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      Regole della Stanzetta Privata - Come si Usa?

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      Nuovo Servizio per le vostre foto   03/20/2006

      Siamo lieti di lanciare una nuova iniziativa nella sezione fotografica del forumSi tratta di lezioni molto pratiche di alcune tecniche di fotoritocco, unite alla possibilità di sistemare le vostre immagini sbagliate.Avete delle foto che non corrispondono ai vostri gusti, o semplicemente sono venute diverse da come le avevate pensate?Ci sono problemi di esposizione, di tonalità sbagliate, di scarso contrasto?Volete raddrizzare il campanile di San Marco che somiglia troppo alla Torre di Pisa?Volete eliminare un particolare fastidioso che disturba l'equilibrio dell'immagine?Fate un post nella sezione Discussioni generali & help del forum di fotografia in Laboratorio di Fotoritocco scrivendo quali migliorie vorreste apportare alla foto, accludendo un link ad una immagine che avrete postato, a dimensioni e risoluzione il più possibile vicine all'originale, a questo indirizzo: http://imageshack.us/la posteremo sul forum con la sequenza di operazioni necessaria a rimediare ai difetti e alla fine riposteremo il link dell'immagine corretta.
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Dr. Jekyll

Ieri mi è stato dato un volantino di un coordinatore dell'Italia dei Valori per uno dei Municipi di Roma in cui si richiedeva la firma per una legge di iniziativa popolare per eliminare i rimborsi elettorali ai partiti.

Così non va, così proprio non va. Il nostro paese sta attraversando un momento di crisi politica ed economica, abbiamo bisogno di chi si rimbocca le maniche peri aiutarlo, non di chi specula politicamente sull'arrabbiatura sociale della gente (leggi elettori).

Abbiamo bisogno di gente capace che ci possa condurre fuori da questo pantano non di chi, per sfruttare il mal contento popolare ai fini elettorali, parli alla pancia della gente invece che alla sua testa.

In questo momento di crisi economico, dove non passa settimana senza apprendere di questa o quella corruzione è facile farsi applaudire attaccando i simboli della politica nella mal celata speranza di accrescere il consenso.

E' così facile farlo che chiunque di noi può farlo, ma è questo il vero bene del paese? E' questo quello di cui abbiamo bisogno per far risorgere il paese da questo pantano dove i politici (e tu sei un politico) ci hanno condotto?

Hai provato ad immaginare cosa accadrebbe se il la tua propaganda elettorale (perché di questo si tratta) diventasse legge dello stato?

Ti sei per caso chiesto chi poi si potrebbe permettere di far politica in uno stato in cui la democrazia non può più farsi carico dei suoi costi?

In tutti i paesi democratici, infatti, la democrazia si fa carico dei costi della politica proprio per impedire che la politica stessa diventi ostaggio solo di candidati miliardari (te ne viene in mente qualcuno?) oppure delle lobby come in America, o peggio ancora di qualche carrarmato militare.

Non si può togliere sostentamento economico alla politica e sperare che la democrazia resti nelle mani degli elettori.

Certo lo spettacolo di spreco dei nostri denari è desolante e bisogna arginarlo con delle buone leggi non con la demagogia. E' sicuramente inaccettabile che in Italia si ottengano rimborsi elettorali pari a 3 volte quelli tedeschi per non parlare del metodo con cui vengono conteggiati.

Pochi sanno, infatti, che i rimborsi non vengono dati solo per i voti effettivamente percepiti ma sulla base percentuale dell'intero collegio votante.

In pratica se solo il 49% degli italiani si reca alle urne, ed un partito, come il tuo riceve il 10% dei voti, questo 10% non sarà calcolato sugli effettivi votanti, ma sull'intero collegio, ovvero si riceverà un rimborso del 10% sul 100% degli aventi diritti al voto, incluso chi vota scheda bianca o chi sfiduciato e/o sdegnato dalla nostra classe politica decide di restare a casa invece di votare..

Vogliamo anche parlare di come i rimborsi elettorali spettano anche ai candidati non eletti e perfino ai partiti che non entrano in Parlamento? Ti sei mai chiesto perché molti partiti (soprattutto a sinistra) candidino personaggi famosi, magari del mondo dello spettacolo, ben sapendo che non verranno eletti? Quale altro scopo ha la candidatura di persone famose se non quella di "rimpinzare" le casse dei partiti soprattutto considerando che comunque la percentuale di rimborso sarà sul 100% degli aventi diritto al voto?

