solo allora sono intervenuti ad aiutarmi.

Sono riuscito ad arrivare comunque al Rifugio Pedrotti dove l'unica cura è stata garza ed alcool !

Ovviamente non ho dormito, ma il giorno seguente abbiamo potuto proseguire il percorso che avevamo programmato.

L'esperienza, certamente di piccola portata rispetto ad altre molto più tragiche, mi ha comunque fatto ulteriormente riflettere sull'attenzione che sempre bisogna avere in montagna.

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Quella volta che ...

Quella volta che, ad Ottobre, andai ad incontrare per la prima volta i miei amici del forum; il cuore mi batteva forte, ero felice come non lo ero da molto tempo; sul treno che mi portava a Milano, contavo i minuti che mancavano all'arrivo e continuavo a sbirciarmi allo specchio nella speranza di vedermi giovane e bella :P ; arrivata al binario che era il punto di raccolta, sono stata accolta da una delle amiche con una rosa rossa; poi, dopo esserci riuniti tutti, baci, abbracci, risate; la gente intorno ci sbirciava curiosa, guardando quel gruppo di persone che avevano superato gli "anta" vociare contenti. Una giornata indimenticabile, contrassegnata dalla sensazione di non essere fra estranei conosciuti per la prima volta, ma piuttosto fra amici che si rincontravano dopo tanto tempo. :)

Modificato da gelsominoprofumato

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Quella volta che ... ho incrociato due capodogli !

State tranquilli, se ve lo racconto è andato tutto bene, ma vi assicuro che la "fifa" è stata tanta.

Dunque, era negli anni '50 quando andavo in vacanza dai miei nonni a Quinto (Genova) dove avevo un piccola barca di legno (detta guscio di noce) con la quale ho imparato a remare e a muovermi con una certa disinvoltura sul mare, certamente non lontano dalla costa!

Un giorno mi decisi ad invitare una ragazza che mi era simpatica a fare un giro su questa barca e ci siamo allontanati di circa 200 metri dalla riva.

Mentre cercavo di dimostrare la mia simpatia, peraltro ricambiata, a tale fanciulla, avvertimmo uno sciacquio alla nostra sinistra e con qualche ritardo vedemmo una forma scura che andava sott'acqua. In un primo momento avevo pensato ad una barca di pescatori rovesciata (il nero mi pareva la calafatura della stessa), senonché dopo pochi minuti sulla nostra destra ricomparve la forma con uno sbuffo d'acqua. Non sono un esperto di animali ma realizzai immediatamente che un grosso cetaceo era passato sotto la barca senza crearci danni.

Interrotte i nostri scambi di simpatia cominciai a remare verso riva ad una velocità da cartoni animati e credo di aver continuato a remare anche sulla spiaggia di sassi dove ero approdato.

Il giorno dopo lessi sul giornale che due capodogli erano passati a poca distanza dalla riva e all'altezza di Recco (credo!) avevano bloccato al largo un certo numero di pescatori che stavano operando intorno ad un banco di sardine.

Mi è rimasto sempre il dubbio di dove fosse il secondo e per quale motivo il primo mi ha evitato con tanta sensibilità.

Non mi chiedete come è andata a finire con quella ragazza. Non me lo ricordo più !

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Inviato (modificato)

Mentre cercavo di dimostrare la mia simpatia, peraltro ricambiata, a tale fanciulla ...

Spero che la dimostrazione non sia fallita! :)

Mi ricordo quella volta che..

Correva l'anno 1966.

Desideravo regalare l'anello di fidanzamento alla mia futura lei ma non avevo soldi.

Tuttavia ero già possessore di una Fiat 600 di sesta mano.

La "sfortuna" mi venne in aiuto.

Un gorno, a bordo della 600, tornavo dall'ospedale dove era ricoverato il mio papà quando ebbi un incidente.

Per fortuna non ci furono feriti ma solo lievi danni alle auto.

La controparte constatala la sua responsabilità mi liquidava seduta stante il danno: Lire 70.000 (settantamila).

Senza pensarci sopra due volte sono andato dall'orefice e ho comprato l'anello di fidanzamento.

Non avendo i soldi per riparare l'auto viaggiai per un anno con il cofano anteriore legato con uno spago al paraurti.

Questo era amore :P

Modificato da Giusto

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Mi ricordo quella volta che..

Giusto, Nonnoriccardo

Come sono teneri ed allegri i vostri racconti! Raccontate ancora.

Un cordialissimo saluto :):P

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Quella volta che ... ero uno Scout.

Risaliamo un po' nella notte dei tempi, per cui molte indicazioni non saranno precise ma il succo del racconto è reale.

Appena dopo la guerra (guai a chi mi domanda: quale?) sulle orme di mio padre sono entrato a far parte dei Lupetti della G.E.I. (Giovani Esploratori Italiani), una associazione scoutistica laica.

E' stata nel suo complesso un'esperienza positiva: direi che il fattore più importante è stato quello di imparare ad "arrangiarmi" anche nelle situazioni più disparate: curare le mie cose, farmi da mangiare, tenermi pulito ecc.

Da allora, e grosso modo sono passati sessant'anni o più, ho sempre portato con me un coltellino cosidetto da "caccia", diventato poi il rosso coltellino svizzero multifunzioni.

Un'abitudine che mi ha risolto un numero infinito di piccoli problemi: cacciavite, punteruolo, cavatappi, lama ecc.

Mi è inoltre rimasto impresso il mondo immaginario in cui vivevamo le nostre avventure di piccoli esploratori: quasi tutte le storie che si raccontavano erano improntate a i racconti di Kipling racchiusi nel Libro della Giungla e alla vita dei Pellirossa americani.