E ci dimentichiamo di come il rimborso elettorale sia corrisposto per tutta la legislatura anche se questa dovesse finire anticipatamente con il risultato che alla successiva legislatura i partiti politici prenderanno doppi (ed in teoria possono prenderne anche di tripli o quadrupli) rimborsi?

La caduta del governo Prodi, infatti, ha comportato che nella legislazione attuale venisse pagato per intero sia il rimborso elettorale per questa legislazione (come è logico che sia) ma anche per quella precedente terminata anticipatamente, tanto che hanno continuato a percepire rimborsi elettorali perfino partiti che in questa legislatura non esistono più perché sciolti o confluiti in altri partiti (Margherita docet).

Una valanga di soldi di cui i partiti politici devono rispondere in maniera molto blanda come i recenti fatti di cronaca hanno dimostrato, e a pensare che, invece, in Inghilterra, i membri del parlamento sono obbligati a mettere online ogni singolo scontrino/fattura per dimostrare come hanno speso i soldi dei contribuenti dati loro a titolo di rimborso elettorale.

Ecco QUESTE sono le storture a cui un politico serio dovrebbe mettere mano per impedire che quell'indispensabile sostegno alla democrazia che è il finanziamento pubblico dei partiti serva per garantire l'indipendenza della politica.

Mi rendo conto che sia sicuramente più difficile argomentare agli lettori su come regolamentare il finanziamento dei partiti invece che demagogicamente parlare alla loro pancia.

Il nostro Capo dello Stato, però, lo ha fatto, incurante della impopolarità che ne derivava ha fatto la cosa giusta, e noi abbiamo proprio bisogno di politici che facciano la cosa giusta.

Leggendo quel volantino, però, che riprende i discorsi qualunquisti di tanti altri politici non posso fare a meno di ricordare una frase di Alcide De Gasperi, uno dei padri della nostra repubblica, che disse: " Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione"

Ecco, alle prossime elezioni, vorrei poter votare uno statista....

Dr. Jekyll

Avreste indovinato mai, che nella classifica di Trasparecy dei paesi più corruttori, cioè quelli dove le aziende sono più disponibili a pagare mazzette per vendere i loro prodotti e servizi l'Italia risulta al primo post nell'Unione Europea e quindicesima in assoluto al mondo?Sorpresi? Secondo me non lo siamo più di tanto, quello che accade lo vediamo tutti i giorni. ognuno di noi è stato vittima o testimone di un qualche fenomeno corruttivo.Ed a pensare che la corruzione in Italia pesa, infatti,“fino al 30% sul rating paese e sugli investimenti esteri, costituendo un impedimento alla crescita e allo sviluppo dell’economia e del lavoro. La lotta alla corruzione, invece, farebbe diminuire ci costi dei servizi della pubblica amministrazione e quindi il debito pubblico e lascerebbe risorse all’economia virtuosa e ad una diminuzione della pressione fiscale.Sarà per questo che il disegno di legge anticorruzione, approvato al Senato, è arenato alla Camera dei Deputati? :censored:(Qui il rapporto integrale e le classifiche, in inglese).

Dr. Jekyll

Degli amici mi hanno inviato via email un interessante articolo tratto dal sito cattolico "La Bussola Quotidiana" che qui riporto a scopo di discussione:

"PENSAVO CHE MIO FIGLIO FOSSE ALL'UNIVERSITA'... INVECE LANCIAVA ESTINTORI ALLE FORZE DELL'ORDINE

Quello che colpisce è l'assoluta mancanza di vergogna da parte del padre di ''Er pelliccia'': ecco i danni dei genitori che delegano ad altri la loro responsabilità educativa

di Roberto Marchesini

L'ultima immagine del caleidoscopio offertaci dagli scontri di Roma è quella del padre di "er pelliccia" che dichiara: "Io pensavo che mio figlio stava all'università" (psicologia, per la cronaca). Invece lanciava estintori alle forze dell'ordine. Lo "studente" dice di essersi "lasciato trascinare dagli avvenimenti" (sai com'è, vedi qualcuno che incendia un blindato e ti parte di mano un estintore...), confermando l'immagine di "bravo ragazzo" fornita dal papà. Un "bravo ragazzo", di buona famiglia, con qualche precedente per droga.

Vengono in mente altri padri di "bravi ragazzi" di buona famiglia, ad esempio quello di Carlo Giuliani (anche se dalle intercettazioni emerge un altro ritratto del "bravo ragazzo" morto dieci anni fa a Genova). In questi padri non colpisce tanto la difesa ad oltranza del figlio; nemmeno la banalizzazione dei reati e dei precedenti commessi. Quello che colpisce è l'assoluta mancanza di vergogna.

Potremmo pensare che non è lecito aspettarsi dei sentimenti di vergogna da parte di chi non ha fatto nulla di male. Ma in questo caso faremmo torto alla genitorialità, che implica la responsabilità da parte dei genitori per l'educazione impartita ai figli.

Questo non significa che "le colpe dei figli ricadono sui padri". Non significa nemmeno che i genitori non possano commettere errori. Di genitori perfetti non ne esistono, e non ne sono mai esistiti. Tutti i genitori hanno sbagliato, e il mondo è andato avanti lo stesso. Tutti i genitori hanno sbagliato, e tutti hanno creato delle sofferenze (chi più, chi meno) ai figli; ma mai con l'intenzione di fare loro del male.

Tuttavia è singolare che i padri non provino vergogna per le colpe dei figli, non se ne sentano (a torto o a ragione) responsabili, non si chiedano se e dove abbiano sbagliato.

Perché i genitori (anche se non sono responsabili delle azioni dei loro figli, soprattutto se maggiorenni) sono responsabili dell'educazione dei figli, anche quando non lo sanno.

In effetti si nota una tendenza sempre più evidente: quella dei genitori deleganti (la loro responsabilità educativa). Delegano ai nonni, alle insegnanti, allo psicologo, al prete, persino ai loro stessi figli. Sono i figli a potere (e dovere) decidere cosa indossare, cosa mangiare, cosa comprare. Anche se, ovviamente, non solo non hanno alcun criterio di scelta, ma non hanno neppure la capacità cognitiva per decidere se a gennaio sia meglio indossare la canottiera di Hello Kitty o la maglietta di Ben Ten. Quante volte capita di sentire "Sa, lui non vuole..." (ad esempio prendere le medicine), o "A lei piace..." (qualche schifezza imbevibile o immangiabile) e di trovarsi a pensare che forse non sono i bambini a dover decidere se prendere o non prendere le medicine, cosa e quando mangiare. Il fatto che decidano i bambini non è affatto, come si crede, responsabilizzante, anzi: essere responsabili significa essere capaci di rispondere delle proprie azioni, presuppone quindi che ci sia qualcuno che chiede conto delle nostre azioni. Ma questi bambini non devono rendere conto a nessuno, quindi (giustamente) non sono responsabili. I genitori, invece, sono responsabili, nel senso che devono rendere conto (alla società) delle azioni del figlio.

Certo, assumersi delle responsabilità implica il dover dire di no; un piccolo sacrificio che i genitori hanno sempre fatto per il bene dei figli. Ma che ora pare non siano più disposti a fare.

Qualcuno dice per comodità; e certamente affrontare un litigio a rischio di Telefono Azzurro per un sorso di Coca Cola è un'impresa che fa tremare i polsi a chiunque.

Ma forse anche perché i genitori sono stati terrorizzati dai famosi "esperti": guai a provocare traumi, a minare l'autostima dei bambini! Senza pensare che i traumi fanno parte della vita e che l'autostima si forma conoscendo i propri limiti.

Oppure perché i ruoli genitoriali sono stati stravolti, invertiti (è sempre più facile imbattersi in papé e mammi), confusi con altri (l'amico, il compagno di giochi, il baby sitter...).

O magari perché lo stato è diventato così invadente che i genitori pensano che sia la scuola, lo stato, la società a dover educare i propri figli.

Sia come sia, anche questa è educazione.

Non rimpiangiamo certo l'educazione "all'antica", fatta talvolta di ricatti morali e sensi di colpa; ma forse questa educazione "deresponsabilizzata" e (di conseguenza) "deresponsabilizzante" non è il massimo.

Fonte: La Bussola Quotidiana, 22/10/2011"

Dr. Jekyll

Cui Prodest?

Cui Prodest? A chi giova tuonava Cicerone nella celebre oratoria Pro Roscio Amerino

...e a chi giova quello che è accaduto a P.za S. Giovanni sabato pomeriggio? A chi giova che 500 giovani, alcuni dei quali minorenni, siano stati lasciati liberi di sbeffeggiare le forze di polizia e di vandalizzare una città per tutto un pomeriggio?