Il mio soprannome, che ora ricompare nel mio nick, era Rikki Tikki Tavi, quello della mangusta che salva una famiglia da un serpente velenoso proprio in uno dei suddetti racconti.

Ma fra i tanti, ricordo un episodio abbastanza singolare.

In occasione di un Jamboree sopra il lago di Como (raduno scoutistico in genere che si svolgeva nel giorno di San Giorgio in aprile), un giorno scorazzammo per i boschi svolgendo i giochi di squadra previsti.

Alla sera dopo i canti intorno al fuoco tutti a nanna. I più grandi nelle tende e noi piccolini, dopo aver costruito i giacigli con sacchi di juta pieni di fogliame, in una baitella mezza diroccata ma proteta da un tetto.

Tutto bene finchè non arrivò un violento temporale che allagò l'area in cui stavamo dormendo profondamente. I nostri giacigli cominciarono a galleggiare con noi sopra e a muoversi all'interno della costruzione.

I più grandi svegliati dal temporale sono corsi a prenderci e a trascinarci fino alle tende asciutte.

Il bello che noi piccoli eravamo talmente stanchi che non ci siamo accorti di nulla ed al mattino ci siamo ritrovati da un'altra parte senza sapere perchè !!

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Quella volta che ... ero uno Scout.

Complimenti Eravete degli audaci!

Quella volta che .... rischiai di essere respinto agli esami di maturità.

Nel 1965 sostenni gli esami di maturità.

Allora tra le materie d'esame purtroppo c'era anche la mia negazione: geografia e merceologia.

Il giorno di questo orale ero piuttosto agitato e nervoso.

La Prof. esminatrice (arcigna come tutte le prof. di geografia) tra l'altro mi chiese:

quanto sono lunghi i peli di un caprino appena nato?

Roba da infarto.

Tirai un lungo sospiro e dopo profonda meditazione dissi: all'incirca 10-15 cm.

La bruttona strabuzzò gli occhi e scrisse un geroglifico sul foglio del voto: a me parve 3.

Al termine degli esami per mia fortuna fui comunque dichiarato "maturo".

Alcuni giorni dopo gli esami incontrai per caso il professore di Diritto che era stato presidente della commissione che mi aveva giudicato.

Mi disse che aveva dovuto quasi imporre alla prof. di geografia di alzare almeno a 5 il suo voto (tutte le altre materie erano ok).

In caso contrario sarei stato respinto.

Per fortuna la Prof. acconsentì.

Ora posso dire di essermi diplomato per un ... pelo :):P:P

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Inviato (modificato)

"Quella volta che ..."

Grippai il motorino nuovo appena ritirato dal venditore.

All'età di 20 anni finalmente mio padre si rese conto che non ero più tanto piccolo per cui mi regalò il "mitico" Itom.

Mi sentivo padrone del rione, del quartiere, della città e del mondo.

Ritirato il motino dal venditore mi diressi velocemente alla basilica di Superga, una salita ripidissima e molto tortuosa lunga circa 3 km.

Lassù mi aspettava il mio amore e non potevo farla attendere per non rischiare di perderla per sempre.

Beata gioventù!

Risultato: alla meta arrivai ma il motorino si bloccò. :P:)

Tutto grippato.

Tornai a casa a piedi e lo portai dal venditore pregandolo di far passare la grippatura per un guasto di fabbricazione.

Niente da fare.

Morale della favola: restai a piedi, usai la bicicletta ma non persi il mio amore. :P:P:P:P

Modificato da Giusto

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:):P Bravissimo. Racconti veri e teneri :P:P

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Quella volta che ... ho visto morire un'uomo!

Certamente è un'esperienza vissuta da molti, soprattutto da chi svolge una professione medica.

A me ha lasciato un segno indelebile.

Percorrevo una strada provinciale nel piacentino, strada non larga che correva tra i campi, quando ho trovato un blocco del traffico dovuto ad un incidente stradale apparentemente banale: il traffico non era molto per cui mi sono ritrovato a poca distanza dall'autoambulanza accorsa per soccorrere eventuali feriti.

In realtà una vettura era uscita di strada, senza colisioni con terzi, finendo con una certa violenza nel canale asciutto che costeggiava la strada stessa.

Il colpo preso era stato evidentemente forte e l'uomo era in stato di incoscienza disteso sul lettino dell'autoambulanza.

Non potendo nè procedere nè tornare indietro, sono sceso e mi sono avvicinato vedendo l'uomo disteso.

In quel momento arrivò l'elicottero con medici, specializzati in questi casi, che si precipitarono sull'uomo e iniziartono tutta una serie di interventi pressanti, coordinati, rapidi eseguiti con una volontà di salvare l'individuo che contagiava anche i presenti più o meno curiosi.

L'intervento è durato più di un quarto d'ora tra ordini, passaggio di strumenti, applicazioni incredibili ma quell'essere umano non ce l'ha fatta ed è spirato tra le loro mani.

La cosa che mi ha scioccato non è stato tanto la morte dell'uomo, che è passato dal coma al sonno eterno, ma le grida e le gesta di rabbia dei medici per non essere riusciti a salvare quella vita!

Io stavo tifando dentro di me perchè quell'uomo ce la facesse e alla fine anche dentro di me è salito un moto di rabbia e di disperazione che stava trasformandosi in un urlo. Che però non ho fatto.

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Quella volta che ... ho visto morire un'uomo!

....

le grida e le gesta di rabbia dei medici per non essere riusciti a salvare quella vita!

Io ho visto la gioia immensa del pneumologo quando mi ha comunicato, dopo un bruttissimo periodo, che stavo guarendo.

Sono persone ammirevoli per abnegazione e competenza.

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