A chi giova aver trattenuto le forze dell'ordine impedendogli di caricare giustamente i teppisti e lasciando che quei poveri agenti fossero per ore ed ore sotto una pioggia di sanpietrini (blocchetti di basalto di 12x12x18 cm del peso di 6 kg) che hanno costretto oltre 100 agenti a riccorrere alle cure dei sanitari?

A chi giova che gli idrante della polizia avevano la pressione dell'acqua così bassa che i teppisti erano solo bagnati? Eppure quegli idranti hanno normalmente una pressione così elevata che rendono impossibile ad un dimostrante di rimanere in piedi anche ad 80 metri, ed alla pressione massima sono in grado perfino di frantumare i vetri di una vettura?

A chi giova aver fatto sì che le forze dell'ordine facessero la figura degli impotenti di fronte a qualche giovane teppista?

Giulio Andreotti direbbe: A pensare male si commette peccato... ...ma spesso ci si azzecca!

Ed il fatto che alcuni politici ad iniziare da Maroni e Di Pietro richiedano ora delle legge specilali sullo stile della legge Reale degli anni 70, cioè di leggi che limitino le garanzie costituzionali di tutti i cittadini mi fa pensare male...:glare:

Dr. Jekyll

Non nascondo l'esterefazione che in Italia, nel 2011 ci sia chi ancora crede nella lotta di classe stile 1968 tra sinistra e capitalismo.

Mi riferisco alla ormai nota vicenda del manifesto firmato "Sinistra e Libertà" con cui la Federazione Romana ha voluto salutare stamattina il fondatore della Apple.

Probabilmente, nell'intenzione della Federazione Romana c'era quello di cavalcare l'onda dell'emotività per guadagnare consensi tra gli elettori (secondo l'utente "MartinRance" i manifesti nascondono un'operazione politica di "Leccaculismo agli elettori radical chic") in vista delle prossime (spero) elezioni politiche.

Personalmente nutro anch'io molti dubbi sull'onestà intellettuale del cordoglio espresso, ma mai mi sarei aspettato che la base elettorale che si riconosce in "sinistra e Libertà" insorgesse perchè il cordoglio sarebbe stato espresso non ad un uomo di sinistra ma ad un capitalista.

...ed io che pensavo che il cordoglio fosse stato espresso ad un morto! Evidentemente, in perfetto stile '68, ci sono morti di sinistra e morti capitalisti alla faccia della saggezza popolare del: "siamo tutti uguali di fronte alla morte" :glare:

Mi sarei, però aspettato che il Presidente Vendola, che non fa mistero del desiderio di voler assumere un impegno politico importante nel prossimo governo nazionale, riportasse la discussione nel giusto ambito.

Nichi Vendola, invece, ha voluto prendere immediatamente le distanze dai manifesti, scrivendo su Facebook: "Il genio di Steve Jobs ha cambiato in modo radicale, con le sue invenzioni, il rapporto tra tecnologia e vita quotidiana. Tuttavia fare del simbolo della sua azienda multinazionale - per noi che ci battiamo per il software libero - un'icona della sinistra, mi pare frutto di un abbaglio. Penso che il manifesto della federazione romana di SEL, al netto del cordoglio per la scomparsa di un protagonista del nostro tempo, sia davvero un incidente di percorso. Incidente tanto più increscioso in quanto proprio in questi giorni nella mia regione stiamo per approvare una legge che, favorendo lo sviluppo e l'utilizzo del software libero segna in modo netto la nostra scelta".

Possiamo anche discutere se il software libero possa o meno essere un sostituto del software commerciale, ma fino ad oggi, nessuno ha mai realizzato l'hardware libero. :dry:

Pensa forse Vendola e la sua base elettorale che iPhone, IPod e iPad si sarebbero potuti realizzare gratuitamente senza investimenti miliardari?

Pensa che questo il paese si potrà confrontarsi con l'economia globalizzata con slogan e con pensieri veterocomunisti? :dry:

Dr. Jekyll

L'italiano questa lingua sconosciuta è l'unico titolo che mi viene in mente dopo aver letto il comunicato con cui l'on. Domenico Scilipoti chiede un doppio condono sia fiscale che edilizio.

Almeno così credo di aver dedotto dopo aver letto il primo periodo dello "Scilipoti-pensiero", che conta ben 93 parole senza punto, 22 aggettivi senza fiato e sei avverbi senza un perché.

«L'insensibilità di Chi pensasse con aprioristici veti di impedire soluzioni utili, reali, definitive ed attese a dimostrare esclusivamente la insopportabile distanza e la tracotante diffidenza che, purtroppo, insistono tra detentori del potere e rappresentanti dello Stato esclusivamente formale e cittadini comuni facenti parte unicamente dello Stato reale, è a terribilmente dimostrare quanto si pensi di poter calpestare utilità sicure, vantaggi pratici ed attese popolari indilazionabili, coniugando la sussistenza di farraginose, non più tollerabili ed insuperate, sterili pendenze, peraltro costose ed assolutamente carenti di vantaggiosi riscontri, con soluzioni di immediatezza e ovvia utilità.

Con ciò è a significarsi quanto l'essere pateticamente teoretici congiunga e faccia attanagliare il bieco conservatorismo di facciata, privo di efficacia e latitante di praticità, concretezza e sensibilità alle contrastanti esigenze sia di taglio economico e finanziario statuali, come anche alle attese più sentite di milioni di cittadini indebitati e lacerati nella propria individualità personale e familiare».

Considerazioni stilistiche a parte, se la forma non onora l'italiano, è soprattutto il contenuto a spiazzare. Viene, infatti, spontaneo chiedersi se (forse) l'on.Scilipoti sia favorevole al condono..

Ma, fino a prova contraria, trattandosi solo di una mia supposizione, non sono in grado di affermare con certezza che sia questo la sua richiesta :think1:

Dr. Jekyll

Vent'anni di internet in Italia, tutto mi sarei aspettato tranne che Alberto Di Majo potesse scrivere in un editoriale de il Tempo:

Secondo Di Majo il comma 29 (il cosiddetto "comma ammazza-blog" ) contenuto nel ddl intercettazioni potrebbe avere la positiva conseguenza di fare cancellare la più grande opera di sapere condiso della storia umana.

Così, infatti, spera l'autore, si tornerebbe alla consultazione della Treccani, enciclopedia ben più autorevole (a dire Di Majo)

Il suo editoriale che arriva all'indomani della decisione di Wikipedia di sospendere il proprio servizio informativo per protestare contro il ddl.

Da ieri infatti sull'homepage della versione italiana di Wikipedia è stata pubblicata una comunicazione per spiegare che il "comma ammazza-blog" potrebbe determinarne la chiusura (o più probabilmente il trasferimento in svizzera)

Secondo Wikipedia, infatti, "Chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un sito, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto, indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive, di chiederne non solo la rimozione, ma anche la sostituzione con una sua "rettifica", volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti".

Se in Rete lo scenario della chiusura di Wikipedia ha giustamente causato molta preoccupazione, per Di Majo la prospettiva della sua chiusura è anzi un'ipotesi auspicabile per il ritorno alle origini della cultura. Senza errori e senza refusi.

Secondo Di Majo "L'enciclopedia sul Web, scritta e modificata dai lettori, piena di strafalcioni e di fonti incerte, ha fatto impallidire studiosi, spaventato accademici e depistato studenti convinti di avere a portata di mouse una Treccani. Quando s'è scoperto che non si trattava dell'enciclopedia britannica, si sono levate le proteste. Ma non c'è stato niente da fare".

Wikipedia conterrà anche alcuni strafalcioni, ma rappresenta il culmine della filosofia del sapere distribuito, democratico, neutrale, incontrollabile, critico (perché richiede un approccio attivo alla verifica delle fonti e non si basa su un assorbimento passivo di informazioni decise da altri senza possibilità di confronto), si aggiorna da sola, non occupa spazio, è disponibile anche sul tram o al parco, si consulta in un tempo quasi istantaneo e, soprattutto, è GRATIS!

La Treccani, invece, quella completa in 57 volumi, costa almeno circa 13.000 euro. E' un saper riservato a pochi ricchi.

L'impressione, leggendo l'editoriale, è che per Di Majo il calendario si è fermato agli anni '60

C'è anche da chiedersi come la redazione de il Tempo, quotidiano di Roma che dietro ha Confindustria possa permettere la pubblicazione di un simile arcaismo nonostante la stessa Marcegaglia non faccia altro che chiedere che in Italia si debba fare di più per l'innovazione tecnologica :huh:

Mi verrebbe voglia, qualora passi il ddl sulle intercettazioni di richiedere alla redazione del "il Tempo" di fare una rettifica in 48 ore di questa "informazione palesemente arcaica ed lesiva per chi cerca, nel suo piccolo, di partecipare allo sviluppo di internet". :whi:

Dr. Jekyll

Con l'accusa di complotto contro lo Stato, 24 dottori e 23 infermieri, faranno 15 anni di prigione. Ma la lorounica colpa è quella di aver rispettato il giuramento di Ippocrate.

"Giuro di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza,religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica."

Questo accade in Bahrein, e la loro colpa è di essere stati di servizio al pronto soccorso del Salmaniya Medical Centre e di aver prestato soccorso ai manifestanti feriti arrivati in ospedale nei giorni della protesta della maggioranza sciita contro la famiglia al governo, gli al-Khalifa, appartenenti alla minoranza sunnita.

Diverse organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani hanno osservato da vicino il processo, compatibilmente con il fatto che si è celebrato in un tribunale speciale, uno di quelli messi in piedi dal governo del Bahrein proprio per processare i manifestanti.

C'era stata la speranza che il processo potesse concludersi in modo favorevole agli imputati, che alcune settimane fa erano stati rimessi in libertà su cauzione.

La dura sentenza di condanna ha invece colto di sorpresa molti osservatori e rischiano di riaccendere le proteste nel paese, anche perché non sono le sole condanne comminate contro i manifestanti.

Gli arrestati, alcuni di loro donne, sono stati fatti anche oggetto di maltrattamenti e torture.

Tutto questo è ingiustificabile, è una palese violazione delle leggi internazionali. "I medici non possono rappresentano una minaccia alla sicurezza nazionale". In nessun modo il regime al potere nel Bahrein puo' giustificare le ingiustizie inflitte al personale medico. :zawa:

Vergogna! :angry3:

Dr. Jekyll

Il 1 settembre è entra in vigore la legge bipartisan voluta dal deputato del PD Riccardo Levi che vieta ai librai di operare sconti superiori al 15 per cento.

Mentre il governo, per bocca del ministro Tremonti parlava della necessità di modificare l’art. 41 della nostra Costituzione per aumentare la libertà di impresa e limitare l'intervento statalista sul piano economico contemporaneamente ha limitato il mercato dei libri con una legge che ha stabilito il prezzo dei libri e lo sconto massimo che si potrà applicare.

Alla faccia delle libertà economica e d’impresa!

La "Nuova disciplina del prezzo dei libri" nasce da un disegno di legge promosso il 2 marzo dal senatore del PD Riccardo Levi (lo stesso che con il governo Prodi voleva mettere un bavaglio ai blog) e che ha superato tutto l'iter necessario per diventare legge grazie al consenso bipartisan di Pdl e Pd con la sola eccezion fatta per i radicali. La legge stabilisce, in sostanza, che dal 1 settembre non sarà più possibile applicare ai libri uno sconto superiore al 15% al prezzo di copertina, con la sola eccezione di eventuali "campagna promozionale" in cui sarà permesso uno sconto al massimo del 20% e che non potranno essere posizionata nel mese di dicembre, notoriamente il periodo più interessante dell'anno per via della festività natalizia che porta un forte aumento dei consumi.

Stesse regole anche per la vendita di libri online o per corrispondenza, dove il limite di sconto applicabile è addirittura stato ridotto dal 20% iniziale previsto nel disegno di legge al 15% sul prezzo di copertina.

Nell’intenzione del legislatore questa normativa dovrebbe difendere la cultura e favorire la lettura dei libri anche se risulta difficile capire come limitare il prezzo dei libri possa avere un impatto positivo sulla vendita degli stessi. E’ bene ricordare che in Italia la media pro capite di libri letti annualmente è di soli tre volumi, per una spesa media di 65 euro all'anno per ogni italiano; un dato che ci piazza in fondo alla graduatoria europea capitanata dalla Norvegia, nazione in cui i libri costano poco grazie alle sovvenzioni statali, mediamente ogni abitante acquista mediamente 21 libri per circa 208 euro all'anno. Tutto ciò contrasta inevitabilmente le vane promesse decennali di rendere più accessibili libri e promozioni culturali di vario genere, con la tragica e già annunciata conseguenza di un impoverimento generale, sia sul piano morale che economico. L’intento del legislatore, neanche troppo nascosta, vuole colpire i grossi negozi online che offrivano sconti fino al 40% del prezzo di copertina ignorando che limitando la scontistica sui libri cartacei si favorirà il commercio dei libri in formato elettronico fino a ieri erano svantaggiati dall’IVA al 20% è che oggi, grazia alla nuova legge, sono improvvisamente diventati competitivi.

La differenza, per tanto, la faranno solo il prezzo dei lettori, e quando questi saranno abbastanza bassi da diventare popolari si suonerà il “de profundis” al libro cartaceo e una volta che la maggior parte dei libri sarà nel formato elettronico, anche le case editrici verranno mandate in pensione .

Gli autori, infatti, potranno consegnare i loro manoscritti direttamente ai negozi online bypassando gli editori che non avrebbero più alcuna ragione di esistere.

Dr. Jekyll

Ieri c'è stato ieri l'ennesimo annuncio politico per una innovazione epocale.

No!, non si tratta del ponte sullo stretto di Messina ma quasi...

Roberto Calderoli, infatti, ha annunciato (l'ennesimo) arrivo per la carta di identità elettronica.

Se non fosse che il primo annuncio della carta di identità elettronica era stato fatto nel lontano 2001 e che in dieci anni pochissimi hanno in tasca una di queste carte ci sarebbe da gioire, invece, ormai gli annunci tendeno a confondersi nel rumore di fondo politichese che orami pervade la nostra vita quotidiana.

Avrei lasciato volentieri questo annuncio nel rumore di fondo se non fosse per un particolare che mi ha colpito e non vi nascondo che mi ha anche preoccupato.

Come se non bastasse che in 10 anni non si è riusciti a distribuire una normale carta di identità in formato carta di credito con un microchip antifalsificazione, ora Roberto Calderoli, Ministro per la semplificazione, vorrebbe che questo documento sostituisca anche tutti gli altri documenti in possesso dei cittadini, cioè un documento unico che oltre alla carta d'identità elettronica varrà anche come codice fiscale, tessera sanitaria, patente e passaporto

La notizia come tale è stata riportata in trafiletto da tutti i giornali senza alcun commento, e senza che qualcuno si ponesse la domanda su come un rettangolino di plastica formato carta di credito possa sostituire documenti come il passaporto e la patente di guida. Questi, infatti, sono definiti da trattati internazionali, che se non rispettati toglierebbero qualsiasi validità internazionale al documento. Senza contare che l'adozione di un documento in violazione dei trattati potrebbe esporre le tasche degli italiani (non quelle di Calderoli) a possibili multe dalla UE ed alle ennesime brutte figure (tanto come da italica tradizione il ministro responsabile non si dimetterà per ritirarsi a vita privata).

Mi chiedo come Calderoli, pur ammettendo che ignori l'esistenza dei trattati che stabiliscono forma, dimensione e contenuti dei passaporti, possa immaginare che si possano apporre i timbri per i visti ed i permessi di soggiorno e lavoro su un rettangolino di plastica?

Cosa accadrebbe se a seguito di una infrazione grave al codice della strada si decidesse si ritirare la patente di guida? Togliamo all' ex patentato anche la sua identità? ...e se ciò accadesse all'estero? Sono numerosi gli italiani che ogni anno si fanno ritirare la patente di guida all'estero e che quindi sarebbero automaticamente privati anche del loro unico documento di identità ed in teoria impossibilitati al rientro in Italia in quanto sprovvisti di un documento valido per varcare la frontiera.

Problematico sarà richiedere un nuovo documento qualora il documento unico fosse smarrito o rubato. Per ottenerlo, infatti, in assenza di un secondo documento valido, saremo tutti costretti a farci accompagnare da due testimoni.

E' indubbio che in Italia ci sia una sovrabbondanza di documenti, e che questi sono abbastanza facili da contraffare in quanto cartacei, ma siamo sicuri che la soluzione sia di ridurli tutti ad un unico documento con un microchip (sulla cui sicurezza, perlatro, ci sarebbe molto da discutere)?

Questa semplificherebbe la vita ai cittadini?

Dr. Jekyll

L'ennesima direttiva europea è stata recepita "all'italiana" e si rischierà di complicare la vita a non pochi navigatori.

Tutto nasce dalla direttiva europea 2008/63/CE con la quale si vuole liberalizzare ulteriormente il mercato delle apparecchiature terminali di telecomunicazioni (router, decoder etc. etc.).

In pratica, i legislatori europei chiedono ai paesi membri di aprire i loro mercati a chi produce, importa e commercializza questo tipo di apparecchiature per eliminare quelle sacche di oligopolio che ancora sono presenti in alcuni paesi.

Di per se, questa direttiva avrebbe poca influenza sul mercato italiano, visto che la commercializzazione di queste apparecchiature è sempre stata libera.

I legislatori nostrani hanno, però, pensato che in assenza di un problema, bisognasse crearne uno e così, in quattro e quattrotto, un mercato fino a ieri libero diventa un mercato chiuso.

In questo i nostri politici hanno una fantasia che farebbe invidia perfino ai fratelli Grimm.

Dimostrandosi incuranti dei problemi che potrebbero creare al paese o le possibili conseguenze per il paese quando l'Europa si accorgerà che il recepimento della direttiva ne viola palesemente lo spirito.

Recependo la normativa, i nostrio politici hanno stabilito che ora in Italia per collegare una di queste apparecchiature bisognerà ricorrere ad un tecnico autorizzato da un apposito albo professionale pena il pagamento di una multa da € 15.000 a € 150.000. :glare:

In pratica non sarà più possibile farsi spedire a casa il router adsl Alice al momento della sottoscrizione di un contratto ADSL. ma bisognerà che la Telecom invii un tecnico specializzato per collegarlo, operazione che non sarà certo gratuita.

Ancor più complicato sarà rifiutare il decoder offerto dal gestore ed acquistarne invece uno proprio.

Se fossi uno che pensa male male, potrei pensare che i politici nostrani, avendo intravisto la possibilità di creare delle cariche "politiche" per la gestione dell'albo professionale e dei relativi corsi ed esami per accedervi, abbiano palesemente ignorato le conseguenze per i cittadini :thumbdown1:

Dr. Jekyll

In questi giorni, sia l'AD di Fast-web che quello di Telecom Italia hanno chiesto alla Commissione Lavori Pubblici del Senato che i grandi fornitori di servizi (Google, Amazon, YouTube, Flickr etc. etc.) debbano pagare i costi dell'uso della rete italiano per evitare il collasso della stessa.

Non è la prima volta che tale richiesta viene avanzata dai gestori della rete ma è la prima volta che viene fatta a livello istituzionale forse contando sulla scarsa (ad esser gentili) preparazione tecnica dei nostri politici a cui la richiesta viene avanzata.

In pratica, i gestori della rete vorrebbe scaricare sui produttori di servizi web sia la mancanza di investimenti nelle infrastrutture che i cattivi investimenti fatti (vi ricordate gli scavi di quasi tutte le strade delle grandi città per far passare una fibra ottica mai attivata?).

I gestori della rete, omettono che il traffico internet non è ne è mai stato gratis, esattamente come avviene per tutti i privati che pagano il loro abbonamento adsl, anche chi fornisce i contenuti, come lo stesso WinInizio, paga per la banda internet che consumano i suoi server.

Dimenticano pure di dire che la scarsità di investimenti nella rete ha fatto sì che in Italia vi siano pochi server rispetto a quelli esistenti in Germania, Francia o Gran Bretagna e come se non bastasse, viene richiesto un costo di banda internet anche di 10 volte quella di un analogo server in Europa, costringendo, di fatto, molte aziende a recarsi all'estero per l'hosting (pagando lì la banda internet).

Con questa richiesta i gestori di rete, Invece di rimediare alla mancanza di investimento, preferiscono che si tassi chi ha già pagato a monte la sua banda internet, non essendo, infatti, un pagamento a fronte della fornitura dl servizio che non mi stanco di ripetere è stato già pagato a monte.

In pratica sarebbe come se la Società Autostrade chiedesse una percentuale del carico dei TIR che percorrono le autostrade italiane o che l'Enel chiedesse una percentuale del fatturato delle aziende a cui fornisce l'energia elettrica.

Non dimentichiamo che in questa cronica mancanza di investimenti gioca un ruolo non indifferente anche il governo che ha pur avendo più volte promesso investimenti (in prossimità di elezioni) non ha poi concretato quanto promesso (ad elezioni fatte).

Alcuni maligni potrebbero pensare che vi possa essere una correlazione tra la mancanza di investimenti di un governo guidato di un magnate televisivo che ha sicuramente capito che proprio il web l'unico concorrente alla TV.

Resta il fatto che in Italia non abbiamo una rete web a livello europeo (solo Grecia e Bulgaria hanno una rete più lenta della nostra) e che mentre in Svezia stanno già fornendo connettività web a 100 Megabyte per i servizi di web del domani, noi non riusciamo a fornire la banda agli italiani per i servizi di oggi. :glare: